“Spazio Sessualità e Salute”: nuovo ambulatorio al Padiglione Malattie Infettive

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Un ambulatorio per effettuare in maniera anonima e gratuita i test per le malattie sessualmente trasmissibili è operativo dal 10 dicembre 2018 al Padiglione Malattie Infettive in viale Risorgimento. Il servizio denominato “Spazio Sessualità e Salute” va a rinforzare e ad ampliare l’offerta che da anni era già presente in ospedale presso le Malattie Infettive. L’accesso è libero: non occorrono prenotazione e/o richiesta del proprio medico curante. L’ambulatorio ha ingresso e sala d’attesa riservati. Il personale che opera nella struttura è composto da medici e infermieri dell’Unità operativa di Malattie Infettive e del Dipartimento di Cure Primarie dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia. In tutto si tratta di 9 operatori coinvolti.

Nell’ambulatorio si eseguono da lunedì a sabato, dalle ore 9 alle ore 11.30, e nei pomeriggi di lunedì e giovedì dalle ore 14 alle ore 17 test anonimi e gratuiti per HIV, sifilide ed epatiti, in base alla valutazione del rischio effettuata dagli operatori sanitari durante il colloquio.

Il Lunedì e il giovedì, dalle ore 14 alle ore 17, è possibile effettuare la visita specialistica infettivologica in caso il paziente segnali sintomi giudicati (dagli operatori durante il colloquio di accoglienza – counselling)  compatibili a infezioni sessualmente trasmissibili (IST). La visita specialistica è soggetta a pagamento del ticket ove previsto (a meno che non sussistano esenzioni). L’ambulatorio agisce in collaborazione con diversi servizi ospedalieri e territoriali, con i quali sono state definite modalità per l’invio e la presa in carico degli utenti con IST sospetta o accertata. Da dicembre a oggi sono 674 le persone che si sono rivolte a questo presidio di cui 667 hanno effettuato i test e il colloquio per la valutazione del rischio.148 sono le visite infettivologiche effettuate in tutto.

In Italia si è verificato un aumento progressivo del numero delle persone con IST. I principali fattori che accrescono il rischio di contrarre una IST sono: precocità dei rapporti sessuali, elevato numero di partner, rapporti sessuali non protetti da preservativo, uso di sostanze disinibenti. Spesso le persone con una IST non presentano sintomi e, quindi, non essendo consapevoli di avere un’infezione, possono trasmetterla ad altri attraverso rapporti sessuali non protetti.

Se non vengono diagnosticate correttamente e trattate in tempo, le IST possono causare serie complicanze, come sterilità, tumori, danni gravi al neonato in caso di donne gravidanza e possono aumentare il rischio di contrarre o trasmettere l’infezione da HIV. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’offerta del test HIV a tutte le persone con una IST e in generale alle persone che tengono o hanno tenuto comportamenti a rischio. La gestione dei pazienti con IST e dei loro contatti sessuali è spesso complessa, in quanto prevede il coinvolgimento di diverse figure sanitarie (dal medico di medicina generale a vari specialisti). Proprio con l’intento di avere un unico luogo come punto di riferimento e rendere razionale e sempre più fruibile dai cittadini l’attività che già in parte veniva svolta in ospedale, l’Azienda Usl ha aperto l’ambulatorio cui si può accedere liberamente senza prenotazione.

Martiri del 7 Luglio cinquantanove anni dopo

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Il 59° anniversario della strage del 7 luglio diventa, all’Arena del cinema estivo ex-Stalloni di via Samarotto, l’occasione per una riflessione che si snoda attorno alle parole diritti, identità collettive e territorio Emiliano.

A partire dalla visione di Giusti di Matthias Durchfeld e Andrea Mainardi (Italia, 2019) e Senza Rossetto di Silvana Profeta e Emanuela Mazzina (Italia, 2018), la prossimadomenica 7 luglio (ore 21,30) l’Arci di Reggio Emilia con Istoreco e Cgilcostruisce un ponte ideale tra il sacrificio dei 5 martiri caduti a Reggio Emilia, le donne e gli uomini che in Emilia-Romagna rischiarono la propria vita per salvare ebrei perseguitati e infine, le memorie delle donne che costruirono la strada che portò al 2 giugno del 1946, data che vede le donne italiane acquisire per la prima volta il diritto al voto.

