Qatar: avvocato, ‘Kaili ignara dei soldi trovati a casa sua’

 © ANSA
– L’europarlamentare ed ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili ‘non era a conoscenza dei soldi’ trovati a casa sua.

Lo ha detto il suo avvocato alla Afp.

Secondo l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos Kaili non ha “nessuna relazione con il denaro trovato a casa sua (…) non sapeva dell’esistenza di questo denaro”, ha assicurato, ribadendo che la sua assistita è “innocente”. Secondo i media belgi, sono stati scoperti nel suo appartamento di Bruxelles banconote per 750.000 euro, 600.000 dei quali in una valigia portata dal padre della politica greca. (ANSA).

Qatargate, il Parlamento europeo vota decadenza di Eva Kaili

La plenaria si esprimerà a mezzogiorno. Per l’autorizzazione servono i due terzi dei membri. L’europarlamentare greca arrestata per corruzione respinge le accuse: “mai accettato mazzette dal Qatar”

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AGI – Tiene ancora banco in Europa la vicenda ribattezzata “Qatargate“, legata a un presunto giro di mazzette dal Qatar.  “La conferenza dei presidenti ha deciso all’unanimità di dare il via alla procedura dell’articolo 21 per la decadenza della vice presidenza di Eva Kaili. E la plenaria la voterà a mezzogiorno. Per l’autorizzazione servono i due terzi dei membri del Parlamento”. Lo ha annunciato in aula la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

Eva Kaili, dal canto suo, ha respinto ogni addebito dichiarandosi estranea alle accuse contestate.

Il legale della vice-presidente greca del Parlamento europeo arrestata con l’accusa di corruzione, ha assicurato che la sua assistita non ha mai accettato mazzette dal Qatar. “Si dichiara innocente ed estranea alle tangenti dal Qatar”, ha dichiarato l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos, sul canale Tv greco Open TV. Rispondendo a una domanda sul denaro trovato a casa della donna a Bruxelles, il legale non ha confermato né smentito: “non ho idea se e quanto denaro sia stato trovato”, ha detto.

Eva Kaili, socialista, 44 anni, una dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, era stata arrestata venerdì scorso nella capitale belga. E’ accusata di aver ricevuto denaro dal Qatar per difendere gli interessi del Paese che ospita in questi giorni la Coppa del mondo di calcio.

Notevoli somme in contanti sono state sequestrate dalla magistratura belga in una 20ina di perquisizioni, di cui 600mila euro solo a casa di uno degli accusati, secondo la procura federale.  Oltre a Kaili, tre altre persone sono state arrestate, fra le quali il suo compagno italiano, mentre il padre, fermato venerdì, è stato poi liberato e “può tornare in Grecia”, ha detto l’avvocato.

Ieri è stata una delle giornate più lunghe e più buie per l’Unione europea. Che si è chiusa con un’onta per l’unica istituzione direttamente eletta dai cittadini: poco prima delle 20 nell’atrio del terzo piano della sede del Parlamento europeo, dove si trova il bar solitamente affollato di deputati, funzionari e assistenti, un gruppo di agenti della polizia giudiziaria belga si confrontava su quali uffici perquisire nell’ambito dell’inchiesta per la presunta corruzione dal Qatar.

Avevano già posto i sigilli in alcuni locali nel settore G, Palazzo Spinelli, al quindicesimo piano dove si trovano gli uffici – tra gli altri – degli eurodeputati Marc Tarabella, Alessandra Moretti e Maria Arena. Al decimo piano sono stati sigillati almeno altri tre uffici, tra cui quello della vice presidente Eva Kaili (S&d). Gli agenti, in borghese con la fascia della polizia al braccio, si sono spostati verso il settore Q, dove si sono trattenuti per un’altra mezz’ora almeno. Prima di andarsene hanno scattato una foto al presepe, allestito vicino all’albero di Natale, sempre al terzo piano. Gli schermi trasmettavano la plenaria, che nel frattempo si teneva nell’altra sede del Parlamento, a Strasburgo, a 440 chilometri di distanza. E per la prima volta faceva i conti con sè stessa.

