Domenica 13 Dicembre il vescovo aprirà la Porta Santa in cattedrale dopo la processione dalla basilica della Ghiara

Reggio Emilia, 12 dicembre 2015 – Scatta domani l’inaugurazione diocesana del Giubileo della Misericordia, che durerà fino al 20 novembre 2016. La celebrazione sarà contraddistintadall’apertura della Porta Santa. Il gesto – già anticipato da papa Francesco il 29 novembre scorso a Bangui, nella Repubblica Centrafricana – verrà compiuto dal vescovo Massimo Camisasca (così come faranno gli altri pastori diocesani), nella terza  domenica di Avvento. La Porta della Misericordia in cattedrale sarà aperta dopo la processione che partirà dalla basilica della Ghiara. Successivamente, Camisasca presiederà la liturgia che prevede la memoria del battesimo, la celebrazione eucaristica, il gesto delle offerte per la Caritas (oggi è anche la Giornata per la Caritas diocesana) e la consegna del crocefisso della Misericordia ai rettori dei santuari o delle chiese del territorio che, durante l’anno santo, avranno il titolo di «chiese della riconciliazione», dove i sacerdoti di quella zona pastorale si impegnano a dedicare tempo ed energie per le confessioni.

Ecco il programma dettagliato della giornata. Dalle 15 la basilica della Ghiara sarà aperta al pubblico, mentre alle 15.30 inizierà la celebrazione di apertura del Giubileo con i riti di introduzione. Alle 15.45 partirà la processione che, percorrendo la via Emilia, raggiungerà piazza Prampolini. Alle 16.15 in cattedrale avverrà il rito dell’apertura della Porta della Misericordia, che quel giorno sarà il portone centrale. E’ stato anche preparato un portale da attraversare, una volta varcata la Porta, caratterizzato da 99 stelle (da domani fino al 13 novembre 2016, il portale sarà spostato sul  portone di sinistra). Dopo l’ingresso nel Duomo, il vescovo presiederà la messa (in centro storico sono sospesi tutti i riti vespertini). Al termine, prima della benedizione, verranno annunciate le 18 chiese della riconciliazione sparse negli 11 vicariati e ai rispettivi parroci sarà consegnato il crocifisso del Giubileo.

Stamattina, intanto, il vescovo Camisasca ha celebrato la messa nella solennità di Santa Lucia. «La festa di oggi ci porta a meditare sulla necessità della luce per condurre una vita vera e serena – ha spiegato Camisasca nell’omelia -. Nel vangelo, spesso, Gesù è presentato come Colui che ridona la vista. Gesù parla di una vista superiore a quella degli occhi. Noi siamo fatti per la luce. È solo nella luce che emergono i colori, le forme, la bellezza delle cose. Ma la luce vera, in grado di svelare il mistero nascosto in tutte le cose è Gesù. Così quando egli arriva si svela la luminosità o la cecità dell’anima. Il Signore vi chiama oggi a gioire per la possibilità di incontrarlo e di riconoscerlo attraverso gli occhi del cuore illuminati dalla fede. È questo il mio augurio di Natale per tutti voi, per le vostre famiglie e per i vostri cari. Che questo Natale, segnato da una più abbondante offerta di misericordia – che domani sarà simbolicamente rappresentata dall’apertura della Porta Santa in questa nostra Cattedrale –, possa realmente segnare un nuovo passo nel cammino della nostra fede».

fonte: ilrestodelcarlino.it

Parroci, diocesi Reggio Emilia-Guastalla ingressi del 26 e 27 settembre

sacerdote

Sabato 26 settembre, ore 17, inizio solenne del ministero a Regina Pacis (presiede il Vicario) di don Paolo Cugini, nuovo parroco a Regina Pacis (dove era vicario parrocchiale), Roncina, Codemondo, San Bartolomeo, e moderatore dell’erigenda unità pastorale delle suddette parrocchie con la parrocchia dello Spirito Santo; don Ennio Munari, don Riccardo Camellini, don Eugenio Morlini, collaboratori pastorali (già parroci).

Sabato 26 settembre, ore 21, ingresso a Gavassa (presiede il Vicario) di don Luciano Pirondini, nuovo parroco a Gavassa – Massenzatico – Santa Croce – San Paolo e moderatore dell’erigenda unità pastorale delle suddette parrocchie con Pratofontana; don Francesco Alberi, nuovo collaboratore pastorale

Domenica 27 settembre, ore 11, inizio solenne del ministero a San Prospero Strinati (presiede il Vicario) di don Fortunato Monelli e don Gigi Milani, parroci in solidum della erigenda unità pastorale Mancasale – San Giovanni Bosco – San Prospero Strinati – Villa Sesso (erano già parroci rispettivamente a Villa Sesso e a San Giovanni Bosco); don Giordano Goccini, collaboratore per la pastorale giovanile (confermato); monsignor Carlo Pasotti e don Remigio Ruggerini, collaboratori pastorali (già parroci).

