Vicini ai preti di oggi e di domani

DA ROMA MIMMO MUOLO  – avvenire
 Il Serra International Italia ricon­ferma anche per il prossimo bien­nio la fedeltà alla propria missio­ne di sostenere le vocazioni e i sacer­doti. A farsene interprete, a conclu­sione del XII Congresso nazionale, ce­lebrato nei giorni scorsi a Roma, è sta­to il nuovo presidente nazionale, Do­nato Viti. Ricevendo il testimone da Gemma Sarteschi, prima presidente donna nella storia della sezione ita­liana (che ha concluso il suo manda­to), Viti non ha nascosto le difficoltà («non è certamente un buon mo­mento per parlare al mondo di voca­zioni sacerdotali»), ma ha espresso fi­ducia che il momento difficile sarà presto superato. «Bene ha fatto il Pa­pa – ha detto il neo presidente – a chiedere perdono a Dio e alle vittime a nome della Chiesa e a impegnarsi per eliminare la sporcizia dalla co­munità ecclesiale. Noi dunque non siamo soli. E daremo il nostro contri­buto, dimostrando affetto, amicizia e vicinanza a tutti i ministri di Dio e a coloro che si stanno preparando per diventarlo».
  I lavori del Congresso hanno piena­mente confermato queste intenzioni. Numerosi gli interventi di porporati e vescovi. Dal cardinale José Saraiva Martins, consulente episcopale per il Serra Italia, all’arcivescovo Mauro Pia­cenza, segretario della Congregazio­ne per il clero, che ha auspicato «una cura reciproca tra sacerdoti e laici», senza che questi ultimi si clericalizzi­no; al vescovo di Lucera-Troia Do­menico Cornacchia, che ha ricorda­to come il mondo sacerdotale abbia bisogno di preti che diano la loro vi­ta per gli altri; fino al vescovo ausilia­re dell’Aquila Giovanni D’Ercole, che ha ricordato la tragedia del terremo­to e il ruolo dei sacerdoti accanto al­le popolazioni disagiate; e al vescovo di Livorno Simone Giusti, che ha por­tato la sua testimonianza.
  Il rilancio delle vocazioni nasce da un cuore nuovo. A tal proposito don Ni­co Dal Molin, direttore del Centro na­zionale vocazioni, ha parlato della sindrome di Narciso, che ha conta­giato molti nell’odierna società. «Noi invece – ha sottolineato – dobbiamo far trapelare l’amore di Dio, per il tra­mite della fedeltà, della gratuità e del­la pazienza».
  La cronaca è entrata nei lavori grazie agli interventi del direttore de L’ Os­servatore Romano , Giovanni Maria Vian. «Stiamo vicini ai preti perché ci siano vicini», ha detto. Il Serra Club, infatti, «è chiamato ad un impegno di rilievo nella missione che porta a­vanti a favore delle vocazioni». Una visione condivisa anche da Giusep­pe De Carli della Rai, direttore di Rai Vaticano.
 Il Serra International Italia ha celebrato il XII congresso nazionale. Il nuovo presidente è Donato Viti. Gli interventi di Saraiva Martins, Piacenza, Cornacchia, D’Ercole, Giusti, Dal Molin,Vian e De Carli

I vescovi del Triveneto riflettono sulla comunione Scola: «Per i preti sia come l’aria che respiriamo»

«Per il prete la comunio­ne – specie con il ve­scovo e gli altri sacer­doti – diventa una priorità assoluta: è come l’aria che respiriamo, senza di essa oggi non si regge». Lo ha det­to il patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, presidente della Con­ferenza episcopale del Triveneto (Cet), chiudendo la due giorni del­la Conferenza regionale al Cavalli- no di Venezia della Cet dedicata a «Le diocesi si interrogano su come promuovere le condizioni per vive­re in modo pieno il ministero pre­sbiterale ». La relazione introdutti­va è stata di don Erio Castellucci, docente della Facoltà teologica del­l’Emilia Romagna, che ha indicato ai vescovi, tra gli obiettivi dell’atti­vità pastorale, anche quelli di vive­re nella logica evangelica della carità anche al di là dei risultati e delle pos­sibili delusioni, favorire la stima re­ciproca, riconoscere con gratitudi­ne la ricchezza e i tesori presenti nei preti di queste regioni.
  «Anche per il prete, come per il cri­stiano e per ogni uomo – ha affer­mato Scola – è centrale la questio­ne dell’unità della persona. Senza un’esperienza di unità dell’io non si cresce, ci si involve e non si impara
da nessun rapporto e dalla realtà, non si comunica nulla e non si co­munica in modo persuasivo » . « Il ministero del sacerdote – perché non si funzionalizzi o diventi pri­gioniero del ruolo – deve essere sempre saldamente radicato nella vita della comunità ecclesiale – ha affermato ancora Scola – che è luo­go documentato e visibile di comu­nione ». I vescovi hanno eletto il nuovo vi­cepresidente della Cet, monsignor Dino De Antoni, arcivescovo di Go­rizia. Si è inoltre proceduto alla fir­ma della dichiarazione d’intenti tra Conferenza episcopale del Trivene­to e Superiori e Maggiori degli Isti­tuti di vita consacrata (Cism e Usmi) presenti e operanti nell’ambito del­la Regione ecclesiastica Triveneto. (avvenire)