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L’ufficio di Eva Kaili sigillato dalla polizia

“Devo scegliere con cura le mie parole per non compromettere le indagini in corso o minare in qualche modo la presunzione di innocenza. Quindi se la mia collera, la mia rabbia, il mio dolore non dovessero trasparire, vi assicuro che sono ben presenti”. è stata la premessa della presidente del Parlamento, Roberta Metsola. E la rabbia, il dolore, la delusione, trasparivano. Sul volto e nelle sue parole. Lei che sabato è stata ‘costrettà a rientrare a casa da Malta per assistere alla perquisizione di un eurodeputato belga, come prevede la Costituzione del Paese. Quel deputato, ha rivelato la stampa, era Tarabella

Rivolgendosi ad un’Aula scioccata e infuriata, Metsola ha rappresentato le dimensioni dello scandalo: “Il Parlamento europeo, cari colleghi, è sotto attacco; la democrazia europea è sotto attacco; e il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco”. “I nemici della democrazia, per i quali l’esistenza stessa di questo Parlamento è una minaccia, non si fermeranno davanti a nulla. Questi attori maligni, legati a Paesi terzi autocratici, hanno presumibilmente armato Ong, sindacati, individui, assistenti e deputati del Parlamento europeo nel tentativo di soffocare i nostri processi”, ha aggiunto.

Ma, ha rivendicato la leader maltese, “i tentativi sono falliti”. “I nostri servizi, di cui sono incredibilmente fiera, collaborano da tempo con le autorità competenti nazionali, giudiziarie e di polizia, per smantellare questa presunta rete criminale”, ha aggiunto lasciando intendere che il Parlamento ha avuto ruolo nelle indagini anche prima dell’operazione di venerdi’.

Metsola ha chiesto però un colpo di reni dell’Assemblea per uscire più forti dallo scandalo: la vice presidente Eva Kaili è stata sospesa, probabilmente già domani sarà rimossa dalla vice presidenza; i negoziati per la liberalizzazione dei visti (con Qatar e Kuwait) che dovevano partire dopo il via libera che sarebbe arrivato da questa plenaria, tornano in commissione. E ancora: “Non ci sarà impunità, nessuna”.

“Non nasconderemo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un’indagine interna per esaminare tutti i fatti relativi al Parlamento e per valutare come i nostri sistemi possano diventare ancora più impermeabili. Non continueremo come se fosse ‘business as usual’. Avvieremo un processo di riforma per verificare chi ha accesso ai nostri locali, come vengono finanziate queste organizzazioni, le Ong e le persone, quali legami hanno con i Paesi terzi, chiederemo maggiore trasparenza sugli incontri con gli attori stranieri e con chi è legato a loro. Daremo una scossa a questo Parlamento e a questa citta’ e per farlo ho bisogno del vostro aiuto”, ha annunciato Metsola.

Intanto il Gruppo S&d, il piu’ colpito dalla indagine, si è mosso per conto proprio: ha espulso Kaili e ha chiesto la sospensione di Tarabella. Gli altri eurodeputati coinvolti (tramite i loro assistenti) hanno dovuto lasciare gli incarichi: Pietro Bartolo non sara’ piu’ relatore ombra; Arena ha rinunciato alla presidenza della sottocommissione Diritti umani e Andrea Cozzolini non è piu’ responsabile S&d per le urgenze.

Le notizie che continuano ad arrivare dal Palazzo di Giustizia però fanno pensare che non sia finita. La polizia ha sequestrato i pc di dieci assistenti parlamentari. Alla Kaili sono stati sequestrati 750 mila euro in contanti, 600 mila nella valigia del padre e 150 mila nelle borse di lusso che aveva in casa. Così come sono stati congelati tutti i suoi beni in Grecia.

E la pressione dello scandalo comincia a sfiorare anche la Commissione europea, dove in particolare il vice presidente, Margaritis Schinas (anche lui greco), viene accusato di aver avuto rapporti troppo buoni con il Qatar. La presidente von der Leyen, in conferenza stampa con il direttore generale dell’Agenzia per l’energia, Fatih Birol, ha dovuto placare le polemiche dei giornalisti che l’accusavano di evitare le domande scomode. Due in particolare: le autorità belghe hanno contattato la Commissione? La Commissione sta indagando? Alla prima ha risposto dicendo che avrebbe dovuto chiedere al suo staff; alla seconda che sono in corso di revisione i registri di trasparenza dei commissari. Insomma qualcuno si sta attivando.

Da parte sua, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha assicurato che l’inchiesta non danneggerà l’Italia perché “se ci sono dei parlamentari o degli assistenti che hanno commesso dei reati, è una questione che riguarda le singole persone e non il sistema Italia”. E non riguarda nemmeno il sistema Europa: “Le responsabilità penali sono individuali, non delle istituzioni”.

