“Amore e Radici” questo il titolo dei due spettacoli all’Rcf Arena che Zucchero durante i concerti ha così commentato: “Potrebbe anche essere un titolo banale, ma mi accorgo che più vado avanti e più le radici diventano profonde, non ci posso fare niente. Io ho lasciato Roncocesi che avevo quasi 12 anni. Ho lasciato un posto di una grande dolcezza, dove i vecchi ridevano e c’era un modo sarcastico e ironico di dire le cose, in dialetto… Ho lasciato ironia, dolcezza, ma anche il sarcasmo e il non prendersi troppo sul serio. Non vorrei che strada facendo, siccome manco da parecchio, non vi foste un po’ inquinati, nel senso di essere diventati politically correct anche voi”
REGGIO EMILIA – Zucchero Sugar Fornaciari ha concesso il bis ieri sera, 10 giugno, all’Rcf Arena del Campovolo di Reggio Emilia. Davanti a 27mila spettatori ha festeggiato 40 anni di carriera. Il bluesman di Roncocesi, la sua città natale, è tornato dopo quasi undici anni ad esibirsi a Reggio Emilia con Amore e radici, questo il titolo dei due concerti speciali. Nell’arena i posti sono stati disposti a forma di diamante, in omaggio ad uno dei suoi brani più celebri, e le ben 35.000 sedute hanno trasformato il Campovolo nella più grande arena con posti a sedere in Europa
Ad accompagnare Zucchero sul palco la band internazionale composta da Polo Jones (basso e direzione musicale), Kat Dyson (chitarre e cori), Peter Vettese (hammond, piano e sintetizzatori), Mario Schilirò (chitarre), Adriano Molinari (batteria), Nicola Peruch (tastiere), Monica Mz Carter (batteria e percussioni), James Thompson (fiati e cori), Lazaro Amauri Oviedo Dilout (fiati), Carlos Minoso (fiati) e Oma Jali (cori). A loro si aggiunge il coro gospel Sherrita Duran Gospel Choir, protagonista di alcuni brani nella seconda metà dello spettacolo.
Oltre ai famosi brani cantati in coro dai fans Zucchero ha dedicato un momento per commentare la scelta del titolo dello spettacolo “Amore e Radici”, queste le sue parole: “Questo concerto si chiama “amore e radici”. Potrebbe anche essere un titolo banale, ma mi accorgo che più vado avanti e più le radici diventano profonde, non ci posso fare niente. Io ho lasciato Roncocesi che avevo quasi 12 anni. Ho lasciato un posto di una grande dolcezza, dove i vecchi ridevano e c’era un modo sarcastico e ironico di dire le cose, in dialetto. Sono tutte cose che purtroppo si perderanno, come tutte le cose genuine. Io ho lasciato i modi di dire tipo “Chocabeck” o “Spicinfrin”. Ho lasciato ironia, dolcezza, ma anche il sarcasmo e il non prendersi troppo sul serio. Non vorrei che strada facendo, siccome manco da parecchio, non vi foste un po’ inquinati, nel senso di essere diventati politically correct anche voi. Già ne abbiamo tantissimi di questi “finti”, mentre io vorrei tornare alle persone vere e veraci. L’unico modo di sopravvivere a questo mondo è avere un grande senso dell’ironia e non prendersi troppo sul serio. Io non l’ho perso, anzi, come vedete l’ho anche accentuato.
Di solito non parlo troppo perché canto, ma è da tanto tempo che sognavo di avere questo spazio, questa arena. Ne abbiamo parlato per anni, ma non avevano mai pensato di fare posti a sedere. Sono la cosa più bella del mondo, perché uno ha il suo posto e può ascoltare meglio le ballate e le canzoni più emozionanti, mentre sui brani più movimentati si può alzare in piedi».
Sabato 24 giugno, inoltre, Zucchero ritornerà alla RCF Arena per Italia loves Romagna, un concerto-evento con i grandi artisti della musica italiana per sostenere la popolazione della Romagna duramente colpita dall’alluvione.
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