San Luca Santo del giorno 18 Ottobre. Onomastico di don Luca Grassi e 2° Anniversario ingresso in Parrocchia di don Luca e don Gionatan

L’ingresso dei nuovi sacerdoti nella parrocchia

San Luca
L’Evangelista S. Luca nacque in Antiochia di Siria, dà genitori pagani. Imparò la scienza medica e, allo scopo di perfezionare le sue cognizioni, intraprese diversi viaggi nella Grecia e nell’Egitto. Si portò poi a Troade per esercitarvi la sua professione: ma qui il Signore l’attendeva per un’altra missione più grande. Essendo passato di là l’apostolo Paolo a predicare il S. Vangelo, Luca, conquistato dalla verità, volle seguirlo nel sacro ministero e gli fu compagno fedelissimo fino alla morte.

Verso il 60, mentre S. Paolo si trovava prigioniero a Cesarea, Luca scrisse, per divina ispirazione, il terzo Vangelo in lingua greca, che si distingue per la sua chiarezza ed eleganza.

Questo Vangelo è dedicato a Teofilo, che era un famoso cristiano di Antiochia, ma nello stesso tempo è indirizzato a tutti i Cristiani e a tutti quelli che vogliono salvarsi, siano essi ebrei o pagani: il regno di Dio è aperto a tutti. Egli voleva dimostrare la bontà e la misericordia di Dio, e perciò racconta gli episodi e le parabole più commoventi.

Eloquentissime sono le parabole del buon samaritano, della pecorella smarrita, del fariseo e del pubblicano, di Zaccheo e del figliuol prodigo, che ci manifestano l’infinita misericordia di un Dio morto per noi sulla croce e che perdona agli stessi suoi crocifissori: « Padre, perdona loro, perché non sanno quel che fanno ».

Il santo evangelista si diede anche alla predicazione ed evangelizzò la Macedonia, la Dalmazia, l’Italia e la Gallia. Durante la prigionia di S. Paolo in Roma scrisse gli « Atti degli Apostoli » in cui narra la storia dei primi anni della Chiesa e particolarmente i viaggi di S. Paolo. Ma la tradizione ci dice che S. Luca, oltre che medico, era pure pittore. Devotissimo della Madonna, è tra gli Evangelisti quello che ne parla più diffusamente. Non può non averla vista, non averle parlato: lo dimostrano anche le belle immagini della Vergine che ci furono tramandate sotto il suo nome.

Mori nella Bitinia, all’età di 84 anni. Le sue venerate spoglie vennero deposte nella città di Costantinopoli, assieme a quelle di S. Andrea, nella basilica dedicata ai dodici Apostoli. Giunsero poi a Padova, dove tuttora si trovano nella Basilica di Santa Giustina.

S. Paolo lo chiama « medico carissimo » e « fratello, la cui Mele è nel Vangelo ».

Il suo simbolo è un toro alato, perché il primo personaggio che introduce nel suo Vangelo è il padre di Giovanni Battista, Zaccaria, sacerdote del tempio e responsabile del sacrificio di tori.

PRATICA Il Vangelo sia la regola della nostra vita.

PREGHIERA. Deh! Signore, interceda per noi il tuo evangelista S. Luca, il quale ad onor del tuo nome portò continuamente nel suo corpo la mortificazione della croce.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Luca, Evangelista, che, secondo la tradizione, nato ad Antiochia da famiglia pagana e medico di professione, si convertì alla fede in Cristo. Divenuto compagno carissimo di san Paolo Apostolo, sistemò con cura nel Vangelo tutte le opere e gli insegnamenti di Gesù, divenendo scriba della mansuetudine di Cristo, e narrò negli Atti degli Apostoli gli inizi della vita della Chiesa fino al primo soggiorno di Paolo a Roma.

santodelgiorno.it

La guida. Le Messe in diretta tv e social di domenica 19 settembre 2021

Avvenire

Ore 7

Su Tv2000 (canale 28 digitale terrestre e 157 Sky) la Messa in diretta dalla chiesa di Sant’Andrea delle Fratte a Roma

Santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari: Messa in diretta streaming su https://bonaria.eu/#. Altre Messe in diretta: ore 8.30, 10, 11.30, 18 e 19.30. Prefestive: 18 e 19.30. Giorni feriali: 7, 8.30, 10 e 19

Ore 7.30

Padre Pio Tv: Messa in diretta streaming su https://www.teleradiopadrepio.it/padre-pio-tv/. Altre Messe alle ore 11.30 e 18. Prefestive: ore 18. Giorni feriali: Messe in diretta streaing alle 7.30, 11.30 e 18.

