Papa a Messa Crismale: Misericordia ci fa uscire dai nostri recinti

Chiediamo a Dio misericordioso di aiutarci ad uscire dai nostri recinti, dalle nostre teologie complicate per portare a tutti il suo amore. Così Papa Francesco nella Messa Crismale, celebrata nella Basilica di San Pietro. Il Pontefice ha messo l’accento sull’incontro e il perdono, come ambiti privilegiati in cui il Signore manifesta la sua misericordia. Quindi, ha messo in guardia da una spiritualità light e da una “mondanità virtuale” che ci impediscono di ascoltare la voce di Dio. Durante la celebrazione – nella quale i sacerdoti della diocesi di Roma hanno rinnovato le loro promesse – sono stati benedetti gli Oli dei Catecumeni e degli Infermi e il Crisma.

“Gesù non combatte per consolidare uno spazio di potere. Se rompe recinti e mette in discussione sicurezze è per aprire una breccia al torrente della Misericordia”. E’ la bella immagine che Francesco ha utilizzato all’inizio della sua omelia nella Messa crismale, concelebrata in San Pietro da 120 tra cardinali e vescovi e 1800 sacerdoti.

La dinamica della Misericordia lega un piccolo gesto ad un altro
Nell’Anno Giubilare, il Papa ha sottolineato che la Misericordia di Dio porta sempre “qualcosa di nuovo”, è sempre “in cammino” e “cerca il modo di fare un passo avanti, un piccolo passo in là, avanzando sulla terra di nessuno, dove regnavano l’indifferenza e la violenza”. Questa, ha soggiunto, è stata la dinamica del Buon Samaritano:

“Questa è la dinamica della Misericordia, che lega un piccolo gesto con un altro, e senza offendere nessuna fragilità, si estende un po’ di più nell’aiuto e nell’amore. Ciascuno di noi, guardando la propria vita con lo sguardo buono di Dio, può fare un esercizio con la memoria e scoprire come il Signore ha usato misericordia con noi, come è stato molto più misericordioso di quanto credevamo, e così incoraggiarci a chiedergli che faccia un piccolo passo in più, che si mostri molto più misericordioso in futuro”.

Francesco incoraggia, dunque, a chiedere al Signore di aiutarci a “rompere quegli schemi ristretti nei quali tante volte incaselliamo la sovrabbondanza del suo cuore”. Ancora, ha esortato ad “uscire dai nostri recinti, perché è proprio del Cuore di Dio traboccare di misericordia” e il Signore “preferisce che si perda qualcosa piuttosto che manchi una goccia”. Nel giorno in cui i sacerdoti rinnovano le loro promesse, il vescovo di Roma li invita ad essere “testimoni e ministri della Misericordia” e mette l’accento su due ambiti in cui il Signore eccede nella sua Misericordia: l’incontro e il perdono, “che ci fa vergognare e ci dà dignità”.

Festeggiamo quando riceviamo la Misericordia di Dio?
Parlando dell’incontro, il Papa si accosta alla parabola del Padre Misericordioso per rilevare come sempre ci meravigli la “sovrabbondanza” della gioia del Padre per il ritorno del figlio prodigo. E’ la stessa gioia del lebbroso risanato da Gesù, aggiunge. Due esempi che ci fanno capire che il “ringraziamento” gioioso è la “risposta giusta”  al dono della Misericordia:

“A tutti noi può farci bene domandarci: dopo essermi confessato, festeggio? O passo rapidamente ad un’altra cosa, come quando dopo essere andati dal medico, vediamo che le analisi non sono andate tanto male e le rimettiamo nella busta e passiamo a un’altra cosa. E quando faccio l’elemosina, do tempo a chi la riceve di esprimere il suo ringraziamento, festeggio il suo sorriso e quelle benedizioni che ci danno i poveri o proseguo in fretta con le mie cose dopo aver lasciato cadere la moneta?”.

