Giornata mondiale della Radio: voce di dialogo, tolleranza e pace

“Video killed the radio stars” cantavano nel 1979 i The Buggles, quando dalla scatola magica cominciavano a comparire i primi videoclip, che si pensava avrebbero presto spazzato via la musica ascoltata in FM. Ma così non è stato e la radio ha continuato a colonizzare l’etere con la voce, nelle sue innumerevoli declinazioni: dai proclami del fascismo, all’opera classica, dalle previsioni meteo all’informazione h24, passando per le tavole rotonde, l’intrattenimento, e non ultimo la straordinaria diffusione del Vangelo, sulle ali dell’arcangelo Gabriele, patrono delle comunicazioni. A celebrare uno dei più potenti mezzi della comunicazione di massa e strumento di cooperazione internazionale, capace di promuovere la “perfetta informazione”, cioè libera, accessibile a tutti e rispettosa delle diverse culture, è oggi il World Radio Day. Un evento mondiale giunto alla sua ottava edizione, istituito dall’Unesco nel 2011, proprio il 13 febbraio, in memoria del giorno del 1946 in cui avvenne la prima trasmissione radio dall’Onu.

Dialogo, tolleranza e pace

Tema scelto per l’odierna giornata, sostenuta da 46 enti radiofonici, è “Dialogo, Tolleranza e Pace”, una triade preziosa su cui la Radio Vaticana, nata 88 anni fa, ha da subito poggiato le sue fondamenta. Ma l’edizione 2019 vede in rilievo anche la necessità di stimolare la partecipazione e quella di unire su tematiche di interesse comune, concentrandosi sui valori universali della non violenza, della solidarietà e della tolleranza. La radio infatti con la sua “semina larga” (dall’inglese broadcasting), ha il potere di coinvolgere e stimolare, toccando tutti intimamente e personalmente al di là dello spazio fisico, parafrasando Marshall McLuhan. La radio informa, trasforma e  unisce. Va oltre le differenze, supera i tanti, troppi muri oggi eretti per distruggere la famiglia umana, creata come dice anche Papa Francesco, per vivere insieme sotto il tetto a cielo aperto della Casa Comune.

da Avvenire