Sono memorie minute, emotive e nascoste che parlano di libertà e antifascismo. Politica e determinazione dei diritti per tutti a partire dalla sacrificio di alcuni. 

Prima della visione dei documentari il regista di Giusti Andrea Mainardi dialogherà con il giornalista Adriano Arati per introdurre la pellicola e i temi della serata.

Le tre storie raccontate in Giusti sono tutte ambientate in Emilia Romagna. Quella di Bruno Modena, che in fuga da Milano si rifugiò a Quara di Toano sull’appennino Reggiano, protetto dal sacerdote Enzo Boni Baldoni; quella di Cesare Moise Finzi di Ferrara, che trovò rifugio in Romagna grazie a una estesa rete di solidarietà; quella di Geppe Bertoni, che nascose un’intera famiglia di ebrei a Nonantola in provincia di Modena.

Senza Rossetto è un film che costruisce una narrazione polifonica e complessa. Raccoglie le storie personali ed intime di tante donne distanti per classi sociali e geografie, per ideali e visioni del mondo, riattiva i ricordi del passato sulla dittatura, la guerra, l’antifascismo, la libertà raggiunta ed innesca riflessioni sul presente e sul futuro che ancora le attende. Il nome di Senza Rossetto fa riferimento alla raccomandazione impartita alle elettrici di evitare il rossetto per non sporcare la scheda che doveva essere umettata e incollata, pena l’invalidazione.

XL EDIZIONE MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI Nacque il tuo nome da ciò che fissavi 18-24 AGOSTO 2019 – FIERA DI RIMINI

A Roma Giancarlo Giorgetti, Enrico Giovannini e l’arcivescovo di Bologna Zuppi
(più Enrico Letta da Parigi) hanno presentato il 40mo Meeting di Rimini

“Nacque il tuo nome da ciò che fissavi” il titolo dell’edizione 2019 della manifestazione

«I quarant’anni del Meeting? Sono stati anni in cui parole come incontro, dialogo, identità, costruzione comune, bellezza, creatività non sono stati solo temi di dibattito, ma esperienze condivise tra centinaia di migliaia di persone». Così Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, sulla manifestazione che quest’anno avrà come titolo “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi”, tratto da una poesia di Karol Wojtyla.

Martedì 2 luglio alle 18 a Roma nella sala conferenze dell’Associazione Stampa estera in Italia la quarantesima edizione del Meeting è stata presentata da Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, monsignor Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, da Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, e dalla presidente Emilia Guarnieri. Da Parigi si è collegato Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors.

«Il titolo del Meeting di quest’anno ‘Nacque il tuo nome da ciò che fissavi’ indica un’urgenza», ha esordito Emilia Guarnieri, «l’urgenza di persone che hanno un nome, un’identità certa e consapevole della propria irriducibile natura di uomini. Indomabili nel difendere questa natura prima delle proprie idee». Secondo la presidente del Meeting «oggi non è ragionevolmente immaginabile costruire benessere, convivenza e democrazia senza ricostruire relazioni ad ogni livello tra le persone. Anche il Meeting vuole contribuire a questo, favorendo occasioni di dialogo, di incontro, di valorizzazione delle socialità intermedie e mostrando esempi positivi in atto».

Il sottosegretario alla Presidenza con delega allo sport Giancarlo Giorgetti, già presente al Meeting 2018 nell’ambito dell’Intergruppo per la Sussidiarietà (confermata la presenza anche per questa edizione), oltre a rallegrarsi per il quarantesimo anniversario della manifestazione, si è soffermato sul tema sportivo, che quest’anno al Meeting ha un rilievo superiore alle precedenti edizioni, con la presenza di numerosi campioni. Giorgetti ha ricordato le riforme che il governo ha introdotto nel mondo e nell’organizzazione dello sport e ha ricordato i traguardi raggiunti, ultimo dei quali la vittoria di Milano e Cortina per le Olimpiadi invernali 2026.