Mantenere una sana tensione tra vergogna e dignità
Il Papa rivolge dunque l’attenzione al perdono, ambito dove davvero vediamo che “Dio eccede in una Misericordia sempre più grande” e “ci fa passare direttamente dalla vergogna più vergognosa alla dignità più alta senza passaggi intermedi”. Noi, invece, si rammarica, davanti al perdono di Dio “tendiamo a seperare i due atteggiamenti” come fecero Adamo ed Eva:

“La nostra risposta al perdono sovrabbondante del Signore dovrebbe consistere nel mantenerci sempre in quella sana tensione tra una dignitosa vergogna e una dignità che sa vergognarsi: atteggiamento di chi per sé stesso cerca di umiliarsi e abbassarsi, ma è capace di accettare che il Signore lo innalzi per il bene della missione, senza compiacersene. Il modello che il Vangelo consacra, e che può servirci quando ci confessiamo, è quello di Pietro, che si lascia interrogare a lungo sul suo amore e, nello stesso tempo, rinnova la sua accettazione del ministero di pascere le pecore che il Signore gli affida”.

No alle teologie complicate che ci rendono ciechi
Francesco fa riferimento al popolo povero e prigioniero, il “popolo scartato” con il quale i sacerdoti sono chiamati ad identificarsi. “Ricordiamo – ha detto – che ci sono moltitudini innumerevoli di persone povere, ignoranti, prigioniere, che si trovano in quella situazione perché altri li opprimono”. Ma, ha ammonito, “ricordiamo anche che ognuno di noi sa in quale misura tante volte siamo ciechi, privi della bella luce della fede, non perché non abbiamo a portata di mano il Vangelo, ma per un eccesso di teologie complicate”:

“Sentiamo che la nostra anima se ne va assetata di spiritualità, ma non per mancanza di Acqua Viva – che beviamo solo a sorsi –, ma per un eccesso di spiritualità ‘frizzanti’, di spiritualità light. Ci sentiamo anche prigionieri, non circondati, come tanti popoli, da invalicabili mura di pietra o da recinzioni di acciaio, ma da una mondanità virtuale che si apre e si chiude con un semplice click. Siamo oppressi, ma non da minacce e spintoni, come tanta povera gente, ma dal fascino di mille proposte di consumo che non possiamo scrollarci di dosso per camminare, liberi, sui sentieri che ci conducono all’amore dei nostri fratelli, al gregge del Signore, alle pecorelle che attendono la voce dei loro pastori”.

E’ Gesù, ha concluso, che “viene a riscattarci, a farci uscire, per trasformarci da poveri e ciechi, da prigionieri e oppressi in ministri di misericordia e consolazione”.

Radio Vaticana

Da Bonifacio a Francesco, in mostra la storia dei Giubilei

“Antiquorum habet” è la storia dei giubilei e la storia dei pellegrini a Roma. «La prima città interessata al Giubileo è Roma e mettere in relazione la città ai pellegrini è perciò importante». Inaugurando ieri al Senato la mostra sui Giubilei e la città di Roma il Segretario di Stato l’ha definita «un gesto di attenzione » per l’Anno Santo straordinario voluto da papa Francesco a un anno esatto dal suo annuncio. «Ogni Giubileo ha rappresentato un momento di profondo sentimento religioso ma anche di crescita della città di Roma e della sua cultura, attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e della popolazione» ha voluto sottolineare al momento del taglio del nastro il presidente del Senato Pietro Grasso.

Nella cornice della Sala Zuccari a Palazzo Giustiniani la mostra ripercorre così l’evoluzione dell’evento giubilare con un percorso espositivo che attraversa i tempi e gli spazi cittadini, dal 1300 fino a giorni nostri, dagli itinerari dei pellegrini alla storia delle basiliche patriarcali. Da un lato quindi la dimensione sociale dall’altra i luoghi del pellegrinaggio romeo con mano-scritti e libri a stampa, incisioni, materiali e documenti pregiati provenienti dalle raccolte librarie e documentarie del Senato della Repubblica e prestati per l’occasione dalla Santa Sede.

A cominciare dall’originale della bolla con la quale Bonificio VIII istituì il primo giubileo il 22 febbraio dell’anno 1300, conservata oggi nell’Archivio del capitolo di San Pietro, presso la Biblioteca apostolica Vaticana. Dalle prime due parole, dalle quali prende nome la Bolla e la mostra (Antiquorum habet), si legge il motivo che determinò questa decisione di Bonifacio VIII: «Degli antichi c’è una narrazione degna di fede relativa alle indulgenze fornite a chi va pellegrino alla tomba di Pietro e Paolo. Per i meriti e le autorità dei due apostoli – scrive il Papa nella Bolla – coloro che confessati e pentiti ne venereranno le reliquie in questo anno 1300 sarà data la più larga e la più piena venia».

