Wizz Air lancia una nuova rotta tra Trieste e Tirana

La compagnia aerea Wizz Air ha annunciato una nuova rotta tra Trieste e la capitale dell’Albania, Tirana, a partire dal 3 luglio 2023, e i cui biglietti sono già disponibili (sito Wizz Air e app WIZZ), a partire da 24,99 euro. Il volo sarà operato due volte a settimana, lunedì e venerdì, effettuati con un Airbus A321neo, tra i più sostenibili aeromobili, da 239 posti.

Trieste diventa così la 27/a destinazione di Wizz Air in Italia, mercato sul quale si rafforza. La compagnia offre anche un servizio WIZZ Flex che garantisce possibilità di cancellare o cambiare volo fino a 3 ore prima.

Evelin Jeckel, Acting Network Officer di Wizz Air, ha precisato che la tratta è indicata per “scoprire una città dalle mille identità e godere del crogiolo di cultura, arte e architettura, nonché una nuova alternativa di viaggio per visitare amici e familiari all’estero”.

Marco Consalvo, a.d. dell’aeroporto di Trieste ha sottolineato che “Wizz Air è una delle maggiori low cost europee e la prima sui mercati dell’est Europa” e che “non ha mai operato nel nostro scalo. Il nuovo collegamento con Tirana è l’avvio di una importante partnership di lungo periodo”. La comunità albanese presente in regione è la seconda per numero di residenti. (ANSA).

La ricerca. L’Italia in “surplace”: urgente liberare le energie generative nascoste

Presentato ieri il primo rapporto “Italia Generativa” curato dal centro della Cattolica, diretto da Mauro Magatti, con il sostegno di Fondazione Unipolis. La priorità è investire sul futuro
L'Italia in "surplace": urgente liberare le energie generative nascoste

Liberare le enormi potenzialità del Paese – bloccato in un immobilismo spesso condito dalla sfiducia – e rimettere le energie in movimento verso cinque direttrici. «Investire il futuro, prima le persone, contro la disuguaglianza demotivante, l’ecosistema della singolarità, la nuova cornice del bene comune della sostenibilità»: eccoli i cinque punti per liberare generatività indicati nel primo rapporto Italia Generativa, curato dal Centre for the Anthropology of Religion and Generative Studies dell’Università Cattolica con il sostegno di Fondazione Unipolis, e promosso da Associazione Comm.on, Generatività.it e Alleanza per la Generatività Sociale, presentato ieri al Senato. L’esame del contesto italiano, con il suo dinamismo sociale ed economico, e la comparazione con i Paesi europei conferma – questo l’obiettivo del rapporto – che ci sono aree di opportunità che vanno colte, anche cercando di capire come superare il blocco dello sviluppo all’interno della società italiana. Come? Lungo le direttrici relazionali di intergenerazionalità, complessità e contribuzione, i cui esiti sono già evidenziati nel titolo scelto: Italia in surplace. Dalla dispersione intergenerazionale all’ecosistema generativo.

L’immagine che emerge è quella di un Paese che ha competenze e capacità, ma concentrato nel rimanere in equilibrio sul posto, piuttosto che nel lanciarsi verso il futuro che lo attende, vanificando così la propria forza, in cui gran parte delle energie – pubbliche e private – sono impegnate nel tentativo di conservare la posizione, più che a costruire un domani migliore, soprattutto per i giovani. Da qui la necessità di fare uno scatto in avanti, concentrandosi sulle «vere priorità». Che, per i curatori del rapporto, partono innanzitutto dalla necessità di “investire il futuro”, cioè di tornare ad «ricoprire di valore» il domani – spiega il sociologo della Cattolica Mauro Magatti – che invita a «rimettere al centro delle logiche il tema del futuro», investendo sul livello di fiducia e impostando un modello di sviluppo orientato alla sostenibilità e digitalizzazione. La seconda mossa è quella di focalizzarsi sulle persone, che vuol dire lavorare sul calo demografico, ritardi educativi, gestione non positiva del fenomeno delle migrazioni. «Lo sviluppo sostenibile è possibile infatti – continua Magatti – solo partendo dalle persone, senza retorica però. Altrimenti non c’è futuro». Terza via sono le diseguaglianze che «generano frustrazione e rabbia», nonostante l’ingente investimento in spesa sociale del Paese. Alla logica dell’assistenza, perciò, nel welfare va sostituita la capacità generativa. Quarto punto è l’ecosistema della singolarità, ovvero riconoscere le peculiarità del nostro sistema produttivo, «correggendo i difetti e sostenendo i pregi». Quinto punto, non per importanza, il bene comune della sostenibilità. «Questo tema può essere – dice alla fine il sociologo – la leva per ridefinire il bene comune e aprire un nuovo ciclo in cui non basta cogliere le opportunità, ma serve crearne nuove, orientate allo sviluppo integrale».
La novità del metodo viene sottolineata dal presidente di Fondazione Unipolis, Pierluigi Stefanini, per cui «proprio l’approccio trasformativo è essenziale, altrimenti come Paese non ce la facciamo». In questo investimento sul futuro, così il Pnrr diventa «occasione irripetibile – continua – se sappiamo dare una risposta integrata ai problemi, dentro una cornice di sviluppo sostenibile». Tuttavia se davanti si ha una strada breve, spiega il presidente Istat Gian Carlo Blangiardo, «si vive alla giornata perché se non c’è una prospettiva di ritorno non si investe. Ci stiamo giocando il futuro, se non invertiamo il trend demografico».Se però si mobilitano le energie, come suggerisce il rapporto – aggiunge il presidente del Cnel Tiziano Treu – occorre «orientarle con politiche ordinate, suggerimenti pratici e indicazioni precise. Soprattutto adesso che abbiamo una strada tracciata come quella del Pnrr». Riprende la metafora del ciclista in surplace usata nel rapporto il presidente di Ifel Alessandro Canelli, «ma il ciclista è in crisi psicologica. Investire però energie e fiducia per riguardare insieme i nostri territori può essere il modo per favorire una maggiore coesione.
avvenire.it

Il virus. Ecco perché l’ondata di Covid cinese non spaventa l’Europa

Fallita la politica degli zero contagi, Pechino ha liberato la circolazione del virus con una popolazione uscita da ripetuti lockdown e poco immunizzata

Passeggeri in arrivo all'aeroporto di Pechino l'8 gennaio 2023

Dietrofront della Cina a tre anni dall’epidemia di Covid che mise in ginocchio il Paese. Fallita la politica degli “zero contagi”, portata avanti con ripetuti lockdown che hanno più volte isolato città da milioni di abitanti, Pechino si misura con il virus a viso aperto. Esigenze economiche e sociali, nonché l’ingestibilità di uno stato d’emergenza permanente, hanno portato alla determinazione di provare a convivere con il virus: che circoli, dunque, e che tutto riapra. Un cambio di rotta drastico che, in un Paese che aveva puntato più sull’isolamento che sulle vaccinazioni di massa, ha comportato la rapida circolazione del virus e un’accelerazione dei contagi mai vista prima. Ecco spiegato perché il gigante asiatico affronta oggi la peggiore ondata di Covid.

Le stesse motivazioni dovrebbero tranquillizzare quei Paesi, come l’Italia, dove il virus è circolato nel tempo e si è puntato da subito sulle vaccinazioni: le varianti si moltiplicano, ma da noi non esistono le premesse, affermano gli esperti, perché si ripeta l’ondata cinese. Naturalmente la prudenza è d’obbligo e diversi Paesi europei sconsigliano i viaggi in Cina e hanno introdotto (Germania, Belgio, Svezia e Grecia), come avviene in Italia, l’obbligo di tampone per i viaggiatori in arrivo dalla Cina.