Fermati la vicepresidente Kaili, Panzeri (ex Ds) e Visentini (sindacato) terremoto al Parlamento Ue L’accusa: corruzione dal Qatar

LO SCANDALO

«Tangenti per parlare bene del Qatar» Un terremoto al Parlamento europeo

Sopra, la vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili e l’ex eurodeputato Antonio Panzeri /Epa

Bruxelles

Centinaia di migliaia di euro per “comprare” eurodeputati e influenzare l’immagine del Qatar in vista dei Mondiali di calcio. È un autentico scandalo bomba quello che ieri ha investito il Parlamento Europeo, scandalo che rischia di allargarsi di ora in ora. È la tarda mattinata quando il quotidiano belga Le Soir e il settimanale Knack lanciano la notizia: quattro italiani, tra cui l’ex eurodeputato del Pd Antonio Panzeri (a Strasburgo tra il 2004 e il 2019, nel 2017 passato ad Articolo 1 e oggi presidente dell’Ong Fight Impunity) e l’attuale segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati (Ituc) Luca Visentini, sono stati fermati dalla Procura federale belga con il sospetto di corruzione. A sera gli arresti salgono a 7: oltre alla moglie e alla figlia di Panzeri e al suo ex assistente parlamentare Francesco Giorgi, c’è la vicepresidente del Parlamento europeo, la socialista greca Eva Kaili. Perquisite inoltre, riferisce ancora Knaak, le abitazioni di almeno quattro assistenti parlamentari europei, tre dei quali legati al gruppo dei Socialisti e democratici (di cui fa parte il Pd), uno al Partito Popolare. Notizia poi confermata nella sostanza da una nota della procura federale belga, secondo la quale un « Paese del Golfo» avrebbe cercato di «influenzare le decisioni economiche del Parlamento Europeo, versando somme di denaro adeguate e offrendo cospicui regali a terzi con posizioni politiche e/o strategiche significative in seno al Parlamento Europeo ». Secondo le indiscrezioni stampa, poi confermate, il Paese in questione è il Qatar, che cercava di «ripulire» la propria immagine in vista dei Mondiali. La procura belga cita la cifra di 600.000 euro in contanti, oltre a «materiale informatico e telefoni cellulari», tutti sequestrati. Secondo la stampa belga, nell’abitazione di Panzeri, che tra il 2017 e il 2019 è stato presidente del sottocomitato per i Diritti umani del Parlamento Europeo, gli inquirenti avrebbero rinvenuto 500.000 euro in contanti.

In totale la Procura parla di «16 perquisizioni in numerosi comuni di Bruxelles ». L’ipotesi di reato è «presunta associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro». La procura belga ha poi chiesto a quella di Bergamo di procedere al fermo in Italia della moglie e della figlia di Panzeri. All’inizio i nomi non erano trapelati, si parlava di persone di cittadinanza di origine italiana nati nel 1955 (Panzeri), 1969 (Visentini), 1971 (Niccolò Figà-Talamanca della Ong No Peace Without Justice) e 1987. Quest’ultimo è Francesco Giorgi, ex assistente parlamentare di Panzeri (e oggi dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino, estraneo all’inchiesta). Quanto alla partner di Giorgi, Eva Kaili, 44 anni, attualmente uno dei 14 vicepresidenti del Parlamento Europeo, secondo Le Soir e Knaak il domicilio della donna sarebbe stato perquisito dagli inquirenti, e lei stessa portata davanti al giudice istruttore per essere ascoltata prima del fermo. Le Soir cita un post Twitter del primo novembre scorso su un incontro di Kaili con Ali bin Samikh Al Marri, ministro del Lavoro qatarino. « L’esponente Ue – si legge – si rallegra dell’impegno del Qatar a perseguire le sue riforme in materia di lavoro dopo i Mondiali 2022 e augura un buon torneo». Sempre a sera, la notizia dell’espulsione della donna dal Partito socialista greco Pasok. La notizia ha colto di sorpresa l’istituzione Ue, seminando ovviamente sconcerto. « Il Parlamento Europeo – ha dichiarato un portavoce – non commenta su procedimenti giudiziari. Come sempre, il Parlamento coopera pienamente con le autorità nazionali ». No comment anche dall’Ituc, l’ente presieduto da Visentini. L’imbarazzo è inevitabile in casa Pd e del suo gruppo, i Socialisti e democratici (S& D). « Apprendiamo con sconcerto – si legge in una nota dei Dem – delle indagini e dei fermi in corso a Bruxelles», con l’auspicio «che la verità emerga presto e che sia difesa l’onorabilità della nostra istituzione, anche vista la posizione molto dura espressa dal Parlamento Europeo nella sua più recente risoluzione sul Qatar durante la sessione plenaria di novembre ». «Siamo sconvolti dalle accuse – recita un comunicato di S& D – il gruppo ha tolleranza zero per la corruzione ». Il Ppe si dice «scioccato», mentre la Lega parla di «forte preoccupazione e sgomento» per le «accuse molto gravi» e pure il M5S auspica «che venga fatta piena luce», chiedendo inoltre le dimissioni di Kaili.

