Santo del Giorno 22 GENNAIO San Vincenzo, diacono e martire

VisualizzaImmagine

San Vincenzo, diacono e martire
Dal Martirologio
San Vincenzo, diacono di Saragozza e martire, che dopo aver patito nella persecuzione dell’imperatore Diocleziano il carcere, la fame, il cavalletto e le lame incandescenti, a Valencia in Spagna volò invitto in cielo al premio per il suo martirio.
Altri Santi
San Vincenzo Pallotti, sacerdote; san Gaudenzio, primo vescovo di Novara; san Domenico, abate; beata Maria Mancini; beato Antonio della Chiesa, sacerdote.

Santo del Giorno 18 Gennaio Santa Prisca

VisualizzaImmagine
Gall C. sec. XVII, S. Pietro battezza S. Prisca

Santo del Giorno 18 Gennaio Santa Prisca
Dal Martirologio
A Roma, commemorazione di santa Prisca, nel cui nome è dedicata a Dio una basilica sull’Aventino.
Altri Santi
Beata Beatrice d’Este, monaca; santa Margherita, vergine; beato Facio; beato Andrea da Peschiera Grego, sacerdote; beata Cristina (Mattia) Ciccarelli, vergine.

SANT’ANTONIO ABATE 17 Gennaio

La sua vita è stata scandita dalla solitudine, dal digiuno e dal lavoro. Rimasto orfano a 20 anni, da giovane ha donato tutti i suoi beni ai poveri e si è ritirato nel deserto, dove ha anche combattuto contro le tentazioni del demonio, scegliendo la via dell’ascesi e della preghiera. Ad Antonio si deve la costituzione di famiglie di monaci che, sotto la guida di un padre spirituale, si consacrarono al servizio di Dio.

E’ solitamente raffigurato con accanto un maiale con al collo una campanella. Tale rappresentazione iconografica è legata al fatto che l’antico Ordine ospedaliero degli “Antoniani” allevava maiali all’interno dei centri abitati poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dall’ergotismo. Tale morbo venne poi chiamato “il fuoco di Sant’ Antonio”. Nel giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si portano a benedire gli animali domestici. Nell’iconografia è associato a Sant’Antonio anche il bastone degli eremiti a forma di T, la “tau”, ultima lettera dell’alfabeto ebraico.

Nella biografia “Vita Antonii”, Sant’ Atanasio scrive queste parole riferite a Sant’Antonio: “Che fosse dappertutto conosciuto, da tutti ammirato e desiderato, anche da quelli che non l’avevano visto, è un segno della sua virtù e della sua anima amica di Dio. Infatti non per gli scritti né per una sapienza profana né per qualche capacità è conosciuto Antonio, ma solo per la sua pietà verso Dio. E nessuno potrebbe negare che questo sia un dono di Dio. Come infatti si sarebbe sentito parlare in Spagna e in Gallia, a Roma e in Africa di quest’uomo, che viveva ritirato tra i monti, se non l’avesse fatto conoscere dappertutto Dio stesso, come egli fa con quanti gli appartengono, e come aveva annunciato ad Antonio fin dal principio? E anche se questi agiscono nel segreto e vogliono restare nascosti, il Signore li mostra a tutti come una lucerna, perché quanti sentono parlare di loro sappiano che è possibile seguire i comandamenti e prendano coraggio nel percorrere il cammino della virtù”.

da Vatican News

 

 

Il santo del giorno 8 Gennaio Lorenzo Giustiniani

Da figlio di nobili a prete questuante. Fu il primo patriarca di Venezia

D ove nasce la riforma se non dai luoghi dove l’umanità vive, lotta e spera? Portare la secolare tradizione della Chiesa al dialogo con gli uomini e le donne di ogni tempo è l’intuizione che i santi hanno coltivato da sempre, spesso compiendo scelte controcorrente e scomode. Come fece san Lorenzo Giustiniani, nobile veneziano che si ridusse a mendicante senza mai abbandonare studio e predicazione, per dare forma a una comunità cristiana in grado di rispondere alle sfide del mondo. Tutto sotto la guida dell’«Eterna Sapienza», la sapienza di Dio che gli era apparsa in visione in giovane età. Il primo patriarca di Venezia era di famiglia nobile ed era nato nel 1381; a 23 anni, rinunciando agli agi, si unì ad altri chierici, che poi furono riconosciuti come Canonici secolari di San Giorgio in Alga (dall’isola sulla quale vivevano). Sacerdote nel 1407, nel 1409 divenne priore, non rinunciando, però, alla questua e alla scrittura, producendo opere di ogni genere, sia destinate ai “dotti” che al popolo. Nel 1433 fu nominato vescovo di Castello, cioè pastore di Venezia, e nel 1451 Niccolò V gli attribuì il titolo di patriarca dopo aver soppresso il Patriarcato di Grado. Dovette da subito affrontare tempi difficili, segnati dalla lotta contro i turchi. Il suo rigore, il suo intento riformatore e la sua testimonianza di fede lo resero un vero padre per i veneziani, che si ritrovarono uniti davanti al suo letto di morte nel 1456. È santo dal 1690 ed è copatrono di Venezia.

