Vaticano 2023: anno del sessantesimo del Decreto conciliare “Inter Mirifica” sulle comunicazioni sociali

60 anni fa quando all’ingresso della Basilica di San Pietro alcuni padri conciliari fecero distribuire volantini contro il Decreto Inter Mirifica. Poi il documento approvato non è piaciuto ai conservatori ma neanche ai progressisti.
(L.B. – R.C. – a cura Redazione “Il sismografo”) “Inter Mirifica” (‘Tra le meravigliose invenzioni tecniche’) è il Decreto del Concilio Vaticano II dedicato specificamente agli strumenti di comunicazione sociale, espressione usata per la prima volta dal magistero della Chiesa Cattolica. Il discusso documento conciliare fu approvato dai vescovi con 1960 voti favorevoli e 164 contrari, e fu promulgato da Papa s. Paolo VI il 4 dicembre 1963, nella seconda sessione dell’assemblea conciliare. Il decreto “Inter Mirifica” parla dei mezzi di comunicazione sociale, anche detti mass media, e oggi chiamati semplicemente media. Il paragrafo N° 1 dei 24 che lo compongono si apre così: “Significato dei termini 1. Tra le meravigliose invenzioni tecniche che, soprattutto nel nostro tempo, l’ingegno umano è riuscito, con l’aiuto di Dio, a trarre dal creato, la Chiesa accoglie e segue con particolare sollecitudine quelle che più direttamente riguardano le facoltà spirituali dell’uomo e che hanno offerto nuove possibilità di comunicare, con massima facilità, ogni sorta di notizie, idee, insegnamenti. Tra queste invenzioni occupano un posto di rilievo quegli strumenti che, per loro natura, sono in grado di raggiungere e influenzare non solo i singoli, ma le stesse masse e l’intera umanità. Rientrano in tale categoria la stampa, il cinema, la radio, la televisione e simili. A ragione quindi essi possono essere chiamati: strumenti di comunicazione sociale.”
In occasione del 50.mo di questo documento, Papa Francesco sottolineò: “Quest’anno ricorrono i 50 anni dell’approvazione del Decreto Conciliare Inter mirifica. Non si tratta solo di un ricordo; quel Documento esprime l’attenzione della Chiesa alla comunicazione e ai suoi strumenti, importanti anche in una dimensione evangelizzatrice. Negli ultimi decenni i mezzi di comunicazione si sono molto evoluti, ma questa sollecitudine rimane, assumendo nuove sensibilità e forme. Il panorama comunicativo è diventato a poco a poco per molti un “ambiente di vita”, una rete dove le persone comunicano, dilatano i confini delle proprie conoscenze e delle proprie relazioni (cfr Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2013).” (21 settembre 2013)
Volantinaggio conciliare contro l’Inter Mirifica
L’Inter Mirifica elencava fra gli strumenti per la comunicazione: “la stampa, il cinema, la radio, la televisione e simili.” Ovviamente non c’era nulla di lontanamente paragonabile a ciò che i media sono diventati oggi, sostanzialmente la Rete.
Una delle cose più interessanti che viene fuori leggendo come capitoli di un stesso libro i Messaggi di 4 Papi per le Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali tra il 1966/67-2023, è la panoramica che si riesce ad afferrare – seguendo le analisi dei Pontefici – sull’evolversi della comunicazione di massa o sociale dalla fine del Concilio sino ad oggi. E’ possibile seguire passo a passo l’evoluzione del pensiero della Chiesa, le sue speranze, le sue prospettive, le sue cautele e i suoi timori. Insomma, è possibile vedere un percorso di graduale avvicinamento nei confronti di una realtà che vide all’inizio il magistero della Chiesa piuttosto ostile alla libertà di stampa.
Queste ostilità e queste condanne furono aperte con un’Enciclica da Papa Pio VII (15 maggio 1800 – Diu satis videmur). Al momento del Concilio, tra chiesa e stampa i tempi erano ancora duri, e con l’assemblea conciliare le cose continuarono ad essere difficili.
Nel Concilio, il Decreto Inter Mirifica – documento scritto in gran parte dal gesuita Enrico Baragli –, ebbe 164 voti contrari, non pochi. Prima ancora, un gruppo di padri conciliari fortemente contrari al decreto fece stampare volantini contro il documento. Questi manifesti furono distribuiti da alcuni giovani ai padri conciliari che entravano nella Basilica di San Pietro il giorno della votazione finale.
Alessio Graziani, in un testo pubblicato sul sito della diocesi di Vicenza, scrive: “Solo 18 degli oltre 9.000 tra vescovi, teologi e laici interpellati nella fase preparatoria [indicarono i mezzi di comunicazione sociale] come argomento su cui necessariamente pronunciarsi. Fu solo per espressa volontà di Giovanni XXIII dunque che il tema dei media entrò nell’agenda del Concilio e in questo il pontefice mostrò ancora una volta la sua indubbia capacità di cogliere i segni dei tempi nuovi”. (Diocesi Vicenza) In questa analisi, Graziani spiega molto bene il nocciolo della polemica attorno all’Inter Mirifica, forse fra tutti i testi conciliari il più discusso e discutibile perché frutto di un compromesso. Nei dibattiti, la polemica fra progressisti e conservatori fu durissima, anche pubblicamente. In verità, il Documento non piaceva ai progressisti ma neanche ai conservatori.