Se l’Europa cerca di proteggersi, dunque, Pechino apre tutto e, dopo quasi tre anni, ha revocato le misure di quarantena per chi entra nel Paese e riaperto il confine con Hong Kong. La revoca è stata accolta con entusiasmo dai primi viaggiatori che sono sbarcati negli scali cinesi e giunge con la decisione di declassare la malattia, di cui le autorità non forniscono più quotidianamente i dati.

Il “liberi tutti” arriva a poche settimane dal Capodanno lunare, che quest’anno cade il 22 gennaio, e coincide con l’inizio del “chunyun”, il periodo di circa quaranta giorni durante il quale i cinesi si spostano per tornare nelle località di origine o per andare in vacanza. Nel primo Capodanno senza restrizioni sanitarie, dopo quello drammatico del 2020, sono previsti sui treni cinesi oltre due miliardi di passeggeri. Immaginabile un ulteriore aumento dei contagi.

Se le autorità sanitarie tacciono, limitandosi a comunicare una ventina di decessi per Covid, il gruppo britannico di dati sanitari Airfinity stima che dal primo dicembre in Cina ci siano state 35,6 milioni di infezioni e che i decessi per Covid siano stati 209mila. Sempre secondo le stime britanniche, l’ondata raggiungerà il picco il 13 gennaio, con 3,7 milioni di nuovi casi al giorno, mentre il picco dei decessi si verificherà dieci giorni dopo, attorno a quota 25mila al giorno. Invariata la stima di decessi entro fine di aprile: circa 1,7 milioni.

In Italia l’infettivologo Matteo Bassetti, dell’ospedale San Martino di Genova, fa i conti in questi termini: “Nella provincia di Henan in Cina è stato registrato il 90% della popolazione positiva al Covid: questo vuole dire quasi 90 milioni di persone contagiate. Se questo dato lo proiettiamo sull’intera popolazione cinese di 1 miliardo e mezzo di abitanti vuole dire avere quasi 1,3-1,4 miliardi di casi Covid. Fino ad oggi nel mondo abbiamo avuto 700mila casi quindi si potrebbe raddoppiare questa cifra in 1-2 mesi. E’ chiaro che questa situazione mi preoccupa, un virus che gira così velocemente in un periodo breve di tempo può portare dei rischi epidemiologici. Chissà se i negazionisti sanno fare i calcoli? Mentre li fanno, rimane valida la proposta di un biglietto di sola andata per la Cina” ha detto all’Adnkronos Salute. I casi mondiali raddoppierebbero, insomma, ma resterebbero sostanzialmente interni alla Cina. “Credo che la situazione italiana – aggiunge Bassetti – sia ampiamente tranquilla. Io credo che l’emergenza Covid da noi, se non arrivano fenomeni esterni, sia un problema risolto. Guardo i dati dei ricoveri, arriva solo qualche non vaccinato”.

“Per quanto riguarda la Cina, la politica del Covid zero ha fallito” conferma Giorgio Palù, presidente dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), intervenuto ieri a Mezz’Ora in Più su Rai3. In Cina “avendo avuto una specie di ‘cappa’ dovuta al lockdown continuo non hanno certo esercitato il loro sistema immunitario che oggi viene messo a sfida da una circolazione continua del virus. Quello che abbiamo nelle circa 600 sequenze depositate nelle banche dati, sono varianti o sottovarianti già circolate da noi, quindi il virus sta già trovando un optimum di coabitazione con l’ospite umano. Io dico che se non siamo già all’endemia, ci siamo molto vicini. Una pandemia nella storia umana non ha una durata infinita”. “Questa è una lezione” ha ribadito, ricordando che “la Cina non ci ha mai detto nulla sul virus. Ben tre delegazioni dell’Oms sono andare a Pechino e Shanghai e sono tornate senza risposte sull’origine del virus”. “Noi europei e italiani ci siamo sempre salvaguardati mettendo in primo piano la sicurezza dei nostri cittadini. La stretta dei vaccini è stata fondamentale, qualche ritardo lo abbiamo avuto su monoclonali e sugli antivirali ma poi si è supplito anche a quello”.