Ore 8

Santuario della Guardia, Genova: diretta streaming della Messa su http://www.santuarioguardia.it/diretta-live-dal-santuario/. Altre Messe: ore 10, 11, 12 e 17. Giorni feriali: ore 10 e 17. Prefestiva: ore 17

Sacro Monte di Varese: la Messa nel Santuario in diretta streaming su https://www.youtube.com/watch?v=O1paOKPXJTI

Ore 8.30

Su Tv2000 la Messa in diretta dalla chiesa di Sant’Andrea delle Fratte a Roma

Santuario della Consolata, patrona della diocesi di Torino: Messa in diretta streaming su www.laconsolata.org attraverso il canale YouTube del Santuario. Altre Messe in diretta: ore 10, 11.30, 16, 18 e 19.30. Giorni feriali: ore 8, 9, 10.30, 12, 18 e 19. Prefestiva il sabato alle 18.

Ore 9.30

Dal Duomo di Milano la Messa in diretta su Chiesa Tv (digitale terrestre locale: canale 195) e in streaming sul portale www.chiesadimilano.it. Giorni feriali: ore 8. Messa vigiliare: ore 17.30.

Torino, Basilica di Maria Ausiliatrice, Casa Madre dei salesiani dove si venerano le spoglie mortali di don Bosco: Messa in diretta su Rete 7 (canale 12 del digitale terrestre o su www.rete7.cloud). Presiede il neo rettore della Basilica don Michele Viviano. Giorni feriali: diretta della Messa in Basilica alle 9, sempre in diretta.

Vicoforte, diocesi di Mondovì: dal Santuario della Natività di Maria Regina Montis Regalis la Messa in streaming su https://www.santuariodivicoforte.it/diretta-streaming/. Altre Messe: ore 11, 16 e 18

Ore 10

Napoli: la Messa celebrata in Cattedrale dall’arcivescovo per la solennità di San Gennaro, con le ampolle del sangue sull’altare maggiore. Diretta su Canale 21 (digitale terrestre Campania e Lazio), anche in streaming su http://www.canale21.it/ e su Maria Tv (link: https://streaming.mariatv.it/diocesi-napoli)

Canale 5: la Messa in diretta dalla chiesa di Sant’Andrea delle Fratte a Roma

Santuario di Loreto: Messa in diretta su https://www.youtube.com/channel/UCT9uLSAfEfqgXbArvYyHzQg?view_as=subscriber (anche in tv su Telepace al canale 515 di Sky e in streaming su https://www.telepace.it/diretta/). Giorni feriali: alle 7.30 Messa su Telepace e in streaming sui canali social del Santuario, alle 12.15 Angelus e Rosario in streaming. Ogni venerdì diretta streaming alle 21 della preghiera con le realtà ecclesiali attive nel Santuario. Ogni sabato alle 21 Rosario su Telepace e in streaming sui social del Santuario. Webcam sempre accesa in diretta streaming dalla Santa Casa (ore 7.30-19, tutti i giorni) su https://www.santuarioloreto.va/it/diretta-tv.html.

Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago, in diocesi di Milano: Messa in diretta streaming su http://bit.do/santuarioindiretta. Messa anche alle ore 16.

Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa: Messa in diretta streaming su https://www.madonnadellelacrime.it/ (webcam sempre accesa sia dal Santuario sia dalla Cappella del Santissimo). Altre Messe: ore 8, 12, 17.30, 19 e 20. Giorni feriali: ore 8, 10 e 19. Prefestiva ore 19.