Altri santi. Santa Gudula, vergine (650-712); beata Eurosia Fabris Barban, terziaria francescana (1866-1932).

Letture. Battesimo del Signore.

Romano. Is 42,1-4.6-7; Sal 28; At 10,34-38; Mt 3,13-17.

Ambrosiano. Is 55,4-7; Sal 28 (29); Ef 2,13-22; Mt 3,13-17.

Bizantino. Ef 4,7-13; Mt 4,12-17. t.me/santoavvenire

Santo del giorno 5 Gennaio Giovanni Nepomuceno Neumann

Testimone del Vangelo tra le case e nelle periferie d’America

La «formula» è sempre quella, fin dall’inizio della Chiesa: il Vangelo si porta lungo le strade, stando in mezzo alla gente, là dove l’umanità vive, opera, spera, soffre e costruisce il futuro. Così fu per san Giovanni Nepomuceno Neumann, missionario in un’America in piena crescita e bisognosa di testimoni dei valori fondamentali del Vangelo. Era nato in Boemia nel 1811, figlio di artigiani, si era preparato all’ordinazione, che però venne rinviata. D’accordo con il vescovo di Praga, allora, partì per gli Stati Uniti nel 1836 e lì venne ordinato a Manhattan dal vescovo John Dubois che aveva solo 36 preti per gli Stati di New York e New Jersey. Venne mandato a Buffalo e gli fu affidata la cura pastorale di una zona rurale, dove si trovavano molti immigrati di origine tedesca. La sua attività apostolica partì da una casetta Williamsville, fatta di pochi mezzi, ma le difficoltà non lo fermarono e presto, grazie al suo impegno, sorsero chiese, scuole, collegi per ragazzi soli, opere di promozione sociale. Nel 1842 Giovanni Neumann a Baltimora prese i voti tra i Redentoristi, congregazione fondata da sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Nel 1852 venne nominato vescovo di Filadelfia: anche qui il suo apostolato si volse per strada, in mezzo alla gente, tra le periferie, dove lasciò un segno profondo, specie tra i giovani. Morì nel 1860.

Altri santi. Sant’Amelia, martire (IV sec.); santa Emiliana, martire (IV sec.).

Letture. Romano. 1Gv 3,11-21; Sal 99; Gv 1,43-51.

Ambrosiano. Tt 3,3-7; Sal 71 (72); Gv 1,29a.30-34.

Bizantino. Aliturgico. t.me/santoavvenire

Il santo del giorno 4 gennaio Angela da Foligno

Sito ufficiale del santuario Santa Angela da Foligno e chiesa di S. Franceso

Il perdono trasforma l’esistenza e rende testimoni dell’Infinito

L’ amore chiama amore, l’accogliere la vita come dono spinge a diventare doni per gli altri, toccare l’Infinito rende testimoni della vita di Dio, sentirsi perdonati alimenta la carità e la fratellanza. Di questo tipo di esperienza fu testimone sant’Angela da Foligno. Nata nel 1248 in una famiglia agiata di Foligno, aveva vissuto una giovinezza definita nel «Memoriale», redatto dal suo consigliere spirituale, come «sacrilega». Sposata, con figli, viveva con la madre che, come lei stessa raccontò, soddisfaceva ogni suo capriccio. In quel periodo andava diffondendosi il messaggio francescano e anche a Foligno cresceva il Terz’Ordine nato dal carisma del Poverello di Assisi. Cominciando a comprendere il senso del peccato, Angela aveva tentato di confessare – senza mai riuscirci completamente però – e cambiare quella vita dissoluta. Ma fu solo nel 1285 che cominciò la sua vera “conversione”: dopo una confessione completa intraprese un cammino che la portò, forse nel 1291, in seguito alla morte del marito, dei figli e della madre, a entrare nel Terz’Ordine francescano. Lungo il suo percorso, vissuto nel segno della penitenza, dell’imitazione di Cristo e della meditazione della Passione, visse numerose esperienze mistiche. Raccolse attorno a sé un “cenacolo” di figli spirituali e fu definita “maestra di teologia”. Morì nel 1309, nel 2013 papa Francesco estese il suo culto alla Chiesa universale.

Altri santi. San Rigoberto di Reims, vescovo (VIII sec.); sant’Elisabetta Anna Bayley Seton, religiosa (1774-1821).

Letture. Romano. 1Gv 3,7-10; Sal 97; Gv 1,35-42.

Ambrosiano. Dn 7, 9-14; Sal 97 (98); 2Ts 1, 1-12; Lc 3, 23-38.

Bizantino. 1Cor 4,9-16; Gv 1,18-28. t.me/santoavvenire

Il santo del giorno 28 Dicembre Santi Innocenti Martiri

Credere significa dare credito al futuro e dare strada alle nuove generazioni

MATTEO LIUT

Dall’Ucraina all’Iran, alla Siria o allo Yemen fino a tutte le altre decine di conflitti in tutto il mondo: a fare le spese delle violenze alimentate dagli interessi di pochi “adulti” sono sempre i tantissimi piccoli. Le voci di queste giovani vittime oggi si levano in tutto il mondo per denunciare la nostra incapacità di aprirci al futuro per la paura di perdere quel poco che possediamo. Sono le stesse voci che il re Erode volle mettere a tacere, spaventato per la nascita di un bambino, il Figlio di Dio, che egli percepiva come una minaccia e non come una promessa. Celebrando i santi Innocenti martiri, la liturgia ci pone davanti agli occhi una scena che lacera il cuore: il re della Giudea, terrorizzato da ciò che Gesù avrebbe potuto diventare, ovvero un nuovo “sovrano” come annunciato dai Magi, decise di far uccidere tutti i bambini nati alla stessa epoca. La provocazione è ancora attuale: gli adulti oggi sono pronti a lasciare che le nuove generazioni diventino ciò a cui sono chiamate o preferiscono soffocare il loro destino per evitare ogni “rischio”? Siamo pronti a lasciare che le nuove generazioni prendano in mano il destino dell’umanità e a lasciarci sostituire da loro nei luoghi dove si prendono le decisioni? Credere significa anche dare credito al futuro, affidarsi a un neonato inerme, nato in una “periferia” e adagiato in una mangiatoia.

Altri santi. San Gaspare Del Bufalo, sacerdote (17861837); santa Caterina Volpicelli, religiosa (1839-1894).

Letture. Romano. 1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18.

Ambrosiano. Ger 31,15-18.20; Sal 123 (124); Rm 8,14-21; Mt 2,13b-18.

Bizantino. Eb 10,1-18; Mc 11,22-26. t.me/santoavvenire

Copyright © Avvenire

Santo Stefano, perché si celebra il 26 dicembre? E perché è festa?

(Quadro di S. Stefano nella Cappella della Chiesa di Santo Stefano a Reggio Emilia)

La ricorrenza che ricorda il primo martire cristiano cade il giorno dopo Natale ma non è una festa di precetto

Dopo Natale arriva Santo Stefano, questo lo sanno tutti. Ma forse non tutti sanno perché questa ricorrenza ricade proprio il 26 dicembre, il giorno dopo Natale. E perché in Italia è un giorno festivo. Ecco qualche curiosità su questa giornata.
Chi era Santo Stefano?
Stefano era greco e fu il primo dei sette diaconi scelti a Gerusalemme dalla comunità cristiana perché aiutassero gli apostoli nel ministero della fede. Fu dunque coevo di Gesù e visse negli anni in cui il suo messaggio iniziò a diffondersi. F anche il protomartire, cioè il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede in Cristo e per la diffusione del Vangelo (anche se la morte avvenne dopo il martirio di Giovanni Battista).

Il suo martirio è descritto negli Atti degli Apostoli: venne lapidato alla presenza di Paolo di Tarso che in seguito si convertì lungo la via di Damasco.

È possibile fissare con una certa sicurezza la data della sua morte per la modalità con cui avvenne: il fatto che non sia stato ucciso mediante crocifissione (ovvero con il metodo usato dagli occupanti romani), bensì tramite lapidazione, tipica esecuzione giudaica, significa che la morte di Stefano è avvenuta nel 36 d.C., durante il periodo di vuoto amministrativo seguito alla deposizione di Ponzio Pilato.
Perché si festeggia il 26 dicembre?
La celebrazione liturgica di Santo Stefano è fissata per il 26 dicembre, subito dopo il Natale, perché nei giorni seguenti la nascita di Gesù, furono posti i “comites Christi”, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio. Così il 26 dicembre c’è Santo Stefano primo martire della cristianità, poi il 27 San Giovanni Evangelista, poi il 28, i seguenti.

Perché in Italia è un giorno festivo?
E’ stato lo Stato italiano, nel 1947, a decidere di rendere festivo il giorno dopo Natale, mentre prima era un giorno normale lavorativo: la Chiesa ricorda Santo Stefano. Il giorno di Santo Stefano è festeggiato pure in Austria, Germania, Irlanda, Danimarca, Catalogna, Croazia e Romania.

Il giorno festivo non è causato dalla ricorrenza del Santo, pur esponente importante dei Santi della Chiesa, ma esiste allo scopo di allungare le feste di Natale, come ad esempio il lunedì dell’Angelo, ossia la Pasquetta, che è stata stabilita per lo stesso motivo. Entrambe le date non sono feste di precetto, ma sono state stabilite dallo Stato, per rendere più solenni e fruibili le feste di Natale e Pasqua.