Roma in festa, negozi chiusi ma piazze e ville riaprono

Dopo la tradizionale cena della vigilia e il cenone del 25, quest’anno offre molte opportunità di svago. A Piazza Navona tornano finalmente i ‘befanari’, e fino all’8 gennaio c’è ‘Christmas World’

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 Natale in famiglia per i romani. Sicuramente, come ogni anno, ma dopo la tradizionale cena della vigilia e il cenone del 25, per fuggire dall’inevitabile tombolata con la nonna la Capitale quest’anno offre molte opportunità di svago. Con le piazze, le ville e i quartieri più visitati e amati della città che tornano di nuovo protagonisti dopo due anni in cui il Covid ha bloccato tutto e tutti. Come Piazza Navona dove, dopo anni di ‘desertificazione’ dovuta alla battaglia legale contro i gestori delle bancarelle e il successivo blocco della pandemia, tornano finalmente i ‘befanari’, i banchi con dolciumi, giochi per ragazzi, oggetti natalizi, oltre al presepe, la giostra e il teatrino delle marionette Oppure come Villa Borghese, la più celebre e centralissima villa romana dove fino all’8 gennaio c’è ‘Christmas World‘, la manifestazione natalizia dove a disposizione di romani e turisti ci sono una pista di pattinaggio, la toy factory e tantissimi spettacoli live.

Inoltre sarà possibile passeggiare e vivere le atmosfere natalizie nel cuore di Berlino, Londra, Parigi, Tokyo, New York e al Polo Nord con la casa di Babbo Natale, ricreate da abili scenografi. Quest’anno altro appuntamento da non perdere è ‘Incanto di Luci’, la mostra d’arte sensoriale in scena all’Orto Botanico fino a domenica 8 gennaio 2023. Un mondo incantato, incorniciato dalla Città Eterna, in contemporanea con altre 18 località estere, come Parigi, Barcellona, Berlino, Francoforte, Dresda e Windsor, tra alberi magistralmente decorati, una grande slitta e grandi pacchi illuminati.

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Un modo diverso per passare il Natale, poi, è quello di girare per Roma per mercatini o ‘a caccia’ di alberi di Natale. Da quello più importante a Piazza San Pietro a quello più famoso (soprattutto se non proprio appariscente da meritarsi, in passato, il soprannome di ‘Spelacchio’) a Piazza Venezia, quest’anno alimentato da pannelli solari.

Poi c’è quello in piazza del Campidoglio che si illuminerà pedalando su una bicicletta/generatore ai piedi dell’abete: chiunque potrà contribuire, pedalando, a fornire l’energia necessaria all’accensione delle luci e della stella sulla sommità dell’albero. Poi ci sono l’albero luminosissimo in piazza di Spagna a quello fatto di bottiglie di plastica tra gli animali del Bioparco di Roma. Ora che sembra che il Covid faccia meno paura e sia sotto controllo tornano a riempirsi i cinema e a Natale gli esercenti torneranno a sorridere (anche grazie al ciclone ‘Avatar: La via dell’acqua’).

Nel primo natale post-pandemico i romani avranno anche l’opportunità di andare per negozi. Pochi, in realtà, quelli aperti sotto le feste, a parte quelli presenti nei centri commerciali dove il servizio di ristorazione sarà aperto sia il 25, dalle 18 alle 23, facoltativamente dalle ore 14, sia il 26, dalle 16 alle 23, sempre facoltativamente dalle 14. I negozi saranno chiusi a Natale e Santo Stefano, ma aperti sia alla vigilia che il 31 dicembre.

