La celebrazione Eucaristica è stata presieduta da S. E, Mons. Antony Chirayat e animata dalle comunità religiose provenienti dall’India. Hanno organizzato l’evento la Chiesa di Reggio Emilia Guastalla, il Vicariato per la vita consacrata e i monasteri e il Servizio Diocesano Vocazioni con l’Unità Pastorale “Santi Crisanto e DAria”
Mons. Chirayat è Vescovo emerito della diocesi siro-malabarese di Sagar (India) e ha celebrato il Giubileo dei 50 anni di sacerdozio.
Hanno concelebrato S. E. Mons. Adriano Caprioli vescovo emerito di Reggio EMilia – Guastalla nel 60° di Ordinazione presbiterale (28 Giugno) e Mons. Francesco Marmiroli già vicario episcopale per la vita consacrata.
Le foto documentano la celebrazione eucaristica nella festa di San Tommaso apostolo ed evangelizzatore dell’India
La S. Messa sarà animata dalle 13 comunità religiose provenienti dal Kerala e presenti nella diocesi. A seguire Cena estiva nel cortile dell’Oratorio di S. Stefano. Tutti sono invitati
“Possa l’anno 2020, che segna il 70° anniversario dello scoppio della Guerra di Corea, diventare l’inizio di un’era nuova di pace e unità, superando la tragedia della divisione nazionale con una dichiarazione di fine della guerra di Corea ed un trattato di pace nella penisola coreana”. E’ quanto auspica in un messaggio alla Nazione mons. Igino Kim Hee-joong
Un’inedita stagione di scontento sociale, caratterizzata da forti manifestazioni di protesta, sta scuotendo in queste settimane la Costa Rica, il piccolo Paese centroamericano noto per la sua situazione singolare, rispetto al resto della regione, di coesione sociale, rispetto per l’ambiente, attenzione alla pace e rifiuto di avere un esercito. A protestare, per la riforma del sistema scolastico ed educativo, sono soprattutto gli insegnanti ed educatori, cui si sono uniti gli studenti.
(RC) Dal 1° al 4 luglio ha luogo al St Mary´s College di Oscott, a Birmingham (Regno Unito), l’annuale Incontro dei Segretari Generali del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE). Anche se sono poche le informazioni disponibili sull’agenda dei lavori in corso, alcune fonti autorevoli assicurano che un tema importante di fondo è la questione dei flussi migratori che tocca tutte le Conferenze episcopali nazionali del Vecchio Continente. Un altro tema centrale è la situazione in Ucraina, la guerra silenziosa e le condizioni umanitarie di moltissimi ucraini. I partecipanti già nel primo giorno di lavoro hanno potuto ascoltare l’intervento del rappresentante della Chiesa greco-cattolica ucraina,mons. Bogdan Dzyurah, Segretario generale dell’UGCC, intitolato “Essere Chiesa in tempo di guerra”. Sulla questione, delicata e dolorosa, i presenti hanno potuto valutare anche ciò che è migliorato o peggiorato in Ucraina dal giorno del loro precedente incontro (29 giugno al 2 luglio 2018, Cipro). Nell’incontro in corso inoltre, come sempre saranno discusse questioni riguardanti i meccanismi di comunicazione fra le Conferenze episcopali, i diversi prossimi appuntamenti di lavoro su temi sepecifici e le consultazioni immediate nei casi di crisi. Un tempo rilevante dell’incontro da ieri è dedicato anche alla preghiera e alla riflessione. CCEE. Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) è composto da trentanove membri, di cui trentatré sono Conferenze Episcopali alle quali si aggiungono gli Arcivescovi del Lussemburgo, del Principato di Monaco, l’Arcivescovo maronita di Cipro e i Vescovi di Chişinău (Moldavia), dell’Eparchia di Mukachevo e dell’Amministrazione Apostolica dell’Estonia. Insieme, rappresentano la Chiesa Cattolica in ben quarantacinque Paesi del continente europeo. La Presidenza del CCEE è composta da un Presidente e da due Vicepresidenti eletti per un mandato rinnovabile di cinque anni. Il Segretariato è diretto da un Segretario Generale, nominato dall’Assemblea Plenaria del CCEE, per un mandato quinquennale rinnovabile, aiutato da un Vice Segretario Generale nominato dalla Presidenza. Il Segretariato ha sede a San Gallo (Svizzera).
L’Ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha disposto l’apertura di due tombe presenti presso il Cimitero Teutonico. «La decisione – spiega Alessandro Gisotti, direttore della sala stampa vaticana – si inserisce nell’ambito di uno dei fascicoli aperti a seguito di una denuncia della famiglia di Emanuela Orlandi che, come noto, nei mesi scorsi ha, tra l’altro, segnalato il possibile occultamento del suo cadavere nel piccolo Cimitero ubicato all’interno del territorio dello Stato vaticano».
Le operazioni di apertura delle due tombe in Vaticano, al Cimitero Teutonico, si svolgeranno il prossimo 11 luglio, alla presenza dei legali delle parti, oltre che dei familiari di Emanuela Orlandi, la giovane scomparsa nel 1983, e dei parenti delle persone seppellite nelle tombe interessate. Lo riferisce Gisotti spiegando che ci sarà l’ausilio tecnico del professor Giovanni Arcudi, del Comandante della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani, e di personale della Gendarmeria.
«Il provvedimento giudiziario prevede una complessa organizzazione di uomini e mezzi», spiega Gisotti, in quanto «sono coinvolti operai della Fabbrica di San Pietro e personale del Cos, il Centro Operativo di Sicurezza della Gendarmeria Vaticana, per le operazioni di demolizione e ripristino delle lastre lapidee e per la documentazione delle operazioni».
La legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, ha ringraziato la Santa Sede, e in particolare il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin, per la decisione. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela scomparsa 36 anni fa, ha detto: «Sono contento, finalmente una decisione su nostra istanza. Grazia al Vaticano per l’attenzione e la volontà di fare chiarezza».
«La decisione – ha spiegato Gisotti – giunge dopo una fase di indagini nel corso della quale l’Ufficio del Promotore, con l’ausilio del Corpo della Gendarmeria, ha svolto approfondimenti tesi a ricostruire le principali tappe giudiziarie di questo lungo doloroso e complesso caso. Va ricordato che per ragioni di carattere giuridico l’autorità inquirente vaticana non ha giurisdizione per svolgere indagini sulla scomparsa, avvenuta in Italia, di Emanuela Orlandi; indagini che peraltro sono state condotte dagli inquirenti italiani – sin dalle prime fasi, con scrupolo e rigore professionale. Pertanto, l’iniziativa vaticana riguarda soltanto l’accertamento della eventuale sepoltura del corpo di Emanuela Orlandi nel territorio dello Stato vaticano».