Dal Santuario Basilica della Madonna di San Marco in Bedonia (Parma) la Messa in diretta streaming sulla pagina Facebook del Seminario Vescovile di Bedonia https://www.facebook.com/SeminarBedonia/, sul suo canale Youtube https://bit.ly/3uD8wIP e in tv sul digitale terrestre (Rta Videotaro, canale 88)

Santuario di Santa Maria di Caravaggio a Milano: la Messa in diretta su https://www.youtube.com/c/ParrocchiaSantaMariadiCaravaggioMilano

Ore 10.30

Santuario di Oropa, diocesi di Biella: Messa nella Basilica superiore in diretta streaming su
www.santuariodioropa.it/funzioni-in-diretta/ e sulla pagina Facebook Santuario di Oropa Official.
Altre Messe: ore 12, 16.30 (presiede il rettore don Michele Berchi) e 18.15. Giorni feriali: Messe alle 8, 9, 16.30 e 18.15. Prefestiva: ore 18.15.

Santuario nuovo della Madonna dei Fiori a Bra: Messa in diretta streaming sul sito www.santuariomadonnadeifioribra.com e sul canale YouTube del Santuario. Presiede il rettore monsignor Giuseppe Trucco.

Torino, Parrocchia-Santuario di Santa Rita: la Messa in diretta su https://www.youtube.com/channel/UCVHC3_Za5sNUg2e_6cmTtjg (accesso anche dal sito del Santuario). Presiede il rettore monsignor Mauro Rivella.

Sant’Agata di Bulgarograsso (Diocesi di Milano): Messa in diretta streaming sul profilo Facebook della parrocchia https://www.facebook.com/comunitasanbenedetto e sul canale YouTube della parrocchia ambrosiana.

Ore 11

RaiUno: la Messa in diretta dalla Concattedrale Santa Maria Assunta in Irsina (Matera), per la regia di don Simone Chiappetta.

Assisi: dal Santuario della Spogliazione la Messa in diretta streaming su https://www.mariavision.it/maria-vision-italia. E’ sempre attiva una webcam sulla tomba del beato Carlo Acutis https://www.mariavision.it/santuario-spogliazione-assisi

Padova, Basilica di Sant’Antonio: la Messa in diretta su https://www.santantonio.org/it/live-streaming. Altra Messa alle ore 18. Giorni feriali: ore 18. Sono sempre attive una webcam sull’Arca del Santo https://www.santantonio.org/it/webcam-arca-del-santo e un’altra sul sagrato della Basilica https://www.santantonio.org/it/content/webcam-sagrato-della-basilica-del-santo

Adro (Brescia), Santuario della Madonna della Neve (Padri Carmelitani Scalzi): la Messa in diretta streaming su www.youtube.com/c/MadonnadellaNeveSantuario

Mignanego (Genova), Santuario di Nostra Signora della Vittoria (Fraternità monastica di San Colombano): Messa su https://www.facebook.com/santuariodellavittoria/

Roma, Parrocchia-Santuario di Santa Maria delle Grazie al Trionfale: Messa in diretta su https://santamariadellegraziealtrionfale.wordpress.com/dirette-streaming-seguici-in-diretta/. Altre Messe: ore 7, 8, 9, 10 e 19. Giorni feriali: ore 7, 8, 9 e 19. Prefestiva: ore 19.

Parrocchia Stimmate di San Francesco a Torino: Messa in diretta streaming su https://www.youtube.com/c/parrocchiastimmatetorino. Presiede il parroco don Tonino Borio. Messa prefestiva ogni sabato in diretta alle 18.

Ore 11.30

Assisi, Santa Maria degli Angeli: Messa in diretta su https://www.porziuncola.org/web-tv.html. Altre Messe alle ore 7, 8.30, 16 e 18. Giorni feriali: Messe alle ore 7, 8.30 e 18. Prefestiva ore 18. Due webcam (nella Basilica e sulla piazza) sono sempre accese, allo stesso indirizzo.

