Battaglia per la dignità

Stefano Sanzi «Razzismo»

Ciclo di incontri online del World Council of Churches

Osservatore

Contro ogni forma di razzismo in nome di Cristo: questo è stato il filo conduttore di un ciclo di incontri, in modalità webinar, promossi dal gruppo Pilgrimage of Justice and Peace del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc); il gruppo, istituito nel 2013 in seguito all’assemblea generale di Busan, ha operato, in questi anni, per la condivisione di esperienze quotidiane delle comunità cristiane, in ogni parte del mondo, così da testimoniare l’indissolubile legame tra il cammino ecumenico e l’impegno per la realizzazione della giustizia sulla Terra.

Con questo ciclo di incontri, intitolato Hate Speech and Whiteness, si è voluto realizzare uno degli impegni assunti nel corso del Forum teologico del World Council of Churches a Tokyo quando si decise di prestare particolare attenzione alle nuove forme di razzismo manifestatesi nel tempo della pandemia che produceva violenza e discriminazione, oltre a lasciare dietro di sé morte e solitudine; a Tokyo, tra l’altro, vennero identificati due temi — la violenza delle parole e il suprematismo bianco — sui quali appariva necessario promuovere delle iniziative di formazione e di informazioni in modo da mostrare come il razzismo, nel tempo della pandemia, si veniva rafforzando, assumendo nuove forme, soprattutto in quei paesi dove esistevano minoranze, formate da indigeni e migranti. Negli incontri (moderati dal reverendo Fernando Enns, della Congregazione mennonita in Germania), di questa iniziativa del Wcc sono stati affrontati una serie di temi, con la partecipazione di esperti, in parte membri del Pilgrimage of Justice and Peace, come il fratello Guido Dotti della comunità monastica di Bose, uno dei due cattolici che fanno parte del gruppo. Nei cinque incontri si è parlato dei privilegi dei “bianchi” nel tempo del covid-19, privilegi che si realizzano con l’accesso a un’assistenza sanitaria che, in alcune nazioni, è circoscritta a pochi, lasciando gran parte della popolazione senza cure adeguate e con una scarsità di informazioni per combattere la pandemia; come è stato ricordato, solo per fare un esempio, negli Stati Uniti è impressionante l’impatto del coronavirus sulle comunità afroamericane e ispaniche anche per il razzismo che ha generato, portando quasi alla negazione di diritti umani fondamentali oltre a provocare migliaia di morti, proprio per la mancanza di assistenza sanitaria. È stato poi evocato lo “schema” della prima attività missionaria che ancora pesa nella vita del cristianesimo nel xxi secolo, dal momento che sono stati riproposti temi e immagini per giustificare queste forme di discriminazione. Proprio per il peso di quella memoria dell’azione missionaria, così legata alla politica imperialistica portata avanti per secoli, si è approfondito il rapporto tra l’eredità della schiavitù e il razzismo tanto presente nella società contemporanea, in forme che i cristiani devono condannare, proponendo dei gesti concreti per la sua rimozione.

Sempre su questo aspetto, anche alla luce di tante esperienze nel tempo della pandemia, si è parlato delle attuali discriminazioni nei confronti delle popolazioni indigene; per alcuni relatori queste mostrano come si è ancora immersi in quella cultura che ha prodotto schiavitù e povertà. Infine si è discusso di come radici e forme di razzismo e di discriminazione appartengono al mondo delle religioni, in un orizzonte ben più ampio di quello del cristianesimo; con questa ultima riflessione si è voluto sottolineare come la battaglia contro il razzismo deve coinvolgere l’universo delle religioni, tanto più dopo quanto è stato fatto, in questi ultimi anni, anche grazie all’attività di Pilgrimage of Justice and Peace, che ha cercato di attivare sempre nuove relazioni interreligiose su valori comuni, quali la lotta a ogni forma di discriminazione. Con questi incontri, ancora una volta, il Wcc ha voluto riaffermare la centralità dell’impegno ecumenico nella denuncia e nella rimozione di ogni forma di razzismo che non può essere in alcun modo giustificata facendo ricorso alle sacre Scritture, in modo da testimoniare quanto i cristiani devono fare insieme per costruire un mondo di giustizia e pace, fondato sui valori evangelici.

di Riccardo Burigana