I servizi sulle Messe d’ingresso e di inizio ministero a Baragalla (23 settembre), Gavassa, San Prospero Strinati e Regina Pacis compariranno su “La Libertà” in uscita il 1° ottobre.

fonte: laliberta.info

Felicitazioni dal Vescovo e dal Vaticano per il 70° di sacerdozio di Gibertini

“Eccellenza Reverendissima, a nome di tutta la Chiesa di Reggio Emilia – Guastalla, dei sacerdoti, in particolare quelli da Lei ordinati, dei diaconi permanenti, dei religiosi e dei laici, oltre che mio personale, Le esprimo tutta la nostra gioia e gratitudine in occasione del Suo 70° anniversario di ordinazione presbiterale”.

Comincia così la lettera che il vescovo Massimo ha scritto a monsignor Giovanni Paolo Gibertini, nella ricorrenza delle sue nozze di platino presbiterali.

Il Vescovo emerito festeggia l’importante traguardo con una celebrazione eucaristica presso la Casa del Clero di Montecchio – dove risiede – il 12 agosto; in questa occasione e contesto, la consegna della lettera (sotto: il testo integrale) da parte di monsignor Camisasca al confratello nell’episcopato monsignor Gibertini.

Anche il Segretario di Stato di Sua Santità, cardinal Pietro Parolin, a nome del Santo Padre Francesco, a inizio aprile ha fatto pervenire un telegramma di felicitazioni direttamente da Roma:

In data 28 giugno 2015 sono state comunicate alle comunità interessate e alla Diocesi tutta, le seguenti nomine di Mons. Vescovo

Parroci:

1. DON DAVIDE POLETTI
Parroco della erigenda Unità Pastorale detta di “Baragalla-Rivalta” in città
comprendente le parrocchie di Sant’Ambrogio in Rivalta, Sacro Cuore in Baragalla, Preziosissimo Sangue di N.S.G.C. e dei Ss. Gervasio e Protasio Mm. in Coviolo.
Già Parroco delle Parrocchie di San Paolo e Santa Croce in città.

2. DON PAOLO CUGINI
Parroco della erigenda Unità Pastorale detta di “Regina Pacis” in città
comprendente le parrocchie di Maria Regina della Pace in Regina Pacis, Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe in Roncina, San Pantaleone M. in Codemondo e San Bartolomeo
e Moderatore della Pastorale anche della Parrocchia dello Spirito Santo
appartenente alla stessa unità pastorale della quale rimane Parroco Don Mario Gasparini
Già sacerdote “Fidei Donum”, Vicario Parrocchiale a Regina Pacis in città.

3. DON LUCIANO PIRONDINI
Parroco della erigenda Unità Pastorale di Gavassa- Massenzatico-Santa Croce-San Paolo in città
comprendente le parrocchie di San Floriano M. in Gavassa, San Donnino M. in Massenzatico, Santa Croce e San Paolo apostolo nella sua Conversione in città.
e Moderatore della Pastorale anche della Parrocchia di Pratofontana
appartenente alla stessa unità pastorale della quale rimane Parroco Don Daniele Simonazzi
Già Parroco delle Parrocchie del Sacro Cuore, Preziosissimo Sangue e Coviolo

4. DON FORTUNATO MONELLI
Parroco “in solidum” Moderatore, della erigenda Unità Pastorale “B. Oscar Romero”
comprendente le parrocchie di Santa Maria Assunta in Villa Sesso, San Prospero in San Prospero dè Strinati, San Silvestro P. in Mancasale e San Giovanni Bosco
Già Parroco di Villa Sesso

DON ERMENEGILDO (GIGI) MILANI
Parroco “in solidum” della erigenda Unità Pastorale “B. Oscar Romero”
comprendente le parrocchie di Santa Maria Assunta in Villa Sesso, San Prospero in San Prospero dè Strinati, San Silvestro P. in Mancasale e San Giovanni Bosco.
Già Amministratore parrocchiale di San Giovanni Bosco

5. DON SERGIO PELLATI
Parroco dell’erigenda Unità Pastorale di Correggio Centro,
comprendente le parrocchie di San Quirino, B.V. di Fatima, San Donnino in Fazzano, San Prospero, San Biagio e
Moderatore della Pastorale delle altre Comunità Correggesi.
Già parroco della Parrocchia di Pontenuovo in Sassuolo

6. DON CARLO SACCHETTI
Parroco della erigenda Unità Pastorale di Rubiera
comprendente le parrocchie dei Ss. Donnino e Biagio in Rubiera, Ss. Faustino e Giovita Mm. in San Faustino, Ss. Sebastiano e Fabiano in Fontana e Sant’Agata V.M. in Sant’Agata Casale.
Già Parroco delle Parrocchie di Campagnola Emilia e Cognento

7. DON MARCO FERRARI
Parroco della erigenda Unità Pastorale di Sassuolo Sud
comprendente le parrocchie della Ss. Vergine Consolata in Pontenuovo, San Pietro in Rometta, San Michele Arcangelo in San Michele dè Mucchietti Ss. Nazario e Celso Mm. in Pigneto
Già sacerdote “Fidei Donum”, collaboratore pastorale nell’Unità Pastorale di Castelnovo ne’ Monti.