Dal Sermig di Torino la Messa domenicale in diretta streaming su https://www.youtube.com/watch?v=KtbaAw2p8as. Giorni feriali: Messa alle 12 in diretta su https://www.sermig.org/multimedia/live-streaming/messa-e-liturgia.html

Ore 12

RaiUno e Tv2000: in direttada piazza San Pietro l’Angelus di papa Francesco (streaming sul canale YouTube di Vatican News, dov’è sempre attiva una webcam sulla piazza e la Basilica)

Ore 17.30

Cascia, Monastero di Santa Rita: Vespro e Messa in diretta su https://www.youtube.com/channel/UCoZTJrHCPehZueZlU2wvbcQ

Strà, Alta Val Tidone (Piacenza): dal Santuario della Beata Vergine Madre delle Genti la Messa in diretta su https://www.youtube.com/channel/UC5Y79huwWML6YGOcLSc5SFA (Rosario ore 17)

Ore 18

Santuario della Madonna di Caravaggio in Piné, diocesi di Trento: la Messa in diretta su https://www.youtube.com/channel/UCRuwql-dV6QmnflbRdWZ6aQ oppure su https://www.facebook.co/santuariodipine/. Alle 17.30 il Rosario

Ore 19

Su Tv2000 la Messa in diretta dalla chiesa di Sant’Andrea delle Fratte a Roma

Messe prefestive

(oltre a quelle già segnalate nella Guida in alcuni santuari e cattedrali)

Ore 20

Parrocchia-Santuario di Nostra Signora della Salute in Borgo Vittoria, a Torino: in streaming sul sito www.chiesasalute.it e sul canale YouTube della parrocchia la Messa prefestiva presieduta dal parroco don Franco Pairona, giuseppino del Murialdo. Benedizione finale davanti all’urna din san Leonardo Murialdo, venerata nel Santuario.

La Messa alle 10 dalla Cattedrale di Napoli nella festa di san Gennaro, con l’arcivescovo Battaglia. Alle 11 su Raiuno da Irsina. Alle 12 l’Angelus del Papa
L'ampolla col sangue di san Gennaro nelle mani dell'arcivescovo Battaglia

L’ampolla col sangue di san Gennaro nelle mani dell’arcivescovo Battaglia – (Immagine dal sito della diocesi di Napoli)

In questo tempo di pandemia si è acuita la giusta esigenza di rinnovare la catechesi. Una prima esigenza è quella di sganciarla dalle modalità scolastiche in linea anche con gli orientamenti dati dal recente Direttorio

pastorale

Settimana News

Ecco come il mio vescovo ben sintetizza il problema: «Bisogna iniziare a pensare a un rinnovamento di questi cammini che non possono essere più legati ai ritmi scolastici, che vedono la completa delega da parte dei genitori come se il cammino dei figli fosse cosa che non li riguarda se non per l’impegno di portarli al catechismo e, al massimo, alla messa domenicale.

Eppure, in età infantile e adolescenziale diventa essenziale il vissuto di fede che i ragazzi debbono respirare in famiglia. Ma, molto spesso, questo non accade» (mons. Giovanni Checchinato).

Cambiare paradigma

Ciò che il vescovo ha espresso in maniera sintetica ed efficace, da don Angelo Casati è esaminato anche nelle implicazioni di ordine storico: «Cresce il lamento per una generazione di adulti che non ha comunicato la fede alle nuove generazioni: come se si fosse inceppato il passaparola della fede. Forse stiamo scontando la responsabilità di avere per anni espropriato le case dal compito di comunicare la fede, relegandolo quasi esclusivamente agli ambienti ecclesiastici. Ci pesa sulle spalle una tradizione secolare che riservava questo compito a preti, religiosi, a chiese e oratori, una sorta di espropriazione che ora scontiamo.

Diceva san Francesco ai suoi frati: portate il vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole. La testimonianza è il primo passo dell’evangelizzazione, della comunicazione della fede nella famiglia.  Ecco da dove partire. Gesù non manda gli apostoli nelle sinagoghe ma nelle case. Il confronto con le nuove generazioni ci conduce a ripulire l’affresco Gesù da troppi appesantimenti, a purificare il messaggio dalle incrostazioni che i secoli hanno depositato, a liberare un volto di Chiesa che possa essere affidabile perché rifugge da immobilismi e da moralismi colpevolizzanti. Papa Francesco dice: sognate anche voi insieme a me questa Chiesa, una Chiesa in cui si passi dal paradigma del peccato a quello del cammino, dal paradigma della legge a quello della persona».

Quale volto di Chiesa? Gesù ha rivelato nelle sue parole e nei suoi atteggiamenti il volto di un Dio ospitale, disponibile. Rileggendo in tale ottica i tanti episodi del Vangelo, notiamo la disponibilità di Gesù nei confronti di Giàiro, del centurione, dell’emorroissa e verso tanti altri che si rivolgevano in lui con fiducia.

