Vaticano I capi dei vescovi contro gli scandali: la verità dal vertice

La Repubblica

(Alberto Melloni)  Ci sono due appuntamenti nel 2019 che segneranno la storia del papato di Francesco e del  cattolicesimo romano del secolo XXI. Il primo appuntamento è la riunione dei presidenti delle  conferenze episcopali a fine febbraio, sulla pedofilia nel clero. Questa assemblea esprime una  sinodalità dal basso (tranne in Italia i presidenti delle conferenze episcopali sono eletti) e  un’autorevolezza unica. Necessaria per rompere un incantesimo.

Pedofilia: don Di Noto (Meter), “Grazie, Papa Francesco, per il Motu Proprio, atteso da 25 anni

“Finalmente. È questa la prima parola che mi viene in mente leggendo il Motu Proprio con cui oggi Papa Francesco ha ulteriormente spinto la Chiesa a difendere l’infanzia e combattere la pedofilia. Grazie, Papa Francesco”. Questo è il primo commento che don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell’Associazione Meter onlus (www.associazionemeter.org) ha voluto esprimere dopo la lettura di “Come una madre amorevole”, il provvedimento con cui Jorge Mario Bergoglio oggi ha disposto la rimozione dei vescovi negligenti nella difesa dell’infanzia. “È un passo avanti significativo, un documento che noi di Meter aspettavamo da 25 anni e per il quale ci siamo battuti – con impegno e servizio ai piccoli violati – a lungo per rendere sempre più sicura le nostre comunità cristiane”, dice don Di Noto. Il fondatore di Meter sottolinea: “Da questo momento, e dal 5 settembre prossimo quando il Motu Proprio entrerà in vigore, nessuno potrà più avere scuse o dire che ‘non sapeva che cosa fare’. La strada tracciata è chiarissima: trasparenza massima nella difesa dell’infanzia, ma soprattutto – mi pare di leggerlo in controluce – la necessità di una formazione del clero e delle comunità cristiane che assuma questa mentalità di protezione dei minori”.

Non è tutto. “Credo cessino anche le polemiche – per me strumentali – sull’obbligo di denuncia o meno del prete pedofilo alla giustizia civile. La nozione di negligenza mi pare così ampia da chiarire una volta per tutte che un vescovo deve pensare prima di tutto agli abusati e rendere loro giustizia. Ma, come dicevo, deve anche formare un clero capace di offrire protezione dagli e prevenzione degli abusi. Siamo pronti ad offrire 25 anni di esperienza in materia a diocesi e seminari”, conclude don Di Noto.

agensir

Udienza Papa Francesco: «Chiedo perdono per gli scandali»

“Prima di iniziare la catechesi, in nome della Chiesa voglio chiedervi perdono per gli scandali che ci sono stati recentemente sia a Roma che in Vaticano. Vi chiedo perdono”.

Una frase che ha sollevato molta curiosità. Padre Lombardi, nel briefing alla sala stampa, ha spiegato che le parole del Papa riguardano questioni che si leggono sui mass media e che riguardano “uomini di Chiesa” e la “vita cittadina”. “Il Papa – ha dichiarato il direttore della sala stampa vaticana – ha ascoltato la lettura della Bibbia che parlava degli scandali. Se usa un’espressione di carattere generale non è compito mio farla diventare più ristretta o larga di quel che ha voluto dire, non ho quindi precisazioni da dare”.

“Il Papa – dice ancora padre Lombardi – si rende conto che ci sono persone semplici, tanti che vengono alle udienze, turbate o addolorate per notizie che si leggono, e quindi per quanto c’è la responsabilità della Chiesa, di uomini di Chiesa, chiede perdono che ci sia non solo la positività e l’educazione ma esempi negativi o cose che turbano”.
La catechesi del Papa, dedicata ai bambini, è poi partita dalla frase di Gesù: “E’ inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo”.

“La parola di Gesù è forte”, ricorda il Papa. “Guai al mondo per gli scandali! Gesù è realista e dice che è inevitabile che avvengano scandali: ma guai all’uomo a causa del quale avviene lo scandalo”.

“Solo se guardiamo i bambini con gli occhi di Gesù possiamo capire come difendendo la famiglia proteggiamo l’umanità” ha detto il Papa nellaudienza generale, dedicata alle promesse degli adulti ai bambini.

A più riprese nei saluti ai diversi gruppi linguistici, inoltre, il Papa ha chiesto di pregare per il sinodo sulla famiglia in corso in Vaticano, perché si prendano “le decisioni che meglio convengono alla famiglia”.

