Inclusione. Disabilità, dopo il crollo l’Italia riprende quota

Disabilità, dopo il crollo l'Italia riprende quota

Il buio è ancora tanto, ma qua e là si scorgono alcuni luci che autorizzano un carico di ottimismo sugli anni che stiamo vivendo e su quelli futuri: trovare un lavoro, per la gran parte delle persone con disabilità, è ancora una scommessa molto difficile, ma rispetto agli anni terribili seguiti all’avvio della crisi economica (il 2012 e il 2013) i numeri del biennio successivo (2014-15) raccontano una situazione meno critica. Aumenta il numero di persone che si iscrivono al collocamento (e dunque che cercano lavoro), ma aumenta anche il numero degli avviamenti effettivi al lavoro con una crescita, fra i contratti stipulati, della quota di quelli a tempo indeterminato. Dati positivi messi nero su bianco nell’ottava Relazione sullo stato di attuazione della legge per il diritto al lavoro dei disabili, che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha trasmesso al Parlamento il 28 febbraio scorso e che Camera e Senato hanno pubblicato nei giorni scorsi.

Una Relazione, basata sui dati del 2014 e del 2015, che arriva in clamoroso ritardo rispetto ai tempi previsti: se quella relativa agli anni 2012/13 era stata trasmessa alle Camere il 4 agosto 2014, cioè sette mesi dopo la chiusura del periodo di riferimento, quella sul 2014/15 è rimasta latitante per tutto il 2016 e per tutto il 2017, arrivando solamente a 2018 inoltrato, con i titoli di coda della legislatura ormai partiti da tempo. Con il paradosso che ci troviamo ora a raccontare i dati di una Relazione biennale (2014/15) quando già si è
concluso anche il biennio successivo, quel 2016/17 che saranno raccontati nella nona relazione. Nonostante il ritardo, il documento – oltre 230 pagine – è molto interessante, soprattutto perchè illustra i primissimi risultati della riforma del collocamento inserita nel Jobs Act: la data spartiacque è il 23 settembre 2015, data di entrata in vigore del decreto legislativo 14 settembre 2015, n° 151. E il primissimo bilancio, secondo il ministero del Lavoro (che con Inapp ha curato il testo) è positivo.

È in particolare un dato quello che viene messo in risalto: il numero degli avviamenti a lavoro, che nel 2012 e nel 2013 avevano toccato il minimo storico, scendendo sotto quota 19mila. Nel 2014 il dato è arrivato a toccare le 28mila unità, con un incremento superiore al 50% rispetto ai 12 mesi precedenti, e nel 2015 – a quota 29 mila – si è aggiunto un ulteriore incremento del 5%. Ma l’aspetto più interessante è che nel 2015 si passa da una media di oltre 2mila avviamenti al mese nei primi otto/nove mesi dell’anno a una di 3mila avviamenti mensili nell’ultimo trimestre, quello successivo all’entrata in vigore del decreto n° 151. L’incremento fra il prima e il dopo Jobs Act è del 44,6%. «È quindi probabile – si legge nella Relazione – che alcune delle previsioni della normativa modificata dal decreto 151/2015 abbiano
potuto giocare un ruolo positivo, con particolare riferimento all’ampliamento della possibilità del ricorso alla richiesta nominativa. Ciò sembra ulteriormente avvalorato dal fatto che, se nel 2012 si registrava il ricorso all’avviamento da graduatoria nell’8,5% dei casi, nel 2014 è stato il 5,6% degli avviamenti a rispondere a questa modalità; percentuale che nel 2015 si è abbassata al 5% prima dell’entrata in vigore del decreto
151/2015 e al 3,3% subito dopo».

Sono state 78mila nel 2014 e 92mila nel 2015 le persone con disabilità che si sono iscritte al collocamentoobbligatorio: un aumento considerevole, che arriva fino al +35% se si rapportano i dati del 2015 rispetto a quelli del 2013. In media più uomini (57%) che donne (43%). Considerando le cancellazioni (nel 2015 ce ne è stata una ogni 3,6 nuove iscrizioni), il numero complessivo di persone presenti negli elenchi è stato di 789mila nel 2014 e 775mila nel 2015. Una cifra di cui la Relazione tende a minimizzare la portata, evidenziando che a causa del ritardo con cui vengono aggiornati gli elenchi unici siamo di fronte a una «non corrispondenza» fra quanti vengono «dichiarati come iscritti» e quanti, fra le persone con disabilità, sono effettivamente «disponibili allavoro».

