Un’«agenda» cristiana per salvare l’Occidente

Riscoprire le radici religiose, per dare futuro all’Europa nel nuovo contesto geopolitico. Fare spazio ad un’’ecumene cristiana’ per ridefinire l’identità unica dell’Occidente, e proporlo nuovamente come presidio dei diritti universali. Niente di ciò ha a che fare con la pretesa di difendere una cultura dall’assalto delle altre, anzi. Nel suo Europa, cristianesimo, geopolitica. Il ruolo geopolitico dello «spazio» cristiano (Mimesis, 2022), Eugenio Mazzarella, come ha sottolineato il giornalista Claudio Sardo durante la presentazione del volume lunedì scorso nella sede dell’Ambasciata italiana presso la Santa Sede, «ribalta questa lettura» e suggerisce l’immagine di un’Europa nuova, spinta in avanti dalle intuizioni di Papa Francesco». Nel suo pamphlet, Mazzarella, docente di Filosofia teoretica all’Università ‘Federico II’ di Napoli e già deputato, «assume in modo problematico e aperto il “paradosso di Böckenförde”», continua Sardo, sottolineando, sulla scia del giurista tedesco, come nessuna democrazia liberale possa reggersi senza un fondamento religioso, un tessuto di valori comuni. Neanche qui si tratta di ergere barriere integraliste, bensì di abbatterle, perché per “ecumene cristiana” s’intende fare spazio a nuove forme di cooperazione tra gli uomini, all’affermazione dei diritti, e soprattutto alla riscoperta del volto di Dio in ogni essere umano. Dunque, secondo l’autore, per evitare di assistere al crollo dell’Occidente, per come è sempre stato inteso, occorre prendere sul serio l’’agenda’ espressa da Laudato Si’ e

Fratelli tutti. Il libro riporta in primo piano le riflessioni dell’allora cardinale Joseph Ratzinger e del filosofo Jürgen Habermas su quel terreno comune tra fede e ragione, che permette l’edificazione della societas, ha sottolineato Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale.

«Porre al centro la cultura cristiana», ha continuato Amato, significa riconoscere che «tutto il pluralismo europeo va a parare nel ruolo centrale del patrimonio cristiano», in quella piattaforma comune che porta in sé l’idea del “personalismo”. Allora, secondo Mazzarella, la vera sfida del XXI secolo sarà rispondere con le azioni alla consapevolezza di appartenere alla stessa famiglia umana e allo stesso pianeta, come ribadisce spesso il Papa. «Quello che possiamo dare al mondo in questo tempo – ha spiegato l’autore – è un’idea di dignità umana e la proposta di una globalizzazione sostenibile». Da un lato la guerra in Ucraina, dall’altro la crisi ambientale e demografica. È stato lo stesso Francesco a denunciare la crisi della natalità, parlando di un’Europa «nonna», come ha sottolineato Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa di Roma. «Oggi il punto di vista vaticano sull’Europa – ha continuato – è uno sguardo che stimola gli attori a porsi le grandi questioni globali, personali, sociali». Proprio per questo, secondo l’autore, il messaggio delle ultime due encicliche papali, rispecchia l’unico punto di vista globale alternativo al

mainstream, anche nei riguardi della denatalità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA