‘Caro Gesù. Insieme ai bambini’: una striscia quotidiana di catechismo che si rivolge ai bambini. Dal lunedì al sabato su Tv2000

PER LE FAMIGLIE

Segnalata  una bella proposta  che potrete utilmente diffondere attraverso i vostri social: Tv2000, a partire da lunedì 23 marzo, dedica una programmazione speciale ai bambini e alle famiglie costrette dall’emergenza coronavirus a restare a casa. Alle ore 12.20 dopo il telegiornale, e nel corso del programma ‘Il diario di Papa Francesco’ alle ore 17.30, in onda ‘Caro Gesù. Insieme ai bambini’: una striscia quotidiana  che si rivolge ai bambini. Dal lunedì al sabato risposte alle domande che i telespettatori più piccoli, dagli 8 ai 12 anni, rivolgono attraverso brevi clip da loro realizzate.

I video saranno pubblicati sul canale YouTube di Sat2000 a questo link. Il primo video della striscia quotidiana  si può trovare a questo link diretto

POM: Mese Missionario Straordinario, formazione dei catechisti, rinnovamento

Fides 

La celebrazione del Mese Missionario Straordinario dell’Ottobre 2019, la formazione dei catechisti dei territori di missione, la necessità di individuare nuove forme di preghiera, animazione missionaria e raccolta fondi per la missio ad gentes : questi i tre temi affrontati dal Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli 

Chiesa e giovani «in laboratorio»

Daniele Gianolla di Anilab, percorso su nuove vie per la catechesi: «Il punto non è con quale mezzo la Chiesa cerchi il confronto con i giovani, il punto è: la Chiesa cerca un confronto reale con i giovani o cerca di acchiapparli per fare numero?»

San Gelasio

Daniele Gianolla. 36 anni. Docente di ruolo in scienze naturali per la scuola secondaria. Da cinque anni ha creatoAnilab, itinerario di formazione laboratoriale per animatori di catechesi nella parrocchia di San Gelasio a Roma. Tale percorso è il frutto di una lunga esperienza come animatore (dal 1999) e formatore (dal 2007), e viene condotto da Daniele, insieme a Simone Pazzaglia, con lo spirito di chi vuole restituire quanto ricevuto ‘sul campo’: dai presbiteri Luciano Meddi (ora ordinario di catechetica missionaria all’Urbaniana) e Luca Pandolfi (ora ordinario di antropologia all’Urbaniana), allo staff del Settore Pace e Mondialità della Caritas di Roma (Oliviero Bettinelli, Luigi Pietrucci, Andrea Guerrizio), sino ai suggerimenti trovati ‘in biblioteca’ sui testi di Umberto De Vanna (In gruppo. Manuale per animatori e giovani leader), Klaus Vopel (L’animatore competente) e Carletti-Lusuardi (I linguaggi della catechesi).​

Anilab si articola in due fasi: corso base per chi comincia e approfondimenti (o ritiri) per chi già opera. Tirocinio ed affiancamento tra i giovani (15-18 anni) e gli esperti (25-40 anni) si sono rivelati essere il punto di forza del percorso. Il metodo è quindi esperienziale, ma sempre illuminato dal confronto con la Parola. Quest’anno, poi – ci ha raccontato Daniele – ad Anilab si stanno concentrando sulle relazioni, o meglio sulla qualità delle relazioni, con l’intento di sviluppare insieme ai ragazzi alcune delle fasi che articolerebbero la cosiddetta ‘dimensione generativa’ della persona e dunque della relazione personale nella costruzione di un gruppo: desiderare, far nascere, nutrire, accompagnare, lasciar andare. Chi meglio di Daniele, allora, per ragionare insieme sui luoghi e sui linguaggi dei giovani d’oggi?

SERGIO VENTURA: «Quale senso potrebbe avere per la Chiesa essere presente nei luoghi laici di maggior aggregazione giovanile? E secondo quali modalità?».

DANIELE: «Esiste una convinzione in ambito cattolico che è quella secondo cui la Chiesa, con i suoi simboli e i suoi linguaggi, debba penetrare e permeare tutti gli spazi di vita delle persone, con un’ansia più colonizzatrice che evangelizzatrice. In effetti, è vero che un cristiano maturo e consapevole vive ‘cristianamente’ ogni momento, anche quelli spensierati e ludici, ma solo perché crede negli stessi valori del Vangelo, senza bisogno di etichette o didascalie. Ricordo quando venne inaugurato a Roma un pub dedicato a Giovanni Paolo II, affrescato con le sue frasi o con le citazioni del Vangelo. L’effetto era di un’operazione commerciale, più che di una strada per accompagnare i giovani. In fondo, non è la Chiesa come istituzione che ha bisogno di essere presente nei luoghi di aggregazione, ma sono le persone che ne fanno parte che scelgono di entrare a dialogare con i propri giovani. Per cui se i ragazzi desiderano trascorrere del tempo insieme, è bello e utile che anche i ‘grandi’ di riferimento siano presenti in quegli spazi. Anche perché i ragazzi hanno spesso piacere a trascorrere del tempo insieme ai loro ‘fratelli maggiori’, traendone sicurezza, solidità e conforto (a volte anche nel conflitto). Ma non bisogna essere forzatamente presenti o invadenti nei loro confronti. L’importante è che i formatori abbiano voglia di stare adeguatamente a fianco dei ragazzi – e senza improvvisare…».

