Beatitudini, le vie della salvezza

«Le beatitudini esprimono la vocazione dei fedeli. Esse rispondono all’innato desiderio di felicità che Dio ha messo nel cuore dell’uomo per attirarlo a sé, perché egli solo lo può colmare. Le beatitudini svelano la mèta dell’esistenza umana, il fine ultimo cui tendono le azioni umane: Dio ci chiama alla sua beatitudine. La beatitudine promessa ci pone di fronte alle scelte morali decisive. (Catechismo 1717-1719.1723).
Gesù pone la morale sotto l’istanza finalistica della beatitudine: il nome con cui il Vangelo dice la felicità. La morale cristiana non è deontologica, centrata sul dovere (deon): «Devi perché devi» (E.Kant). È una morale teleologica: diretta a un fine (telos). Devi in ordine alla realizzazione della vita. «Maestro – chiede un giovane a Gesù – che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?» (Mt 19,15). La domanda etica non è prima di tutto una domanda di regole, ma di vita eterna. In rapporto a cui l’agire morale, e la norma che lo regola, si pone come mezzo in ordine al fine. Di qui la pagina delle beatitudini, che scandiscono il destino felicitante del cristiano. Pagina posta da Gesù all’inizio del discorso della montagna, la magna carta della morale evangelica, che da essa prende il suo finalismo salvifico. Anche singoli asserti normativi nel Vangelo vengono introdotti dal fine beatificante: «Beati quelli che», «Beati voi quando», «Sarete beati se». Così da non esprimere prima di tutto e solo la radicalità dell’esigenza ma la forza attraente del fine. Non imperativi di un Dio legislatore e giudice, ma vie di salvezza del Dio creatore e redentore, che in Cristo è venuto a noi «perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza» (Gv 10,10). La vita buona e bella, l’«abbondanza» della vita, è nelle aspirazioni di ogni persona. Gesù è venuto a portarla a noi, strettamente congiunta al bene morale e al suo adempimento.
Non basta conoscere il bene e la legge che lo comanda. Occorrono prospettive di vita per volerlo e adempierlo. Queste sono delineate in pienezza dal Vangelo. Esse hanno le coordinate del Regno di Dio, dischiuso a noi dalla Pasqua di Cristo e dalla Pentecoste dello Spirito.

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