Strade nuove per il Vangelo

Con il libro Caminos de evangelización (2017) (che sarà pubblicato dalle EDB per la curatela di Francesco Strazzari), José Antonio Pagola porta a termine il suo contributo all’appello fatto da papa Francesco di dare impulso ad una nuova tappa di evangelizzazione; un compito che l’autore ha sviluppato in questi ultimi anni in altri tre volumi: Recuperar el proyecto de Jesus ( 2015) (EDB 2017); Anunciar hoy a Dios como buena noticia (2016) (EDB 2017) e Cristo resuscitado es nuestra esperanza (2016) (PPC Madrid).

I destinatari di queste quattro pubblicazioni edite da PPC e da EDB sono le persone, le comunità e le parrocchie che, coscienti che si sta aprendo un tempo nuovo, cercano di aggiornarsi attivando «in maniera umile, ma responsabile, un processo di rinnovamento» che evita, saggiamente, di guardare con nostalgia un passato che non tornerà, favorendo invece la conversione delle persone ad una stimolante esperienza di incontro con Gesù Cristo e con il suo progetto di vita (spiritualità); ad una formazione almeno sufficiente al fine di dare ragione a se stessi e agli altri della sequela di Gesù (teologia), così come ad una presenza – personale o collettiva – nei luoghi nei quali si trovano alcuni dei molti crocifissi dei nostri giorni, cioè, in quelle che papa Francesco chiama le «periferie esistenziali» (impegno).

L’autore dedica i due primi volumi a ricordare che il centro è – e non può essere altrimenti – quello che Gesù disse e quello per cui impegnò la sua vita (il regno di Dio): la compassione del samaritano, la centralità degli ultimi, la guarigione, l’accoglienza e il perdono. A noi tocca – dirà nel secondo volume – «suggerire percorsi che ci stimolino a vivere oggi» ciò che diede forza agli apostoli, ai discepoli e alla comunità della prima ora.

Nel terzo volume, Pagola rivendica la centralità dell’incontro con il Risorto, mettendo in risalto che crede nel cielo chi si impegna nel cambiamento e nella trasformazione della terra, come fece Gesù. Se è certo che tutti noi credenti «ci muoviamo, viviamo ed esistiamo» nel Dio della vita, della gioia, della pace, della bellezza e della riconciliazione, non lo è da meno il cristiano che segue il Crocifisso nei calvari viventi del nostro mondo, là dove si continua a rendere attuale il dramma della croce.

incarnazione della misericordia di Dio

José Antonio Pagola

A questo tema, di capitale importanza nella spiritualità del seguace di Gesù, Pagola dedica il quarto volume pubblicato per ora solo in lingua spagnola. E lo fa richiamando l’attenzione su alcuni degli atteggiamenti necessari per evangelizzare e indicando cinque campi concreti: accogliere e ascoltare i lontani, impegnarsi con i poveri, introdurre il Vangelo nelle carceri, portare la Buona Novella agli infermi e camminare «verso una società libera da omofobia».

Chi si addentra nella lettura di questi quattro magnifici libri potrà beneficiare di una teologia redatta da una persona abituata a scrivere – come diceva il grande teologo Karl Barth – tenendo, in una mano, il giornale e, nell’altra, il Vangelo. Il risultato è una mirabile sintesi di inquietudine pastorale e di sequela del Crocifisso (l’“odore delle pecore”) che non trascura – in nessuna maniera! – gli apporti più rilevanti dell’investigazione storico-critica e cristologica (la “sapienza teologica”) né la presenza e il godimento, sempre stimolanti, dello Spirito del Risorto, “Signore e datore di vita”.

Il lettore avrà, inoltre, la possibilità di affacciarsi, in alcuni casi, su nuovi percorsi di azione che possono suscitare critiche e riserve, ma che hanno la forza di rimandare al cuore stesso del Vangelo, cioè, a quello che Gesù disse, fece e ci consegnò.

Difficile – o, per meglio dire, impossibile – trovare in questi testi qualcosa che sappia di arianesimo (affermazione dell’umanità di Gesù a detrimento della sua divinità), ciò di cui, in maniera tanto infondata quanto ostinata, i suoi censori lo accusano. È piuttosto possibile imbattersi in una salutare distanza da tutto quello che possiamo chiamare un’incursione o un flirtcon l’agnosticismo o con il docetismo, cioè, con uno spiritualismo senza carne, ancora in voga in alcuni ambienti. È probabile che sia proprio questa chiave di lettura che mette a disagio i suoi inquisitori quando leggono questi e altri apporti del teologo basco.