Stesso tipo di situazione per i negozi di Porta di Roma, aperti sia il 24 che il 31, dalle 10 alle 22. Al centro commerciale Anagnina, invece, il 24 e il 31 i negozi saranno aperti dalle 9 alle 20.30. Per quanto riguarda i negozi di abbigliamento, di tecnologia e di accessori, situati all’interno dei centri commerciali, il giorno di Natale resteranno chiusi, così come i negozi Decathlon, Ikea e Leroy Merlin. Stesso discorso per gli outlet che restano chiusi durante il giorno di Natale, domenica 25 dicembre 2022, e adottano anche orari ridotti per la vigilia di sabato 24.

agi.it

Papa Francesco: nella mangiatoia il senso del Natale, Dio è vicino, povero, concreto

La statua di Gesù Bambino attorniata da dodici bambini da tutto il mondo che portano omaggi floreali

Nell’omelia della Messa della Notte di Natale, il Papa invita a guardare la mangiatoia dove nasce Gesù, per far rinascere la fiducia nella sua vicinanza, la carità verso gli ultimi e la speranza “in chi l’ha smarrita” facendo “qualcosa di buono”. E denuncia che gli uomini, “affamati di potere e di denaro, consumano pure i loro vicini, i loro fratelli” nelle guerre

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Per ritrovare il senso del Natale” guardiamo Gesù adagiato nella mangiatoia: un piccolo oggetto, ma il segno “con cui Cristo entra nella scena del mondo”. E che ci dice che a Natale “Dio è vicino, rinasca la fiducia”, Dio è povero, per questo “rinasca la carità” e infine Dio è concreto, e “nel suo nome facciamo rinascere un po’ di speranza in chi l’ha smarrita!”. Prende spunto dalla mangiatoia di Betlemme, Papa Francesco, nell’omelia della Messa della Notte di Natale, per spiegare cosa Dio ci vuole dire in questa Notte santa. Una mangiatoia come quella sulla quale è posta la statua di Gesù Bambino svelata dal diacono dopo il canto della Kalenda, prima dell’inizio della celebrazione.

Per ritrovare il senso del Natale, guardiamo alla mangiatoia
Luca, nel suo Vangelo della natività, lo menziona per ben tre volte, sottolinea il Papa: con Maria, che pone Gesù “in una mangiatoia”; poi gli angeli, che annunciano ai pastori “un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”; quindi i pastori, che trovano “il bambino, adagiato nella mangiatoia”. Intorno, a Betlemme “una situazione simile alla nostra: tutti sono presi e indaffarati per un importante evento da celebrare, il grande censimento, che richiedeva molti preparativi. In tal senso, il clima di allora era simile a quello che ci avvolge oggi a Natale”.

“La mangiatoia: per ritrovare il senso del Natale bisogna guardare lì. Ma perché la mangiatoia è così importante? Perché è il segno, non casuale, con cui Cristo entra nella scena del mondo. È il manifesto con cui si presenta, il modo in cui Dio nasce nella storia per far rinascere la storia.”
Nella mangiatoia Dio ci parla di vicinanza, povertà, concretezza
E attraverso la mangiatoia, chiarisce Francesco, Dio vuole dirci “almeno tre cose: vicinanza, povertà e concretezza”. Vicinanza, innanzitutto, perché “la mangiatoia serve a portare il cibo vicino alla bocca e a consumarlo più in fretta”. Così può simboleggiare “la voracità nel consumare” dell’umanità: gli uomini, anche oggi, “affamati di potere e di denaro, consumano pure i loro vicini, i loro fratelli. Quante guerre! E in quanti luoghi, ancora oggi, la dignità e la libertà vengono calpestate! E sempre le principali vittime della voracità umana sono i fragili, i deboli”.

Anche in questo Natale un’umanità insaziabile di soldi, potere e piacere non fa posto, come fu per Gesù, ai più piccoli, a tanti nascituri, poveri, dimenticati. Penso soprattutto ai bambini divorati da guerre, povertà e ingiustizia. Ma Gesù viene proprio lì, bambino nella mangiatoia dello scarto e del rifiuto. In Lui, bambino di Betlemme, c’è ogni bambino. E c’è l’invito a guardare la vita, la politica e la storia con gli occhi dei bambini.

