Diabetologi, le terapie innovative sono negate a troppi malati anche in Piemonte ed Emilia Romagna

Diabetologi, le terapie innovative sono negate a troppi malati © Ansa

(dell’inviata Manuela Correra)  Terapie e farmaci innovativi ‘off limits’ per moltissimi malati di diabete in Italia, con una disparità di trattamento tra le Regioni “diventata inaccettabile”. La denuncia arriva dal presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), Giorgio Sesti, in apertura del 27/mo Congresso nazionale della Società scientifica: “E’ molto grave – afferma – che si continui a registrare una grande diversità tra le Regioni per quanto riguarda l’accesso ai farmaci, con una situazione a macchia di leopardo che non vede tuttavia il Sud come l’area necessariamente più penalizzata”.
Infatti, spiega Sesti, “nonostante le linee di indirizzo dell’Agenzia italiana del farmaco, varie Regioni hanno deciso norme restrittive per la prescrizione dei farmaci innovativi più costosi: è il caso, ad esempio, di Emilia Romagna, Piemonte e Sardegna, dove si è stabilito una sorta di tetto in base al quale ben oltre il 50% dei pazienti deve essere trattato con i farmaci ‘tradizionali’ partendo dall’assunto di uno sfavorevole rapporto costi-benefici rispetto all’uso delle terapie innovative”. Una posizione rigettata però dalla Sid: “Vari studi – afferma Sesti – dimostrano che le terapie innovative abbattono la mortalità e prevengono un’alta percentuale di eventi cardiovascolari, soprattutto in quel 23% di pazienti con diabete di tipo 2 che già hanno avuto complicanze cardiache”. E non è vero, sostiene, che alla fine il sistema spenda di più: “Il costo annuale di un paziente diabetico ospedalizzato per complicanze è infatti di circa 7.500 euro, mentre un ciclo annuale di un farmaco innovativo costa intorno ai 900 euro.
Dunque, il 75% della spesa per il diabete è dato da ricoveri e complicanze e solo il 25% da farmaci e visite. Ma i farmaci innovativi possono prevenire un’alta percentuale di complicanze e quindi, sul lungo termine, il sistema sanitaria risparmia”.
Analoga situazione, sottolinea Sesti, anche per i dispositivi medici per il monitoraggio continuo della glicemia, molto meno invasivi rispetto ai metodi tradizionali: “In alcune Regioni, come Puglia e Sardegna, non ne è riconosciuta la rimborsabilità ai diabetici di tipo 2, che fanno ben 4 dosi di insulina al giorno e sono quindi costretti a ‘bucarsi’ ripetutamente i polpastrelli per monitorare la glicemia”. Ma le differenze sono “spalmate sul territorio e non registrano una netta contrapposizione nord-sud: così, “Regioni ‘virtuose’ – chiarisce – sono ad esempio Campania, Lazio, Toscana, ma anche la Calabria sul fronte delle prescrizioni dei farmaci innovativi”. A partire da questa situazione, il presidente dei diabetologi lancia dunque un appello al futuro ministro della Salute: “Il diabete, un’epidemia in costante crescita con circa 4 milioni di italiani già colpiti, va considerato come una priorità di salute pubblica, alla stregua dei tumori, e ciò richiede un maggiore investimento in Ricerca e terapie”. Ma altra misura urgente, aggiunge Sesti, è anche “ampliare gli screening per il controllo della glicemia sulla popolazione a rischio, a partire dai soggetti obesi o con familiarità per la patologia, considerando che si stima che sono circa 1 milione i casi di diabete in Italia ancora non diagnosticati”. Si tratta di un semplice esame del sangue “dal costo di un caffè, ma che – conclude – servirebbe ad evitare costi altissimi e, soprattutto, a salvare molte vite evitando complicanze gravi”.

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Il Papa: essere vescovi per il gregge, non per carriera

Francesco alla Messa mattutina a Casa Santa Marta

“È un passo forte, un passo che arriva al cuore; è anche un passo che ci fa vedere il cammino di ogni vescovo all’ora di congedarsi.” Nella sua omelia alla Messa mattutina, il Papa sceglie di commentare la Prima Lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli, un brano di cui domani si leggerà la continuazione.

L’esame di coscienza di Paolo

Nel passo si racconta di quando Paolo convoca ad Efeso gli anziani della Chiesa, i presbiteri. Fa una riunione del Consiglio presbiteriale per congedarsi da loro e per prima cosa fa una sorta di esame di coscienza, dice ciò che ha fatto per la comunità e lo sottopone al loro giudizio. Paolo sembra un po’ orgoglioso, dice Francesco, invece è oggettivo. Si vanta soltanto di due cose: “dei propri peccati e della croce di Gesù Cristo che lo ha salvato”.

L’apostolo è in ascolto dello Spirito

Poi spiega che ora ‘costretto dallo Spirito’, deve andare a Gerusalemme. E il Papa commenta: “Questa esperienza del vescovo, il vescovo che sa discernere lo Spirito, che sa discernere quando è lo Spirito di Dio che parla e che sa difendersi quando parla lo spirito del mondo”.
Paolo sa, in qualche modo, che sta andando  “verso la tribolazione, verso la croce e questo ci fa pensare all’entrata di Gesù a Gerusalemme, no? Lui entra per patire e Paolo va verso la passione”. L’apostolo – continua Francesco – : “si offre al Signore, obbediente. Quel costretto dallo Spirito. Il vescovo che va avanti sempre, ma secondo lo Spirito Santo. Questo è Paolo”.

Il congedo: vegliate sul gregge

Infine l’apostolo si congeda, tra il dolore dei presenti, e lascia dei consigli, il suo testamento, che non è un testamento mondano, il lascito di cose:

Non consiglia: “Questo bene che lascio datelo a questo, questo a quello, quello …”. Il testamento mondano. Il suo amore grande è Gesù Cristo. Il secondo amore, il gregge. “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge”. Fate la veglia sul gregge; siete vescovi per il gregge, per custodire il gregge, non per arrampicarvi in una carriera ecclesiastica, no.

Il testamento di Paolo

Paolo affida a Dio i presbiteri sicuro che Lui li custodirà e li aiuterà. Poi, torna alla sua esperienza dicendo che non aveva desiderato per sé ‘né argento né oro né il vestito di nessuno’.

Il testamento di Paolo è una testimonianza. È anche un annuncio. È anche una sfida: “Io ho fatto questa strada. Continuate voi”. Quanto lontano è questo testamento dai testamenti mondani: “Questo lo lascio a quello, quello a quell’altro, quello a quell’altro …”, tanti beni. Non aveva nulla Paolo, soltanto la grazia di Dio, il coraggio apostolico, la rivelazione di Gesù Cristo e la salvezza che il Signore aveva dato a lui.

Il Papa pensa a quando verrà la sua ora

“Quando io leggo questo, penso a me” – afferma Francesco –  “perché sono vescovo e devo congedarmi”. E conclude:

Chiedo al Signore la grazia di potermi congedare così. E nell’esame di coscienza non uscirò vincitore come Paolo che … Ma, il Signore è buono, è misericordioso, ma … Penso ai vescovi, a tutti i vescovi. Che il Signore dia la grazia a tutti noi di poterci congedare così, con questo spirito, con questa forza, con questo amore a Gesù Cristo, con questa fiducia nello Spirito Santo.

vaticannews

Lavoro / Userbot. Al via la campagna di assunzioni

Al via la campagna di assunzioni

Userbot, start up innovativa partecipata da PoliHub, lancia la sua innovativa campagna di assunzioni on line, alla ricerca dei migliori sviluppatori italiani per costruire insieme l’intelligenza artificiale (Ia) del futuro. Userbot ha sviluppato una soluzione tecnologica proprietaria di Ia, con l’obiettivo di ottimizzare e rendere più semplici e veloci le comunicazioni tra aziende e consumatori. A fronte di un utilizzo sempre più diffuso di servizi di live chat, primi fra tutti quelli dei più popolari social network, che consentono un processo di domanda-risposta istantaneo, la gran parte delle aziende si trova a fornire con ritardo risposte ai propri clienti, spesso esperienze frustranti per gli utenti finali. Da qui l’idea di utilizzare l’Ia per automatizzare le comunicazioni tra aziende e consumatori.

Il servizio messo a punto da Userbot viene installato sui principali canali digitali: siti web, pagine Facebook, app Ios e Android fino ai servizi di messaggistica come Telegram. Le conversazioni sono gestite direttamente dall’Ia e, nel momento in cui la macchina non è in grado di rispondere a una particolare domanda, questa viene automaticamente girata all’operatore umano in modo da soddisfare in tempo reale la richiesta del cliente, e permettere all’Intelligenza Artificiale di imparare dalle risposte degli operatori umani.

Il Team di Userbot ha dedicato ampio spazio, su una pagina del sito ufficiale, alla descrizione delle sue modalità di lavoro flessibile e asincrono, indicandone anche benefici e vantaggi, mostrandosi quindi come una realtà altamente innovativa non solo da un punto di vista tecnologico, ma anche nei processi organizzativi interni.

da Avvenire

Lavoro / Bando. Tirocini curriculari per 349

Tirocini curriculari per 349

C’è tempo fino al 4 giugno per registrarsi sul sito www.tirocinicrui.it e candidarsi a uno dei 349 tirocini curriculari presso le sedi diplomatiche d’Italia all’estero previsti dal bando Maeci-Miur-Crui.

Sono 49 le Università partecipanti, 187 le sedi a cui verranno assegnati i tirocinanti, così distribuiti: 162 in Europa, 51 in Asia, 43 in America del nord, 35 in Centro e Sud America, 29 in Africa, 18 in Medio Oriente, nove in Oceania, due in Italia.

I tirocini si svolgeranno dal 10 settembre al 7 dicembre del 2018, e potranno essere prorogati di un mese.

Il tirocinio dà diritto a un rimborso mensile minimo di 300 euro e al riconoscimento di almeno un credito per ogni mese di attività. Inoltre 162 studenti saranno ospitati in ambasciata. Seguono 86 posti disponibili nei consolati, 62 negli istituti di cultura, 38 nelle rappresentanze diplomatiche.

da Avvenire

La curiosità. Due milioni di 500, l’auto che non doveva rinascere

Festa allo stabilimento Fiat di Tichy per la produzione dell'esemplare numero 2 milioni della 500

Festa allo stabilimento Fiat di Tichy per la produzione dell’esemplare numero 2 milioni della 500

È stata prodotta nei giorni scorsi nello stabilimento di Tychy (Polonia), la Fiat 500 numero 2 milioni. Un successo strepitoso. Eppure l’erede della vettura nata nel 1957, per gli strateghi Fiat dei primi anni Duemila non avrebbe mai dovuto nascere. Come racconta il sito autologia.it di Alfio Manganaro, «quello è stato uno dei periodi peggiori della storia della Casa torinese attanagliata da una terribile crisi finanziaria che ne minacciava addirittura la sopravvivenza. Ciononostante in azienda un piccolo gruppo di uomini, spronati da Lapo Elkann, porta avanti un progetto di rinascita della “mitica” 500 del 1957. La dirigenza non ne vuole sapere e tutto quello che concede è la realizzazione di un prototipo chiamata “Treepiùuno” che debuttò al Salone di Ginevra del 2004: ma sia chiaro – si diceva ai piani alti – non sarà mai prodotta e non dovrà mai essere nominata la 500 originaria».

La compatta di casa Fiat nella versione attuale, oggi è commercializzata in più di 100 Paesi al mondo con oltre l’80 per cento di vendite fuori dall’Italia, è da cinque anni consecutivi è la numero 1 in Europa nel suo segmento, con una quota del 14,6% a fine 2017. Inoltre, nel primo trimestre 2018 ha stabilito il record di vendite, con quasi 60.000 unità vendute in Europa: è stato il migliore di sempre nella storia della moderna 500. Sempre nel primo trimestre del 2018 la 500 è leader in 9 mercati (Regno Unito, Spagna, Belgio, Svizzera, Portogallo, Austria, Ungheria, Croazia e Slovenia) e nella top 3 in altri 7 (Italia, Germania, Francia, Svezia, Slovacchia, Romania e Bulgaria). «Le 30 serie speciali prodotte negli ultimi 11 anni -commenta una nota del Lingotto – tra i modelli Fiat e Abarth, sono uno dei segreti dell’ininterrotto successo della Fiat 500, una “trend-setter” che, rimanendo fedele a se stessa, ha saputo esplorare territori inusuali per una city-car: dalla moda alla nautica di lusso, alla connettività. In questo contesto si inserisce anche la nuova Fiat 500 Collezione, il nuovo tributo all’icona di casa Fiat per presidiare il territorio della moda che arriva dopo le edizioni speciali con le quali lo scorso anno ha festeggiato i suoi primi sessant’anni: 500-60esimo e Anniversario».

La 500 è nata nel 1957 e da allora ne sono state vendute nel mondo oltre 6 milioni di esemplari, abbracciando generazioni diverse di automobilisti e diventando un’icona del design: non a caso un esemplare della serie F prodotta dal 1965 al 1972 (la più popolare di sempre) è entrata a far parte della collezione permanente del MoMA, il celebre Museo di Arte Moderna di New York.

Avvenire

La corsa. Ruote senza età: il fascino della Mille Miglia

Ruote senza età: il fascino della Mille Miglia

La passione corre sulle quattro ruote e l’affascinante mito della “Freccia Rossa” sta per prendere il via. Parte domani, mercoledì, da Brescia la Mille Miglia 2018, la corsa simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo, giunta alla trentaseiesima rievocazione della gara di velocità disputata tra il 1927 e il 1957, che per quattro giorni attraverserà l’Italia per regalare al pubblico degli appassionati uno spettacolo indimenticabile. Fu Enzo Ferrari, seduto sul cancello della carrozzeria Scaglietti di Modena, mentre assisteva al passaggio della sua ultima 1000 Miglia, nel 1988, a definire le automobili che si fermavano ad omaggiarlo “un museo viaggiante unico al mondo”. Quest’anno saranno in gara 450 vetture d’epoca, appartenenti a 73 diverse Case costruttrici. Tra queste, le auto storiche dei privati e quelle al seguito, il pubblico assiepato lungo le strade potrà ammirare una completa rassegna dell’automobilismo sportivo prodotto dagli anni Venti agli anni Cinquanta.

LE NOVITÁ
Le auto in gara partiranno da Brescia con un giorno d’anticipo rispetto alla tradizione, per regalare alla città una notte bianca in contemporanea con l’arrivo della corsa, che partirà il mercoledì anziché il giovedì da Viale Venezia dove ritornerà nel pomeriggio di sabato 19 maggio. Dopo settant’anni, inoltre, la 1000
Miglia tornerà a Milano
, sabato 19 maggio di passaggio durante l’ultima tappa Parma-Brescia, con un Controllo Timbro per la prima volta in Piazza Duomo.

LE TAPPE DEL PERCORSO
Quattro le tappe dell’edizione 2018 (da Brescia a Cervia-Milano Marittima, da Cervia-Milano Marittima a Roma, da Roma a Parma e da Parma a Brescia), un viaggio unico lungo 1.743 chilometri di strade italiane dalla suggestiva bellezza paesaggistica e artistica. Complessivamente saranno 112 prove cronometrate e 6 prove di media oraria. La data anticipa di una settimana , come da tradizione, il Gran Premio di Formula 1.