SERGIO VENTURA: «A tuo parere, nei luoghi ecclesiali di maggior aggregazione giovanile, qual è il giusto equilibrio che deve mantenere la Chiesa tra richiesta e attesa di una vita di fede nei giovani? Tra presenza evidente o soffusa di elementi e simbologie religiose?».

DANIELE: «Anche in questo caso, la Chiesa è fatta di persone e la Bibbia è Parola viva di Dio. Se la Chiesa non riesce a radicare l’esperienza di Fede e della Parola nella vita delle persone ha fallito e poi non può sperare di essere efficace affidandosi ai simboli o ai riti (ricordiamo l’uomo e il sabato). La Chiesa, quindi, non deve aver paura della complessità e – se necessario – di un po’ di rigore, perché ha (e dà) senso. Purché i simboli, che etimologicamente sono il ponte tra due esperienze, non diventino l’oggetto (e a volte purtroppo anche il protagonista) della proposta di fede. Tradurre la Parola in termini di vita vissuta è la vera sfida, e non significa semplificare né banalizzare il messaggio. C’è una tendenza a diluire gli aspetti più forti e coraggiosi della Parola trasformando tutto in un generale ‘volemose bene’, per poi coltivare un bizantinismo rituale e simbolico che resta poco fruibile. Invece la Bibbia ha degli aspetti di complessità e di conflitto che pure ad una prima lettura risultano difficili, ma possono trovare terreno molto fertile nelle esperienze dei ragazzi: i temi sociali, gli aspetti critici e apparentemente contraddittori della Parola (Gesù che si arrabbia, che propone scelte nette…), etc. . Ricordo un momento di preghiera durante un campo estivo, in cui approfondimmo il brano dell’indemoniato geraseno: i ragazzi caddero in un silenzio denso che si interrompeva solo quando uno di loro raccontava una propria esperienza dolorosa. Gli elementi c’erano tutti: confronto diretto col testo, un gesto che lo traducesse nella loro vita, apertura al dialogo sulla loro vita. L’effetto fu sorprendente! I ragazzi non hanno paura di andare nel profondo. Se guardiamo l’esperienza scout vediamo che è tutt’altro che facile, è impegnativa in termini di tempo, energie fisiche, emotive, intellettive e relazionali, ma i ragazzi la scelgono! La Chiesa non deve proporre esperienze facili, ma significative».

SERGIO VENTURA: «La Chiesa come utilizza – se li utilizza – i linguaggi giovanili della musica, dei mass-media e dei social network? Riesce a farlo senza rendersi – come spesso è rimproverata di essere – goffa o strategica?».

DANIELE: «La strategia è ipocrita se non è autentica. Non si può essere sempre sinceri né tantomeno sempre spontanei in una relazione educativa. Ma l’autenticità è una scelta molto più profonda, che costruisce una relazione di fiducia. Davanti ai ragazzi un adulto deve essere leale e su questa base si possono usare tutti i mezzi di comunicazione, senza apparire ridicoli. L’importante, come dice Rodari a proposito delle favole, è non avere il doppio fine moralista. Ha senso usare parole di poeti e cantautori, ma non per far dire al testo (o peggio per far dire ai ragazzi) ciò che vogliamo noi, ma per ascoltare le idee dei destinatari, magari provocarli, farli sobbalzare sulla sedia… Il punto non è con quale mezzo la Chiesa cerchi il confronto con i giovani, il punto è: la Chiesa cerca un confronto reale con i giovani o cerca di acchiapparli per fare numero? Una volta che il dialogo è aperto allora gli uomini e le donne di Chiesa possono dire la propria, accompagnare o persino salvare, ma finché non ci porremo sinceramente in ascolto il rapporto resterà effimero e superficiale».

SERGIO VENTURA: «In queste esperienze la Chiesa non rischia di ‘appiccicare’ il (vecchio) contenuto religioso alle nuove (ma strumentalizzate) forme di comunicazione? Cosa potrebbe significare per te, invece, ‘fondere’ le forme nuove di comunicazione con un contenuto sì antico ma grazie ad esse rinnovato?».