8. DON GINO BOLOGNESI
Parroco dell’ erigenda Unità Pastorale di Campagnola-Fabbrico
comprendente le parrocchie dei Ss. Gervasio e Protasio Mm. in Campagnola Emilia, Santa Maria Assunta in Fabbrico e San Giacomo M. in Cognento
Già Parroco di Reggiolo e Villanova

9. DON ANGELO GUIDETTI
Parroco dell’erigenda Unità Pastorale di Baiso
comprendente le parrocchie di San Lorenzo M. in Baiso, Ss. Ippolito e Cassiano Mm. in San Cassiano, San Giorgio M. in Levizzano, Santa Maria Assunta in Debbia
e Collaboratore pastorale di Cerredolo di Toano
Già Parroco di Gavassa e Massenzatico

10. DON CARLO TAGLINI
Parroco dell’erigenda Unità Pastorale di Sant’Antonino
comprendente le parrocchie di Sant’Antonino M. in Sant’Antonino, SS. Salvatore in Villalunga e Sant’Apollinare V. in Cadiroggio.
Già Parroco di Sant’Antonino

11. DON FRANCESCO AVANZI
Parroco “in solidum” Moderatore
dell’Unità Pastorale di Reggiolo-Villanova
comprendente le parrocchie di Santa Maria Assunta in Reggiolo e della SS. Annunziata in Villanova
e dell’Unità Pastorale “Beata Vergine dello Spino”
comprendente le parrocchie di San Rocco C. in Villarotta, Santa Maria Annunciata in Brugneto e San Girolamo in Guastalla
Già Vicario parrocchiale di Reggiolo e Villanova

DON GUERRINO FRANZONI
Parroco “in solidum”
dell’Unità Pastorale di Reggiolo-Villanova
comprendente le parrocchie di Santa Maria Assunta in Reggiolo e della SS. Annunziata in Villanova
e dell’Unità Pastorale “Beata Vergine dello Spino”
comprendente le parrocchie di San Rocco C. in Villarotta, Santa Maria Annunciata in Brugneto e San Girolamo in Guastalla
Già Parroco di Rubiera

12. MONS. DANIELE GIANOTTI
Parroco dell’Unità pastorale di Bagnolo
comprendente le parrocchie di San Francesco di Paola in Bagnolo, della Immacolata Concezione in Pieve Rossa, di San Tommaso e San Michele della Fossa
Già collaboratore pastorale dell’Unità pastorale di Bagnolo

13. DON BOGDAN (MARCO) ROSTKOWSKI
Parroco dell’Unità pastorale di San Polo D’Enza
comprendente le parrocchie dei Ss. Pietro e Paolo Ap. in San Polo D’Enza, Santa Maria in Grassano e del Cuore Immacolato di Maria in Casale
e Moderatore della erigenda Unità Pastorale di San Polo – Ciano
Già Parroco a Cerredolo di Toano, San Cassiano, Levizzano e Debbia

14. DON BOGUMIL KRANKOWSKI
Parroco dell’Unità pastorale di Viano
comprendente le parrocchie del San Salvatore in Viano, di San Giovanni Battista in San Giovanni di Querciola, Santa Maria Assunta in Castello di Querciola, San Pietro Ap. in San Pietro Querciola, San Giovanni Battista in Rondinara, Ss. Quirico e Giulitta in San Romano e Santa Maria Assunta in Visignolo.
Già parroco dell‘Unità Pastorale di Bagnolo

15. DON DECIMO (NILDO) ROSSI
Parroco delle Parrocchie di San Giovanni Battista in Leguigno e San Giuseppe O. in Migliara, da ora appartenenti all’ Unità Pastorale di Casina

16. DON DANIELE CASINI
Parroco delle parrocchie di san Giovanni E. in Santo Stefano e San Zenone V. e M. , da ora appartenenti all’Unità Pastorale della Cattedrale

17. DON CARLO FANTINI
Parroco delle parrocchie di San Bernardino e di San Giuseppe alla Bernolda, da ora appartenenti all’Unità Pastorale di Novellara
e Rettore del Santuario della B.V. della Fossetta in Novellara

DON GIOVANNI ROSSI, Già Parroco di San Giorgio, Sant’Antonio e San Giovanni N. Neumann in Sassuolo, viene nominato Moderatore della Pastorale di tutte le comunità della citta di Sassuolo

DON UMBERTO IOTTI, Già Parroco di Baiso, viene nominato Rettore del Seminario di Marola e Collaboratore pastorale dell’Unità pastorale di Casina

 

Amministratori Parrocchiali:

18. DON FRANCESCO SACCANI
Amministratore parrocchiale della Parrocchia della Natività di M.V. a Madonna di Sotto in Sassuolo
Rimane parroco della parrocchia di Braida

19. DON LUIGI GIANSOLDATI
Amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Lorenzo M. in Cerredolo di Toano.
Inoltre sarà collaboratore pastorale della erigenda Unità pastorale di Baiso
comprendente le parrocchie di San Lorenzo M. in Baiso, Ss. Ippolito e Cassiano Mm. in San Cassiano, San Giorgio M. in Levizzano, Santa Maria Assunta in Debbia.
Già Parroco a Rivalta.