“Quanto siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini facendoli venire al mondo? – ha chiesto il Papa – Li facciamo venire al mondo, questa è una promessa, e cosa diamo loro?”. “Guai – ha detto in un ulteriore passaggio – a quelli che tradiscono la fiducia e le attese dei bambini verso gli adulti”, “quando una promessa è spezzata, ne viene lo ‘scandalò che Gesù condanna”.

È stato a questo punto che papa Francesco ha inserito la sua richiesta di perdono a nome della Chiesa per gli “scandali” di “questi ultimi tempi” a Roma e in Vaticano.

Il Papa ha rivolto un “appello”, ricordando che il 17 è la Giornata mondiale del rifiuto della miseria, che “si propone di accrescere gli sforzi per eliminare l’estrema povertà e la discriminazione, e per assicurare che ciascuno possa esercitare pienamente i propri diritti fondamentali. Siamo tutti invitati – ha detto alla fine della udienza generale – a fare nostra questa intenzione perché la carità di Cristo raggiunga e sollevi i fratelli e le sorelle più poveri e abbandonati”.

Saluto ai minatori cileni. “Credo che ognuno di voi sarebbe capace di venire qui e dirci cosa significa la speranza, grazie per conservare la speranza in Dio”. Lo ha detto il Papa, in spagnolo, salutando un gruppo dei minatori cileni “che sono stati 70 giorni nella terra”: si tratta dei sopravvissuti al crollo della miniera di San Jose, in Cile, nel 2010

avvenire.it

Pedofilia: certificato solo nuovi assunti, escluse colf

Niente certificato anti-pedofilia per colf e baby sitter e nemmeno per i bidelli, come per le altre categorie di dipendenti che svolgono un lavoro a diretto contatto con i minori ma che sono gia’ sotto contratto; possibilità di procedere all’assunzione, in attesa dell’attestato del casellario giudiziale, con un’autocertificazione del lavoratore, che dichiari di non aver avuto condanne per reati contro bambini e ragazzi; e nessun controllo a tappeto nella prima fase di attuazione della nuova normativa. Fonti del ministero della Giustizia sciolgono gli ultimi dubbi sull’applicazione dell’ obbligo che scatta da domani in adempimento di una direttiva dell’Unione europea e parlano di un allarmismo intorno a questa vicenda “che non ha ragion d’essere”; anche perché i principali nodi erano stati chiariti già dalle circolari pubblicate giovedì scorso sul sito di via Arenula, dove è scaricabile anche il modulo con cui chiedere alla procura competente il rilascio del certificato.
Intanto però il tribunale di Genova è già intasato da migliaia di richieste di rilascio del nuovo certificato.

OBBLIGO SOLO PER NUOVI CONTRATTI, NON PER QUELLI IN CORSO Il decreto legislativo 30 del 2014 che dà attuazione alla direttiva Ue contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile non lascia spazio a dubbi: il datore di lavoro ha l’obbligo di richiedere il certificato del casellario giudiziale della persona da impiegare “prima di stipulare il contratto di lavoro e quindi prima dell’assunzione”. Una norma che spazza via il timore di un caos nelle scuole fondato sul dubbio che il nuovo adempimento fosse retroattivo e dunque applicabile anche a bidelli e professori già assunti.

FUORI DA NUOVE NORME VOLONTARI, BABYSITTER E COLF Le nuove disposizioni “valgono solo per l’ipotesi in cui si abbia l’instaurazione di un rapporto di lavoro”; l’obbligo di richiedere il certificato non grava “su enti e associazioni di volontariato, pur quando intendano avvalersi dell’opera di volontari”, specifica la circolare di via Arenula. Nessun problema dunque per catechisti e volontari che operano presso associazioni di vario tipo, comprese le società sportive. Niente obbligo di chiedere la certificazione nemmeno per il datore di lavoro domestico, dunque per chi assume donne per le pulizie e babysitter, spiegano dal ministero: trattandosi di un rapporto fiduciario sarà lui a decidere come regolarsi.

NESSUNO STOP A ASSUNZIONI IN ATTESA DI CERTIFICATO Una volta fatta la richiesta del certificato al Casellario, il datore di lavoro, se è un organo della pubblica amministrazione o gestore di un pubblico servizio, potrà procedere all’impiego del lavoratore “anche soltanto mediante l’acquisizione di una dichiarazione del lavoratore sostitutiva di certificazione” con cui dichiari l’assenza di condanne a suo carico per reati contro minori. Stessa regola nel caso ad assumere sia un privato. Un’applicazione elastica per “evitare che nella prima fase di applicazione della nuova normativa, possano verificarsi inconvenienti organizzativi” ,sottolinea la circolare del ministero.