DANIELE: «Alcuni uomini di Chiesa non rischiano di appiccicare, lo fanno! Molte volte ho sentito citare De André da sacerdoti o laici che invece erano perfettamente allineati, oppure utilizzare i social network per illustrare categorie pastorali ultra-tradizionali​, come le opere di misericordia nella loro formulazione ‘classica’ oppure i dieci comandamenti ancora in una traduzione ‘preconciliare’. Il punto è domandarsi con quale obiettivo si utilizzano le parole di un artista: coinvolgere o stupire? Attivare un pensiero o attrarre persone? Cercare il senso o la bella presenza? Se vogliamo essere al passo con i tempi facciamo domande autentiche e ascoltiamo le risposte vere, restiamo saldi ma non immobili. I ragazzi hanno bisogno di interlocutori credibili, affidabili, leali, magari tormentati da dubbi, ma autentici, presenti e aperti al confronto. Che all’occorrenza sappiano dire dei no, ma che non siano di circostanza. In un certo senso, la via di comunicazione è secondaria. Ci sono esperienze ecclesiali assai significative proposte da personalità apparentemente poco affascinanti (Don Milani, Giovanni Paolo I, mons. Tonino Bello, mons. Romero), come al contrario ci sono esperienze fascinose fuori dalla Chiesa che possono essere strumentalizzate in direzione ultraconservatrice. Poi ci vuole studio e meditazione, perché per fondere nuovi linguaggi a contenuti antichi bisogna innanzitutto assicurarsi di aver capito il testo antico (cosa che non sempre è facile), e poi aprirsi alle domande, alle provocazioni, ricordandosi di quello che ci ha affascinato o messo in crisi. Il contenuto antico si rinnova se riesce ad entrare nelle vite delle persone, altrimenti resta un testo che non ha più niente da dire. Per arrivare a questo livello, però, un educatore non deve aver paura di osare, di destrutturare le proprie conoscenze ed essere aperto al nuovo. Se i ragazzi capiscono di poter dare loro stessi un’interpretazione nuova, di poter dare vita alle vicende, allora la Chiesa si manterrà ancora viva. Mi vengono in mente due ‘tentazioni ecclesiali’ con cui mi sono confrontato: la prima – quella dell’educatore che vuole solo dare – fu nel 2005 in El Salvador, quando incontrai per caso un missionario italiano che parlava alla gente del posto quasi come a dei selvaggi o dei bambini, senza capire i reali problemi di povertà che la gente doveva affrontare; la seconda – quella dell’educatore che vuole solo prendere- fu nel 2010 a L’Aquila, quando notai una volontaria adolescente che era lì senza riconoscere alcun pregio a se stessa, mentre diceva di voler solo imparare da chi aveva vissuto il trauma del terremoto. Ecco, un educatore deve raggiungere invece l’equilibrio tra la voglia di dare agli altri e quella di prendere dagli altri; in ogni caso è soprattutto il dialogo e l’ascolto dell’altro che permette una relazione nella quale non si resta chiusi in schemi mentali – pur accattivanti – che siano solo innovativi o solo tradizionali».

vinonuovo.it

Nuovo Anno Catechistico “Io ho scelto voi perchè andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”

"Io ho scelto voi perchè andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga"
Le parole di Giovanni al capitolo 15 versetto del canto al Vangelo della XXVII domenica del tempo ordinario sono state il filo conduttore della mattinata di domenica 8 ottobre, quando, con la celebrazione della S.Messa presieduta dal parroco Don Daniele,concelebrata dal collaboratore Don Fabrizio e
arricchita dal battesimo di Riccardo, ha preso il via il nuovo anno catechistico.
Durante l'omelia Don Daniele, commentando il Vangelo, ha sottolineato come i verbi che si riferiscono all'intervento del padrone nei confronti della sua vigna sono i verbi della Chiesa.
In particolare si è soffermato sul verbo "affidare" riferendosi in particolare alla vita familiare e alla testimonianza della comunità che si manifesta specialmente nei confronti dei bimbi e dei ragazzi attraverso la presenza dei catechisti e formatori.
Al termine della celebrazione nei locali dell'oratorio i ragazzi del gruppo di quinta hanno accolto i nuovi arrivati di seconda, il gruppo di prima ha incontrato i nuovi catechisti con cui condivideranno il cammino verso il sacramento della Confermazione, insieme ai ragazzi di tutta l'unità pastorale, mentre gli altri gruppi hanno sottolineato la gioia del ritrovarsi con alcuni giochi di animazione.
In chiesa, intanto, Don Daniele ha illustrato alle famiglie le tappe che compiranno quest'anno i diversi gruppi.
Infine ai genitori è stato chiesto di scrivere un piccolo messaggio, un augurio, una preghiera per loro figli all'inizio di questo nuovo percorso.
I messaggi sono stati poi attaccati a dei piccoli fili
che rappresentavano i tralci della vite alla quale siamo tutti invitati a rimanere innestati per portare frutti duraturi.
Genitori e figli si sono quindi ritrovati con i catechisti e i sacerdoti in cortile per un momento conviviale che ha concluso in fraternità questa mattinata ricca di doni.

Come fare catechismo?

Il titolo del libro di Silvia Meli e Daniela Giovannini –Catechesi: come farla? Accordi e sintonie per comunicare la fede – era invitante. Ho cominciato a leggerlo e poi ho “collaudato” un capitolo con i catechisti (o meglio le catechiste, tranne uno) in parrocchia. La cosa che mi è parsa subito interessante è l’attenzione al lavoro da fare con i genitori, in modo non parallelo ma complementare a quello che si fa con i figli. E quindi l’attenzione a collegare i vertici di due triangoli: il primo catechisti/ragazzi/parroco e l’altro catechesi/figli/genitori. Non casualmente un capitolo ha per titolo “Accordi: al servizio delle relazioni”. La terminologia (accordi, relazioni, come pure sintonie, difese, bisogni, confini, brainstorming ecc.) attinge a un lessico consueto alle autrici le quali, oltre ad essere catechiste parrocchiali, sono counselor professioniste ed esperte di pedagogia e di formazione.

Altro aspetto positivo è quello di affrontare l’impegno catechistico – e tutto ciò che gli ruota intorno – con una visione positiva, ottimistica ma non facilona, fondata sul valore e sul bene che ciascuno – ragazzi e catechisti – è ed ha, su ciò che ciascuno può fare ed essere, tirare fuori da sé e dal gruppo. Un approccio che mira a far sì che tutto l’impegno di catechesi di una parrocchiale diventi servizio che accoglie e incoraggia, che scommette sulle persone e sui loro talenti. Questo mi sembra un buon antidoto per la serpeggiante depressione pastorale di una parte (spero minoritaria) di noi parroci.

Al centro i ragazzi

D’altra parte, si può programmare la catechesi parrocchiale senza condividere l’atteggiamento di Gesù verso i bambini? Il testo fa un esplicito richiamo a Matteo 18: «Se non diventerete come bambini…», a cui aggiungo il monito del successivo capitolo: «Non impedite che i bambini vengano a me». Rifuggendo da inutili sentimentalismi, mettere al centro il bambino – né idolatrato né sottovalutato – vuol dire fare nostro lo sguardo di Gesù sui piccoli, denso di insegnamenti per la Chiesa di noi adulti. Papa Francesco sta dicendo cose interessanti anche a questo proposito quando insiste sulla tenerezza.

Una parte del testo tratta della formazione e della crescita del gruppo, con l’interessante parallelismo con quel che avviene nella crescita dell’individuo. Di grande utilità è la distinzione tra le caratteristiche dei ragazzi dell’arco di età 8-11 e quelli 12-14, il passaggio dalla fiducia totale del bambino all’età della tempesta che precorre l’adolescenza e poi altre differenziazioni di atteggiamento (loro) e che chiedono di adeguare l’approccio (nostro).

Interessante è l’uso di alcune immagini lessicali, come quella del semaforo verde nel senso di un’attenzione educativa volta a trovare la strada e dare fiducia, senza omettere la consapevolezza su rischi e pericoli; come anche l’accettazione del distacco che prima o poi ci sarà. Tutte indicazioni che mi sono parse utili non solo per la catechesi, penso al volto di una Chiesa in cui abbondino meno i divieti e più l’attenzione ad aprire strade e educare alla libertà.

Con quale stile

Parlando degli strumenti di una buona catechesi, il testo si sofferma sulla qualità e il ritmo da dare a ciascun incontro, cioè a quell’ora settimanale in cui si gioca non solo la relazione catechisti/ragazzi, ma probabilmente anche l’immagine di Chiesa che molti si porteranno dietro per tutta la vita. Mi limito a richiamare alcune affermazioni: proporre delle esperienze più che fare delle lezioni, diventare accompagnatori piuttosto che proporci come maestri (anche Gesù ce l’aveva con maestri, dottori della legge e simili….) e, in definitiva, diventare capaci di appassionare. Il verbo rimanda al passaggio decisivo della passione del Signore, e non posso non ricordare che per Giuseppe Ungaretti il cuore di Cristo «è la sede appassionata dell’amore non vano».

Altri interessanti passaggi, pescando qua e là nel testo:

– rendere i ragazzi soggetti attivi, protagonisti della loro fede, dare forza ai contenuti che noi proponiamo con la vitalità e l’intuito che essi possiedono. Qualcosa di simile avviene nella vicenda biblica (1Sam 3) del dialogo tra il giovane Samuele e la sua guida Eli, che non esita a staccare il ragazzo da sé perché incontri personalmente il Signore, e con lui la sua missione nella vita;

– l’importanza dei “riconoscimenti”, definiti «unità di misura del tipo di relazione che intessiamo»; una relazione capace di non sminuire, non deprimere e invece di incoraggiare. Anche qui è utile l’accostamento tra il diverso atteggiamento di Gesù e dei discepoli prima del prodigio dei pani (in Giovanni): Andrea ritiene insignificanti i cinque pani e i due pesci di un ragazzo («che cosa sono per tutta questa gente?») mentre Gesù accoglie e apprezza: li “prende” e a partire da quelli sfama la folla;

– la correzione e il rimprovero (riconoscimento in negativo), stando attenti a non umiliare, saper dire a un bambino “Hai sbagliato” senza che lui capisca: “Sei sbagliato”;

– il suggerimento di modalità di conduzione/animazione che valorizzano la partecipazione e il coinvolgimento del gruppo: leggere un testo del Vangelo a più voci, rappresentare episodi della vita di Gesù assegnando le “parti” oppure mimando.