Numeri molto variabili sulle assunzioni presso datori di lavoro pubblici e privati: sono stati 54mila nel 2014 e36mila nel 2015: la maggioranza sono contratti a tempo determinato, anche se rispetto al 2014 (quando lo erano sette su dieci), nel 2015 (percentuale al 63%) si è fatto un maggiore ricorso al tempo indeterminato. Probabilmente, dice la stessa Relazione, a seguito degli incentivi fiscali rimasti in vigore per tutto il 2015.

La Relazione mette in evidenza che nel 2015 il 40% degli avviamenti è avvenuto tramite convenzione, sia presso datori di lavoro pubblici che privati. Considerando la totalità degli avviamenti, la stragrande maggioranza avviene per richiesta nominativa (87%) e un 5% circa con chiamata numerica (avviamenti dalla graduatoria). Una modalità, quest’ultima, ancora meno usata dopo l’introduzione del Jobs Act. Ancora limitato (4%) l’utilizzo di convenzioni quadro con cooperative e del tutto
marginale (0,6%) la possibilità di inserire temporaneamente in cooperative sociali persone con disabilità assunte da altri datori di lavoro.

Inoltre, «dal 1 gennaio 2018 i datori di lavoro privati che occupino da 15 a 35 dipendenti hanno l’obbligo di avere alle proprie dipendenze un lavoratore disabile, e l’obbligo insorge indipendentemente dal fatto che si proceda a nuove assunzioni». È stato poi modificato l’art. 15 della legge 68 del 1999, stabilendo che, «per ogni giorno nel quale non risulti coperta, per cause imputabili al datore di lavoro, la quota d’obbligo, quest’ultimo è assoggettato alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma pari a cinque volte la misura del contributo esonerativo di cui all’articolo 5, comma 3 bis (euro 30.64) al giorno, per ciascun lavoratore disabile che risulta non occupato nella medesima giornata».

Il regime degli incentivi si applica anche per i datori di lavoro che assumono con il meccanismo, ormai generalizzato, della richiesta nominativa. Il decreto ha stabilito che dal 1° gennaio 2016, anche «ai datori di lavoro, inclusi quelli privati che assumano persone con disabilità pur non essendovi tenuti, sarà concesso, a domanda, un incentivo. Un aspetto di rilevante interesse riguarda il fatto che la gestione del sistema degli incentivi è oggi imputato all’Inps e non più alle Regioni.

La domanda, infatti, deve essere trasmessa all’Inps, tramite apposita procedura telematica». L’art. 8 del decreto dispone la creazione, all’interno della Banca dati politiche attive e passive, di una specifica sezione “Banca dati del collocamento mirato”, al fine di raccogliere le informazioni sui datori di lavoro pubblici e
privati obbligati e i lavoratori interessati. In essa «saranno raccolte le informazioni provenienti da parte dei datori di lavoro, degli uffici competenti, dell’Inps e dell’Inail, delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano».

Per il 2017 sono erogati dall’Inail 21,2 milioni di euro allo scopo di favorire il reinserimento e l’integrazione delle persone con disabilità da lavoro, mettendo a regime quanto previsto dalla legge di Stabilità per il 2015 (legge 190/2014), la quale, ha attribuito all’Inail «competenze in materia di reinserimento e di integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro, da realizzare con progetti personalizzati mirati alla
conservazione del posto di lavoro o alla ricerca di nuova occupazione, con interventi formativi di riqualificazione professionale, con progetti per il superamento e per l’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi di lavoro, con interventi di adeguamento e di adattamento delle postazioni di lavoro». Sono previste tre tipologie di intervento: per il superamento e l’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi d lavoro; per l’adeguamento e l’adattamento delle postazioni di lavoro; per la formazione. A seconda degli interventi i limiti di spesa sono di 95mila euro per il superamento e l’abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi di lavoro (finanziabile il 100% dei costi ammissibili), di 40mila euro per l’adeguamento e l’adattamento delle postazioni di lavoro (100% costi ammissibili)
e di 15mila euro per la formazione (60% costi ammissibili).