RILASCIO CERTIFICATI SARA’ RAPIDO,A GENOVA BOOM RICHIESTE “I certificati saranno rilasciati entro qualche giorno dalla richiesta”, assicura il ministero della Giustizia. E l’ufficio del Casellario Centrale sta operando sul sistema informativo gli interventi necessari per fornire al datore di lavoro il certificato in questione “con le sole iscrizioni di provvedimenti” relativi ai reati contro i minori. Intanto però al tribunale di Genova già da ieri lunghe code di rappresentanti di aziende e associazioni per ottenere il certificato. Eppure fonti di via Arenula assicurano che nella prima fase di attuazione delle nuove disposizioni sarà usata la mano morbida: niente controlli a tappeto per scovare chi non si è messo in regola.

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La Chiesa non equipara l'abuso di minori all'ordinazione di donne

Atti sanzionati in uno stesso documento, ma non per questo dello stesso genere

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 18 luglio 2010 (ZENIT.org).- La Santa Sede ha spiegato che in nessun momento gli abusi sessuali sui minori sono stati paragonati all’ordinazione di donne sacerdoti, smentendo in questo modo le informazioni diffuse da molti mezzi di comunicazione.

Questo giovedì, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha pubblicato le nuove Normae de gravioribus delictis, che contemplano delitti contro la fede, i sacramenti dell’Eucaristia, della Penitenza e dell’Ordine sacerdotale, e sanzionano l’ordinazione delle donne e naturalmente i delitti di abuso sessuale su minori da parte di membri del clero.

L’inclusione nello stesso documento di questi atti diversi è stata criticata da vari mezzi di comunicazione, in particolare da quanti promuovono l’ordinazione sacerdotale delle donne nelle diverse comunità ecclesiali.

Il procuratore della Santa Sede, monsignor Charles Scicluna, pur avendo già chiarito la differenza tra questi due atti nella presentazione, ha dovuto offrire nuove dichiarazioni alla stampa questo venerdì per chiarire che il fatto che comportamenti diversi siano contemplati in uno stesso documento non significa che siano paragonati.

“Sono affrontati nello stesso documento, ma questo non li mette sullo stesso livello o dà loro la stessa gravità”, ha dichiarato.

Dal canto suo, l’Arcivescovo Donald W. Wuerl di Washington, presidente del Comitato per la Dottrina della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB), ha spiegato in un comunicato che “la chiarificazione del Vaticano oggi sulla serietà con cui considera le offese contro il sacramento dell’Ordine sacro è una dichiarazione accolta con favore”.

“I sette sacramenti sono una parte integrante e identificativa della Chiesa cattolica e della vita di fede di ogni cattolico – ha dichiarato –. Simulare qualsiasi sacramento sarebbe madornale. La Chiesa cattolica, attraverso i suoi insegnamenti duraturi e costanti, sostiene che l’ordinazione è stata fin dall’inizio riservata agli uomini, un fatto che non può essere modificato nonostante il cambiamento dei tempi”.

“Tutti i cattolici sono chiamati al servizio cristiano. Le donne hanno risposto con una generosità straordinaria. Storicamente, le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita della Chiesa. Ciò è vero in particolare attraverso il loro lavoro volontario nelle parrocchie, il loro servizio professionale e la loro appartenenza alle comunità religiose, ai movimenti laici e ad altre organizzazioni, che servono in una serie di aree come l’assistenza sanitaria e l’istruzione”.

“Oggi le donne servono in posizioni di leadership ecclesiale ad ogni livello. Ricoprono quasi la metà delle posizioni amministrative e professionali diocesane – un fatto che si collega in modo positivo al contesto della forza lavoro statunitense nel suo insieme. Le donne ricoprono anche circa un quarto delle principali posizioni diocesane, come quelle di cancelliere, sovrintendente scolastico o responsabile finanziario. Circa l’80% dei ministri parrocchiali laici è composto da donne”.

“La gratitudine della Chiesa nei confronti delle donne non può mai essere espressa in modo abbastanza forte. Le donne offrono un approccio unico, abilità creative ed enorme generosità nel cuore stesso della Chiesa cattolica. La loro attività e la loro partecipazione determinante spiegano molto di ciò che rende la Chiesa cattolica la forza potente per il bene e la santità che è in realtà”.