Il fronte di chi chiede l’educazione digitale

«Vogliamo educazione digitale a scuola!». Lo chiede il 77% degli studenti intervistati nell’ambito di un sondaggio dell’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche, Gap e cyberbullismo, condotto in collaborazione con il portale Skuola.net e con Vrai (Vision, Robotics and Artificial Intelligence -Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’università politecnica delle Marche). L’indagine è stata realizzata su un campione di 3.115 alunni di età compresa tra gli 11 e i 19 anni che stanno facendo didattica a distanza.

Alla stragrande maggior parte di loro, infatti, piace l’idea di poter studiare e conoscere sempre meglio la complessità di questa materia.

Quasi il 36% deli interpellati dice che potrebbe essere utile un’app con cui gestire meglio il confronto genitori-figli sull’uso dello smartphone. Dai dati emerge inoltre che sono in aumento i casi di autoisolamento tra i giovani (67%) che hanno subito fenomeni di cyberbullismo (1 su 8 ne ha subito uno). E, complice anche gli effetti della pandemia sulla psiche, cresce anche il numero di ragazzi che non riesce a immaginare un futuro. Ma perché vorrebbero l’introduzione di questa materia a scuola? «Di fondo – osserva Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta, docente universitario, e presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. – i ragazzi stanno chiedendo a noi adulti, genitori, insegnanti, educatori, di prenderci cura della loro vita.

Nell’educazione digitale rientrano anche temi come la sessualità, l’identità sessuale, per esempio, di cui non si parla più tanto e di cui, invece, i ragazzi vogliono sapere.