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Coraggio, Dio ti fa rinascere “dove pensavi di aver toccato il fondo”
Nella mangiatoia “del rifiuto e della scomodità”, prosegue il Pontefice, c’è il problema dell’umanità: “l’indifferenza generata dalla fretta vorace di possedere e consumare”. Cristo nasce lì e in quella mangiatoia “lo scopriamo vicino”, viene “dove si divora il cibo per farsi nostro cibo”. Dio in Gesù “ci fa suoi figli e ci nutre di tenerezza. Viene a toccarci il cuore e a dirci che l’unica forza che muta il corso della storia è l’amore. Non resta distante e potente, ma si fa prossimo e umile”. Si fa vicino, spiega Papa Francesco, “perché gli importa di te”. Dalla mangiatoia ti dice: “Se ti senti consumato dagli eventi, se il tuo senso di colpa e la tua inadeguatezza ti divorano, se hai fame di giustizia, io, Dio, sono con te. So quello che vivi, l’ho provato in quella mangiatoia. Conosco le tue miserie e la tua storia. Sono nato per dirti che ti sono e ti sarò sempre vicino”.

“Coraggio, non lasciarti vincere dalla paura, dalla rassegnazione, dallo sconforto. Dio nasce in una mangiatoia per farti rinascere proprio lì, dove pensavi di aver toccato il fondo. Non c’è male, non c’è peccato da cui Gesù non voglia e non possa salvarti. Natale vuol dire che Dio è vicino: rinasca la fiducia!”

La fredda stalla ci dice che “le persone sono le vere ricchezze”
La mangiatoia di Betlemme ci parla però anche di povertà, continua il Papa. E’ in una fredda stalla, non nel caldo di un albergo, e Gesù nasce lì, attorniato solo da “chi gli ha voluto bene: Maria, Giuseppe e dei pastori; tutta gente povera, accomunata da affetto e stupore, non da ricchezze e grandi possibilità”. Ma queste, commenta Francesco, sono “le vere ricchezze della vita: non il denaro e il potere, ma le relazioni e le persone”. E “la prima ricchezza, è Gesù”. Ma noi, si chiede, “vogliamo stare al suo fianco? Ci avviciniamo a Lui, amiamo la sua povertà? O preferiamo rimanere comodi nei nostri interessi?”

Soprattutto, lo visitiamo dove Lui si trova, cioè nelle povere mangiatoie del nostro mondo? Lì Egli è presente. E noi siamo chiamati a essere una Chiesa che adora Gesù povero e serve Gesù nei poveri.Non è veramente Natale senza i poveri
E qui il Pontefice cita monsignor Oscar Romero, vescovo santo e martire, nel messaggio pastorale nel quale spiegava che: “La Chiesa appoggia e benedice gli sforzi per trasformare le strutture di ingiustizia e mette soltanto una condizione: che le trasformazioni sociali, economiche e politiche ridondino in autentico beneficio per i poveri”. Non è facile, ammette poi, “lasciare il caldo tepore della mondanità per abbracciare la bellezza spoglia della grotta di Betlemme, ma ricordiamo che non è veramente Natale senza i poveri”. “Fratelli, sorelle – è l’appello di Papa Francesco – a Natale Dio è povero: rinasca la carità!”
Gesù cerca una fede fatta di adorazione e carità, non chiacchiere
Infine, prosegue, “la mangiatoia ci parla di concretezza. Infatti, un bimbo in una mangiatoia rappresenta una scena che colpisce, persino cruda. Ci ricorda che Dio si è fatto davvero carne”. Gesù, “che nasce povero, vivrà povero e morirà povero – sottolinea il Papa – non ha fatto tanti discorsi sulla povertà, ma l’ha vissuta fino in fondo per noi”. Dalla mangiatoia alla croce, il suo amore per noi è stato tangibile, concreto: dalla nascita alla morte, “non ci ha amato a parole, non ci ha amato per scherzo!”. E dunque, “non si accontenta di apparenze. Non vuole solo buoni propositi”.