Anche le carezze

Le autrici propongono un coraggioso e azzeccato collegamento con gli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio di Loyola, vedendo nel cammino catechistico la possibilità di suscitare la volontà e il desiderio verso la padronanza di sé e provocando i catechisti a una sempre più piena consapevolezza della meta verso cui stanno camminando con i loro ragazzi. Netta e pienamente condivisibile è l’affermazione che, senza un «atteggiamento di rispetto, l’educazione non è che addestramento. Ma che cosa può diventare quando da parte del ragazzo, del giovane o dell’adulto manca il desiderio di crescere? Una pedagogia attiva, e per Ignazio non ce ne può essere un’altra, è prima di tutto proposta e promessa: nessuno si metterà in cammino verso una maggiore umanità se non ha incontrato uomini e donne adulti e felici di esserlo» (p. 139).

Un’ultima considerazione: si parla di carezze, termine con cui la psicologia definisce tutto ciò che serve a manifestare al bambino (e all’adulto) considerazione, apprezzamento, fiducia nelle proprie capacità, possibilità di buone relazioni con gli altri e col mondo. Tutte cose di cui soprattutto i bambini hanno assoluto bisogno per crescere.

Anche papa Giovanni, alla sera dell’apertura del Concilio, chiese alla folla che assiepava piazza San Pietro: «Fate una carezza ai vostri bambini!», esempio ineguagliabile di comunicazione verbale e non verbale che è entrato nel cuore della gente. Se la catechesi delle nostre parrocchie non arriva a toccare il cuore, forse stiamo solo perdendo tempo.

Daniela Giovannini – Silvia Meli, Catechesi: come farla? Accordi e sintonie per comunicare la fede, ed. Paoline, Milano 2016, pp. 176, € 13,00.

settimananews.it

Catechismi da rifare?

«Catechismi da rifare». Fatico a non dar ragione a questo titolo, che campeggia in un dossier sull’ignoranza religiosa dei giovani italiani pubblicato da un mensile fortemente e tradizionalmente apologetico, «Il Timone». Pur se il testo dell’articolo, firmato da una catechista di ventennale esperienza, approda a conclusioni parzialmente diverse dalle mie, devo ammettere che gli attuali catechismi approvati dalla Cei per i fanciulli (attuali, ma ormai risalenti agli anni Novanta!) in effetti funzionano poco ­- anzi, a mio debol parere di antico catechista non hanno mai davvero funzionato.

Ha ragione l’articolista: «Ho provato più volte a chiedere ai bambini cosa avessero capito di quelle pagine: il risultato era sempre deprimente… I catechismi della Cei sono certamente molto verbosi: i bambini si perdono, non riescono ad afferrare cosa ci sia di importante da conoscere… un bla bla incessante… Nella memoria non si imprime nulla se non qualche pensierino tra il vago e il banale… I catechismi della Cei difettano di organicità e di drammaticità: portano “a spasso” il bambino per anni, dicendo che Gesù ci vuole bene, ma non si capisce dove vada a parare… I bambini amano le sfide: se si sta solo al loro livello, dopo poco si annoiano. Invece i termini che maggiormente incontrano sono “camminare insieme”, “pace”, “volere bene”, “essere buoni”».

Forse un po’ forte ma vero, anche se poi il rimedio indicato dalla catechista è un ritorno al (presunto) rigore del passato. Di fatto mi pare innegabile che -­ similmente a quanto accaduto più in generale in tutta la pedagogia dell’ultimo mezzo secolo – anche nell’educazione religiosa la volontà (in sé corretta) di sfuggire al mero nozionismo ha condotto ad annullare o quasi i contenuti, sostituendoli con esortazioni «morali» che però alla fine suonano come i buoni moniti della nonna. Il risultato è che ­- da una parte – ai bambini usciti dal percorso di iniziazione cristiana mancano le basi di conoscenza oggettiva dei contenuti della fede cattolica, anche soltanto per rifiutarli (ma a ragion veduta, almeno) e ­- dall’altra – nemmeno il comportamento etico trova supporti maturi per eventualmente sussistere.

Il cristianesimo viene ammannito come una favola per bambini, ovviamente a lieto fine, col risultato paradossale però che i bambini si annoiano a sentirla perché è buonista anche per loro. Non c’è avventura, non c’è conquista, non c’è dubbio né domanda: tutto volutamente reso troppo facile, dunque banalizzato. Non credo che il problema sia tornare a un senso del sacro solenne ed austero, distante e terribile; ma il gusto di affrontare un «mistero» – nel senso pedagogico, teologico e anche liturgico del termine – quale altra età, se non l’infanzia, ha il potere di coglierlo, di farsene coinvolgere?