E più in là anche alcune pregiate edizioni delle opere del pellegrino Dante per ricordare la sua presenza Roma nel corso di quel primo Anno Santo. «Il ricco materiale offerto » ha detto il cardinale Parolin nel suo discorso inaugurale, permette ai visitatori «di compiere anch’essi una sorta di pellegrinaggio interiore, fino a far emergere la domanda sull’intento sotteso all’indizione di ogni Giubileo, sulla ragione profonda che li rende possibili e li mantiene attuali». I giubilei possono essere interpretati non solo come storia della Chiesa, ma anche come chiave di lettura del nostro tempo e del nostro mondo «attraversati entrambi da una crisi che non è solo di natura finanziaria ed economica, ma anche di natura morale e culturale» ha fatto ancora osservare il presidente Grasso, sottolineando che la presenza in Senato del Segretario di Stato vaticano «testimonia come la missione della Chiesa nel mondo rappresenti sempre più una risorsa per il soccorso e il riscatto delle umanità più fragili, povere, ferite».

A margine dell’inaugurazione della mostra sui Giubilei, ricorrendo ieri l’inizio cinque anni fa della guerra in Siria, il cardinale Parolin ha espresso il desiderio che questo Giubileo possa aprire scenari di pace. «È nostro vivo desiderio – ha detto – che l’Anno Santo possa avere delle conseguenze a livello politico. Speriamo che si possa fermare la guerra in Siria, perché è una situazione veramente insostenibile. Le sofferenze di questa popolazione devono trovare un’eco nel nostro cuore e in quello dei politici. I tentativi si ripetono – ha aggiunto – vediamo se con queste ultime mosse, con il ritiro della Russia, se tutto questo può portare a un progresso nelle trattative e al raggiungimento di una soluzione politica». Rispondendo alle domande dei giornalisti ha inoltre precisato che nel suo viaggio in Macedonia, il prossimo 18 marzo, incontrerà i rifugiati dei campi profughi.

Avvenire

Angelus Domenica 13 Marzo: il Papa dona 40 mila Vangeli, lo distribuiranno i nonni

Questa domenica, al termine dell’Angelus verrà distribuito in Piazza San Pietro “Il Vangelo della Misericordia di San Luca”. Lo rende noto l’Elemosineria Apostolica. Il Papa – riferisce un comunicato – presenterà e mostrerà questo Vangelo, in formato tascabile, dalla finestra del Palazzo Apostolico e, quando sarà conclusa la preghiera mariana, donerà i 40.000 libretti alle persone presenti in Piazza. Questa volta, i volontari impegnati nella distribuzione saranno gli operatori e gli assistiti del Dispensario Pediatrico di Santa Marta in Vaticano, insieme a un migliaio di nonni e anziani provenienti dalla città di Roma.

E’ importante – sottolinea il comunicato – che “a consegnare il dono del Papa siano proprio coloro che con se stessi ci hanno trasmesso la vita e tramandano ai propri figli e nipoti i valori più belli e più grandi: ora, come saggi annunciatori della misericordia del Padre celeste, ci fanno dono e ci consegnano l’eredità più preziosa, il Vangelo di Gesù! Come sono esperti di misericordia i nonni, così da loro potranno impararla i figli e i nipoti”. Dopo la distribuzione dei Vangeli, tutti questi volontari varcheranno la Porta Santa della Misericordia.

Radio Vaticana

 

Giubileo, presentata la stampa ufficiale “Misericordiae Vultus”

Si chiama “Misericordieae Vultus”, come la bolla di indizione del Giubileo, la stampa ufficiale e celebrativa dell’Anno della Misericordia. L’opera, realizzata secondo l’antica arte calcografica da Pierluigi Isola e dal maestro incisore Patrizio di Sciullo con la collaborazione della Biblioteca Apostolica Vaticana e del Governatorato, è stata stampata in 200 copie con l’auspicio di essere donata ai capi di Stato e di governo ricevuti dal Papa in Vaticano.

