Piazza San Pietro: Alle 18 di sabato 8 giugno Veglia diocesana di Pentecoste

Vicariato di Roma

Sabato 8 giugno alle ore 18 appuntamento per tutti i fedeli della diocesi di Roma in piazza San Pietro per la celebrazione presieduta da PAPA FRANCESCO. Al termine la processione fino a piazza di Porta Capena con l’icona della Madonna del Divino Amore, per poi proseguire con il pellegrinaggio notturno fino al Santuario di Castel di Leva.
Si terrà sabato 8 giugno, alle ore 18, la Veglia di Pentecoste della diocesi di Roma: a presiederla sarà PAPA FRANCESCO, in piazza San Pietro. L’invito a partecipare è arrivato nei giorni scorsi dal cardinale vicario ANGELO DE DONATIS, con una lettera spedita a parroci, diaconi, religiosi, religiose, responsabili di movimenti e aggregazioni laicali.

Custodia del creato: la veglia diocesana in chiesa a Masone il 1° settembre (sabato) alle ore 21

Come consuetudine, anche quest’anno si svolgerà il 1° settembre (sabato) alle ore 21 presso la parrocchia di Masone, la veglia diocesana per la custodia del creato. Sarà un’occasione per ritrovarci a pregare insieme e riflettere sul tema del creato a partire dal messaggio che la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace unitamente alla Commissione episcopale per l’ecumenismo e dialogo hanno fatto pervenire, dal titolo “Coltivare l’alleanza con la terra”. Durante la veglia potremo ascoltare la testimonianza del professor Matteo Marabini dell’associazione “La Strada” di Bologna.

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Veglia di preghiera per le vocazioni Domenica 17 aprile alle 21

in Cattedrale a Reggio canti e testimonianze

“Ricco di misericordia”…. ricchi di grazie: è questo il titolo scelto per la veglia diocesana di preghiera per le vocazioni che si svolgerà domenica 17 aprile alle 21 in Cattedrale.
“Un cuore colmo di ‘grazie’ – commenta don Alessandro Ravazzini, direttore del Servizio Diocesano Vocazioni – scaturisce dall’esperienza di un amore grande che va oltre le nostre debolezze e i nostri limiti, l’esperienza di una ‘Grazia’. Quando infatti il dono di Dio ci raggiunge, allora il nostro cuore si apre alla lode e alla gratitudine. Attraverso il rendimento di grazie di alcuni amici e le melodie dei canti di Taizé proposti dal gruppo di preghiera di Scandiano, anche noi eleveremo il nostro grazie a Dio per il dono della vocazione di tutti”.

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Papa Francesco: una fede che non è capace di misericordia non è fede

La misericordia di Dio ha tanti volti, è grande, ed è un continuo crescendo, e una fede senza misericordia non è fede.  E’ il messaggio che Francesco ha portato alle circa ventimila persone presenti in piazza San Pietro, riunite per celebrare la veglia di preghiera, alla vigilia della festa della Divina Misericordia, nella seconda domenica di Pasqua, nel ricordo di papa Wojtyla, a undici anni esatti dalla morte. I fedeli hanno accolto festosamente il Papa, dopo aver atteso il suo arrivo cantando inni e ascoltando testimonianze su diverse esperienze di misericordia.

Quanti sono i volti della misericordia con cui Dio ci viene incontro? Tanti e non si possono descrivere tutti, perché “la misericordia di Dio è un continuo crescendo”. Entra con queste parole il Papa nella Veglia in cui si è pregato anche per i cristiani perseguitati, per i cristiani prigionieri della mentalità mondana, per le persone abusate e sfruttate, per i profughi e gli esiliati, ed è soprattutto a loro che vanno le parole del Papa quando ci dice che abbandonare queste persone e buttarle via “non è da Gesù”. La misericordia “è qualcosa di sempre nuovo che provoca stupore e meraviglia nel vedere la grande fantasia creatrice di Dio quando ci viene incontro con il suo amore”.

“Dio non si stanca mai di esprimerla e noi non dovremmo mai abituarci a riceverla, ricercarla e desiderarla”.