«In 40 anni il Meeting è stato luogo di incontro e di costruzione di ponti. Il Meeting ha aiutato il dialogo e contribuito a rompere le diffidenze a livello europeo e mondiale», le parole di Enrico Letta. «Oggi che i muri hanno ripreso ad alzarsi e la voglia di dialogo è più debole rispetto allo scontro e all’affermazione di sé, c’è bisogno in Europa come in Italia di più Meeting. Lo spirito del Meeting deve diffondersi e abbattere i nuovi muri, a partire da questo nuovo clima di ostilità, interno all’Europa, tra Est e Ovest. Come negli anni Ottanta quando, attorno alla magnifica avventura umana e cristiana di Giovanni Paolo II, il Papa polacco, il Muro tra Est e Ovest cominciò a sgretolarsi. Con lo stesso spirito bisogna combattere i nuovi muri e far vincere lo spirito di dialogo». In sintonia anche le dichiarazioni di monsignor Zuppi, che nel suo intervento ha fornito alcuni spunti sul titolo del Meeting e sul valore di questo evento nel contesto culturale e generale e in particolare nella situazione della Chiesa oggi.

«Il Meeting è da sempre una straordinaria opportunità per riflettere sul presente e il futuro dell’Italia e del mondo», ha aggiunto Enrico Giovannini. «L’attenzione posta nell’edizione di quest’anno sui temi dello sviluppo sostenibile non solo è giustificata dalla gravità della situazione attuale e dai rischi di catastrofi che gli scienziati sottolineano, ma coglie la necessità di un cambio di paradigma dell’attuale modello di sviluppo, come ha sottolineato tante volte Papa Francesco».

Domenica 18 agosto l’incontro inaugurale della XL edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli vedrà la presenza della seconda carica dello Stato: il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il giorno seguente l’approfondimento sul tema del Meeting “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi” sarà svolto da Guadalupe Arbona Abascal, docente di Letteratura spagnola e di Letteratura comparata e scrittura creativa all’Università Complutense di Madrid. Domenica 18 e lunedì 19 saranno anche i giorni in cui andrà in scena “Midnight Barabba”, spettacolo inaugurale del Meeting 2019, nel Teatro Galli di Rimini, riportato di recente al suo antico splendore.

Dopo l’esordio dell’anno scorso, anche quest’anno torneranno le grandi aree tematiche, dedicate a sussidiarietà e lavoro, ai temi della polis e alla salute, più una nuova area internazionale in cui si presenteranno esperienze di cooperazione e sviluppo da tutto il mondo. L’area Sussidiarietà e lavoro, promossa dalla Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con ASviS, Consorzio Scuole Lavoro ed Elis, sarà divisa in tre quartieri: sostenibilità, sviluppo e formazione, quest’ultima con varie eccellenze della formazione professionale che presenteranno i loro prodotti. Tra i relatori il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il presidente Istat Gian Carlo Blangiardo, Enrico Giovannini, Corrado Passera, Vincenzo Boccia, Carlin Petrini, Ermete Realacci, Stefano Zamagni, Nando Pagnoncelli, Luigino Bruni, Annamaria Furlan, Mauro Magatti.

L’area Polis rifletterà sui temi della città attraverso un percorso fatto di incontri, dibattiti, testimonianze e brevi momenti di racconto, da parte di sindaci, archistar, testimoni, con esperienze ed esempi di solidarietà. Anche qui numerosi i nomi di rilievo tra i quali Giuseppe Sala, Manfredi Catella, Stefano Boeri, Enrico Testa, Andrea Peruzy, Mario Abbadessa, Giuseppe Bonomi, Nicola Maione, Stefano Paleari, Luca Doninelli.

Meeting Salute per il terzo anno riunirà gli opinion leader del mondo medico-scientifico per tracciare le linee future della medicina e dell’assistenza ai pazienti con relatori quali Walter Ricciardi, Andrea Lenzi, Roberto Bernabei, Mariella Enoc, Giovanni Scambia, Matilde Leonardi e Gianfranco Gensini. L’area ospiterà anche mostre, tra cui una su Takashi Nagai, il medico-eroe di Nagasaki, e sull’Istituto degli Innocenti di Firenze, una delle più antiche istituzioni italiane dedicate alla tutela dell’infanzia.

Nella nuova Area internazionale realtà diverse – Unione Europa (DEVCO), Cooperazione Italiana (DGCS-AICS), AVSI, Concord Italia, ASviS e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – hanno deciso di compiere un passo in avanti nella collaborazione tra loro e offrire uno spazio fisico di incontro per favorire la conoscenza e il dialogo sul tema della lotta alle disuguaglianze, affrontato con un approccio plurale e con il racconto di esperienze da tutto il mondo.