avvenire.it

Inflazione: +100 euro a famiglia solo per il pane e la pasta

 © ANSA

– L’Unione Nazionale Consumatori ha elaborato i dati Istat per calcolare l’inflazione media provvisoria del 2022 e le top ten dei rincari, sia dei prodotti alimentari che di quelli non alimentari: se in media una famiglia italiana nel 2022 ha speso 513 euro in più rispetto al 2021, guardando alle classi di spesa è la voce pane e cereali, che include pane, pasta, farina e riso, a vincere la classifica dei rincari, con una spesa aggiuntiva di 100 euro rispetto al 2021, a fronte di un’inflazione media del 10,9%.

In particolare sono il pane (fresco e confezionato) e la pasta (fresca, secca e preparati di pasta) a svuotare le tasche degli italiani, con una mazzata, rispettivamente, di 29 e 24 euro.

Al secondo posto i vegetali che, con l’inflazione maggiore di questa graduatoria, +11,8%, costano mediamente 92 euro in più a famiglia. Medaglia di bronzo per le carni, con una stangata pari a 87 euro (+7,2%). (ANSA).

Ultimi giorni dell’anticiclone africano, poi meteo invernale

Le previsioni meteo dopo l'Epifania © Ansa

Il ponte dell’Epifania si annuncia con il bel tempo, ma con il periodo di festa è alle ultime battute anche il bel tempo portato finora dall’anticiclone africano.

Nel fine settimana, infatti, sole e temperature al di sopra della media cominceranno a lasciare spazio a all’inverno.

Già da sabato 7 gennaio, rileva il sito iLMeteo.it, si prevedono le prime piogge in Lombardia, Piemonte orientale, Liguria ed Alta Toscana. La situazione è in via di peggioramento domenica, con l’arrivo di forti venti da Sud-Ovest, nevicate abbondanti sulle Alpi e piogge diffuse.
In particolare si prevedono piogge sin dal mattino sul Nord-Ovest, in Toscana, Umbria e Lazio. Nel pomeriggio di domenica, se la previsione venisse confermata al 100%, il maltempo è previsto in sensibile intensificazione con forti fenomeni tra Liguria, Alta Toscana, nord Lombardia e Triveneto.
Sulle Alpi sono previste nevicate oltre i 900 metri, mentre sugli Appennini le nevicate saranno inizialmente a quote superiori i 1.500 metri, in parziale calo da lunedì.
Nel dettaglio:

Sabato 7: a Nord prime piogge a Ovest, al Centro cielo a tratti nuvoloso, specie sulle regioni tirreniche, con piogge in arrivo, a Sud soleggiato;

Domenica 8: a Nord piogge in estensione da Ovest verso Est e neve oltre i 900 metri sulle Alpi, al Centro piogge sparse specie sulle regioni tirreniche, a Sud tempo in graduale peggioramento.

Russia Ucraina. Proseguono i tentativi diplomatici del presidente turco Erdogan

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AGI – “L”Italia non può fare da mediatore tra Russia e Ucraina perché appoggia il regime sanguinario di Kiev e prende una posizione aggressiva anti-russa”. Lo ha detto il ministero degli Esteri russo, secondo quanto riporta l’agenzia Ria Novosti.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan torna oggi a dialogare con il presidente russo Vladimir Putin e con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’ultimo atto, in ordine di tempo, di una mediazione che la Turchia ha cercato di imbastire ormai un anno fa, mantenendo una posizione sempre equilibrata tra i due Paesi in conflitto che, come anche nel recente passato, è passata attraverso telefonate a Putin e Zelensky nello stesso giorno, spesso a distanza di pochi minuti l’una dall’altra. “È un qualcosa che può fare solo la Turchia”, sono le parole con cui il consigliere capo di Erdogan, Ibrahim Kalin, ha rivelato delle telefonate di oggi. L’ultimo di una serie di ripetuti tentativi di Erdogan, il cui vero obiettivo è far sedere allo stesso tavolo i presidenti di Russia e Ucraina. Tentativi al momento tutti falliti.