Le vetture dopo la partenza alle ore 14.30, proseguiranno per Desenzano e Sirmione del Garda, poi al Parco Sigurtà di Valeggio Sul Mincio e a Mantova, Ferrara, e raggiungeranno Comacchio per dirigersi a Ravenna e terminare la prima giornata di gara a Cervia-Milano Marittima con arrivo previsto alle 21.55.
Il giorno dopo, giovedì 17 maggio, la partenza alle 6.30 verso Roma, le auto della 1000 Miglia incontreranno Pesaro, la Repubblica di San Marino, San Sepolcro e Arezzo, dove è prevista sosta per il
pranzo; ripartenza verso Cortona, Orvieto e Amelia, per giungere a Roma alle 20.15, concludendo la tappa
in parata lungo Via Veneto. Venerdì 18 maggio, alle 6.30, partenza alle prime luci dell’alba per la terza tappa di risalita dalla capitale: tutto d’un fiato da Ronciglione, lago di Vico, Viterbo, Radicofani e Siena, fino a Monteriggioni per la sosta pranzo.

Il viaggio di ritorno riprenderà verso San Miniato e quindi Lucca, risalendo verso Pietrasanta. Terminati i lavori di ripristino dell’antica strada, la 1000 Miglia potrà percorrere il tratto dell’edizione del 1949, tra Sarzana e il Passo della Cisa. La terza tappa sarà conclusa nuovamente a Parma alle 21.15, città sede dell’ultima notte di gara. Sabato, con partenza da Parma alle 6.30, in direzione Salsomaggiore Terme, Piacenza e Lodi, le auto in gara faranno poi rotta su Milano, attraversando il cuore della metropoli lombarda, il controllo timbro previsto in Piazza Duomo regalerà per la prima volta uno scenario unico a tutti i partecipanti alla corsa. Da Milano la carovana della Freccia Rossa proseguirà per il passaggio nel rinnovato Museo Storico Alfa Romeo ad Arese, per fare il loro ingresso all’Autodromo Nazionale di Monza per l’ultimo pranzo sul percorso di gara. Il tratto finale della corsa vedrà i passaggi da Bergamo, Chiari, Ospitaletto, prima di tagliare il traguardo, nel primo pomeriggio, sulla pedana di Viale Venezia a Brescia previsto per le 16.00.

LE VETTURE E GLI EQUIPAGGI
Sono 725 gli equipaggi iscritti alla gara e provengono da 44 Paesi. Gli italiani rappresentano circa il 30% degli accettati. La casa automobilistica più rappresentata è Fiat con 49 vetture, a seguire Alfa Romeo con 48, Jaguar con 35 e Mercedes-Benz con 33 vetture. Tra i personaggi noti presenti al via, il bassista dei
Coldplay Guy Berryman, il premio Oscar Adrien Brody, il principe olandese Van Oranje, Piero Pelù, il cantante spagnolo Alvaro Soler e l’ex pilota di Formula 1, Giancarlo Fisichella. «Mille Miglia, con la sua spinta verso il progresso tecnologico ha promosso una cultura del miglioramento – ha sottolineato il presidente di Mille Miglia srl Aldo Bonomi -. Competizione, lealtà e determinazione sono i valori ancora attuali dell’identità di 1000 Miglia: la coesione sociale è elemento identitario».

da Avvenire

Qualità dell’aria. Inquinamento: è in casa e a scuola il rischio che non ti aspetti

Un'opera di street art sull'inquinamento (Danielle Tunstall/CreativeCommons)

Un’opera di street art sull’inquinamento (Danielle Tunstall/CreativeCommons)

Da qualche tempo oggetto di diffuse attenzioni e animate dissertazioni, l’andamento quotidiano e orario diparticolato atmosferico (tecnicamente polveri sospese in aria, comunemente polveri sottili) è ormai seguito con la suspense riservata, in anni trascorsi, ai titoli azionari di Piazza Affari. Cosa giustissima, viste le preoccupanti conseguenze dell’aumento di queste particelle su salute, ambiente, clima, visibilità e beni artistici.