20. PADRE RAUL MAMBO*
Amministratore parrocchiale dell’Unità pastorale di Prignano sulla Secchia
comprendente le parrocchie di San Lorenzo M. e San Michele A. in Prignano s/S, San Tommaso A. in Saltino, Santa Maria Assunta in Castelvecchio.
*Fondatore della Comunità Sacerdotale “Regina Pacis”

 

Vicari Parrocchiali:

DON PAOLO TONDELLI
Vicario Parrocchiale dell’erigenda Unità Pastorale detta di “Baragalla-Rivalta” in Città (vedi n.1)
Già vicario parrocchiale dell’Unità pastorale di Novellara

DON CARLO PAGLIARI
Vicario Parrocchiale dell’erigenda Unità Pastorale del centro di Correggio (vedi n.5)
Già vicario parrocchiale dell’Unità pastorale di San Quirino-San Prospero

DON STEFANO MANFREDINI
Vicario Parrocchiale dell’erigenda Unità Pastorale di Rubiera (vedi n.6)
Già vicario parrocchiale della parrocchia di Rubiera

DON GIUSEPPE IOTTI
Vicario Parrocchiale dell’Unità Pastorale di Albinea
Già aiutante festivo

DON ARMIN ESHAGHPOOR
Vicario Parrocchiale dell’Unità Pastorale di Novellara
Sacerdote Novello

DON MATTEO GALAVERNI
Vicario Parrocchiale dell’Unità Pastorale di Castelnovo ne’ Monti
Sacerdote Novello

DON ARMANDO CARAMASCHI
Vicario Parrocchiale di Montecchio
Sacerdote Novello

 

Collaboratori Pastorali:

DON ANTONIO ROMANO
Collaboratore pastorale della erigenda Unità Pastorale detta di “Baragalla-Rivalta” in città (vedi n.1)
Già Vicario Parrocchiale di Cadiroggio-Villalunga

DON RICCARDO CAMELLINI
Collaboratore pastorale della erigenda Unità Pastorale detta di “Regina Pacis” in città (vedi n.2)
Già Parroco di Regina Pacis

DON ENNIO MUNARI
Collaboratore pastorale della erigenda Unità Pastorale detta di “Regina Pacis” in città (vedi n.2)
Già Parroco di Roncina

DON EUGENIO MORLINI
Collaboratore pastorale della erigenda Unità Pastorale detta di “Regina Pacis” in città (vedi n.2)
Già Parroco di San Bartolomeo e Amministratore Parrocchiale di Codemondo

DON FRANCESCO ALBERI
Collaboratore pastorale della erigenda Unità Pastorale di Gavassa – Massenzatico – Santa Croce – San Paolo in città (vedi n.3)
Già Parroco di San Faustino, Sant’Agata e Fontana di Rubiera

DON GIORDANO GOCCINI
Collaboratore pastorale, per la pastorale giovanile, della erigenda Unità Pastorale “B. Oscar Romero” (vedi n.4)
Conserva l’ufficio di Direttore del Servizio diocesano di Pastorale giovanile

DON REMIGIO RUGGERINI
Collaboratore pastorale della erigenda Unità Pastorale “B. Oscar Romero” (vedi n.4)
Già Parroco di San Prospero Strinati

MONS. CARLO PASOTTI
Collaboratore pastorale della erigenda Unità Pastorale “B. Oscar Romero” (vedi n.4)
Già Amministratore parrocchiale di Mancasale

MONS. GIANCARLO GOZZI
Collaboratore pastorale dell’erigenda Unità Pastorale del centro di Correggio (vedi n.5)
Già Parroco di San Quirino e San Prospero in Correggio

DON WALTER RINALDI
Collaboratore pastorale dell’erigenda Unità Pastorale del centro di Correggio (vedi n.5)
Già Parroco di Fatima e Amministratore parrocchiale di San Biagio in Correggio

DON FRANCO GALLINGANI
Collaboratore pastorale dell’erigenda Unità Pastorale del centro di Correggio (vedi n.5)
Già Parroco di Fazzano-San Pietro in Correggio

DON ERMES MACCHIONI
Collaboratore pastorale della erigenda Unità Pastorale di Rubiera (vedi n.6)
Già Parroco di San Michele dè Mucchietti e Pigneto

DON GIANFRANCO PANARI
Aiuto festivo della erigenda Unità Pastorale di Rubiera (vedi n.6)
Già aiuto festivo a Rubiera

DON ROMANO MESSORI
Collaboratore pastorale dell’erigenda Unità Pastorale di Sassuolo Sud (vedi n.7)
Già Collaboratore pastorale di Pontenuovo

DON GIANCARLO BERTOLINI
Collaboratore pastorale dell’erigenda Unità Pastorale di Sassuolo Sud (vedi n.7)
Già Parroco di Prignano s/S, Castelvecchio e Saltino