Lui che è nato nella mangiatoia, cerca una fede concreta, fatta di adorazione e carità, non di chiacchiere ed esteriorità. Lui, che si mette a nudo nella mangiatoia e si metterà a nudo sulla croce, ci chiede verità, di andare alla nuda realtà delle cose, di deporre ai piedi della mangiatoia scuse, giustificazioni e ipocrisie.
Non lasciamo passare Natale “senza fare qualcosa di buono”
Dio non vuole apparenza, ma concretezza, conclude Francesco. Per questo: “Non lasciamo passare questo Natale senza fare qualcosa di buono. Visto che è la sua festa, il suo compleanno, facciamogli regali a Lui graditi! A Natale Dio è concreto: nel suo nome facciamo rinascere un po’ di speranza in chi l’ha smarrita!”

“Gesù, guardiamo a Te, adagiato nella mangiatoia. Ti vediamo così vicino, vicino a noi per sempre: grazie, Signore. Ti vediamo povero, a insegnarci che la vera ricchezza non sta nelle cose, ma nelle persone, soprattutto nei poveri: scusaci, se non ti abbiamo riconosciuto e servito in loro. Ti vediamo concreto, perché concreto è il tuo amore per noi: Gesù, aiutaci a dare carne e vita alla nostra fede. Amen”

Preghiera in arabo perchè i responsabili “rigettino la violenza”
Nelle cinque preghiere dei fedeli, insieme a quelle in cinese, francese, portoghese e malayalam, l’invocazione, in arabo, al “Padre di tutti, che ama e dona la pace, affinché conceda a quanti hanno responsabilità politiche, sociali ed economiche il coraggio di rigettare la violenza e di costruire l’amicizia tra i popoli”. A portare l’omaggio floreale alla statua di Gesù Bambino, sono 12 piccoli dall’Italia, India, Filippine, Messico, San Salvador, Corea e Congo. Celebrante all’altare, nella Messa presieduta da Papa Francesco, il cardinale decano Giovanni Battista Re. Al termine della celebrazione, è lo stesso Pontefice, in sedia a rotelle, a portare il Bambinello al presepe della Basilica, mentre la schola canta “Tu scendi dalle stelle”

Il centro di Roma invaso dai tifosi dell’Argentina. Festa anche a Napoli

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AGI. – Festa degli argentini per il mondiale anche a Roma, dove i sostenitori dell’Albiceleste hanno improvvisato caroselli a Piazza Venezia e su Via dei Fori imperiali, invadendo le vie del centro piene di turisti e romani alle prese con lo shopping natalizio.

Nella Città eterna risiede un migliaio di argentini e molti di loro hanno celebrato il trionfo in Qatar scendendo in strada con la bandiera e la ‘camiseta’ della Seleccion.

L’ambasciatore argentino in Italia Roberto Carlés posta su Twitter le immagini dei festeggiamenti a Napoli.

Oltre che in Piazza Dante, anche ai Quartieri Spagnoli, dove il murale di Maradona è diventato addirittura una meta di pellegrinaggio, napoletani e alcuni argentini fanno festa con fuochi di artificio, musica, belli e bandiere biancocelesti. L’entusiasmo è alle stelle anche per una vittoria che onora anche l’idolo dei Napoletano, scomparso due anni fa.

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Vogia de Carnoval, Alda Fendi Esperimenti celebra Venezia A Roma dal 15 dicembre caleidoscopio a Palazzo Rhinoceros

Vogia de Carnoval, Alda Fendi Esperimenti celebra Venezia © ANSA

Voglia di giocare, fare festa e immergersi nel caleidoscopio di un Carnevale veneziano di antica memoria per tornare a vivere con gli altri esperienze ed emozioni dopo il lungo isolamento causato dal Covid. C’è tutto questo nell’omaggio alla città dei Dogi che la Fondazione Esperimenti di Alda Fendi propone dal 15 dicembre per questo finale di 2022 e avanti poi fino al 30 aprile nella sede di Palazzo Rhinoceros che offre un impareggiabile colpo d’occhio sul cuore archeologico di Roma tra Campidoglio, Palatino e Circo Massimo.