Non so se i catechismi debbano essere rifatti (nemmeno so se siano gli strumenti giusti, oggi). La mia netta impressione è che «non prendono», come in genere «non prende» la catechesi parrocchiale odierna: che non lascia cultura e nemmeno curiosità. Ma qui passo la palla all’amico Gilberto Borghi, nel cui terreno di caccia mi sono addentrato forse a sproposito. Termino con l’osservazione di una conoscente, stavolta molto anziana e sempre in sincera ricerca: «Se ti fai delle domande, hai finito di credere». Avrà mica ragione lei?

fonte: vinonuovo.it

Cammino di iniziazione cristiana con i fanciulli di II-III-IV-V elementare (gruppi della Domenica) e con i ragazzi di I-II media (gruppo del Sabato) nel Giubileo della misericordia (2015-2016)

 

Unità Pastorale «Santi Crisanto e Daria»

Cattedrale – S. Prospero – S. Teresa –S. Stefano – S. Zenone

Cammino di iniziazione cristiana con i fanciulli di II-III-IV-V elementare (gruppi della Domenica) e con i ragazzi di I-II media (gruppo del Sabato) nel Giubileo della misericordia (2015-2016)

Incontri di catechismo, ritiri, pellegrinaggi, celebrazioni domenicali (alle 10 in Santo Stefano) nei quali si chiede la partecipazione assidua e gioiosa di tutti

– domenica 22 novembre 2015, alle 11.15: Messa nella Basilica di San Prospero con le famiglie del catechismo di tutte e 5 le parrocchie. Raccolta offerte e doni per la Mensa del Povero. Benedizione cantori, suonatori e strumenti nella festa di Santa Cecilia.

sabato 28 novembre: Iniziativa della raccolta Banco Alimentare nei supermercati per i gruppi delle medie e delle superiori – Viene sospeso l’incontro di catechismo qui in Santo Stefano

domenica 29 novembre: Ritiro di Avvento in Santa Teresa (inizio ore 10.00) insieme agli altri gruppi di catechismo delle elementari (di tutte e 5 le parrocchie); si conclude con la Messa alle 15, a cui sono invitati i genitori. – Viene sospeso l’incontro di catechismo qui in Santo Stefano

Per il gruppo medie: Ritiro di Avvento con l’Azione Cattolica Ragazzi all’Oratorio di Santa Croce in via Adua (inizio ore 9.00)

domenica 6 dicembre, dopo la Messa delle 10: attività dei lumini della Caritas

martedì 8 dicembre, Messa dell’Immacolata alle 11 (animazione di tutte e 5 le parrocchie): Eucaristia solenne con gli Anniversari di Matrimonio e di Professione Religiosa – Rendimento di grazie con le Suore Paoline per i 100 anni del loro Istituto. Alle 20, nelle case: consacrazione delle famiglie all’Immacolata.

mercoledì 9 dicembre alle 16 e alle 17.15: Confessioni per il gruppo di IV elementare e ammissione alla prima Confessione dei nuovi arrivati

domenica 13 dicembre: Nelle Messe dell’Unità Pastorale vendita dei lumini Caritas per il pranzo di Natale; raccolta dei giocattoli per l’iniziativa “Santa Lucia dei poveri” — Al pomeriggio, con partenza dalla Ghiara alle 15.30, apertura della Porta della misericordia in Cattedrale e Messa presieduta dal Vescovo per il Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco.

mercoledì 16 dicembre alle 15, alle 16 e alle 17: Confessioni per il gruppo Medie in Santo Stefano in 3 turni

sabato 19 dicembre: Novena di Natale con i gruppi di catechismo dalla II elementare alla II media e con il gruppo di 3ª media -1ª sup. (ore 15-16, nella chiesa di Santo Stefano), a cui invitiamo i genitori, con la benedizione dei Bambinelli da mettere nei presepi e scambio degli auguri – Sono sospesi gli incontri durante le Vacanze di Natale (20 dicembre 2015 – 6 gennaio 2016)

lunedì 21 dicembre alle 15 e alle 16: Confessioni per il gruppo 3ª media e 1ª sup. in Santo Stefano

martedì 22 dicembre alle 15, alle 16 e alle 17: Confessioni per i gruppi di 5ª elementare in Santo Stefano

– mercoledì 23 dicembre alle 15 e alle 16 in Cattedrale: Confessioni per i giovani delle superiori

venerdì 25 dicembre: Natale del Signore; domenica 27 dicembre: Festa della Santa Famiglia di Nazaret; venerdì 1° gennaio 2016: Santissima Madre di Dio e 49ª Giornata mondiale della pace; mercoledì 6 gennaio: Epifania del Signore

Incontri di Catechismo per le medie al sabato dalle 15 alle 16: riprendono dopo vacanze di Natale il 9 gennaio 2016, senza interruzione fino a sabato 19 marzo; dopo le vacanze di Pasqua, riprendono il 2 aprile fino a sabato 21 maggio (escluso il 23 aprile).