DON SANDRO PULIANI (RH)
Collaboratore pastorale dell’erigenda Unità Pastorale di Sassuolo Sud (vedi n.7)
Già Parroco di Cadiroggio e Villalunga

DON NINO GHISI
Collaboratore pastorale dell’ erigenda Unità Pastorale di Campagnola-Fabbrico (vedi n.8)
Già Amministratore parrocchiale di Fabbrico, Rettore della B.V. della Fossetta e Parroco di San Bernardino e San Giuseppe alla Bernolda

DON TULLIO MENOZZI
Collaboratore pastorale dell’erigenda Unità Pastorale di Sant’Antonino (vedi n. 10)
Già collaboratore pastorale dell’Unità pastorale di Sassuolo Centro

DON MARIO PINI
Collaboratore pastorale delle Unità Pastorali “B.V. dello Spino” e Reggiolo-Villanova (vedi n. 11)
Già amministratore parrocchiale di Brugneto e Villarotta

MONS. PELLEGRINO TOGNONI
Collaboratore pastorale dell’Unità Pastorale di San Polo d’Enza (vedi n.13)
e Amministratore parrocchiale di Vedriano, Borzano d’ Enza e Compiano
Già Parroco di San Polo d’Enza, Casale e Grassano

DON FRANCO ROSSI
Collaboratore pastorale delle Parrocchie del territorio di Ciano d’Enza
Già collaboratore pastorale di San Polo d’Enza, Casale e Grassano

DON FRANCO MESSORI
Collaboratore pastorale dell’Unità pastorale di Viano (vedi n. 14)
Già Parroco dell’Unità pastorale di Viano

DON ROBERTO GARSI
Collaboratore pastorale dell’Unità pastorale di Vezzano
Già Collaboratore pastorale dell’Unità pastorale di Viano

DON FABRIZIO CROTTI
Collaboratore pastorale dell’Unità pastorale della Cattedrale (vedi n. 16)
Già Parroco di Santo Stefano in città

DON CARLO LAMECCHI
Collaboratore pastorale di Madonna di Sotto e Braida in Sassuolo (vedi n.18)
Già Parroco di Rometta in Sassuolo

DON GIOVANNI AGUZZOLI
Collaboratore pastorale dell’Unità pastorale detta “Pieve di Scandiano”
Già Collaboratore pastorale nell’Unità Pastorale di Poviglio

PADRE WALTER GHERRI
Collaboratore pastorale dell’Unità pastorale delle parrocchie di Gattatico
Già Collaboratore pastorale nell’Unità Pastorale di Poviglio

laliberta.info

Venerdì 17 aprile alle 18.30 presso la Libreria All’Arco avviene la presentazione del nuovo libro del vescovo Camisasca dal titolo “I misteri di Maria”

Venerdì 17 aprile alle 18.30 presso la Libreria All’Arco avviene la presentazione del nuovo libro del vescovo Camisasca dal titolo “I misteri di Maria”. Intervengono suor Rachele Paiusco, Superiora Generale Missionarie di San Carlo Borromeo, Suor Chiara Francesca della Piccola Famiglia dell’Annunziata, Nilde Marchesini coordinatrice del progetto “Maria di Magdala”.

Modera l’incontro Edoardo Tincani direttore del settimanale diocesano “La Libertà” alla presenza dell’autore, monsignor Massimo Camisasca.

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Il patriottismo cattolico… Lectio magistralis del vescovo Massimo Camisasca in occasione della festa nazionale del Tricolore

Municipio di Reggio Emilia – Sala del Tricolore, 7 gennaio 2015

Cari amici,

il mio saluto va a tutti voi, alle autorità qui presenti e in particolare a Otello Montanari, presidente dell’associazione nazionale Comitato Primo Tricolore, che ha avuto la gentilezza di invitarmi.

Nella mia breve lectio magistralis voglio parlarvi delle ragioni del patriottismo dei cattolici nel nostro Paese, nei tempi in cui si combatteva per l’unità d’Italia e poi agli inizi del ‘900 quando una guerra terribile, di cui ricordiamo quest’anno il 100º anniversario dell’inizio, insanguinò un numero enorme di famiglie della nostra nazione.

Quali radici aveva il patriottismo cattolico e che cosa proponeva per l’unità del Paese? Ma soprattutto, quale rapporto fra patriottismo e quell’universalismo che il vangelo predicava?