Rilevantissimo il filone del dialogo tra esperienze e culture. Tornerà al Meeting il segretario della Lega Musulmana mondiale Muhammad Bin Abdul Karim Al-Issa, che si confronterà con il politologo Oliver Roy. A Rimini ci saranno anche le massime autorità religiose – cristiane e musulmane – di Aleppo, mentre sulla libertà religiosa sentiremo le voci di Nazir Ayyad, segretario generale dell’Al-Azhar Research Academy, Jàn Figèl, inviato speciale dell’Unione Europea per la libertà religiosa, Osama Sayyid Al-Azhari, consigliere per gli affari religiosi del Presidente dell’Egitto, del postulatore dei martiri di Algeria Thomas Georgeon e del teologo Javier Prades Lopez. Sull’ottavo centenario dell’incontro di Egitto tra san Francesco e il Sultano parlerà il Custode di Terrasanta padre Francesco Patton.

Nello spazio Cdo Innovation e nel programma più generale si parlerà di Intelligenza artificiale, con personaggi quali Paolo Benanti, tra i maggiori esperti italiani sul tema, Daniele Magazzeni, Mark O’Connell, autore di “Essere una macchina”, Oscar Di Montigny e il presidente IBM Italia Enrico Cereda.

Per restare sui temi scientifici, Euresis e Camplus proporranno lo Spazio Brain, dedicato al tema del cervello, con una mostra sul tema e vari speech con esperti del calibro di Vittorio Gallese ed Egidio D’Angelo, mentre con Roberto Battiston, Mauro Prina e l’astronauta Paolo Nespoli ricorderemo i 50 anni del primo uomo sulla luna.

In C1, a cura della redazione del mensile Tracce, ci sarà un altro spazio inedito, dal nome Percorsi, un piccolo osservatorio su alcuni dei grandi temi che l’attualità ci mette di fronte, con nomi quali Brian Grim, monsignor Ivan Jurkovič, Massimo Gaggi, Paolo Rumiz, Pierre Chausse dell’editoriale Première Partie, l’attore Giovanni Scifoni e Lorenzo Caggioni di Google.

Grazie alla collaborazione del nuovo partner Master Group Sport, sono attesi grandi nomi e grandi dibattiti (oltre a tanta attività fisica su 13mila mq di spazio) sul tema dello sport. Il nome di punta è quello di Javier Zanetti, ma poi i protagonisti dello sport praticato e raccontato saranno moltissimi, da Nando Sanvito a Moreno Torricelli, da Alex Schwazer a Mauro Bergamasco, da Gianni Maddaloni a Beppe Bergomi, fino al presidente del Milan Paolo Scaroni.

Sul versante ecclesiale poi, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, dialogherà con i giovani sul tema “Non fatevi rubare i sogni, sono il futuro”, mentre Arturo Sosa Abascal, preposito generale della Compagnia di Gesù, ci dirà cosa significa “Guardare il mondo con gli occhi di Francesco”. Di Europa parlerà Richard Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede e tutta da ascoltare sarà anche la testimonianza di George Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo. Sarà nostro relatore anche il direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda.

A Diritti, doveri e democrazia saranno dedicati alcuni incontri (grazie anche all’apporto di Luciano Violante), in cui si parlerà di Vaclav Havel (interverrà l’ex-segretario Pavel Fischer), dei trent’anni dalla caduta del muro di Berlino, dei 40 del Parlamento Europeo, con relatori quali il ministro Enzo Moavero Milanesi e il presidente del Jacques Delors Institut Enrico Letta. In un altro contesto Violante e Marta Cartabia, vicepresidente della Corte Costituzionale, parleranno di giustizia a partire dalla tragedia greca con “Antigone, Creonte ed Edipo”, mentre Sabino Cassese svolgerà il tema “Democrazia a una svolta”.

Rilevante anche la presenza delle istituzioni. Oltre alla già citata presidente della Camera, il tradizionale incontro dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Giancarlo Giorgetti e Maurizio Lupi, mentre in altri contesti interverranno Giovanni Tria, ministro dell’Economia e delle Finanze, così come il presidente Consob Paolo Savona. Molti i presidenti di Regione in Fiera: Stefano Bonaccini, Giovanni Toti, Attilio Fontana, Vincenzo De Luca, Luca Ceriscioli, Massimiliano Fedriga, il già citato sindaco di Milano Giuseppe Sala, il presidente Anci Antonio Decaro (Bari) e naturalmente Andrea Gnassi sindaco di Rimini.