Il direttore artistico Raffaele Curi ha messo insieme installazioni, performance e sconfinamenti verso nuove tecnologie che aprono possibilità inedite di fruizione dell’arte. Già all’esterno i visitatori avranno la sensazione di immergersi in mare grazie a una grande videoproiezione sulla facciata dell’ edificio. Sogno ad occhi aperti vuole essere questa ‘Vogia de Carnoval’ – festa che nella Serenissima Repubblica cominciava il 27 dicembre – studiata con la collaborazione della Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Come nelle proposte recenti quando si sono avvicendate opere d’arte dall’Ermitage, Alda Fendi avrebbe voluto mettere gratuitamente un capolavoro a disposizione del pubblico. Curi aveva puntato a La presentazione al tempio dipinta nel 1460 da Giovanni Bellini, custodita dalla fondazione veneziana, ma il quadro non era pronto per essere concesso e allora Rhinoceros Gallery propone l’opera per la prima volta a Roma attraverso il Daw, il digital art work realizzato grazie a una tecnologia innovativa dalla società Cinello che l’ha brevettato, riproduzione di un dipinto antico creando al tempo stesso una nuova opera digitale. “La sfida del digitale e delle nuove tecnologie amplificano le possibilità dell’opera d’arte – spiega il direttore artistico – . In questo gioco che porta il visitatore dentro e fuori le dimensioni del sogno e dell’illusione, tra la copia e l’originale, si mettono a confronto l’opera di Bellini con l’opera dello stesso soggetto dipinta nel 1455 dal cognato Andrea Mantegna, conservata alla Gemäldegalerie di Berlino”.
C’è spazio anche per un richiamo ai temi dell’attualità con la performace inaugurale ‘Black Venice’: sul dorso del grande rinoceronte che campeggia al piano terra dello spazio espositivo una dama abbigliata in abito settecentesco avrà sulle spalle un foglio termico come quelli distribuiti ai migranti soccorsi in mare. Un ribaltamento di piano tra l’aristocratica naufraga contemporanea soccorsa da chi oggi chiede aiuto, un giovane di colore con un turbante come fosse un sovrano o uno dei Re Magi. Tra richiami al Mose con la videoinstallazione di maree legata alle musiche di Gioachino Rossini, lungo il piano dell’edificio si susseguiranno le citazioni di Carlo Goldoni anche attraverso il volto dell’attore Donald Sutherland, protagonista del Casanova visionario di Federico Fellini.
“Portiamo Venezia a Roma – dice Alda Fendi -. Venezia multiculturale, con la sua storia ci insegna l’apertura nei confronti dell’altro e la convivenza fra i popoli. Venezia misteriosa, con le sue maschere ci invita ad abitare un carnevale senza tempo”.
ansa

PREZZI ALLE STELLE È caro voli in Sicilia La Regione denuncia cartello all’Antitrust

Da Palermo costa meno prendere un aereo per andare a Parigi invece che volare a Roma o per recarsi a Barcellona piuttosto che a Milano. Facendo alcune simulazioni conviene staccare il biglietto Palermo-Parigi con scalo a Roma e scendere nella capitale. Un viaggiatore che volesse andare a Roma il 10 dicembre e tornare lo stesso giorno, con Ita, senza bagaglio pagherebbe 428 euro. Per andare a Bologna nel periodo natalizio il volo con Ita costa 750 euro.