“Continuiamo con un’intensa opera diplomatica nei confronti dei due Paesi – ha detto Kalin -. I nostri ministri della Difesa, degli Esteri e i nostri servizi di intelligence sono in costante contatto. Un’azione di questa ampiezza la possiamo mettere in campo solo noi”.

Già dall’inizio del conflitto Erdogan e il ministro degli Esteri Cavusoglu hanno subito messo in chiaro di avere un canale aperto sia con Kiev che con Mosca. Rispetto per gli impegni Nato, ma no alle sanzioni alla Russia. Difesa dell’integrità territoriale ucraina, ma nuovi accordi sul gas con Mosca. Ripetuti faccia a faccia tra Erdogan e Putin e droni da guerra inviati alla resistenza ucraina. Una linea diplomatica al limite dell’equilibrismo, che non ha portato al tanto sperato cessate il fuoco ma ha consentito alla Turchia di rimanere un attore in gioco per tutta la durata del conflitto e anche in questo inizio 2023, quando ci si avvicina al primo anniversario dell’invasione.

Israele invia a Lavrov i messaggi di Blinken
Ma non è solo Ankara a mediare. Un alto funzionario dipolmatico israeliano ha riferito al Times of Israel che, in una conversazione telefonica, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha chiesto al nuovo ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, di trasmettere messaggi alla Russia.

Cohen, aggiunge la testata israeliana, ha parlato con il suo omologo russo, Serghei Lavrov, martedì pomeriggio e ha trasmesso i messaggi in questione. Il funzionario israeliano non ha voluto rivelare quali fossero i messaggi americani.

“L’uso dei cellulari ha favorito l’attacco a Makiivka”
Si aggrava intanto il bilancio delle vittime dell’attacco ucraino di lunedì al centro di addestramento russo di Makiivka. I soldati uccisi, secondo il ministero della Difesa della Federazione Russa citato da Tass, sono 89.

Il ministero ha affermato che è stato l’uso dei telefoni cellulari da parte del personale operativo nel centro di addestramento nella citta dell’Ucraina orientale occupata dai russi a favorire l’attacco. “Il motivo principale di ciò che è accaduto a Makiivka – secondo il ministero – è stato l’uso dei telefoni da parte del personale alla portata delle armi del nemico”. Ci saranno indagini, e “i funzionari responsabili della tragedia di Makiivka saranno ritenuti responsabili”, aggiungono da Mosca.

Bombe su Nikopol
Il capo dell’amministrazione militare della regione di Dnipropetrovsk, Valentin Reznichenko, ha riferito da parte sua di attacchi notturni contro la città di Nikopol, che si trova sul fiume Dnepr non lontana da Zaporizhzhia. “I russi hanno colpito il centro della regione con l’artiglieria pesante e le bombe hanno colpito i quartieri residenziali di Nikopol”, ha affermato, “non si sono registrati feriti, ma danni a edifici, auto e linee elettriche e di diffusione del gas”.

Tornano le piogge al nord ma le temperature restano 4-6 gradi sopra la media

Tra oggi e domani qualche infiltrazione umida porterà deboli precipitazioni al nord Italia, in particolare tra Liguria, Emilia Romagna e Triveneto. Il tempo resterà però stabile fin dopo capodanno e nella prima settimana del 2023

previsioni tempo piogge nord caldo capodanno

agi

AGI – Dopo settimana di stabilità torna qualche pioggia. Tra oggi e domani infatti, qualche infiltrazione umida porterà deboli precipitazioni al nord Italia, in particolare tra Liguria, Emilia Romagna e Triveneto. In questo frangente saranno possibili sporadiche nevicate sull’arco Alpino ma a quote medio-alte.

Gli ultimi aggiornamenti del Centro Meteo Italiano confermano la rimonta di un promontorio anticiclonico tra San Silvestro e Capodanno, che porterà temperature anche dell’ordine di 4-6 gradi al di sopra delle medie stagionali. Nessuna particolare variazione anche in vista della prima settimana del 2023.