Le “sette chiese di Roma”, meta tradizionale dei pellegrini in alto; le opere di misericordia, cuore di quest’Anno santo, in basso. Un doppio registro figurativo per un’inedita veduta allegorica dell’Urbe, stampata incidendo il rame con acquaforte e bulino. Un’opera realizzata a partire dai disegni diPierluigi Isola, che spiega la sfida maggiore nell’ideazione della stampa:

“Sicuramente, cercare di mettere insieme tutti questi elementi dando loro un’immagine unitaria e facendo  in modo che non fossero dei frammenti giustapposti così, in maniera arbitraria, ma risultassero una immagine coerente, pur contenendo all’interno tutta una serie di elementi che poi erano anche abbastanza difficili da mettere insieme: l’idea dei Sacramenti, delle opere di misericordia, delle sette chiese… Un elemento che richiama il colonnato di Bernini, all’interno del quale vengono accolte delle figure che rappresentano dei pellegrini, un elemento che è la tavola imbandita e un elemento che è la porta di un carcere”.

Alberi e animali ricordano l’Enciclica “Laudato si’”, mentre accanto alla porta Santa di S.Pietro, sormontata dallo stemma di Papa Francesco, una scena raffigura la lavanda dei piedi. Una scelta particolarmente significativa, afferma il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che insieme al cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato e ai vertici della Bibiloteca Apostolica Vaticana, ha contribuito alla realizzazione dell’opera:

“Un’opera che a me piace tantissimo e che ho incoraggiato fin dall’inizio, quando mi hanno portato il primo bozzetto, che era ancora soltanto disegnato per metà… Poi, è nata l’idea, appunto, delle Opere di Misericordia. L’autore è riuscito a fare un riferimento un po’ a tutte. E poi c’è questa idea della lavanda dei piedi che le riassume tutte: la misericordia di Dio nei nostri confronti, perché Colui che lava i piedi è il Signore, che deve appunto tradursi – a nostra volta – in opere di misericordia, perché Lui dice: ‘Come io ho lavato i piedi a voi, così voi dovete lavarli agli altri’”.

La stampa “Misericordiae Vultus” si inserisce in una tradizione secolare, per la quale ai pellegrini giunti a Roma per il Giubileo veniva consegnata una mappa aggiornata di Roma. Già nel Duemila era stata realizzata con lo stesso metodo di questa stampa una “Forma urbis Romae”, pianta monumentale della città, iniziativa replicata nel 2007 con la mappa della Città del Vaticano. Mons. Jean-Louis Bruguès, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa:

“Abbiamo cercato di rappresentare in modo esplicito cosa sia la misericordia e innanzitutto la misericordia a Roma, dunque il pellegrinaggio: qui ci sono le Basiliche e sotto le opere della misericordia. Tutto quello fa parte della tradizione. Noi abbiamo sempre illustrato l’Anno del Giubileo con un disegno particolare”.

Radio Vaticana

IL 28 febbraio sarà il Vicariato Urbano ad andare in pellegrinaggio alla Porta Santa della Misericordia in Cattedrale

Venerdì 28 febbraio sarà il Vicariato Urbano ad andare in pellegrinaggio alla Porta Santa della Misericordia in Cattedrale.

Le Parrocchie del Centro Storico, sotto il segno del motto scelto unanimemente – “Verremo da Te, signore per bussare alla Porta del Tuo cuore e trovare misericordia e perdono” -, nel percorso verso la Porta effettueranno tre soste presso altrettante “locande del buon samaritano” o “luoghi della misericordia” della zona.
Dopo il ritrovo alle 15 davanti alla Casa della Carità di San Girolamo, alle 15.20 si sosterà davanti al Centro di ascolto Caritas in via Squadroni, quindi alle 15.30 alla Mensa del Povero nello Stradone del Vescovado, infine alle 15.45 in Piazza Duomo.

Qui il vescovo Massimo accoglierà i pellegrini nella Piazza della Cattedrale; seguiranno l’ingresso e il passaggio della Porta della misericordia, la liturgia del Vespro con Professione di fede e le preghiere per l’indulgenza giubilare, il Mandato del “buon samaritano” alle Comunità, la consegna a tutti della Candela del Giubileo, ed un gesto di solidarietà per il dormitorio della Caritas.

laliberta.info

Film da Giubileo. Marie Heurtin: la disabilità al cinema

S’ispira a una storia vera di fine Ottocento, legata all’opera congregazionale delle Figlie della Sapienza (note pure come Monfortane), il film Marie Heurtin del francese Jean-Pierre Améris, che arriverà nelle sale italiane il 3 marzo 2016.

