Conte si dimette. “C’è bisogno di politica con la p maiuscola”

“Questo governo si arresta ma c’è ancora molto da lavorare”. Il premier parla nell’aula del Senato e richiama gli impegni per il futuro dell’Italia: dai giovani alla coesione sociale, dallo sviluppo sostenibile alle famiglie con persone disabili

ROMA – “Mi recherò alla fine del dibattito parlamentare dal presidente della Repubblica per comunicare la fine di questa esperienza di governo e per rassegnare nelle sue mani le mie dimissioni da presidente del Consiglio”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, nelle sue comunicazioni al Senato in merito alla crisi di Governo. Ringraziando il capo dello Stato, il premier ha ribadito che “il presidente della Repubblica, supremo garante degli equilibri costituzionali, guiderà il Paese in questo delicato passaggio istituzionale”.

Questo governo qui si arresta ma c’è ancora molto da lavorare. C’è bisogno di politica con la p maiuscola”, sottolinea il premier, che significa “capacità di progettare il futuro: un futuro che guarda ai giovani, alla coesione sociale, allo sviluppo sostenibile, all’inclusione sociale”.

“Occorre lavorare per offrire ai nostri giovani giuste opportunità di vita personale e professionale. Ogni giovane che parte e non ritorna è una sconfitta per il futuro del nostro Paese; se non riusciremo a trattenerli, esporremo l’Italia a un destino di inesorabile declino”, prosegue. E ancora: “Le scuole devono diventare laboratori di apprendimento dove il come imparare deve essere più importante di cosa imparare”. Per Conte occorre “orientare tutto il sistema di formazione verso lecompetenze digitali che saranno sempre più richieste anche nel mercato del lavoro” e “potenziare la ricerca realizzando un sistema di coordinamento più efficace tra università ed enti anche attraverso un’Agenzia nazionale”.  Occorre “proseguire nelle politiche di inclusione sociale per recuperare al circuito lavorativo le fasce della popolazione attualmente emarginate. Ce lo impone la Costituzione”.  Un passaggio del suo discorso Conte lo riserva alle famiglie delle persone con disabilità. “Non possono rimanere abbandonate a se stesse. Occorre procedere con la massima sensibilità politica per lenire questo disagio personale, familiare e sociale”.

E anche rispetto al progetto di autonomia differenziata “che andrà doverosamente completata” il premier ribadisce la necessità di non  sacrificare i principi di solidarietà sociale e coesione nazionale. “E’ necessario varare un piano di rilancio del Sud che contenga un più organico progetto di valorizzazione degli investimenti e di incremento dell’occupazione anche nelle aree più disagiate del Paese”.

L’Italia che Conte immagina dovrà essere leader nel campo dei nuovi modelli economici eco-sostenibili. “In Europa già ci distinguiamo per l’utilizzo delle energie rinnovabili; – spiega – dobbiamo puntare all’utilizzo delle tecniche scientifiche più innovative e sofisticate per consolidare questo primato. Abbiamo già progetti all’avanguardia – pensate – nello sfruttamento dell’energia derivante dai moti ondosi. Possiamo sfruttare nuove tecniche di produzione in base alla cosiddetta biomimesi. L’obiettivo da perseguire deve essere un’efficace transizione ecologica in modo da pervenire a una articolata politica industriale che, senza scadere per carità nel dirigismo economico, possa gradualmente orientare l’intero sistema produttivo verso un’economia circolare che favorisca la cultura del riciclo e dismetta definitivamente la cultura del rifiuto”.  Conte guarda a “un nuovo modello di crescita, non più economicistico. Dobbiamo incentivare le prassi delle imprese socialmente responsabili, che permetteranno di rendere il nostro tessuto produttivo sempre più competitivo anche nel mercato globale. Confido che la cabina di regia “Benessere Italia”, che ho da poco istituita, possa tornare ben utile a questi scopi, anche in futuro”.

Il discorso di premier tocca anche il tema dell’Europa. “Abbiamo bisogno di un’Europa più sostenibile, più solidale, più inclusiva, soprattutto più vicina ai cittadini, che mostri considerazione anche per coloro che abitano le numerose periferie (e non parlo solo di quelle geografiche). – dice – Occorre lavorare per rafforzare i diritti delle donne, per affrontare le nuove questioni sociali e per riconoscere nuovi diritti, ai quali l’ordinamento europeo deve offrire tutela e protezione grazie al suo raffinato sistema di tutela multilivello, che – credetemi – è unico al mondo per intensità, per completezza”.

Da Salvini “scarsa sensibilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale” oltre a “opportunismo politico”. E’ l’attacco del premier al leader della Lega. “Far votare i cittadini è l’essenza della democrazia, sollecitarli a votare ogni anno è irresponsabile”, aggiunge il premier Conte. “La decisione della Lega la reputo grave. Il disegno riformatore viene interrotto”, Salvini ha violato “il solenne impegno sottoscritto nel contratto di governo”. E’ “altamente probabile il rischio di esercizio provvisorio”. “Palesemente contraddittorio – aggiunge il premier – appare il comportamento della Lega che dopo aver presentato la mozione di sfiducia in Parlamento al governo non ritiri i propri ministri”. “Caro Matteo – continua Conte – pieni poteri per governare il paese e invocare le piazze a tuo sostegno, questa concezione mi preoccupa”.

Poi la “vicenda russa”. “Merita di essere chiarita anche per i riflessi sul piano internazionale. – attacca ancora il premier – Presentandoti in Parlamento invece di negarti avresti evitato di mandare il presidente del Consiglio al tuo posto rifiutandoti per giunta di condividere con lui le informazioni di cui sei in possesso”. Il ministro Matteo Salvini indica i banchi del Pd che applaudono il premier Conte e fa un gesto congiungendo indice e pollice come a dire ‘tutto torna’. Poi, Conte si toglie un sassolino dalle scarpe: “Non te l’ho mai detto Matteo: accostare agli slogan politici i simboli religiosi sono comportamenti che non hanno nulla a che vedere con la libertà di coscienza religiosa, sono piuttosto episodi di incoscienza religiosa che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e di oscurare il principio di laicità, tratto fondamentale dello stato moderno”. (DIRE – Rs)