Incontri di Catechismo per le elementari alla domenica dalle 11 alle 12: riprendono dopo vacanze di Natale il 10 gennaio 2016, senza interruzione fino a domenica 13 marzo; dopo le vacanze di Pasqua, riprendono il 3 aprile fino a domenica 22 maggio (escluse la domenica delle Comunioni, il 17 aprile, e la domenica di Pentecoste, il 15 maggio).

domenica 17 gennaio 2016, alle 11 in Santo Stefano, incontro coi genitori. Ai genitori di IV viene presentata la Domanda di ammissione alla prima Eucaristia (da consegnare entro il 29 gennaio). Ai genitori di III, viene presentata l’ammissione al sacramento della Confessione. Ai genitori di II, viene presentata la festa del Battesimo.

domenica 24 gennaio, nella Messa delle 11.15 in Cattedrale: Presentazione dei giovanissimi di 1ª e 2ª media che hanno fatto domanda di ammissione alla Cresima (è confermato il catechismo in Santo Stefano per i gruppi delle elementari)

domenica 31 gennaio, nella Messa delle 11.15 in Cattedrale: Presentazione alla comunità dei fanciulli che hanno fatto domanda di ammissione alla prima Eucaristia (per gli altri gruppi è confermato il catechismo in Santo Stefano)

– venerdì 5 febbraio: Festa di Carnevale alle 19.30, in Santo Stefano presso Istituto Figlie di Gesù, con i bambini – ragazzi del Catechismo (fino alla seconda media) e loro famiglie

domenica 7 febbraio, Giornata per la vita, nella Messa delle 10 in S. Stefano: i bambini della II elem. celebrano la gioia del Battesimo: arrivare alle 9.45, per indossare tutti la veste bianca

mercoledì 10 febbraio (delle Ceneri) alle 15, alle 16 e alle 17: Confessioni per il gruppo delle Medie in Santo Stefano in 3 turni

– venerdì 12 febbraio alle 15 e alle 16 (e alle 17) in Cattedrale: Confessioni per i giovani di 3ª media e delle superiori

– sabato 13 – domenica 14 febbraio: Negli incontri di catechismo viene distribuito il salvadanaio missionario (per le MISSIONI DIOCESANE), da consegnare nell’ultima domenica di Quaresima, il 13 marzo

martedì 16 febbraio alle 16 e alle 17.15: Confessioni per i gruppi di 5ª elementare in Santo Stefano

sabato 20 febbraio, ore 15.30: pellegrinaggio dei bambini di 3ª elementare alla Porta della misericordia in Cattedrale e incontro-dialogo con il Vescovo Massimo

domenica 28 febbraio, ore 10 in Santo Stefano: presentazione dei bambini di 3ª elementare che il sabato successivo celebrano il sacramento del perdono

– domenica 28 febbraio: Pellegrinaggio delle comunità parrocchiali del Vicariato urbano alla Porta santa della misericordia della Cattedrale: inizio alle 16 in piazza del Duomo, dove il Vescovo Massimo accoglie i pellegrini. – Per le parrocchie del Centro Storico si propone di compiere un cammino insieme per arrivare alla Cattedrale con le soste a 3 luoghi della misericordia: Casa della Carità San Girolamo (ore 15), Centro di Ascolto Caritas “San Giovanni Paolo II” (ore 15.20), Mensa del Povero (ore 15.30).

sabato 5 marzo, alle 15.30 in Cattedrale: Celebrazione della festa del Perdono; i bambini, accompagnati da entrambe i genitori per la prima volta si accostano alla Confessione, per chiedere perdono al Signore e manifestare un proposito/impegno da mettere in pratica.

domenica 6 marzo, nelle Messe dell’Unità Pastorale, alla processione di ingresso: accoglienza degli “scrigni della misericordia”, ricevuti dal Vescovo Massimo nel pellegrinaggio giubilare.

mercoledì 9 marzo alle 16.15 e alle 17.15: Confessioni in Cattedrale per i gruppi di IV elementare in preparazione alla Pasqua e passaggio attraverso la Porta della Misericordia

domenica 13 marzo, nella Messa delle 10 in Santo Stefano: i gruppi del catechismo, dalla 2ª elem. alla 2ª media [escluso il gruppo di 3ª el.] alla presentazione dei doni portano i salvadanai missionari con la loro solidarietà della Quaresima (per i gruppi delle elementari, escluso sempre quello di 3ª, è confermato il catechismo dopo la Messa)

domenica 13 marzo, nella Messa delle 11.15 in Cattedrale: Messa di ringraziamento per il perdono ricevuto: arrivare alle 10.45, per indossare tutti la veste bianca e accendere la candela ricevuta dal Vescovo nel Giubileo

martedì 15 marzo alle 16 e alle 17.15: Confessioni per i gruppi di 5ª elementare in Cattedrale in preparazione alla Pasqua e passaggio attraverso la porta della Misericordia

mercoledì 16 marzo alle 15, alle 16 e alle 17: Confessioni per il gruppo delle Medie in 3 turni in Cattedrale in preparazione alla Pasqua e passaggio attraverso la porta della Misericordia