La pellicola presenta la storia di Marie Heurtin, nata nel 1885 in una casa di contadini in mezzo alla meravigliosa campagna francese che fino all’età di 10 anni vive la libertà nella forma più primitiva, ma limitata dal buio delle sue incapacità. L’amore incondizionato dei genitori purtroppo non basta a crescere una bambina con tali difficoltà, la quale viene portata nel convento delle suore di Larnay. Il primo incontro è turbolento, la bimba percepisce l’imminente distacco dal suo affezionato padre e in preda al panico si rifugia sopra un albero. Solo la coraggiosa Marguerite si avvicina con cautela alla creatura impaurita. Il contatto delle loro mani, del volto, fanno trapelare l’inizio di un rapporto di amore e di fiducia.

Guarda in anteprima la prima clip del film:

Suor Marguerite è interpretata in modo molto convincente da una luminosa Isabelle Carré. Al suo fianco, Ariana Rivoire, sorda anche nella vita reale ed esordiente al cinema, conferisce grande spessore al ruolo diMarie Heurtin. E per volontà del regista, il cast comprende diverse altre interpreti davvero non udenti.

Alcune associazioni francesi di difesa delle persone disabili si sono battute per promuovere Marie Heurtin. In Italia ha ricevuto il sostegno della Lega del filo d’oro e del Cinedeaf. Il film, al di là dei circuiti ufficiali in sala e dei futuri sbocchi televisivi, si candida a divenire pure uno strumento prezioso per le istituzioni e comunità educative, tanto che è stato inserito anche nella lista di film consigliati per l’Anno santo della misericordia, dalla Commissione nazionale valutazione film della Conferenza episcopale Italiana, presieduta da don Davide Milani e dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in accordo con l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei.

Guarda in anteprima la seconda clip del film:

Avvenire

Anno santo della misericordia Ecco la lista dei film per il Giubileo al cinema

Che cos’è il Giubileo al cinema?
Si potrebbe definire un «Cineforum del Giubileo». È un’iniziativa online realizzata dalla Commissione nazionale valutazione film della Conferenza episcopale Italiana, e dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in accordo con l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei.
Verrà proposto un titolo alla settimana, da qui alla fine dell’Anno Santo straordinario, per un percorso di riflessione e approfondimento che restituisce al cinema la sua capacità di rappresentare la realtà e, insieme, di suscitare dibattito.

Qual è l’obiettivo di questa proposta culturale? “Il piano dell’opera – spiega don Davide Milani, presidente Fondazione Ente dello spettacolo – prevede l’approfondimento di film che richiamano le opere di misericordia corporale e spirituale”. “Obiettivo della proposta è offrire una selezione di titoli cinematografici da riscoprire lungo il Giubileo straordinario, sino all’appuntamento della Giornata delle Comunicazioni sociali, in programma l’8 maggio 2016”. Il progetto “è pensato per famiglie, parrocchie, sale della comunità, animatori della comunicazione e della cultura, ma anche per docenti e coloro che sono impegnati nei settori educativi”.

Dove si trovano i film consigliati? Ogni giovedì nel sito della Commissione (www.cnvf.it, nella sezione “Sguardi di fede”) e nel portale dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali (www.chiesacattolica.it/GMCS2016) viene pubblicata una scheda che presenta il film scelto a rappresentare una delle opere di misericordia corporali e spirituali su cui si basa la parte iniziale del cammino.

Ecco la lista dei trailer dei film consigliati, legati alle opere di misericordia corporale:

In grazia di Dio (2014) che vorrebbe richiamare al dare da mangiare agli affamati.


Tracks
(2014) che vorrebbe richiamare al dare da bere agli assetati


The Judge
(2014) che vorrebbe richiamare al vestire gli ignudi

La prima neve (2013) che vorrebbe richiamare all’accogliere i pellegrini

Mia madre(2015) che vorrebbe richiamare al “visitare gli infermi”

Cesare deve morire (2012) che vorrebbe richiamare al visitare i carcerati


Woman in Gold
(2015) che vorrebbe richiamare al seppellire i morti


Di seguito, la lista dei trailer dei film consigliati, legati alle opere di misericordia spirituale:

Ida vorrebbe richiamare al consigliare i dubbiosi


Francofonia
vorrebbe richiamare all’istruire gli ignoranti


La legge del mercato
vorrebbe richiamare al correggere i peccatori


Chiamatemi Francesco
vorrebbe richiamare al consolare gli afflitti


Philomena
vorrebbe richiamare al perdonare le offese

Leviathan vorrebbe richiamare al sopportare pazientemente le persone moleste


L’attesa vorrebbe richiamare al pregare per tutti

Avvenire