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Fermati 6 italiani, tra loro c’è l’ex eurodeputato Pd Antonio Panzeri. Sotto interrogatorio la vicepresidente dell’Eurocamera, Eva Kaili, arrestata in serata e poi espulsa dal Partito socialista greco Pasok. Indagini anche a Bergamo Blitz della polizia federale belga: 16 perquisizioni in diversi comuni dell’area di Bruxelles. Tra i reati contestati corruzione e riciclaggio in vista dei Mondiali

Terremoto al Parlamento europeo, in arresto la vicepresidente greca e quattro italiani

La socialista Eva Kaili è stata fermata nell’ambito di un’inchiesta per corruzione legata ai Mondiali in Qatar che ha visto finire in manette, inoltre, Antonio Panzeri , ex eurodeputato di Articolo 1, e altri tre connazionali

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© Pablo Garrigos/ European Union – Eva Kaili

AGI – Terremoto al Parlamento europeo: la vice presidente greca, la socialista Eva Kaili, in serata è stata fermata dalla polizia belga nell’ambito di un’inchiesta sulla corruzione legata al Qatar. Prima di lei nella mattinata erano stati fermati quattro italiani, tra cui l’ex eurodeputato di Articolo 1 (eletto con il Pd), Antonio Panzeri, e il segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati, Luca Visentini, già segretario generale dei sindacati europei.

Inoltre, nella lista dei fermati anche un assistente parlamentare che lavorava al servizio di Panzeri (ora nell’ufficio di un altro eurodeputato italiano di S&d) nonché compagno di Kaili. La quarta persona fermata è invece direttore di un’Ong che opera a Bruxelles.

I primi a dare la notizia dell’inchiesta che ha innescato la valanga che rischia di travolgere tutto il gruppo dei Socialisti e democratici sono stati i giornali belgi Le Soir e Knack. L’indagine, ora nelle mani del Gip Michel Claise che nelle prossime 48 ore dovrà decidere se convalidare i fermi, è per un presunto caso di corruzione, organizzazione criminale e riciclaggio di denaro.

Mezzo milione in contanti a casa di Panzeri

“Da diversi mesi gli investigatori della polizia giudiziaria sospettano che uno Stato del Golfo abbia cercato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo”, ha confermato la procura federale di Bruxelles senza fornire tuttavia né il nome del Paese né tantomeno le identità delle persone coinvolte. La corruzione sarebbe avvenuta “versando ingenti somme di denaro e offrendo regali importanti a terzi con una posizione politica o strategica importante all’interno del Parlamento europeo”, ha spiegato la Procura.

Nell’ambito dell’operazione, condotta dalla Squadra anticorruzione della polizia giudiziaria, sono state perquisite sedici abitazioni (tra cui quella della vice presidente Kaili) e sono stati sequestrati circa 600 mila euro in contanti, di cui 500 mila trovati – sempre secondo i media citati – in casa di Panzeri, oggi presidente dell’associazione Fight Impunity, dedita alla lotta all’impunità per gravi violazioni dei diritti umani o crimini contro l’umanità.

I legami coi Mondiali

Secondo fonti informate, le indagini si focalizzano sul Qatar e in particolare sull’organizzazione dei Mondiali in corso. Nel frattempo si sono innescate le prime reazioni politiche. Il partito socialista greco ha espluso l’eurodeputata Kaili. Il Gruppo S&d al Parlamento europeo ha preso le distanze, richiamando alla “tolleranza zero nei confronti della corruzione” e promesso “la massima collaborazione con le autorita’”.

Ufficialmente il Parlamento europeo “non si esprime su un’indagine in corso” ma politicamente l’opposizione è gia’ all’attacco: Ppe e Lega chiedono di fare chiarezza; il M5s vuole le dimissioni da vice presidente di Kaili: a questo punto passo scontato.