Il caro voli si ripropone periodicamente per i siciliani e Renato Schifani è l’ultimo presidente della Regione che si occupa della vicenda prendendo una dura posizione: «Lo scandalo del caro voli che da tempo colpisce i siciliani deve trovare una risposta, immediata ed efficace. La regione Sicilia denuncerà la questione all’Antitrust». «È inaccettabile – spiega il governatore siciliano – che a minare il diritto alla mobilità dei cittadini sia una compagnia a capitale totalmente pubblico come Ita, impegnata in un cartello con Ryanair sulla rotta Palermo-Roma in quanto unici vettori ad operare su quel percorso. Torno perciò a chiedere al governo di farsi sentire, ed in particolare modo al Mefi», conclude.

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Più libri, focus su Italia ospite d’onore a Parigi e Francoforte 40 editori stranieri alla Fiera dal 7 all’11 dicembre

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– Sarà votata all’internazionalizzazione, con 40 editori stranieri presenti, l’edizione 2022 di Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria organizzata dall’Associazione Italiana Editori, alla Nuvola di Roma dal 7 all’11 dicembre.

Ampio spazio all’interno del programma professionale al percorso di avvicinamento al Festival del libro di Parigi 2023 e al Salone internazionale del libro di Francoforte 2024, dove l’Italia sarà ospite d’onore.

Il 7 dicembre si terrà un focus sulla partecipazione italiana alla Frankfurter Buchmesse 2024, alle 17.45 in Sala Luna, con previsti gli interventi di Ricardo Franco Levi, presidente di Aie e Commissario straordinario del governo per il coordinamento delle attività connesse alla partecipazione dell’Italia Paese ospite d’onore alla Fiera del libro di Francoforte 2024, Dario Armini (Ambasciata d’Italia in Germania), Roberto Luongo (Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), Paola Passarelli (ministero della Cultura) e Ettore Francesco Sequi (ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), moderati da Paolo Conti (Corriere della Sera). Nel corso dell’incontro si svolgerà una prima presentazione del progetto agli editori italiani, a due anni da un appuntamento che rappresenta una importante occasione per rafforzare ulteriormente la posizione dell’editoria italiana sul mercato internazionale.
L’8 dicembre l’incontro ‘Da Parigi a Francoforte’, alle 12.30 in Sala Aldus, in lingua inglese con traduzione simultanea, realizzato in collaborazione con le rispettive fiere e con Aldus Up, il programma finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di Europa Creativa. E’ la prima tappa di un percorso che si snoderà nel corso dei prossimi mesi per approfondire le caratteristiche dei mercati in questione e le opportunità per le case editrici italiane. Interverranno Ricardo Franco Levi, Juergen Boos (presidente e Ceo della Fiera del Libro di Francoforte) e Jean-Baptiste Passè (direttore del Festival du Livre de Paris).
I due incontri saranno anche in streaming sul canale youtube e facebook della Fiera. (ANSA). 

Christmas World, a Roma il villaggio di Natale più grande d’Europa Installazioni e spettacoli a Villa Borghese da 4/12 a 8/1

Christmas World, a Roma il villaggio di Natale più grande d'Europa © ANSA

ROMA – Come il londinese Winter Wonderland è istallato ad Hyde Park, il Christmas World Villa Borghese, nel cuore di Roma a due passi da Via Veneto, dal 4 dicembre all’8 gennaio. Con i suoi oltre 30.000 metri quadri – più del doppio della scorsa edizione – tra installazioni scenografiche, market, giochi, spettacoli e photo opportunity ambientate in diversi Paesi del mondo, il Christmas World diventa il villaggio natalizio più grande d’Europa.

Un grande palco da 1.500 metri quadri ospiterà le incredibili esibizioni di oltre 700 artisti. Tra le tante novità di quest’anno, entra lo scenario dell’affascinante città di Tokyo.
E ancora la Holiday Street, un’intera via caratterizzata dal susseguirsi di box scenografate all’interno delle quali sono presenti ambientazioni dallo stile Pop, legate al tema delle vacanze natalizie, dove concedersi uno scatto per i social media. L’area Safari è uno zoo luminoso abitato da animali realizzati con la sapiente tecnica delle lanterne di Zigong, in cui tutti i bambini, grazie a costumi e oggetti di scena da indossare, sperimenteranno un’avventura da perfetto esploratore.