Così Karl Rahner descriveva sinteticamente la Chiesa: «Essa è una presenza incarnata della verità di Cristo». Cristo non ha insegnato dogmi o precetti morali: ha indicato uno stile, quello delle Beatitudini e di un cuore ospitale. Tale deve essere la Chiesa.

Alla luce di queste premesse si può tentare di inquadrare il problema e cercare le soluzioni. Certamente è necessario e urgente – ci ricorda Cettina Militello – «inventare modalità altre di trasmissione della fede non necessariamente legate alla simmetria della scolarizzazione e dei suoi tempi».

Il carrozzone dell’iniziazione cristiana – così come è attualmente – fa acqua da molte parti. Bisogna quindi stare attenti a non versare vino nuovo in otri vecchi, ma vino nuovo in otri nuovi. Al momento mancano otri nuovi pronti: è tutto da inventare, con creatività e coraggio. «Non si è ancora trovato un modulo vincente, oltre a quello tradizionale di tipo culturale e identitario, che possa mantenere vivo il rapporto con la comunità di quelli che chiedono per i figli l’iniziazione cristiana. Anche la preparazione ai sacramenti, il matrimonio per esempio, non pare produca scelte irreversibili» (C. Militello).

La richiesta dei sacramenti

Il modello tradizionale di tipo culturale e identitario è davanti ai nostri occhi, con i suoi pregi e difetti, come bene ce li mostra Manuel Belli: «Il punto di forza del modello tradizionale è dato da una consistente richiesta dei sacramenti da parte delle famiglie. Dobbiamo riconoscere che l’opportunità pastorale offerta da una così massiccia richiesta dei sacramenti non può essere trascurata. Franco Garelli parla, a proposito, del caso italiano.

La massiccia richiesta di sacramentalizzazione offre un’opportunità di evangelizzazione non trascurabile: la maggioranza della popolazione transita per gli ambienti parrocchiali chiedendo per i figli i sacramenti del battesimo, della cresima e dell’eucaristia, accetta tutto sommato di buon grado un itinerario catechistico per i figli e non rifiuta di farsi coinvolgere in alcuni momenti, che restano occasioni preziose, alle volte uniche per famiglie che diversamente non sarebbero mai entrate in contatto con la comunità cristiana. Anche la dislocazione dei sacramenti in un periodo disteso, che corrisponde all’età della scolarizzazione, presenta una serie di vantaggi pedagogico-pastorali: attorno alla prima comunione si può costruire un itinerario catechistico spirituale che accompagni la fanciullezza e, attorno alla cresima, è possibile offrire un itinerario che intercetti le esigenze dell’adolescente.

Il dato che emerge da questa tradizione è che l’istanza formativa e catechistica ha avuto un peso non piccolo nei vari tentativi di rivedere il percorso sacramentale dell’iniziazione cristiana. È un vero rompicapo che ha le sue paradossalità: ogni tentativo presenta una soluzione che, secondo altre variabili, potrebbe essere considerata inaccettabile. Il fatto è che ognuno parte da premesse giuste e da esigenze di cui è apprezzabile la coerenza» (Sacramenti tra dire e fare, da pagina 133. Il corsivo è mio. Lo stesso autore, al riguardo, anche nel suo più recente libro L’epoca dei riti tristi non offre soluzioni).

È interessante notare il parere concorde di Severino Dianich: «Nella normale attività di una parrocchia, la pur ambigua situazione di quanti domandano i sacramenti per sé o per i propri figli, per motivi impropri e non per fede, non è solo fenomeno da deplorare. È anche una felice occasione, infatti, per portarli a riflettere sulla fede e aiutarli a farla rivivere, accogliendo tutti con paziente amore.

Anche la liturgia, che di per sé presuppone la fede dei partecipanti, celebrata con la serena consapevolezza che, soprattutto in occasione dei matrimoni, dei funerali, delle prime comunioni e cresime, molti sono presenti solo per il loro legame di affetto con i “protagonisti”, sarà occasione di gratitudine a Dio per aver offerto alla comunità una felice occasione di evangelizzazione».