I “sentori”, del resto, erano nell’aria da anni. E, infatti, già dal 2004, la Società italiana di aerosol – comunità scientifica di esperti multidisciplinari italiani e internazionali – si riunisce con cadenza biennale in congresso, per uno scambio di esperienze tra studiosi di qualità dell’aria di università, enti di ricerca e agenzie di protezione ambientale.

Vale dunque la pena prestare orecchio a quanto emergerà a Matera in occasione dell’imminente Convegno nazionale sul particolato atmosferico Pm2018 (23-25 maggio), soprattutto, in virtù dell’equilibrio e della cognizione di causa, dimostrati dagli organismi della società nel registrare lo status quo, esprimere valutazioni e suggerire possibili soluzioni (avendo i titoli per farlo). Pur se preponderante su scala globale il contributo al particolato atmosferico di origine naturale (spray marino, polveri desertiche, emissioni biogeniche) è su quello di origine antropica, tipicamente derivante da processi di combustione (traffico veicolare, riscaldamento domestico con biomasse ed emissioni industriali) che si concentrano gli sforzi maggiori. Questo perché, oltre all’elevato grado di nocività per la salute delle emissioni da queste sorgenti, sulle polveri di produzione umanaè possibile intervenire con adeguate strategie di contenimento, che riducano le emissioni e abbattano le concentrazioni, ovviamente inefficaci sulle particelle di origine naturale.

Buona parte di quanto in circolazione, tuttavia, non è emesso in atmosfera direttamente dalle loro sorgenti primarie, ma qui prodotto da processi secondari di trasformazione gas-particella: per la sua riduzione, per la quale è necessario agire sui precursori (le specie in fase gassosa capaci di generare tale particolato) ogni strategia di abbattimento delle sole polveri risulta vana.

Le relazioni tecniche previste nella 3 giorni di lavori forniranno una panoramica su alcuni topos, ancora irrisolti dalle ricerche in ambiente atmosferico. Non poco complesso è lo studio dell’inquinamento di ambienti indoor(abitazioni, scuole o uffici) dove, oltre a trascorrervi il 90% del tempo, coesistono e si annidano due tipi di sorgenti: quella, molto simile per composizione chimica all’aria esterna, costituita dalle infiltrazioni di polveri provenienti da porte, finestre e fessure presenti nell’involucro degli edifici, e quella (di natura completamente differente) interna all’ambiente stesso, dovuta a cottura di cibi, riscaldamento domestico, emissioni da colle, vernici e prodotti di pulizia, e in minor parte legata alla presenza stessa delle persone.

In occasione della sessione relativa all’indoor, saranno illustrati i recenti progressi per individuare criteri e buone pratiche per ambienti di vita più salubri. Per i risvolti legati alle misurazioni sperimentali delle polveri, si annuncia attesa la sessione sulla qualità dell’aria in aree residenziali attigue a zone industriali e portuali: qui, infatti, alla quota specifica di emissioni da impianti si sommano quelle tipiche delle aree urbane, causando un generale sensibile peggioramento della qualità di vita, nel suo complesso.

È bene, in ogni caso, distinguere che nel corso degli ultimi tempi mentre le emissioni industriali segnano un incoraggiante miglioramento, riguardante soprattutto i grandi impianti, soggetti a controlli in continuo delle quantità di inquinanti rilasciate in atmosfera, altrettanto non vale per le emissioni navali in mare aperto che sono in costante crescita a causa di incremento di traffico merci e scarsa qualità dei combustibili.

Per la complessità dello studio degli effetti delle polveri sui cambiamenti climatici, osservatorio assolutamente privilegiato sono poi le regioni polari, in particolare, artiche, dove il riscaldamento globale ha subito un’amplificazione notevole, le cui cause, ancora incerte, sembrano legate all’aerosol in sospensione e alla loro interazione sulla formazione e le caratteristiche delle nuvole. Inoltre, poiché il particolato raggiunge l’Artico con un trasporto a lunga distanza da sorgenti in larga parte antropiche, specifiche sessioni di Pm2018 confronteranno le analisi sperimentali su emissioni alle sorgenti con quelle con successivo trasporto a lungo raggio: questo per diversi campionamenti acquisiti durante le campagne di raccolta dati.