Il nome di Dio è “misericordioso”, ci dice Francesco, e la sua misericordia è grande e infinita come la sua natura, tanto da risultare difficile “poterla descrivere in tutti i suoi aspetti”. La misericordia è anzitutto “la vicinanza di Dio al suo popolo” che si manifesta con aiuto e protezione. E’ una vicinanza genitoriale, Lui che come un padre e una madre “prende ciascuno di noi e ci solleva fino alla sua guancia”, come il bimbo del profeta Osea nella Bibbia.

“Quanta tenerezza contiene e quanto amore esprime! Tenerezza: parola quasi dimenticata e di cui il mondo di oggi – tutti noi! – abbiamo bisogno. Ho pensato a questa parola del profeta quando ho visto il logo del Giubileo. Gesù non solo porta sulle sue spalle l’umanità, ma la sua guancia stretta con quella di Adamo, a tal punto che i due volti sembrano fondersi in uno”.

Dio sa comprendere e compatire le debolezze umane, perché “in forza della sua misericordia Dio si è fatto uno di noi”. Ed è in Gesù che possiamo “toccare con mano la misericordia del Padre” e allo stesso tempo siamo spinti “a diventare noi stessi strumento della misericordia”.

“Può essere facile parlare di misericordia, mentre è più impegnativo diventarne concretamente dei testimoni. E’ questo un percorso che dura tutta la vita e non dovrebbe conoscere alcuna sosta. Gesù ci ha detto che dobbiamo essere ‘misericordiosi come il Padre’”.

Vicinanza e tenerezza, sono i volti della misericordia di Dio, che però è anche compassione e condivisione, consolazione e perdono. Una misericordia che “non può essere tenuta nascosta né trattenuta solo per se stessi”, perché chi “più ne riceve, più è chiamato a offrirla, a condividerla”. La misericordia provoca il cuore ad amare, a riconoscere “il volto di Gesù Cristo soprattutto in chi è più lontano, debole, solo, confuso ed emarginato”.

“La misericordia non è ferma, va alla ricerca della pecora perduta, e quando la ritrova esprime una gioia contagiosa”.

La misericordia, prosegue Francesco, “sa guardare negli occhi ogni persona; ognuna è preziosa per lei, perché ognuna è unica”.

“Quanto dolore nel cuore sentiamo quando ascoltiamo dire: “Ma, questa gente … questa gente, questo poveracci, buttiamoli fuori, lasciamoli dormire sulle strade …”. Questo è da Gesù?”

La misericordia, aggiunge quindi Francesco, “non può mai lasciarci tranquilli”. E non si deve averne timore, perché è un amore che ci permette “di riconoscere il suo volto in quello dei fratelli. Lasciamoci condurre docilmente da questo amore, è l’invito del Papa, e diventeremo misericordiosi come il Padre”.

“Abbiamo ascoltato il Vangelo: Tommaso era un testardo. Non aveva creduto. E ha trovato la fede proprio quando ha toccato le piaghe del Signore. Una fede che non è capace di mettersi nelle piaghe del Signore, non è fede! Una fede che non è capace di essere misericordiosa come sono segno di misericordia le piaghe del Signore, non è fede: è idea, è ideologia. La nostra fede è incarnata in un Dio che si è fatto carne, che si è fatto peccato, che è stato piagato per noi! Ma se noi vogliamo credere sul serio e avere la fede, dobbiamo avvicinarci e toccare quella piaga, accarezzare quella piaga e anche abbassare la testa e lasciare che gli altri accarezzino le nostre piaghe”.

Francesco chiede infine che sia lo Spirito Santo a guidare i passi degli uomini, perché “Lui è l’Amore, Lui è la Misericordia che si comunica nei nostri cuori”, da seguire “docilmente sui sentieri  che Lui ci indica”. E poi conclude proponendo un’idea che lui stesso rivela essere uscita da un incontro con un’associazione di carità e cioè quella che ogni diocesi dia vita a un’opera di misericordia

“Che bello sarebbe che come un ricordo, diciamo, un monumento di quest’Anno della Misericordia, ci fosse in ogni diocesi un opera strutturale di misericordia: un ospedale, una casa di riposo per anziani, per bambini abbandonati, una scuola dove non ci fosse, un ospedale, una casa per recuperare i tossicodipendenti … Sarebbe bello che ogni diocesi pensasse: cosa posso lasciare come ricordo vivente, come opera di misericordia vivente, come piaga di Gesù vivente per questo Anno della Misericordia”