Arte e letteratura torneranno con “Il volto nell’arte”, incontro a due voci con il vescovo di Monreale monsignor Michele Pennisi e Giuseppe Frangi. Ci sarà poi un confronto tra sponde diverse del Mediterraneo tra il poeta Davide Rondoni e il linguista Salah Fadl e la “strana coppia” costituita dallo studioso di Dante Franco Nembrini e l’illustratore Marvel Gabriele Dell’Otto, coppia che quest’anno diventa un trio con la presenza dello scultore Adelfo Galli e della sua scultura “El Dante”.

Infine, come un fiume carsico che attraversa la Fiera, le testimonianze: dal Venezuela, dal carcere (anche quello minorile di Nisida), dalle ong impegnate in Africa, dai Centri di Aiuto alla Vita. Particolarmente drammatiche e toccanti si annunciano quelle dell’incontro “Il mistero del dolore innocente: non una spiegazione, ma una presenza”, con cui vogliamo dare il nostro contributo al dibattito sui temi della dignità della vita anche più fragile.

L’ultimo incontro del Meeting numero 40, sabato 24, metterà a tema il contenuto del libro, che uscirà proprio in quei giorni in libreria, del sociologo dell’Università di Trento Salvatore Abbruzzese dedicato proprio alla storia della manifestazione riminese, con Antonio Polito come interlocutore.

Quanto alle mostre di quest’anno, saranno oltre 20, a partire da “Francesco e il Sultano 1219-2019. L’incontro sull’altra riva”, patrocinata dai ministri generali francescani e promossa tra gli altri dalla Custodia di Terra Santa che racconterà, proprio partendo dal contesto in cui è accaduto e dalle fonti storiche che si possiedono, l’incontro tra il Poverello di Assisi e il sultano Al-Malik Al-Kamil. Con “NOW NOW. Quando nasce un’opera d’arte”, vedremo sette giovani artisti nell’atto di creare le loro opere in fiera, invece “Bolle, pionieri e la ragazza di Hong Kong” ci porterà al cuore dell’esperimento americano, con una generazione di giovani divisa tra un dna pionieristico e la tentazione di attutire l’impatto drammatico con il reale rifugiandosi in una bolla sicura. Di grande impatto sarà “Si aprì una porta nel cielo. La Cattedrale di Monreale”, esposizione che intende documentare il patrimonio artistico e la tradizione di fede del Duomo di Monreale. Altre esposizioni sono dedicate a grandi personalità del nostro tempo: Etty Hillesum, Václav Havel, Madre Maria, martire ortodossa di Parigi, il fotografo italoamericano 97enne Tony Vaccaro (che ha annunciato la sua presenza a Rimini) più una mostra fotografica su Giulio Andreotti a cent’anni dalla nascita.

>>> TUTTE LE MOSTRE DEL MEETING SU http://meeting19.info/esposizioni

Sarà poi “Midnight Barabba” lo spettacolo inaugurale del quarantesimo Meeting, una rilettura trasportata nel nostro secolo del “Barabba” dello scrittore svedese Pär Lagerkvist, che fornì l’ispirazione anche a un celebre film con Anthony Quinn (e attirò anche Fellini). Tra gli altri spettacoli “Francesco e il Sultano. Ainalsharaa – Il pozzo dei poeti” a due voci con la cantante siriana Mirna Kassis e l’attrice italiana Valeria Collina sulle musiche originali di Fabio Mina, “Gioele Dix – Vorrei essere figlio di un uomo felice”, che rivive l’Odissea sulle tracce del rapporto tra Telemaco e il padre Ulisse, “Pierre e Mohamed”, piéce teatrale sull’amicizia tra il vescovo di Orano in Algeria e un giovane musulmano entrambi morti in un attentato, che ha avuto più di 1500 repliche in tutta Europa, e infine il ritorno al Meeting di Edoardo Bennato.

Religiosità senza religione

Postmodern new spirituality

Attualmente sono numerosi coloro che affermano di avere interessi “spirituali”, ma di non essere “religiosi”, ossia legati ad una religione, e di voler vivere la loro spiritualità privatamente, senza agganci con alcuna istituzione.