Previsioni meteo per oggi
Al nord: Al mattino nubi basse su coste e Pianure; isolate precipitazioni sulla Liguria di Levante. Al pomeriggio non sono previste variazioni di rilievo con ancora molte nuvole sulla Pianura Padana. In serata si rinnovano condizioni di tempo asciutto con cieli coperti; qualche piovasco nella notte tra Liguria ed Emilia Romagna.
Al centro: Al mattino tempo stabile ma con presenza di nuvolosità bassa specie sulle regioni Tirreniche. Al pomeriggio non sono previste variazioni di rilievo con tempo in prevalenza asciutto. In serata si rinnovano condizioni di tempo stabile con nubi sparse e schiarite.
Al sud e sulle isole: Al mattino tempo asciutto su tutti i settori con prevalenza di cieli sereni, locali addensamenti sulle coste. Al pomeriggio non sono previste variazioni di rilievo. In serata si rinnovano condizioni di tempo stabile con cieli sereni o poco nuvolosi. Temperature minime in calo al centro-sud, stabili o in rialzo al nord; massime stazionarie o in diminuzione al nord, senza particolari variazioni altrove.
Previsioni meteo per domani
Al nord: Al mattino pioviggini diffuse, con neve sulle Alpi dai 1400-1600 metri. Al pomeriggio non sono previste variazioni di rilievo. In serata ancora molte nuvole con residui fenomeni su Liguria e Alpi occidentali.
Al centro: Al mattino molta nuvolosità in transito su tutte le regioni con deboli piogge su quelle del versante tirrenico. Al pomeriggio non sono previste variazioni di rilievo. In serata residui fenomeni sulla Toscana, asciutto altrove ma con molte nuvole.
Al sud e sulle isole: Al mattino tempo asciutto su tutti i settori con cieli sereni o poco nuvolosi, maggiori addensamenti su Sardegna, Campania e Molise. Al pomeriggio non sono previste variazioni di rilievo. In serata si rinnovano condizioni di tempo stabile con cieli sereni o poco nuvolosi e locali addensamenti da nuvolosità bassa su Sardegna e settori tirrenici. Temperature minime e massime stabili o in rialzo su tutta la Penisola.  

Istat, gran ripresa turismo ’22 ma non a livelli pre-Covid

 © ANSA

– I primi nove mesi del 2022 segnano un forte recupero per il settore turistico, ma le presenze dei clienti negli esercizi ricettivi sono ancora circa 39 milioni in meno rispetto al 2019 (-10,3%).

Lo rileva l’Istat.

Il bilancio da gennaio a settembre si chiude con circa 174 milioni di presenze di clienti italiani e 164 milioni di stranieri: un sostanziale riequilibrio delle due componenti della domanda ma con un calo rispettivamente del 6,7% e del 13,8% rispetto al 2019. Sono circa 196 milioni le presenze turistiche nel trimestre estivo, il 4,7% in meno rispetto alla cifra record pre-pandemia di circa 205 milioni raggiunta nel 2019.
Dalle rilevazioni dell’istituto di statistica emerge anche che le presenze negli esercizi extra-alberghieri sono tornate ai livelli pre-pandemici (136 milioni nei primi 9 mesi del 2022 contro i 139 milioni dello stesso periodo del 2019) mentre negli esercizi alberghieri mancano ancora circa 35 milioni di presenze.
Si fanno inoltre vacanze più brevi: la ripresa degli spostamenti turistici nei primi nove mesi del 2022 è stata trainata dalle vacanze brevi, con soggiorni da una a tre notti, che registrano un incremento del 46,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
C’è poi anche il vulnus occupazione ancora sotto i livelli pre-Covid: nel primo semestre 2022, nell’industria turistica allargata mancano all’appello ancora 88 mila occupati (-4,4%) rispetto al 2019 quando il settore ne contava quasi 2 milioni (circa il 7% dell’occupazione dei Servizi). (ANSA).