CELEBRARE LA MISERICORDIA – 15 L’ALTARE NUOVO DELLA CONCATTEDRALE

Domenica 2 ottobre, nella festa (anticipata) di San Francesco di Assisi, patrono della Città di Guastalla e, dal 30 settembre 1986 (esattamente trent’anni fa), patrono della nostra Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla (“alla pari” di San Prospero!), verrà riaperta al culto la Concattedrale, rimasta chiusa per cinque anni, durante i lavori di restauro e consolidamento dell’edificio consacrato da San Carlo Borromeo il 20 febbraio 1575.

Il solenne ingresso inizierà con l’apertura della Porta della Misericordia, secondo le indicazioni di Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo, che prevede l’apertura della Porta anche nelle Concattedrali di ogni diocesi. Con la cerimonia di saluto e presentazione dei restauri, che avverrà, tempo permettendo, nella piazza davanti al Duomo guastallese, mezz’ora prima della celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, non si potrà fare un pellegrinaggio, analogo a quello compiuto il 13 dicembre scorso dalla Ghiara alla Cattedrale. Tuttavia, i riti iniziali saranno compiuti in piazza, con l’arrivo, al canto dell’Inno del Giubileo, della processione dei seminaristi, dei diaconi, dei presbiteri e dei Vescovi concelebranti, attraverso il corso principale di Guastalla, fino all’ingresso del Palazzo Ducale. Lì il Vescovo inviterà a lodare Dio perché «eterna è la sua misericordia». Sulla strada verrà proclamato il Vangelo del buon pastore che va in cerca della pecorella smarrita e verrà letto il paragrafo della Bolla sul simbolo della Porta.

La processione riprenderà e si muoverà verso la porta maggiore della Cattedrale, sormontata dallo stesso portale varcato a Reggio nell’inaugurazione del Giubileo. Il Vescovo invocherà l’apertura della Porta e, dopo aver presentato a tutta l’assemblea riunita in piazza il libro dei Vangeli, per ricordare che è Cristo stesso la vera porta, inizierà l’ingresso del clero, delle religiose, dei fedeli, con il Vescovo “in testa”, sempre tenendo alto il Vangelo, da seguire tutti.

Entrati in Duomo, subito verrà fatta la memoria del Battesimo e verranno asperse sia l’assemblea sia le pareti del tempio restaurato. Verrà celebrata la liturgia della Parola, introdotta dalla benedizione del nuovo leggio realizzato in bronzo, e verranno proclamate le letture di San Francesco. Si giungerà così, dopo l’omelia, la professione di fede e la preghiera universale, al cuore della celebrazione, la liturgia eucaristica con la benedizione dell’altare. L’altare è una realizzazione totalmente nuova: un basamento di legno dorato e la mensa in marmo, di forma irregolare. Sarà di dimensioni contenute, non perché lo spazio celebrativo effettivamente non è grande, ma perché sempre l’altare dev’essere come un fuoco che, per la posizione e la graziosità delle dimensioni, costituisca «realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l’attenzione di tutta l’assemblea». L’altare è infatti il centro sacramentale, luogo del sacrificio di Cristo e del convito eucaristico; e, come tale, luogo di convergenza non solo della sacramentalità della Chiesa, ma «dell’infinita misericordia del Padre che si manifesta in molteplici aspetti e che nel sacrificio del Figlio trova la sintesi perfetta e salvifica». Sarà così più evidente a tutti domenica il significato del Giubileo e della Porta: attraversarla per esprimere il desiderio di conversione (celebrata nel sacramento della Penitenza), e giungere così “alla fonte e al culmine” della misericordia e della carità, la partecipazione al mistero dell’altare, al Corpo e al Sangue di Cristo, per essere trasformati a sua immagine, di Eucaristia in Eucaristia.