Il fenomeno è diffuso in particolare tra i giovani. La religione non ha quasi nessun influsso sulla loro vita. Nella loro scala dei valori, la religione è considerata una faccenda personale e non occupa nemmeno il primo posto; viene persino dopo la politica. Al primo posto mettono i problemi “secolari”, come il benessere, la famiglia, il tempo libero ecc. E anche coloro che sono in ricerca non si rivolgono più alla Chiesa, ma preferiscono attingere a quello che è chiamato “il mercato delle religioni”, con particolare attenzione a quelle del mondo orientale asiatico.

Il sociologo tedesco delle religioni, professore Detlef Pollack, di Münster, osserva che il fenomeno non riguarda la maggioranza della gente, ma che è comunque in continua espansione. Tutto ciò costituisce una grande sfida per la Chiesa.

“Spirituale sì, religioso no”: è la risposta alla domanda di fondo che ritorna continuamente nella vita di tutti i giorni. In particolare gli adolescenti sono i più restii a impegnarsi nelle cose riguardanti la religione e nell’appartenenza confessionale.

Un sondaggio dello scorso anno riguardante l’insegnamento religioso ed etico dava i seguenti risultati: il 52% crede in Dio, ma solo il 22% si dichiara religioso, mentre quasi il doppio si definisce semplicemente “credente”.

Secondo il sociologo della religione, il fatto che le persone si definiscano “spirituali” e non più “religiose” non è un fenomeno di massa. Pollack si riferisce a diversi studi secondo i quali tra il 6 e il 13% degli individui in Germania dice di essere solo spirituale ma non religioso. Si tratta di una minoranza che però guadagna consenso, soprattutto tra i giovani.

La ragione – secondo Pollack – dipende dalle molte sfumature del concetto di “religione”: la maggior parte pensa al cristianesimo e alle grandi (ancora) Chiese. L’andare in chiesa e i dogmi sono qui strettamente legati alla fede in Dio. «La distinzione tra “spirituale” e “religioso” esprime il tentativo di cogliere forme di religiosità che non hanno una connotazione ecclesiale». In effetti, le norme riguardanti la fede dettate dall’alto godono di un buono stato solo in un numero sempre minore di persone. La persona vuole sentirsi maggiormente libera e compiere scelte individuali e personali. Si tratta di una tendenza variamente percepibile.

L’espressione chiave che in questo contesto ritorna spesso è quella di “mercato” o “mosaico delle religioni”. Infatti, soprattutto le religioni dell’Estremo Oriente, come il buddismo o le forme di meditazione o di spiritualità dei paesi lontani, trovano in Occidente un grande interesse. Il “mercato delle religioni” diventa più variegato. Ciò tuttavia – osserva Pollack – non dovrebbe occultare il fatto che «il protagonista principale nel mercato delle religioni è costituito ancora dalle Chiese».

Credenti consapevoli di sé

Ma l’atteggiamento di autoconsapevolezza di fronte alla religione anche della singola persona confessionalmente schierata non è un fenomeno nuovo. Già nelle indagini degli anni ’70 si rilevava un’alta percentuale di inchiestati che si definivano cattolici, ma con la clausola «a modo mio».

È evidente un cambiamento di prospettiva nei riguardi della religione: i credenti di oggi considerano la religione soprattutto come una faccenda personale – è la persona a mettersi al centro dell’interesse religioso –; ciò naturalmente crea una tensione con gli organismi come le Chiese che si ritengono in possesso di importanti messaggi e chiedono la docilità del loro “gregge”.

POstmodern new spirituality

La radice di questa visione personale della fede Pollack la riscontra già nel Medioevo e al tempo della Riforma. I cercatori religiosi e i mistici del tardo Medioevo si dedicavano, in quanto singoli, alla ricerca di Dio al di fuori dei percorsi tradizionali.

Soprattutto Lutero pose il rapporto individuale con Dio al centro della sua teologia. L’individualismo ricevette una forte spinta con il pietismo, che separò la pietà personale dai dogmi e dalla metafisica, e con l’illuminismo, che mise al centro l’autodecisione nei confronti dello Stato e della religione.

In seguito all’industrializzazione e al concomitante aumento del benessere sociale, dell’istruzione e della certezza del diritto, la principale preoccupazione della gente non riguarda più direttamente la propria sopravvivenza.