José Antonio, molte grazie per questo prezioso e stimolante regalo!

José Antonio Pagola, Caminos de evangelización, PPC Editorial, ES 2017, pp. 256, € 18,00.

settimananews

La passione nei 4 Vangeli

La fortuna riscossa da questo volumetto lo ha portato alla 6ª edizione (11983 su or. fr. Paris 1981).

Quattro grandi specialisti illustrano con estrema semplicità didattica il valore letterario e teologico dei testi riguardanti la passione di Gesù.

Essi sono, con tutta probabilità, i primi testi redatti dalla tradizione dei discepoli del Maestro, che poi recuperarono gli altri blocchi narrativi: miracoli, parabole, infanzia, preesistenza.

Masini redige una breve e profonda introduzione generale (pp. 5-18), ricordando come i testi siano nati dalla fede, nella fede,per la fede, cioè per l’annuncio di Gesù e del suo mistero rivelatore e redentore.

Nel suo contributo (pp. 19-72) Vanhoye compie un’analisi dei racconti della passione compiuti dai sinottici. All’orientamento generale egli fa seguire una presentazioni delle varie fasi del racconto (arresto di Gesù, il processo davanti ai giudei e quello davanti ai romani, il calvario), evidenziando le caratteristiche narrativo-teologiche dei vari evangelisti. Marco sottolinea lo choc dei puri fatti, dalle cui tenebre scaturisce la luce. Matteo illumina con le parole il significato dei fatti, sottolineando la fine dell’era antica e la nascita della Chiesa di Cristo. Luca è attento a tralasciare eventi e parole che possano pregiudicare la dignità di Gesù e la sua persona di Maestro, mostrando l’efficacia della croce con la redenzione del “buon” ladrone.

De La Potterie (pp. 73-94) esamina il racconto della passione redazionato dall’evangelista Giovanni (Gv 18,1–19,42), sottolineando i temi teologici propri presenti nel testo: la passione come l’adempimento dell’“ora” di Gesù, l’identificazione dell’innalzamento in croce con l’esaltazione di Gesù e l’anticipazione degli eventi escatologici. I momenti del racconto comprendono il confronto di Gesù con i suoi avversari nel giardino, la sua comparizione davanti ad Anna e quindi a Pilato (con le sette scene distribuite tra “dentro” e fuori, incentrate sulla regalità di Cristo presentata in Gv 19,1-3.

Duquoc (pp. 95-114) riflette sugli eventi a livello teologico, sottolineando la possibile ambiguità della morte di Gesù e delle insidie presenti nella sua rilettura. Conclude il suo intervento con la sintesi delle interpretazioni date alla passione lungo i secoli e con l’illustrazione di Gesù come liberato e liberatore.

Charpentier (pp. 115-129) offre, infine, in modo telegrafico, una lettura teologico-catechistica dei racconti della passione seguendo distintamente i vari momenti del racconto nei diversi testi evangelici.

Un ottimo prontuario per un accostamento puntuale alla prospettiva propria di ciascun evangelista.

Volume che conserva intatta la sua validità per facilitare a catechisti, sacerdoti e operatori pastorali i testi chiave del cristianesimo, letti specialmente nella Settimana Santa.

Albert VanhoyeIgnace De La PotterieChristian DuquocEtienne Charpentier, La Passione secondo i quattro Vangeli. Introduzione di Mario Masini, Sesta edizione (Itinerari biblici s.n.), Queriniana, Brescia 2018, pp. 136, € 10,00.

settimananews

L’ateismo interroga la fede

Un libro dialogo/intervista fra un poliedrico gesuita docente per un ventennio di teologia fondamentale alla Gregoriana e uno studioso appassionato di teologia protestante, teologia cattolica, letteratura francese e islamistica. Entrati in amicizia durante un corso tenuto da Gallagher e seguito da Palasciano come studente libero uditore, il dialogo è continuato per il comune interesse al fenomeno dell’ateismo.

Ne è nato il libro che, a partire da una panoramica generale sulle varie forme di ateismo del tempo odierno, affronta il dibattito che, sull’ateismo, si è tenuto durante il concilio Vaticano II.

Si passa, quindi, alla domanda se effettivamente la cultura contemporanea sia effettivamente contraria alla fede cristiana.

Da tempo, nel campo del cristianesimo, si sono abbandonati i toni dell’apologetica e della condanna indiscriminata dei comportamenti atei delle persone. Si è attenti all’agnosticismo delle persone che si mettono in ricerca di senso.