da avvenire

Papa Francesco su disabilità: la diversità ci sfida e ci arricchisce

La diversità è una sfida che ci fa crescere: occorre donarsi reciprocamente senza paura e in una comunità serve sviluppare la pastorale dell’ascolto e dell’accoglienza. Così in sintesi il Papa parlando a braccio, dopo aver consegnato il discorso preparato, davanti a circa 650 partecipanti al Convegno per persone disabili promosso dalla Cei, in occasione dei 25 anni del Settore catechistico a loro dedicato. In Aula Paolo VI la platea è vivace e colorata, fatta di famiglie, accompagnatori, religiosi e giovani di diverse età. Il servizio di Gabriella Ceraso da Radio Vaticana

E’ un colloquio fatto di domande e risposte, di canti e di gioia, quello del Papa con i partecipanti al Convegno. C’è anche un imprevisto quando prima una poi l’altra, due bimbe con la Sindrome di down si avvicinano da sole a Francesco che parla e lo abbracciano e poi restano ad ascoltarlo ai suoi piedi. ”Sono coraggiose loro”, è il commento del Papa, “capaci di rischiare, mai saranno discriminate…”.

La diversità è una ricchezza sempre, ci fa crescere
E’ proprio questa la tematica che emerge dalle domande di due giovani e poi di un sacerdote al Pontefice: come affrontare senza paura la diversità e come evitare l’esclusione anche nelle comunità?

“Tante volte abbiamo paura delle diversità’. Ci fanno paura. Perché? Perché andare incontro a una persona che ha una diversità non diciamo ‘forte’, ma ‘grande’, è una sfida e ogni sfida ci dà paura. E’ più comodo non muoversi, è più comodo ignorare le diversità e dire: ‘Ma, tutti siamo uguali e se c’è qualcuno che non è tanto ‘uguale’, ma, lasciamoli da parte, ma non andiamo all’incontro”.

La sfida ci fa paura, ma la diversità è una ricchezza sempre, afferma il Papa: “Pensate come sarebbe noioso un mondo in cui tutti sono uguali”. Invece, le diversità insieme fanno “una cosa più bella e più grande”:

“E’ vero che ci sono diversità che sono dolorose, ma tutti sappiamo, quelle che hanno radici in alcune malattie… ma anche quelle diversità ci aiutano, ci sfidano e ci arricchiscono. Per questo, non avere mai paura delle diversità: è proprio la strada per migliorare, per essere più belli e più ricchi”.

Stringere la mano è donarsi
Ma come farlo nel concreto? E’ un gesto, il segreto di cui parla Francesco. E’ “stringere la mano”, un gesto fatto in modo quasi “incoscientemente” ma “un gesto profondo” dice:

“Quando io stringo la mano, metto in comune quello che io ho con te – se è uno stringere la mano sincero, no? Ti do la mano, ti do il mio e tu mi dai il tuo. E questo è una cosa che ci fa bene a tutti. Andare avanti con le diversità, perché le diversità sono una sfida ma ci fanno crescere”.

Tutti abbiamo la stessa possibilità di ricevere i Sacramenti
Davanti all’altra sfida che la giovane Serena, dalla sua carrozzella, pone al Papa – cioè la possibilità che una comunità ti emargini e ti escluda anche dai Sacramenti e dalle attività – Francesco scherza, ma lo fa con un tono diverso:

“Serena ha parlato di una delle cose più brutte, più brutte che ci sono fra noi: la discriminazione. E’ una cosa bruttissima!”.

Serve conversione per quella parrocchia. Serve, osserva il Papa, un lavoro da fare insieme, il prete con i laici e i catechisti ed è “aiutare tutti a capire la fede, l’amore”, a capire come essere amici, a capire le differenze:

“Tutti abbiamo la stessa possibilità di crescere, di andare avanti, di amare il Signore, di fare cose buone, di capire la dottrina cristiana e tutti abbiamo la stessa possibilità di ricevere i sacramenti. Capito?”