Si sono sviluppate piuttosto delle esigenze personali che vengono sempre più affermate nei confronti dello Stato e dell’opinione pubblica. Sulla scia di questa forte focalizzazione sulla propria persona è sorto il desiderio dell’autenticità. Non ci si vuole più sottomettere, ma rimanere autentici – e ciò riguarda anche la religione.

Un mercato variegato delle religioni

Per questa ragione, molti si volgono con interesse al “mercato delle religioni”. I confini tra religione, tecniche spirituali e pratiche di benessere sono cancellati. Oppure uno può cercare di scegliere il meglio: lo yoga, per esempio, è un approccio religioso-spirituale olistico, ma in molti casi si concentra solo sugli elementi sportivi e rilassanti.

Un ruolo lo esercita anche la visione capitalistica: molti settori dell’esoterismo o della spiritualità promettono di scoprire fonti nascoste o potenzialità inespresse del proprio io, sia da punto di vista professionale sia privato. Secondo Pollack, anche questo «non è estraneo alla religione». Dopotutto si tratta sempre di un mezzo per rafforzare il proprio io e le risorse in esso contenute.

Queste tendenze hanno connotazioni molto diverse in coloro che sono religiosamente interessati. Gli esoterici convinti rappresentano piuttosto un’eccezione. Il bisogno di spiritualità è tuttavia molto sentito e le Chiese cercano di rispondervi, indagando nelle fonti spirituali del cristianesimo e offrendo percorsi spirituali. Lo scopo è di attirare le persone che si sono allontanate dalle forme tradizionali della fede.

Una spada a due tagli

Questa strategia è, almeno in parte, fruttuosa: infatti la spiritualità, soprattutto nella Chiesa cattolica ha un ruolo importante. Uno studio dell’Istituto di ricerche di mercato “rheingold”, commissionato dall’arcidiocesi di Colonia lo scorso anno, ha rivelato che le componenti spirituali possono avere un “grande peso” per quanto riguarda la forza di vincolare alla Chiesa. Per coloro che sono interessati spiritualmente ciò costituisce un aggancio: ma non si può fare affidamento su di esse.

Pollack ritiene che, nel processo di individualizzazione e di scomparsa dei confini religiosi, gioca un ruolo anche la secolarizzazione. Con le istituzioni religiose rimane soltanto un rapporto molto debole, ci si lega malvolentieri. Ciò riguarda non solo le Chiese ma anche i partiti e lo Stato e gli stessi gruppi esoterici il cui “nocciolo duro” è spesso molto piccolo.

Postmodern new spirituality

Per quanto riguarda le Chiese, la maggior parte dei loro membri è piuttosto distante. Apprezzano tuttavia i valori religiosi per l’educazione dei bambini, ma per il resto mostrano poco interesse per Dio e per la vita dopo la morte. Sono più importanti gli ambiti secolari: una famiglia funzionante, un lavoro appagante e la realizzazione di sé nel tempo libero.

La religione nei vari ambiti della vita è solo un aspetto tra gli altri, e spesso non occupa neppure il primo posto. La vita secolare offre un numero così grande di possibilità che l’attenzione è distolta dai problemi religiosi. Per i più giovani perfino la politica è più importante della religione.

Le persone che si definiscono “spirituali”, ma non “religiose” non sono in grado di contrastare la tendenza generale della secolarizzazione. Affermano decisamente meno degli altri di «sentirsi una cosa sola con il divino». Raramente comunque vanno in chiesa. Spiritualità significa perciò soprattutto che la religiosità si sbiadisce e diventa vaga. Questa forma di religiosità – sottolinea Pollack – ha poco influsso sullo stile di vita personale, sull’educazione dei figli e sulla scelta elettorale politica.

Per le Chiese questa situazione complessa costituisce una duplice sfida: esse cercano con nuove proposte alternative di suscitare l’interesse anche tra coloro che sono in ricerca, ma che finora sono rimasti lontani dalla Chiesa. Ma poi devono riuscire a convincerli con i contenuti cristiani e vincolarli a sé in maniera durevole. Altrimenti l’inclusione nella Chiesa rimane un breve interludio.

Intervento ripreso da katholisch.de del 6 giugno – nostra traduzione dal tedesco.

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