La mia breve rievocazione storica inizia con gli scritti di due giovani che sarebbero diventati papi. Il primo scritto del quattordicenne Giovan Battista Montini comparve sulla rivistina del collegio Cesare Arici di Brescia: correva l’anno 1911.  Era dedicato alla patria: «Che cosa farò io per la Patria? Com’è dolce il nome di patria all’orecchio di chi l’ama! E io amo l’Italia, l’amo più d’ogni altra cosa al mondo; più della stessa mia vita! Più della stessa mia vita, ripeto, perché se un giorno essa, circondata dalle insidie d’un nemico, chiamasse i suoi figli, per difenderla, io correrei tosto sotto il suo nobile vessillo, per aiutarla, per salvarla, per renderla temuta, per farla trionfare, a costo anche d’ogni sacrificio, d’ogni fatica e travaglio e della stessa mia vita».

tricolore

Dodici anni dopo (nel settembre del 1923), già sacerdote, pubblicava sul settimanale giovanile bresciano  «La Fionda» un altro articolo emblematicamente intitolato Osservazioni elementari sul patriottismo: il giovane prete sosteneva la «necessità morale del patriottismo», mettendo però in guardia da un distorto abuso di questo spontaneo e lodevole sentimento, e dal rischio – particolarmente evidente in quel delicato frangente storico, mentre andava consolidandosi il governo di Mussolini – di concepire la patria «come l’unica patria del mondo».  Il patriota cattolico, orientato dal supremo comandamento evangelico della carità, «amando la patria» – proseguiva Montini – non rinunciava «ad amare l’umanità intera e ad abbracciarla in un sentimento fraterno di unione e solidarietà».

Alcuni anni prima, nelle tragiche giornate di Caporetto, il cappellano militare Angelo Giuseppe Roncalli scriveva al fratello Saverio: «Ora che il nemico è in casa bisogna cacciarlo ad ogni costo, sennò sarebbe peggio per noi. Ognuno a casa sua. Tutti abbiamo i nostri torti,  ma oggi il nostro dovere è di fare ogni sacrificio perché il Tedesco vada fuori, fuori d’Italia»; e al fratello Giuseppe, il successivo 5 dicembre: «Molti soldati purtroppo a sentir parlare di patria scrollano le spalle, ridono, oppure bestemmiano e maledicono. Noi no. Noi facciamo il nostro dovere guardando in alto. Gli uomini che ci hanno governato e ci governano non meritano i nostri sacrifici, ma la patria oggi in pericolo li merita tutti: gli uomini passano e la patria resta. Nel sacrificarci per la patria noi sappiamo di sacrificarci per Iddio, e per i nostri fratelli: e quando tu tornerai – presto, come spero – vedrai che nulla, proprio nulla si è perduto di ciò che tu hai sofferto».

Gli esempi si potrebbero moltiplicare, ma credo che questi siano già estremamente significativi dell’esistenza – negli ultimi due secoli – di una linea di «patriottismo cattolico». Il “discorso nazionale” – in Italia come altrove – è stato tutt’altro che monolitico: nel senso che le diverse componenti politiche, culturali e spirituali lo hanno declinato con peculiarità e sensibilità diverse: insomma hanno avuto una loro idea di Italia. Voglio perciò indicare, sommariamente, le caratteristiche di quella prevalente in ambito cattolico.

Innanzitutto la sottolineatura del cammino secolare della civiltà italiana: l’Italia esisteva già, come civiltà con sue peculiarità inconfondibili, ben prima che diventasse un problema politico da risolvere.  Essa era qualcosa di nuovo rispetto all’Italia romana: anzi il patriottismo cattolico avvertì più simpatia (una simpatia “virgiliana”) per i popoli italici che Roma aveva vinti e assimilati, che per Roma stessa. Ad esso fu quasi del tutto estraneo perciò il culto della romanità, che permeò il giacobinismo e poi il mazzinianesimo risorgimentale. La civiltà italiana, per i patrioti cattolici, era nata con la precoce cristianizzazione della penisola, la formazione della sua lingua e della sua arte. Le reminiscenze storiche di cui si sostanziava questo discorso nazionale (che si disse guelfo) non erano classiche, ma prevalentemente medievali: nello sfondo c’erano gli uomini dei liberi comuni, che si appoggiavano al papato contro l’impero, ma c’era anche Dante, «ghibellino», che tuttavia aveva investito il papato di un’altissima missione, universale e italiana insieme.

Si cercava di dimostrare che la civiltà italiana era cresciuta su d’un ceppo cattolico e che da esso era inseparabile. Alcuni (come Gioberti) arrivarono a dire che  la vera gloria d’Italia era quella di essere la sede del Pontefice, vero e proprio privilegio che assicurava alla penisola un prestigio internazionale, quale nessuna nuova compagine statale avrebbe saputo conferirle. In questa prospettiva il papato era concepito come un’istituzione, certamente universale, ma anche intimamente «italiana» (come dimostrava l’italianità dei papi degli ultimi secoli e delle più alte gerarchie ecclesiastiche), l’unica adatta a produrre una unificazione, almeno ideale, del popolo italiano, la cui vocazione «cattolica» era un dato indiscutibile e ineliminabile. Non era possibile (né auspicabile), in Italia, un qualsiasi progresso, se il nuovo non veniva conciliato con la tradizione cattolica.

Questa visione della storia d’Italia differiva grandemente da quella poi divenuta egemone grazie soprattutto alla Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis (1871) ].