– venerdì 18 marzo alle 15 e alle 16 (e alle 17) in Cattedrale: Confessioni per i giovani di 3ª media e delle superiori in preparazione alla Pasqua

sabato 19 marzo, alle 15 in Santa Teresa: Via Crucis con le famiglie

domenica 20 marzo, con partenza alle 10.15 da San Prospero, processione della domenica delle Palme e Messa unica per tutte e 5 le parrocchie presieduta dal Vescovo in Cattedrale

– giovedì 24 marzo: alle 21 Pellegrinaggio dei ragazzi delle medie alle chiese della Città aperte fino a mezzanotte – unica sera dell’anno – per la preghiera del Giovedì Santo

– domenica 27 marzo, alle 10 in Santo Stefano: Pasqua di Risurrezione

– venerdì 8 aprile: Ritiro di preparazione alla Prima Eucaristia in S Stefano (18.30-20; ore 20 cena al sacco; ore 21: momento di preghiera coi genitori in Santo stefano).

– lunedì 11 e martedì 12 aprile: alle 16 e alle 17.15, in Santo Stefano, Confessioni dei gruppi di 4ª elementare in preparazione alla festa di domenica 17

– mercoledì 13 aprile: (da confermare) Pomeriggio-sera: Gita-Pellegrinaggio per i gruppi di V elementare a San Valentino di Castellarano, parrocchia dove il beato Rolando Rivi ha fatto il chierichetto fin da quando aveva 5 anni

– sabato 16 aprile alle 15, in Cattedrale: incontro di preparazione alla liturgia di domenica

– domenica 17 aprile, alle 10.30 in Cattedrale: Messa per la prima Eucaristia

– sabato 23 – domenica 24 – lunedì 25 aprile: Giubileo a Roma – Il Papa incontra i gruppi della Cresima (I-II media e III media- I sup.)

martedì 3 maggio alle 16 e alle 17.15: Confessioni per i gruppi di 5ª elementare in Santo Stefano in preparazione alla Pentecoste

– domenica 8 maggio, alle 10 in Santo Stefano: Ascensione del Signore;

– mercoledì 11 maggio, alle 15, alle 16 e alle 17.15: Confessioni in Santo Stefano, in preparazione alla Pentecoste per i gruppi di III elem.

– domenica 15 maggio, alle 10.30 nella Basilica della Ghiara: Messa di Pentecoste unica per tutte e 5 le parrocchie

– sabato 28 maggio, alle 15: Raduno dei gruppi del Centro Storico e pellegrinaggio alla Cattedrale (chiesa del Giubileo) per rendere grazie insieme dell’anno catechistico.

– martedì 31 maggio: Alle 21 Processioni a conclusione del mese di Maggio da Santa Teresa (e da Santo Stefano?) alla Cattedrale – Si può proporre alle medie

 

Il Signore ci benedica e ci accompagni nel cammino

I Sacerdoti e i Catechisti

catechesi

Unità Pastorale: Ripresa degli incontri di catechesi dopo le vacanze natalizie

Ripresa degli incontri di catechesi dopo le vacanze natalizie

1) Sabato 9 gennaio in Santo Stefano alle 15, riprendono gli incontri di catechismo della 4ª e 5ª elementare (per i cosiddetti “gruppi del Sabato”) e dei ragazzi di 1ª e 2ª media (gruppo unico per le 5 parrocchie).
Stesso giorno e stessa ora, nella sala delle riunioni di Santo Stefano: incontro per i giovanissimi di 3ª media e 1ª superiore.
2) Domenica 10 gennaio, festa del Battesimo del Signore, dopo la Messa delle 10 in Santo Stefano, riprendono gli incontri di catechismo per i bambini dalla 2ª alla 5ª elementare (i cosiddetti “gruppi della Domenica”)
3) Domenica 10 gennaio alle 19.30 nel salone dell’oratorio di Santo Stefano, incontro per i giovani dalla 2ª alla 5ª superiore. È il secondo degli incontri itineranti, dopo quello del 29 novembre scorso in Sant’Agostino, rivolti ai giovani e alle ragazze delle Parrocchie del Centro storico, animati dai loro Educatori e da alcuni giovani Seminaristi con il Rettore, Don Alessandro Ravazzini. Ospite speciale della serata sarà il professore di lettere e rapper, nonché giovane papà, Matteo De Benedittis. Gli incontri sono pensati come itinerario di avvicinamento alla GMG di Cracovia nel luglio 2016 con Papa Francesco, che ha invitato i giovani a prepararsi riflettendo e facendo esperienze sulla beatitudine della misericordia «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia».
4) Lunedì 11 gennaio alle 17.30 in Santo Stefano, riprendono gli incontri di catechismo per i bambini di 2“ª e 3ª elementare (i gruppi cosiddetti “del Lunedì”)