Calcio. Scudetto, la Juventus delle sette bellezze

Scudetto, la Juventus delle sette bellezze

Un pari all’Olimpico contro la Roma ed è ancora scudetto. Come la Juve nessuno mai. Sette scudetti, e quattro “double di fila”: titolo nazionale più Coppa Italia. I numeri parlano di una squadra cannibale: 29 vittorie (sabato con il Verona possibile la trentesima), cinque pareggi e soltanto tre sconfitte. Un attacco esplosivo, con 84 reti realizzate e appena 23 subite. La forza di una squadra campione sta sempre nella difesa e questa si è confermata, a partire dal suo portiere: la leggenda bianconera Gigi Buffon. A 40 anni il Gigi nazionale si ritira e lo fa con 9 scudetti vinti, superato il vecchio Furino della Juventus Trapattoniana. Ora è il tempo della Juve di Max Allegri, un condottiero straordinario che vince e rivince puntando sul collettivo, su gregari affidabili come Benatia e Matuidi e su stelle ormai consacrate come il tandem argentino Dybala (cannoniere bianconero con 24 gol) e Higuain. Allegri è uno special one della lettura della gara in corsa, un creativo della panchina capace di inventarsi Cuadrado terzino di spinta, così come la passata stagione fece con Mandzukic, retrocesso, alla bisogna, dall’attacco alle retrovie.

L’uomo in più di questo 7° sigillo tricolore è stato senz’altro Douglas Costa. Ma Dybala stoppa ogni celebrazione personalistica con un twitter assolutamente condivisibile: «Mostruosi! Campioni d’Italia». Un messaggio accompagnato dal video che vede negli spogliatoi dello stadio Olimpico di Roma tutta la squadra bianconera a festeggiare cantando: «Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi!». I brasiliani Alex Sandro e Douglas Costa indossano la maglietta celebrativa con la scritta “MY7H” che è già diventato anche un hashtag di tendenza. Il leggendario Buffon si limita ad un semplice “7 in fila” corredato da una carrellata di foto dei suoi trionfi. «Non è facile realizzare quello che abbiamo fatto, ma dietro a questi sette scudetti c’è tutto ciò che significa essere Juventus. Uno scudetto non lo si vince ad agosto e neanche a dicembre, ma lo si costruisce giorno per giorno.Per questo è lo scudetto di un popolo intero», ha scritto su Instagram il principino Marchisio, un altro dei 7 scudettati. «L’abbiamo fatto di nuovo. Non vedo l’ora di ricevere lo Scudetto la prossima settimana per la terza volta. Settimo di fila per la Juventus», ha scritto invece il tedesco Sami Khedira.

L’ultima parola e l’ultimo “7” da esibire pubblicamente spetta a un altro della vecchia guardia, che come Buffon sta per lasciare la Juve, Andrea Barzagli. Sette scudetti in bianconero per Barzagli, Lichsteiner, Marchisio e Chiellini, come Roberto Bettega e come quella grande anima juventina di Gaetano Scirea. La Juve cambia uomini e aggiorna la maglia ma il motto resta sempre quello bonipertiano: «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta».

da Avvenire