Radio Vaticana

Sabato 19 aprile – Sabato Santo. Dalle ore 21 in Cattedrale Veglia Pasquale nella Notte santa

Veglia pasquale nella Notte santa, presieduta dal Vescovo, con la Liturgia del Fuoco (sul sagrato del Duomo), la Liturgia della Parola, la Liturgia del Battesimo, nella quale conferisce il sacramento della rinascita a 32 catecumeni tra adulti e giovani, battezza due bimbe e conferisce la Cresima ad altri giovani, oltre ai neofiti; infine, il Vescovo presiede la Liturgia Eucaristica, dove ammetterà al banchetto della vita i nuovi battezzati.

La liturgia sarà interamente trasmessa in diretta su È-Tv Teletricolore e su Radiopace – Redazione Reggiana.

diocesi.re.it pasqua

Nella Cripta della Cattedrale domenica 27 gennaio, ore 16.30 VEGLIA ECUMENICA DIOCESANA

La Veglia ecumenica si terrà per la nostra Diocesi domenica 27 gennaio, alle 16.30, nella cripta della Cattedrale con la partecipazione del vescovo Massimo e dei pastori delle comunità ortodosse – copta, rumena, ucraina -, della comunità cattolica di rito orientale e delle comunità protestanti/ evangeliche presenti nel nostro territorio.

La preghiera comune è un segno di ricerca e impegno per non porre nessun ostacolo alla preghiera di Gesù al Padre perché i suoi siano una cosa sola.

C’è una particolarità nella preghiera per l’unità di quest’anno: il fatto che il movimento ecumenico sta crescendo vistosamente nel Sud del mondo, a fronte di una sua marcata difficoltà in terre e comunità cristiane di antica tradizione.

Forse questo richiama l’attenzione anche sull’impostazione della vita cristiana delle nostre comunità e sulla formazione spirituale che viene proposta ei vari cammini delle persone. Sono stati soprattutto i giovani studenti cristiani dell’India (Student Christian Movement in India) che hanno chiesto che nell’attuale contesto di grave ingiustizia nei confronti dei dalits (paria o intoccabili) in India, la ricerca dell’unità visibile dei cristiani non potesse essere disgiunta dallo smantellamento delle caste.

L’80% dei cristiani dell’India sono di origine dalits; sono considerati socialmente emarginati, politicamente sottorappresentati, sfruttati economicamente e soggiogati culturalmente. Quanti gruppi di persone nelle varie parti del mondo sono soggette a queste discriminazioni.

L’essere cristiani, hanno sottolineato questi giovani studenti, è fare esperienza di libertà. Sappiamo tutti come il sistema delle caste, come anche l’apartheid, il razzismo e il nazionalismo anche nel mondo cristiano europeo, mettono a dura prova l’unità dei cristiani e di conseguenza la testimonianza della Chiesa quale unico corpo di Cristo.

Per questo nella Veglia ecumenica la preghiera deve essere intensa e costante, affinché le parole del profeta Michea (6, 6-8), che ascolteremo, portino frutto: «… In realtà il Signore ha insegnato agli uomini quel che è bene, quel che esige da noi: praticare la giustizia, ricercare la bontà e vivere con umiltà davanti al nostro Dio».

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Veglia di Natale dei Giovani con il Vescovo, in Cattedrale! lunedì 19 dicembre alle ore 21

Vi invitiamo di cuore lunedì 19 dicembre alle ore 21 alla Veglia di Natale dei Giovani con il Vescovo, in Cattedrale! Sarà con noi mons. Adriano Caprioli! E’ la tradizionale occasione per vegliare con i giovani della diocesi aspettando la venuta di Gesù tra noi e per ascoltare il nostro Vescovo. Quest’anno la serata s’intitolerà “Che ne abbiamo fatto dell’attesa del Signore?”, parleremo del valore dell’attesa della Salvezza, tramandataci dai profeti e sfida quanto mai attuale in tempo di crisi! Vi aspettiamo! Equipe ACG