Terrorismo: card. Tauran a Radio Vaticana, “solo la cultura dell’incontro sconfigge odio e terrorismo”

“Il pericolo maggiore è che una volta passati il dolore e la ribellione, sia l’odio a invadere i cuori, le nostre conversazioni e i nostri atteggiamenti”. Per questo si impone oggi “un’urgenza: ed è l’educazione. L’educazione delle giovani generazioni. La persona diversa da me, che pratica un’altra religione, non è un nemico. Siamo tutti creature di Dio, siamo l’umanità”. Risponde così il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, a Radio Vaticana in un’intervista rilasciata all’indomani della scia di attentati che stanno sconvolgendo la vita quotidiana di così tante persone. “Tutti noi abbiamo ricevuto due doni straordinari da Dio: l’intelligenza per comprendere e il cuore per amare. È questo il messaggio che deve essere diffuso ed è questo il messaggio che i giovani devono ascoltare e devono vedere che ispira la nostra vita quotidiana”.
“A mano a mano che arrivano queste notizie – dice il porporato -, uno si chiede: ‘Ma perché? L’uomo è fatto per la morte?’. Un evento di questo tipo non può non suscitare queste domande fondamentali sul senso della nostra vita… Credo che in un mondo in cui tutto è precario, anche il nostro rapporto con la morte è cambiato. Una volta si diceva: ‘Prima o poi si dovrà morire’, ma in fondo non ci credeva nessuno. Adesso, la morte è in agguato ogni giorno: usciamo di casa ma non sappiamo se ci torneremo”.
Di fronte ad una tale precarietà della vita, “penso anche – osserva Tauran – che sia necessario elaborare una nuova filosofia dell’incontro. Non si potrà essere felici gli uni senza gli altri e ancor meno gli uni contro gli altri”. A questo proposito il presidente del dicastero vaticano ricorda che “il dialogo continua: ci sono state – aggiunge – testimonianze di solidarietà veramente commoventi da parte musulmana – penso al principe Bin Talal di Giordania – e progredisce anche: abbiamo ripreso gli scambi con l’Università al-Azhar del Cairo. Poi, dobbiamo considerare i sentimenti della maggior parte dei musulmani che condannano queste azioni, questi crimini abominevoli”. E conclude: “Non c’è altra soluzione: o il dialogo o il confronto. Come dico sempre, siamo condannati al dialogo”.

sir

BANGLADESH Papa Francesco: strage di Dacca, “atti barbari, offese contro Dio e l’umanità”

“Atti barbari, offese contro Dio e l’umanità”: con queste parole Papa Francesco ha condannato la strage di Dacca, in Bangladesh. In un messaggio indirizzato all’arcidiocesi di Dacca, attraverso il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, il Pontefice si dice “profondamente rattristato dalla violenza insensata perpetrata contro vittime innocenti”. Esprimendo le sue “sentite condoglianze” il Papa “affida i morti alla misericordia di Dio e assicura le proprie preghiere alle famiglie in lutto e ai feriti”.

fonte sir

 

Bruxelles. Papa: no a violenza cieca, prego per le vittime

Una serie di attentati terroristici ha insanguinato Bruxelles, questa mattina. In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, Papa Francesco ne condanna una “violenza cieca” e chiede a “Dio il dono della pace”. Nelle parole del Pontefice anche la vicinanza ai feriti e ai loro familiari e a tutti quelli che prendono parte ai soccorsi. Bruxelles intanto è sconvolta: almeno 34 i morti e oltre 100 i feriti negli attacchi all’aeroporto e alla metro. “Serve calma e unità”, dice il premier belga. “E’ un momento triste per tutta l’Ue”, commenta l’Alto rappresentante per la Politica estera europea, Federica Mogherini. La cronaca nel servizio di Gabriella Ceraso di Radio Vaticana