L’Italia medievale veniva considerata come una civiltà pienamente sviluppata, le cui propaggini si prolungavano nell’Umanesimo e nel Rinascimento, di cui si sottolineava lo sfondo cristiano, piuttosto che quello laico o terreno. La Controriforma era vista prevalentemente come una Riforma cattolica, non come trionfo dell’assolutismo chiesastico e del gesuitismo: quindi si negava che ne fosse derivata la decadenza della penisola. Infine si affermava che gli antichi Stati italiani nel Settecento si stavano già trasformando in senso moderno quando i francesi li avevano invasi: per cui le idee della Rivoluzione – piuttosto che dare un contributo decisivo alla modernizzazione dell’Italia, ne avevano interrotto lo sviluppo autonomo.

Il problema nazionale italiano doveva essere risolto, sempre per i patrioti cattolici dell’ Ottocento, in coerenza a questa storia: coniugando l’anima naturaliter christiana della nazione italiana con le sue future istituzioni. Per questo il grande pensiero neo-guelfo degli anni Quaranta dell’Ottocento sostenne una soluzione di tipo confederale: che evitasse guerre e rivoluzioni (gli Stati nazionali ottocenteschi sono stati costruiti  – non dobbiamo dimenticarlo – con guerre, spesso insolitamente sanguinose) e garantisse la sopravvivenza del potere temporale dei Papi.

In questa istanza “confederale” non c’era – però – solo una motivazione tattica, ma una profonda (e direi valida) percezione della realtà italiana. Codesto patriottismo cristiano ebbe spesso una concezione policentrica dell’identità italiana  in base a una lettura di lunga durata della storia d’Italia, in cui prevaleva la pluralità delle culture e degli ambiti storico-geografici e i momenti unitari erano sempre stati tendenzialmente dispotici: da quello romano che aveva soffocato gli antichi popoli italici, ai tentativi del Barbarossa e di Federico II, come venivano letti dai neo-guelfi, che ovviamente parteggiavano per i liberi comuni. E unitario era stato il giacobinismo, anche nelle sue componenti italiane, il quale aveva il mito dell’uniformità (dell’uguaglianza, come la chiamava) da imporsi con la violenza.

Per  cui, anche dopo l’unità, fu tipico di molti ambienti cattolici non ostili pregiudizialmente alla nuova realtà, ma critici del centralismo monarchico che si stava realizzando, la richiesta di autonomie e l’esigenza che l’unificazione legislativa avvenisse gradualmente e nel rispetto delle tradizioni locali, spesso secolari. Questo tema delle autonomie sarà poi tipico del cattolicesimo politico organizzato, soprattutto nel Partito popolare, che fu forse la prima forza politica italiana a elaborare una organica politica delle autonomie.

Camisasca

Infine, l’altra caratteristica del patriottismo cristiano (lo abbiamo visto nel Montini del 1923) è la ricerca di un non facile equilibrio fra nazionalità e universalismo: i problemi di una drammatica divaricazione sono avvertiti con lucidità già nella prima metà dell’Ottocento, non a caso da una serie di patrioti cristiani, che individuano precocemente i rischi di un nazionalismo esclusivo e compongono l’idea di nazione in un quadro meno angusto.  L’amor di patria – scrive  Niccolò Tommaseo  nel 1835 – spesso si presenta come figura retorica; rischia di mutarsi in odio superbo e in villano orgoglio, da cui scaturiscono debolezza e intolleranza; alimenta un culto teatrale per la grandezza e un disprezzo per quelle virtù quotidiane in cui consiste la libertà.

Anche Alessandro Manzoni rifiuta la tesi che il destino delle nazioni sia necessariamente antagonistico e che esse «non possano essere prospere che a spese l’una dell’altra». Sembra un assioma indiscutibile, scrive, e invece non è che «un supposto». Chi ha dimostrato che la collaborazione internazionale sia una via impraticabile?  Che, se si indeboliscono gli odî, «non diminuiscano le aggressioni cagioni di odj, e se le nazioni non possano godere maggior prosperità quanto meno avranno dissensioni fra di loro, e se questa opinione non possa, a poco a poco, colla esperienza e col ragionamento acquistar fede presso alle nazioni in modo di togliere una gran parte delle dissensioni»?

Lo «spirito cosmopolita, cioè cristiano» da cui è dettato il ragionamento manzoniano è esplicito: «bisogna sentire e ripetere che la somiglianza che ci dà l’essere d’uomo, è ben più forte che la diversità di nazione, che il Vangelo ci ha fatto conoscere che abbiamo un cuore grande abbastanza per amar tutti gli uomini, che gli sforzi di una nazione contro l’altra quando non sieno necessarj sono sempre piccioli, perché fondati sulle passioni, e non sulla ragione e sulla verità; sono inutili, perché non ottengono stabilmente nemmeno il fine che si propongono quegli che gli fanno; sono impolitici, perché producono spesso all’istante, e sempre nell’avvenire l’indebolimento e il pervertimento dei popoli»[1].