Francesco ricorda il Papa Pio X e il suo voler dare la comunione ai bambini, che creò scandalo. Lui, spiega, “ha fatto di una diversità una uguaglianza perché lui sapeva che il bambino capisce in un altro modo. E quando ci sono diversità fra noi, si capisce in un altro modo. Ma anche a scuola, nel quartiere, ognuno ha la sua ricchezza”.

Necessario un “apostolato dell’orecchio”
Infine, rispondendo alla domanda di un sacerdote di Roma, sull’accoglienza necessaria in ogni parrocchia e diocesi, il Papa ribadisce che deve significare ricevere veramente tutti e ascoltare tutti e che questo dovrebbe diventare un vero apostolato:

“Oggi credo che nella pastorale della Chiesa si fanno tante cose belle, tante cose buone. Nella catechesi, nella liturgia, nella Caritas con gli ammalati… Tante cose buone. Ma c’è una cosa che si deve fare di più, anche i sacerdoti, anche i laici, ma soprattutto i sacerdoti devono fare di più: l’apostolato dell’orecchio, ascoltare! ‘Ma, Padre, è noioso ascoltare, perché sempre sono le stesse storie, le stesse cose…’. ‘Ma non sono le stesse persone e il Signore è nel cuore di ognuna delle persone e tu devi avere la pazienza di ascoltare”.

Accogliere e ascoltare tutti, dunque, sono le parole che il Papa consegna a grandi e piccoli che lo circondano da tutte le diocesi d’Italia e da molte parti d’Europa.

Film da Giubileo. Marie Heurtin: la disabilità al cinema

S’ispira a una storia vera di fine Ottocento, legata all’opera congregazionale delle Figlie della Sapienza (note pure come Monfortane), il film Marie Heurtin del francese Jean-Pierre Améris, che arriverà nelle sale italiane il 3 marzo 2016.

La pellicola presenta la storia di Marie Heurtin, nata nel 1885 in una casa di contadini in mezzo alla meravigliosa campagna francese che fino all’età di 10 anni vive la libertà nella forma più primitiva, ma limitata dal buio delle sue incapacità. L’amore incondizionato dei genitori purtroppo non basta a crescere una bambina con tali difficoltà, la quale viene portata nel convento delle suore di Larnay. Il primo incontro è turbolento, la bimba percepisce l’imminente distacco dal suo affezionato padre e in preda al panico si rifugia sopra un albero. Solo la coraggiosa Marguerite si avvicina con cautela alla creatura impaurita. Il contatto delle loro mani, del volto, fanno trapelare l’inizio di un rapporto di amore e di fiducia.

Guarda in anteprima la prima clip del film:

Suor Marguerite è interpretata in modo molto convincente da una luminosa Isabelle Carré. Al suo fianco, Ariana Rivoire, sorda anche nella vita reale ed esordiente al cinema, conferisce grande spessore al ruolo diMarie Heurtin. E per volontà del regista, il cast comprende diverse altre interpreti davvero non udenti.

Alcune associazioni francesi di difesa delle persone disabili si sono battute per promuovere Marie Heurtin. In Italia ha ricevuto il sostegno della Lega del filo d’oro e del Cinedeaf. Il film, al di là dei circuiti ufficiali in sala e dei futuri sbocchi televisivi, si candida a divenire pure uno strumento prezioso per le istituzioni e comunità educative, tanto che è stato inserito anche nella lista di film consigliati per l’Anno santo della misericordia, dalla Commissione nazionale valutazione film della Conferenza episcopale Italiana, presieduta da don Davide Milani e dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in accordo con l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei.