Una mattinata di terrore a Bruxelles che riporta con la memoria agli attacchi molteplici e simultanei a Parigi nel novembre scorso, e nel 2008 a Mumbay. L’intelligence belga ieri aveva saputo di un pericolo imminente ma non dove si sarebbe materializzato. E stamattina l’incubo è diventato realtà e non si è ancora concluso visto che cinque uomini sono ricercati. Tutto è iniziato intorno alle 8 con almeno un kamikaze, entrato in azione all’aeroporto internazionale “Zaventen” alle partenze del “Terminal A”, vicino al banco dell’American e Bruxelles Airlines, con due esplosioni udite dopo alcune grida in arabo. Poco dopo, alle 9.20, almeno quattro esplosioni hanno preso di mira le stazioni della metropolitana: interessate, Maalbeek e Schuman ma pare anche Arts Loi, a due passi dal cuore istituzionale dell’Unione Europea. Ma il commando entrato in azione qui è ancora in libertà, per questo le autorità chiedono di restare in casa.

Caos, esercito nelle strade
Il panico è generale, l’esercito è in strada: c’è il blocco totale dei trasporti da e verso Bruxelles. Chiuse scuole, musei e il palazzo reale. In allerta anche tutta l’Europa. Convocati consigli di sicurezza in Francia, Gran Bretagna e Italia. A una minaccia globale, a una guerra lunga al terrorismo, serve una risposta globale, leggi efficaci e rispettose delle libertà, ha detto il presidente francese, Hollande, ma anche un piano europeo antiterrorismo e controlli coordinati in ambito Schengen. Parigi chiude la metro e schiera altri 1.600 agenti tra infrastrutture e frontiere anche Olanda e Svezia elevano il livello di allerta. E con la rivendicazione dell’Is arrivano le voci dall’area: Egitto, Iran e ancora prima Mosca condannano l’accaduto e invocano la cooperazione internazionale contro il terrorismo.

Una tattica che crea scompiglio quella messa in atto dai terroristi oggi a Bruxelles, che trasforma la città in un campo di battaglia e fa pensare a un’Europa smarrita di fronte ad una simile potenza di fuoco.

ATTACCO TERRORISTICO: Algeria, 41 stranieri rapiti in uno stabilimento petrolifero

Almeno 41 persone sono state prese in ostaggio durante l’attacco contro un impianto petrolifero nel sud dell’Algeria, nel corso del quale ci sono stati due morti, un francese e un britannico. Lo riferisce il sito web del giornale algerino El Watan, che cita una fonte della sicurezza locale. «I terroristi della “brigata di coloro che firmano con il sangue” – si legge – hanno attaccato l’impianto della Sonatrach e preso in ostaggio, secondo una fonte della sicurezza, 41 cittadini stranieri, tra i quali sette americani, due francesi, alcuni britannici, alcuni giapponesi». Il sito non indica la nazionalità degli altri ostaggi, ma secondo quanto emerso in precedenza tra i rapiti ci sarebbero anche un cittadino irlandese e un norvegese. La notizia del sequestro di quest’ultimo è stata data dalla moglie, ma non è stata confermata dalle autorità. La brigata che ha rivendicato l’attacco contro l’impianto nella regione di Tiguentourine, è un gruppo vicino ad al-Qaeda nel Maghreb islamic (Aqmi). La Brigata ha parlato di una «vendetta nei confronti della Francia e dei Paesi che la sostengono» nell’intervento in Mali.

L’Unità di crisi del ministero degli Esteri, in contatto con l’ambasciata italiana ad Algeri per verificare l’eventuale presenza di cittadini italiani nel gruppo di stranieri, ha riferito che non ci sono italiani coinvolti.

Membri del commando qaedista stanno ancora occupando il sito, secondo il colosso energetico britannico Bp che con l’algerina Sonatrach e la norvegese Statoil gestisce l’impianto. Secondo una prima ricostruzione il commando ha prima attaccato un pulmino che stava trasportando alcuni ingegneri ad un vicino aeroporto e poi hanno proseguito l’assalto nell’impianto.

avvenire.it