Analogamente Silvio Pellico: dopo il ritorno dallo Spielberg, il nuovo orizzonte cristiano del suo pensiero lo spinge a mantenere un delicato equilibrio fra patria e umanità, fra spirito nazionale e tendenze universalistiche. L’elemento unificante delle nazioni non sono gli «odî nazionali» predicati da Alfieri, piuttosto la spontanea e «particolare simpatia», che interviene fra uomini che hanno in comune esperienze storiche, lingua e cultura, e che proprio per questo possono partecipare emotivamente ai sentimenti degli altri e farsene influenzare. Ma la «simpatia» è un sentimento aggregante, non escludente, non pone limiti alla sua espansione, e Pellico ne considera positivamente i diversi stadi. Ammette e considera «sentimento nobile» il patriottismo regionale, troppo spesso allora e poi confuso con il «municipalismo», e anche un «patriottismo europeo». Questi tre tipi di patriottismo (regionale, nazionale, europeo) si pongono in una prospettiva di progressiva apertura e le loro esigenze devono armonizzarsi nella coscienza di ogni uomo[2].

Manzoni, Pellico e Tommaseo, cercavano di armonizzare patriottismo e universalismo cristiano: con questo avvertivano un rischio (l’assolutizzazione del patriottismo a valore esclusivo) e ne prevedevano i frutti politici e culturali. Il compito di Manzoni, Pellico e Tommaseo, di Roncalli e Montini, è ancora il nostro compito di oggi: trovare le strade per una Europa che affermi il contributo di tutti senza il prevalere di una nazione sull’altra, che indichi le direttrici per una feconda coniugazione delle diverse storie che hanno fatto grande l’Europa senza la marginalizzazione degli ideali e la loro riduzione a valori privati, nella riscoperta di una convivenza nuova che non sia la pura tolleranza o indifferenza o sopraffazione.

Sarà capace l’Italia dopo la crisi delle forme di integrazione, proposta soprattutto da Francia e Inghilterra, di avanzare una sua originale forma di convivenza?

Massimo Camisasca

[1] A. Manzoni, Degli odj nazionali, in Sulla morale cattolica-Seconda parte [1819-1820], in Id., Opere morali e filosofiche, a cura di A. Chiari e F. Ghisalberti, Milano 1963, pp. 538-541 (Tutte le opere di Alessandro Manzoni, III).  Questa parte fu pubblicata postuma da Ruggiero Bonghi nel 1887:

[2] Le osservazioni di Pellico sul problema della nazione sono in S. Pellico, Dei doveri degli uomini(1834), in Id., Opere scelte, a cura di C. Curto, Torino 19784, pp. 621-693, specie 641-645 (capitoli VIII e IX):   ( 704.)

laliberta.info

A Roma dal Papa con il beato Rolando: l’invito del Vescovo Mons. Camisasca ai parroci

Rolando Rivi

Carissimo,

                 ti ricordo che nei giorni martedì 9 e mercoledì 10 settembre si svolgerà il pellegrinaggio a Roma “Con Rolando da Papa Francesco”. L’iniziativa è promossa dalla nostra Diocesi, insieme alla Diocesi di Modena-Nonantola e al Comitato Amici di Rolando Rivi, come gesto di affetto filiale per ringraziare il Santo Padre che ha riconosciuto il martirio e voluto la Beatificazione del nostro seminarista Rolando Rivi, testimone ardente della carità.

Al Santo Padre, al termine dell’Udienza Generale di mercoledì 10 settembre cui parteciperemo, porteremo in dono un reliquiario con una preziosa reliquia del Beato Rolando Rivi Martire che, anche nella prova più dura, mai ha rinunciato al proprio legame con Gesù. “Né morte, né vita (…) potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,38-39). Partecipare al pellegrinaggio è un’occasione privilegiata, per tutti e in particolare per i giovani, di incontro con Papa Francesco che con semplicità e forza straordinarie parla al cuore di ogni uomo, guidando all’essenza dell’esperienza cristiana. Anche io sarò presente e presiederò, mercoledì 10 settembre alle ore 15,30 la Santa Messa di ringraziamento che concluderà il pellegrinaggio, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.

Ogni parrocchia può organizzare in modo autonomo il viaggio a Roma, oppure aderire alla proposta formulata dall’Ufficio Pellegrinaggio della diocesi di Modena (che prevede viaggio in pullman Gran Turismo, cena, pernottamento in hotel e colazione). In ogni caso si dovrà comunicare il numero dei partecipanti all’Ufficio Pellegrinaggi di Modena (pellegrinaggi@modena.chiesacattolica.it – tel: 0592133863) per predisporre i pass necessari all’accesso all’area riservata ai pellegrini in Piazza San Pietro durante l’Udienza Generale di mercoledì 10 settembre. Sul sito della Diocesi si possono consultare tutti i particolari dell’iniziativa. La distribuzione dei pass avverrà al termine della Santa Messa di apertura del pellegrinaggio, martedì 9 settembre, alle ore 16, a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

Puoi contattare per ogni ulteriore informazione Fabiana Guerra o.v. (fabilg@alice.it tel. 328.2682138).

 Il tuo Vescovo, Massimo – Reggio Emilia, 26 luglio 2014