Gesù ci esorta a questo punto ad essere i saggi che sanno estrarre dal tesoro cose nuove e cose antiche. Con discernimento.

Come fare catechismo?

Don Tonino Lasconi è ben consapevole di una catechesi che non c’è, ma, lungi dall’affrettarsi a buttare con l’acqua sporca del bacile anche il bambino, suggerisce di eliminare comunque lo sporco, di cambiare cioè le modalità, e lo fa ampiamente nel suo libro. Lo stesso fa il Direttorio per la catechesi.

Certamente è tramontata l’idea della catechesi come trasmissione nozionistica e tappa obbligata per ricevere i sacramenti. È richiesta più attenzione ai giovani e agli adulti, una maggiore valorizzazione delle famiglie e un migliore collaborazione con le agenzie educative sul territorio, un rinnovamento dei linguaggi che passa per l’uso competente dei social media.

In molte diocesi, dopo gli Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni indicati nel 1999 dalla CEI, sono stati avviati cammini innovativi ben documentati dai sussidi utilizzati e pubblicati da casa editrici importanti e qualificate.

La novità consisteva proprio nel coinvolgimento non episodico delle famiglie in un cammino sistematico di maturazione della fede con ricaduta positiva sui ragazzi. Erano testi corposi e prevedevano uno stuolo di gente preparata capace di animare le famiglie e le catechiste e ciò per ogni gruppo.

Erano e rimangono cammini esemplari, anche se praticabili con difficoltà in realtà composte da numeri grossi e da personale non sempre all’altezza di sostenere quell’impegno anche dal punto di vista culturale. Ognuno purtroppo deve marciare con l’esercito che si ritrova, diceva mons. Cesare Bonicelli.

Attualmente, vengono proposti sussidi più snelli e praticabili, nella stessa logica di un cammino catecumenale e di un coinvolgimento dei genitori.

Non mancano sussidi che, pur non adottando in pieno quel cammino, presentano però tutte le caratteristiche e gli ingredienti di un una catechesi autentica e adatta anche ai ragazzi, senza infantilizzazioni: la centralità della Parola, il dialogo con i ragazzi in un confronto con la Parola e con le loro esperienze di vita, il racconto, il gioco e la drammatizzazione sul tema, attività varie, il coinvolgimento delle famiglie, un momento importante di preghiera nella forma della celebrazione. Non mancano proposte parallele, originali e coinvolgenti, di cammini di fede per le famiglie.

Di grande rilievo è il ruolo svolto dalle riviste mensili Dossier catechista e Catechisti parrocchiali che puntualmente offrono suggerimenti e strumenti concreti in linea con il rinnovamento attualmente richiesto.

Da tener in conto, per le altre fasce d’età, gli originalissimi Iperalbi (le Beatitudini, il Credo, il Decalogo e i doni dello Spirito Santo spiegati ai ragazzi) anch’essi incentrati sulla Parola, ma con un linguaggio e con articolazioni varie rispondenti alla psicologia, alle esperienze dell’età evolutiva, al mondo e alle idee correnti in cui i preadolescenti sono immersi, per un confronto critico alla luce del messaggio di Cristo.

Dominique Collin nel suo recente Il Vangelo inaudito fa notare che «nulla più delle cose acquisite rende sordi all’inaudito. Ma le idee acquisite durante l’infanzia hanno una particolarità: esse rientrano nell’ambito della mitologia».

Quei sussidi, con la loro concretezza, parlano ai preadolescenti di cose che li riguardano da vicino, crescita compresa.

L’abbandono dopo la cresima

Il fatto poi che i ragazzi dopo la cresima abbandonino è un ritornello che sentiamo spesso risuonare. Vorrei tuttavia sapere quando mai i ragazzi li abbiamo visti, alle soglie dell’adolescenza, tutti inquadrati frequentare le nostre chiese. Vanno via, d’accordo. Però è possibile che non si debba dare fiducia al seme sparso e alla grazia della confermazione che accompagnerà la crescita di questi ragazzi? Le parabole del “seme” devono essere il criterio di giudizio e di discernimento.

Non possiamo d’altronde dimenticare la valanga di zizzania e di fango che una certa cultura veicola attraverso Internet, le idee correnti diffuse da tanti falsi maestri di pensiero (non certo i Galimberti o i Recalcati).