Guarda in anteprima la seconda clip del film:

Avvenire

Incontro su disabilità e sofferenza

COMPLEANNO PINA 030

 

Desideravo condividere una bellissima iniziativa che si terrà Domenica 22 Marzo alle ore 16 a Poviglio organizzato dalla Parrocchia e dall’Unitalsi dal titolo: “Se Dio è buono perché permette la sofferenza?”) proposte diversificate per adulti, ragazzi e giovani. Info: vitaparrocchialepoviglio@gmail.com

Lascio anche i miei contatti per conoscere altre persone della parrocchia interessate al tema della disabilità

giuseppina.pallottaa@alice.it

tel 0522440321

 

DISABILITA’ Down realizzano guida turistica di Roma «ad alta comprensibilità»

Nasce la prima guida turistica di Roma «ad alta comprensibilità». Realizzata dalle persone con sindrome di Down, essa presenta un linguaggio semplice, alla portata di tutti siano essi persone con disabilità intellettiva, basso livello di istruzione o di conoscenza della lingua italiana.

La guida sarà presentata venerdì prossimo alle ore 10,30 presso la sede dell’associazione ‘Binario 95’, in via
Marsala 95 a Roma. All’evento parteciperanno i rappresentanti del mondo del turismo, delle istituzioni tra cui il ministero dei Beni Culturali e della Regione Lazio e del terzo settore. La stesura e realizzazione del volume rientra nel progetto finanziato dalla Commissione Europea ‘Smart Tourism’, iniziato nel settembre 2011. L’iniziativa, promossa dall’Associazione italiana persone down nazionale, in partenariato con Down syndrome ireland e l’Associação portuguesa de portadores de trissomia, ha previsto la realizzazione di guide turistiche ad alta comprensibilità di 3 capitali europee: Roma, Dublino e Lisbona. Nello specifico, ciascuna associazione ha individuato un gruppo di persone con sindrome di Down per la redazione della guida della propria capitale, che è stata poi testata da gruppi degli altri Paesi al fine di  verificarne l’effettiva utilità e comprensibilità.

Da venerdì prossimo le guide potranno, inoltre, essere scaricate gratuitamente dal sito www.aipd.it sia in italiano sia  in inglese.​

avvenire.it

ISSR – Seminario di studio sulla disabilità

Il corso, che sarà coordinato da don Agostino Varini, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute, si terrà per sette venerdì, dalle 21 alle 22.40, a partire da venerdì 28 settembre, in Seminario a Reggio.
Questo sarà il programma:
• venerdì 28 settembre: Chi è il disabile (il punto di vista medico e psicologico);
• venerdì 5 ottobre: La Società e il disabile (famiglia, scuola, parrocchia, lavoro);
• venerdì 12 ottobre: Il ruolo del disabile nella Chiesa (le intuizioni di mons. Novarese);
• venerdì 19 ottobre: L’affettività e la disabilità: che cosa fare della tua vita (famiglia, caregiver, sessualità);
• venerdì 26 ottobre: Il disabile e i sacramenti: come celebrare la fede? (catechesi e animazione per e con i disabili);
• venerdì 9 novembre: Curare la disabilità (l’integrazione migliore possibile nella società e nella Chiesa);
• venerdì 16 novembre: Si può fare di più (accoglienza, barriere architettoniche, spazi verdi, programmi pastorali).
Obiettivo del corso è aiutare quanti a qualsiasi titolo – medici, infermieri, operatori sanitari, volontari, operatori pastorali eccetera – vogliano fare un buon servizio accanto al malato, perché conoscano i contenuti e una metodologia dell’accompagnamento ai fratelli deboli, fragili, disabili.
Destinatari del corso, aperto a tutti, sono specialmente gli operatori sanitari, i sacerdoti, i diaconi, i ministri straordinari della Santa Comunione, i volontari Avo, Emmaus, Unitalsi, Cvs eccetera, gli studenti dell’Issr, gli operatori pastorali parrocchiali, i religiosi e le religiose.
Le iscrizioni si ricevono presso l’Ufficio di Pastorale Sanitaria in Seminario, nei giorni di martedì 11-18-25 settembre, dalle 9.30 alle 13; oppure telefonando a don Agostino Varini (Chiozza di Scandiano, 0522.856847, 335.8302276) o a Vincenzo Garavaldi, segretario della Consulta di Pastorale Sanitaria (0522.912015, 338.9960557). In via eccezionale è possibile iscriversi anche la prima sera del corso (dalle 20.30). Quota di partecipazione € 30. Con almeno i 2/3 delle presenze sarà rilasciato l’attestato di partecipazione.
diocesi.re.it