Dall’Ossola a Roma per una due giorni con Papa Francesco

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Sono tornati in pullman domenica notte i 38 giovani ossolani che con gli altri giovani  hanno incontrato il Papa. I ragazzi, accompagnati daisacerdoti don Riccardo Zaninetti e don Alberto  Andrini, hanno partecipato all’evento svoltosi a Roma l’11 e il 12 agosto promosso dalla Conferenza episcopale italiana in vista del Sinodo sui giovani dei vescovi previsto per il prossimo ottobre. Nei ragazzi è rimasto impresso il discorso del Papa nel corso dell’Angelus, il pontefice  ha voluto ribadire come l’ipocrisia non possa essere una caratteristica propria di una persona che si dice cristiana. “Il cristiano – ha detto – non può essere ipocrita, deve vivere in maniera coerente“. “Più in concreto – ha sottolineato il pontefice – significa dire no a una cultura della morte, che si manifesta nella fuga dal reale verso una felicità falsa “. “No”, quindi, alla “cultura della morte”, le cui manifestazioni sarebbero varie, ma ben definite”. I pellegrini ossolani con i ragazzi  novaresi sono stati ospiti sabato notte dell’istituto salesiano Pio IX. Sabato al Circo Massimo ci sono state le testimonianze dei ragazzi e la veglia guidata dal Papa è seguita la notte bianca con chiese aperte, possibilità di confessione adorazione eucaristica e spettacoli.  Domenica poi i giovani si sono recati in Piazza San Pietro per l’Angelus. “Hanno vissuto un esperienza di chiesa giovane viva – ha commentato don Riccardo al rientro – che ha voluto adunarsi intorno al Papa per pregare in vista del Sinodo dei vescovi ad ottobre. Una sensazione evidente è quella di una chiesa che guarda al futuro, convocare migliaia di giovani a Roma significa credere in loro. E  per i ragazzi credere in qualcuno che possa dare loro la capacità di affrontare il futuro con coraggio e speranza giovani  quindi non sdraiati sul divano, ma capaci di fondare la propria vita sulla roccia che è Cristo stesso”. Una delle frasi del Papa più incoraggianti per ragazzi è  stata. “La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci, come Giovanni aspettò Pietro davanti al sepolcro vuoto”.

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