Le barriere da abbattere Disabilità, si prova a cambiare

L’occasione per entrare nel dettaglio sarà la Conferenza nazionale sulla disabilità di domani, a cui parteciperà anche il presidente del Consiglio Mario Draghi. Ma il tassello messo giovedì scorso con l’approvazione all’unanimità da parte della Camera della legge delega sulla disabilità è già «il primo passo di un percorso virtuoso, che sancisce un differente approccio al mondo della disabilità», tanto per usare le parole della ministra per la Disabilità Erika Stefani. Sì perché il ‘contenitore’ di cinque articoli che il Parlamento ha disegnato, delegando l’esecutivo a riempirlo di contenuti, si basa soprattutto sul progetto di vita personalizzato, per consentire alle persone con disabilità la reale inclusione nella società. Il testo, approvato dal Consiglio dei ministri il 27 ottobre scorso, ora passa al Senato in vista dell’approvazione definitiva che dovrà arrivare entro la fine dell’anno, secondo gli impegni assunti dal-l’Italia nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo stesso disegno di legge delega, infatti, è una delle riforme previste dal Pnrr nella missione 5, componente 2 (infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore). Ma il governo, nel tentare di semplificare le norme in materia di disabilità (e dunque rendere un processo unico quello di interlocuzione con le istituzioni), avrà come aiuto anche i risultati – che verranno presentati sempre domani durante la conferenza nazionale sulla disabilità – della consultazione pubblica avviata il 20 ottobre

Verso una piena inclusione delle persone con disabilità, a cui sono pervenute 300 proposte di cittadini e associazioni.

Quello che si vuole evitare, stavolta, è che una «legge buona» come quella sul ‘Dopo di noi’ si scontri con una difficile applicazione, o meglio «si trovi ad avere un’applicazione molto differenziata da Regione a Regione», sempre per citare la ministra Stefani. La legge delega (entro 20 mesi dall’entrata in vigore il governo dovrà adottare i decreti legislativi per la revisione ed il riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità) si pone infatti innanzitutto l’obiettivo di una revisione dei processi valutativi di base, unificando tutti gli accertamenti sull’invalidità civile, la cecità civile, la sordità civile, la sordocecità, l’handicap, anche ai fini scolastici, la disabilità prevista ai fini del collocamento mirato. In questo modo si vuole garantire un’omogenea valutazione su tutto il territorio nazionale e realizzare una razionalizzazione degli aspetti procedurali e organizzativi della valutazione di base.

Il ddl, inoltre, prevede una valutazione multidimensionale della disabilità, attraverso la definizione di un progetto personalizzato orientato alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa. E la nascita di un Garante nazionale per la tutela e promozione dei diritti delle persone con disabilità, avente natura indipendente e collegiale. Tra le sue funzioni, ci sarà quella di raccogliere segnalazioni di discriminazioni o violazioni dei diritti dei disabili e di vigilare sul rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Con il primo via libera alla legge delega a Montecitorio perciò, conclude il ministro Stefani, «si fissa un momento importante per il riconoscimento di un principio cardine da cui non si potrà mai derogare: l’autodeterminazione della persona nel costruire un proprio percorso di vita autonomo».

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Domani la Conferenza nazionale a Roma, con il premier Draghi, per indicare la strada verso una maggiore inclusione Mentre il ddl delega è passato all’unanimità alla Camera. La ministra Stefani: «Primo passo di un percorso virtuoso»

LA RIFORMA

La legge, ora in attesa del sì definitivo del Senato, è uno degli impegni presi dall’Italia nel Pnrr. Si punta in particolare sui progetti di vita personalizzati. Previsto anche un Garante

Per rendere più semplice il rapporto dei cittadini disabili con le istituzioni, l’esecutivo si avvarrà delle 300 risposte raccolte sul suo sito