Palasciano stesso collabora dal 2014 al “Cortile dei Gentili”, struttura del Pontificio consiglio della cultura per il dialogo tra credenti e non credenti.

Si cerca maggiormente di spiegare e di proclamare la bellezza, la freschezza e la novità dell’annuncio evangelico fatto da Gesù.

Un tema particolare affrontato nel libro/intervista è quello di Gesù crocifisso nella città secolare, mentre un capitolo specifico si concentra su una possibile teologia dell’ateismo, analizzando l’elaborazione di Karl Rahner e di Joseph Ratzinger.

Negli ultimi capitoli dell’opera si riflette sulla pertinenza e il pericolo rappresentati dalla teologia negativa, sul fenomeno del nuovo ateismo, per concludere con alcune suggestioni in vista di una pastorale rinnovata.

Per Gallagher, l’ateismo contemporaneo è dovuto alla scomparsa di figure intellettuale di ampio respiro. Il frazionamento dei saperi specialistici ha comportato una frattura del sapere globale, con una ricaduta sia nell’elaborazione teologica sia nella percezione che gli uomini hanno di Dio.

Chiude il volume una bibliografia di approfondimento (pp. 125-127).

Michael Paul Gallagher – Gabriele Palasciano, Credere e non credere. La fragilità della fede nel mondo di oggi (Teologia viva s.n.), EDB, Bologna 2017, pp. 128, € 14,50. 9788810409985

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Rischio fake nel carrello, parte mobilitazione Coldiretti Petizione #stopcibofalso per chiedere l’origine in etichetta

ROMA – A rischio “fake” nel carrello della spesa un prodotto alimentare su quattro che non riporta obbligatoriamente l’origine in etichetta, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per bambini. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che ha “smascherato” i prodotti della spesa più a rischio in occasione dell’avvio della raccolta firme sulla petizione #stopcibofalso per chiedere al Parlamento Europeo che i consumatori abbiano la possibilità di conoscere da dove arriva il cibo che portano in tavola.

“Due prosciutti su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati all’estero senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta, dove non è ancora obbligatorio indicare l’origine, come avviene anche per il fiume di 200 milioni di chili di succo di arancia straniero che valica le frontiere e finisce nelle bevande all’insaputa dei consumatori perché in etichetta – sottolinea la Coldiretti – viene segnalato solo il luogo di confezionamento”.

Un problema che “riguarda in realtà tutti i salumi, la frutta trasformata in generale (dalle confetture alle conserve), l’insalata in busta, il pane o i funghi conservati che spesso arrivano dalla Cina, paese ai vertici mondiali per gli allarmi alimentari – rileva la Coldiretti – Non è un caso che 9 italiani su 10 ritengano importante per la sicurezza alimentare conoscere la provenienza del cibo che consumano, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole”.

La mobilitazione popolare punta a “fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana” spiega Coldiretti osservando che “nonostante i passi in avanti, permangono ancora ampie zone d’ombra e ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute”.

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Influenza: 112 morti da settembre, fra questi 11 bimbi

Da settembre ad oggi, ben 11 bambini sotto i 14 anni, sono morti a causa del virus. Mentre considerando anche gli adulti, sono state ben 112 le persone decedute e 588 i casi gravi che hanno previsto il ricovero in terapia intensiva. Fra questi ci sono stati anche due donne in gravidanza decedute. Ad aggiornare le stime è il bollettino settimanale Flunews, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). In particolare, nell’ultima settimana, la sesta del 2018, sono stati segnalati 12 casi gravi e 1 decesso, ma i dati sono in continuo aggiornamento. Praticamente tutti casi evitabili attraverso la vaccinazione, secondo gli esperti dell’Iss, perché seppure il vaccino non sempre evita l’influenza, ne previene le forme più severe. Quanto agli 11 bambini e ragazzi con meno di 14 anni deceduti, presentavano tutti condizioni di rischio. Diversamente dallo scorso anno, i livelli di mortalità negli ultrasessantacinquenni sono invece al di sotto dell’atteso. Sono però, precisano gli esperti, numeri sottostimati perché riguardano solo i casi in cui l’influenza è stata confermata da esame di laboratorio. Spesso sottovalutata, l’influenza uccide principalmente perché può provocare una polmonite virale primaria, quando il virus influenzale arriva direttamente ai polmoni e può essere letale, soprattutto per persone con condizioni di rischio preesistenti, come malattie cardiache e malattie respiratorie croniche. Ma può anche uccidere per le conseguenze che provoca, indebolendo l’organismo e rendendolo più esposto a infezioni batteriche, come la ‘classica’ polmonite da pneumococco.

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