Quaresima 2023 Nel messaggio del Papa per queste settimane il tema del ritiro sul Monte Tabor e della Trasfigurazione

Papa Francesco (foto tratta dall'archivio dell'agenzia Ansa)

Ascoltare Gesù, senza rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari. Le due indicazioni che papa Francesco dà a tutti per vivere bene non solo il tempo di Quaresima, ma anche il percorso sinodale sono semplici e significative. Già nel titolo, “Ascesi quaresimale, itinerario sinodale”, Bergoglio vuole intrecciare i due cammini. Lo fa partendo dall’immagine del monte Tabor dove Gesù porta tre dei suoi discepoli. Non va da solo, ma fa fare ai suoi un’esperienza di fatica e di bellezza . «Raramente colleghiamo Quaresima e bellezza, ma è ciò che Papa Francesco ci invita a fare nel messaggio che presentiamo oggi», ha spiegato, nella conferenza stampa di presentazione, il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ricorda che il Pontefice pone l’attenzione a due «sfide al senso comune. La prima: che la bellezza proceda dal cambiamento, o meglio dalla fatica di ripensare se stessi Nel linguaggio biblico: dalla conversione. Secondo: che la bellezza sia un’esperienza collettiva, intima sì, ma non privata. Nel linguaggio ecclesiale, sia un’esperienza sinodale. Così, quando lavoriamo su noi stessi in Quaresima – sperimentando un’ascesi – desideriamo che la luce aumenti, che la gioia aumenti. Speriamo nella luce del cambiamento e nella gioia collettiva».

Il Papa sottolinea che, prima di salire sul Monte Gesù ha rimproverato Pietro con quel «Va’ dietro a me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!» che è anche un invito pressante a mettersi alla sua sequela. E la sequela è soprattutto un ascolto. Pietro, Giacomo e Giovanni si trovano così, sei giorni dopo quell’episodio, «in diparte», con Gesù, «su un alto monte». È quello che ci invita a fare la Quaresima : farci prendere da Gesù per stare in disparte, «per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce». Il Papa insiste sul fatto che, «per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzata nel dono totale di sé per amore, bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità. Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna». Ma poi in vetta, proprio come avviene agli scalatori, ci aspetta lo spettacolo della Trasfigurazione. Un evento, però, che non è fine a se stesso. I discepoli scorgono, accanto a Gesù anche Mosé ed Elia, cioè la legge e la profezia. Ma quando cadono con il viso a terra, prostrati in adorazione e si rialzano Gesù è solo.

E allora, se la prima indicazione per la Quaresima è quella di seguire Gesù e, come invita a fare la voce che dalla nube, secondo il Vangelo di Matteo, dice. «Ascoltatelo», la seconda è quella di «non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni. La luce che Gesù mostra ai discepoli è un anticipo della gloria pasquale, e verso quella bisogna andare, seguendo “Lui solo”. La Quaresima è orientata alla Pasqua: il “ritiro” non è fine a sé stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione. Anche il percorso sinodale non deve illuderci di essere arrivati quando Dio ci dona la grazia di alcune esperienze forti di comunione. Anche lì il Signore ci ripete: “Alzatevi e non temete”».

«Mi piace molto il collegamento che il Pontefice fa tra cammino quaresimale e sinodalità. È un camminare insieme come discepoli dell’unico Maestro», ha aggiunto don Walter Magnoni, Responsabile della comunità pastorale Madonna di Lourdes in Lecco e Docente di Etica Sociale nella la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Da quando è parroco in tre parrocchie della città di Lecco ha promosso un cammino con i suoi parrocchiani, ancora spaventati dal covid, per conoscersi e ricostruire comunità. L’iniziativa è proprio quella di camminare verso la montagna alla fine della messa, senza particolari iscrizioni ma facendo partecipare tutti quelli che lo vogliano. «L’iniziativa della “Domenica in montagna” l’ho presentata come una proposta di sinodalità. In effetti, “sinodo” è etimologicamente un “camminare insieme”». Non è necessario iscriversi, «basta venire a messa già pronti per il cammino. Non usiamo macchine o altri mezzi per avvicinarci ai monti, anche perché siamo davvero ai piedi delle montagne. Piccoli e grandi camminano insieme. Giunti alla meta condividiamo il pasto».

Infine Sandra Sarti, presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre, Italia, sottolinea che per stare dietro a Gesù «occorre abbracciare le proprie pene, come fa Lui con la Croce, e affrontare le fatiche quotidiane sostenendo anche quelle altrui perché il cammino che ci viene indicato è un cammino comune, di vicinanza, di solidarietà e di condivisione. Anche in questa direzione ACS procede, sorretta dall’esempio dei benefattori che donano per aiutare fratelli che non conoscono e che non incontreranno mai e, allo stesso tempo, grazie al senso di condivisione riusciamo a far sentire ai cristiani che soffrono quella vicinanza e quel sostegno che rinnova la loro speranza e nutre il loro coraggio».

E iniziative concrete, per la Quaresima, le propone anche il Dicastero per lo Sviluppo umano integrale che« rilancerà di settimana in settimana i contenuti di questo messaggio». Saranno sette tappe che partendo proprio dal salire in montagna offriranno «alle Chiese di tutto il mondo il nostro aiuto, diversificato e molto concreto, per abbracciare la proposta quaresimale di Papa Francesco e vivere ciascuno la propria Trasfigurazione».
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