Le porte del Christmas World si aprono su Parigi, abitata da ballerine di can-can e principesse con il sottofondo di una melodia di un quartetto d’archi. In un attimo ci si perde a Berlino davanti alla porta di Brandeburgo, con fantastiche esibizioni di danza, per poi ritrovarsi a Londra, un vero palcoscenico di band, ballerini, cori gospel, musical e maghi.
Si atterrerà quindi a New York che invita grandi, piccoli, curiosi ed appassionati a volteggiare sulla pista di pattinaggio. Per riportare alla luce i ricordi e gli affetti natalizi legati a Roma, che si illumina delle attrazioni tipiche di piazza Navona. Il Polo Nord è l’immancabile meta con l’iconico villaggio di Babbo Natale, che lo attraverserà in compagnia dei suoi Elfi a bordo di un trenino per salutare tutti i bimbi presenti. Christmas World, creato da Lux Eventi, gode del patrocinio dell’Assessorato ai Grandi Eventi di Roma Capitale.

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Annie Ernaux “Nei miei libri c’è tanto cinema italiano”

Premio Nobel a Festa Roma con docu nato da filmini famigliari

(ANSA) – ROMA, 22 OTT – Il cinema italiano “è fra quelli che mi hanno più segnato e ispirato.

Penso a film come il posto di Olmi di cui parlo nel mio libro L’evento.

Un altro film molto importante per me è stato La strada di Fellini, che ho visto da giovane. Mi sono resa subito conto di quanto il cinema italiano parlasse attraverso il realismo. Mi colpiva molto di più di quello francese che trovavo spesso troppo al di sopra delle cose che raccontava e troppo parlato”. Lo dice la scrittrice francese Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura 2022 alla Festa del Cinema di Roma, dove ha incontrato il pubblico dopo la presentazione di Annie Ernaux: I miei anni Super-8, documentario da lei realizzato insieme al figlio David Ernaux-Briot (con lei protagonista dell’incontro) che sarà distribuito prossimamente in Italia da I Wonder Pictures.
Un viaggio nel tempo attraverso i filmini famigliari senza voce in super 8, girati dagli Ernaux tra il 1972 e il 1981, che prendono vita nel testo sul filo dei ricordi scritto dall’autrice, anche voce narrante. Il legame tra cinema italiano e letteratura della scrittrice c’è anche per uno dei suoi romanzi più celebri, Gli anni: “Una fonte d’ispirazione è stata Ballando ballando di Scola. Dopo aver visto il film mi è venuta l’idea di scrivere un libro con quel tipo di racconto, ma mi serviva la formula giusta. La scelta è stata di utilizzare quello che avevo sentito dire durante la mia infanzia”.
Arrivano anche le domande del pubblico, fra le quali una su quale libro di un altro autore avrebbe voluto scrivere: “Avrei risposto facilmente 30 anni fa, oggi è più difficile. E’ come se invecchiando sentissi che il mio percorso sarebbe potuto essere solo in una direzione, un po’ come in quel libro di Kafka (il processo, ndr) dove si apre per uno dei personaggi una porta destinata solo a lui. Tra i libri che ho ammirato di più ad esempio c’è Le cose di Georges Perec ma questo non vuol dire che avrei voluto scriverlo io”. Fra le domande invece per il figlio della scrittrice c’è quella su come lui abbia reagito alla notizia del Nobel: “E’ stata una cosa molto naturale non c’è voluto molto per abituarsi – dice sorridendo – anche perché lo considero pienamente meritato”. (ANSA).

(segnalazione web a cura di Turismo Culturale – https://viagginews.blogspot.com/