Per la prima volta, sarà materia di discussione una componente di particolato finora poco investigata e relativamente trascurata, quella della frazione rilasciata in atmosfera dagli ecosistemi terrestri e marini (Bioaerosol) composta da organismi viventi e non: comprendente polline, batteri, virus, funghi e frammenti di tessuti biologici (vegetali e animali), sta assumendo sempre più rilevanza per la straordinaria capacità di diffondersi attraverso il trasporto in aria a livello globale, e di colonizzare ambienti naturali ed antropizzati, con pesanti effetti su biodiversità e salute umana. Dai lavori delle commissioni non saranno escluse sezioni metodologiche, in particolare, con un focus sulle “Simulazioni modellistiche”, strumento indispensabile per individuare le sorgenti e ipotizzare eventuali scenari conseguenti a interventi di riduzione di inquinanti.

Al riguardo, è alquanto allarmante l’aumento di emissioni di particelle da stufe e termostufe alimentate a legna o pellet, usate per riscaldamento domestico: vantaggiosi per le emissioni di anidride carbonica, tali impianti (responsabili di piccole e numerosissime emissioni di prodotti di combustione incompleta del legno, fra cui idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti, estremamente nocivi alla salute) non lo sono per nulla per l’inquinamento da particolato.

Nei processi in continua evoluzione, per avere la giusta dimensione delle tendenze in atto, di grande rilievo sono le tecniche innovative di misurazione, conditio sine qua non per ogni conoscenza scientifica. Nella sua eterogeneità, la Società italiana di aerosol – comunità di epidemiologi, pneumologi, genetisti, fisici, chimici, biologi, geologi, matematici – sottolineerà l’imprescindibilità del carattere multidisciplinare della ricerca nell’ambito delle polveri atmosferiche, e come solo il confronto fra ricercatori di aree diverse possano efficacemente individuare soluzioni ai molti quesiti scientifici e gestionali posti da questa complessa materia.

da Avvenire

La lettera della Cei alle comunità cristiane sulle migrazioni: “profondo cambiamento” del fenomeno nel nostro Paese

«Il primo diritto è non dover essere costretti a lasciare la propria terra»

“Ciò che ci spinge a prendere nuovamente la parola è il profondo cambiamento che in questi anni continua a segnare il fenomeno migratorio nel nostro Paese”. È la premessa alla lettera “Comunità accoglienti, uscire dalla paura” che la Commissione episcopale per le migrazioni della Cei ha indirizzato alle comunità cristiane.

Il documento arriva in occasione del 25° anniversario del precedente, “Ero forestiero e mi avete ospitato” (1993).In quell’anno, si legge, l’immigrazione “era un fenomeno ‘nuovo’ ed emergente, di cui non si riusciva ancora a cogliere le dimensioni e le prospettive”.

Secondo i dati del Ministero dell’interno, gli immigrati regolari in Italia erano infatti 987.405, in maggioranza europei dell’Unione europea e dell’Europa orientale: “Oggi l’immigrazione è diventata nel nostro Paese un fenomeno sorprendente nel suo incremento, anche se negli ultimi anni esso si è fermato ed è aumentato invece il numero degli emigranti italiani. Gli immigrati in Italia hanno infatti raggiunto e superato all’inizio del 2016 il numero di 5 milioni con un’incidenza sulla popolazione totale pari all’8,3%”. “Mentre nell’ultimo triennio il numero degli immigrati è rimasto pressoché stabile ed è cresciuto il numero dei richiedenti asilo, il numero degli emigranti italiani è continuato a crescere: nell’ultimo anno oltre 124mila italiani hanno spostato la loro residenza oltreconfine”, prosegue il documento.

>> IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO

da Avvenire