L’eredità di Martini

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Si tratta della raccolta di 24 testimonianze a riguardo dell’arcivescovo a Milano dal 1980 al 2002, morto nel 2012. I testimoni sono di diversa estrazione, vanno da Liliana Segre agli ultimi suoi assistenti durante il lungo periodo della sua malattia a Milano, a Gerusalemme, a Gallarate. Non tutte sono convergenti né centrate.

Ne rinasce, tuttavia, una ricca sua personalità, poliedrica, viva e affascinante, in parte anche ignota: io stesso, che fui un po’ accanto a Martini nei consigli diocesani e come direttore degli uffici catechistico, per l’Irc e per l’apostolato biblico diocesani, con vari incontri con lui e qualche scontro ma sempre condividendo con molti altri una profonda stima per lui, io stesso lo conobbi solo parzialmente, invece questo libro me ne ha fatto scoprire un più ricco volto spirituale.

Mi sembra esatto quanto specialmente emerge dal complesso dei 24 interventi: Martini fu uomo di ascolto della Parola divina biblica e delle parole nascenti dal cuore di ognuno, di Milano, di Gerusalemme, del mondo, di ebrei e di altre religioni, anche quelle di chi, come lui stesso, sono passati attraverso il dubbio, la ricerca, la notte oscura dei mistici.

Parole in bilico tra fede e incredulità, tra bene e male, tra bello e brutto, tra odio e amore. Specialmente ciò fu vivo negli anni drammatici dell’episcopato di Martini, nelle ore tragiche di Milano e in altre città più o meno simili.

Da questo duplice ascolto spuntarono i suoi piani pastorali ben concatenati tra loro e altre iniziative la cui eco si avverte ancora anche ben oltre i confini della diocesi ambrosiana e arrivano anche nel pur ondivago magistero di papa Francesco (per altro gesuita come Martini).

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Non mancano pagine sui suoi rapporti con i papi del suo tempo, ma, a parte quelle sui suoi rapporti con Paolo VI, troppo poco c’è per gli altri: lacuna che meriterebbe di essere colmata con prudenza, rispetto e parresia.

Ora il cardinale riposa nel suo duomo a Milano, accanto alla cappella con il grande Crocifisso tanto amato dal suo predecessore san Carlo Borromeo e da lui stesso: da lì Martini continua a parlare a chiunque voglia essere, come lui, uomo di ascolto umile, sincero e orante; molte le pagine martiniane sulla preghiera.

Anche questo libro continua a dargli quella parola che l’aveva dolorosamente abbandonato alla fine della sua vita terrena.

Grazie, dunque, al teologo ambrosiano Marco Vergottini e alla sua fatica; tra l’altro ha saputo tenere bene la barra dei collaboratori principalmente sull’eredità spirituale del card. Martini.

  • Marco Vergottini (a cura)La settima stanza del Cardinale. L’eredità di Carlo Maria Martini, ed. Solferino 2021, pp. 280, € 16,00.
  • Settimananews