Ci sono, ci sono stati e ci saranno sempre quelli che abbandonano: l’importante è che non abbandonino dentro, come giustamente fa notare Lasconi. Quanta bella gioventù c’è in giro, anche se non li vediamo in chiesa! Non può essere questo l’unico criterio discriminante o qualificante, anche se auspicabile. Gli adolescenti hanno, avranno e hanno sempre avuto la reazione di rigetto di tutto ciò che ha a che fare con l’infanzia. Importante è che nella catechesi sia risuonata la loro vita concreta.

Il seme poi cade su diversi terreni e porta frutti diseguali, ma resta comunque sedimentato. Ci sarà il momento della reviviscenza. Tutto dipende da ciò che viene seminato e dal contesto familiare, che non è stato mai ottimale, se si ha una conoscenza realistica della storia dei costumi nei vari secoli.

Sempre a proposito dei ragazzi che poi lasciano, trovo molto interessante ciò che don Gigi Maistrello scrive nel suo recente, molto innovativo e stimolante articolo Quale futuro per le comunità cristiane (cf. Settimana News, 1° agosto): «Il ragazzino che siamo riusciti a trattenere in parrocchia fino al sacramento col ricatto degli incontri catechistici, il giorno dopo dirà: “non mi vedrete più!”. Lo stesso ragazzino, inserito in un programma fatto di giochi, cultura, esperienze forti, momenti rilassanti, arriva lo stesso al sacramento; ma poi, magari, potrà continuare a sentirsi parte grazie ai legami che sono nati».

Mi ha colpito questo episodio: nel IV secolo un prete si presentò da un padre del deserto lamentandosi del fatto che i giovani non andassero a messa. Non riusciva a spiegarsi il perché. Il padre gli rispose: «Nella caccia alla volpe, i cani addestrati l’hanno conosciuta e perseverano nella battuta di caccia. I cani che partecipano, ma non hanno conosciuta la volpe, ben presto si ritirano». La nostra catechesi e tutto ciò che fa da necessario corollario, facilita la conoscenza e l’incontro con Cristo? Al di sopra di ogni catechesi esperienziale, questa è l’esperienza capitale, la vera iniziazione.

Una parola sui catechisti

Resta sempre vero che prima dei catechismi vengono i catechisti, da qualificare continuamente rendendoli capaci di iniziare i ragazzi al mistero di Cristo. Il recente motu proprio Antiquum ministerium di papa Francesco e tante sue catechesi rimarcano la necessità di catechisti che abbiano una vita di fede intensa e un grande senso della Chiesa e dell’evangelizzazione.

Da una recente inchiesta ricerca promossa dall’Istituto di catechetica dell’Università Pontificia salesiana, a oltre 50 anni dal Documento Base Il rinnovamento della catechesi – poco conosciuto dalle nuove leve –, si ricava che su 1.760 catechisti che hanno risposto al questionario solo 313 hanno una preparazione specifica.

Risulta da quel campione che solo per il 25,6% è importante l’apertura ai problemi sociali e politici, con una tendenza all’intimismo e poca attenzione ai lontani. Il 5,5% si è detto molto preoccupato per una Chiesa che fa una scelta preferenziale per i poveri, il 4,4% per il pluralismo delle religioni. Non si considerano problemi né lo scarso dialogo con la cultura contemporanea (8,2%), né gli scandali della pedofilia (3,6%) né la poca coerenza dei cristiani (3,3%). Numeri devastanti che denotano la distanza dal nesso tra fede e vita quotidiana, da una pastorale della cura. Non basta più la buona volontà come criterio per il reclutamento dei catechisti.

«Si pensa al catechista o in generale al formatore come colui che ha risolto nel suo cuore la frattura tra la vita quotidiana e l’esperienza di fede; ma un sacerdote, un catechista o un adulto sono dentro la frattura e non è facile nemmeno per loro accostare vita, sacramenti e Parola in armonia» (M. Belli, L’epoca dei riti tristi, pag. 219)

Tornando all’esigenza di un radicale rinnovamento come accennavo all’inizio, non vedo però come la gente, con il problema della pandemia e del post-pandemia, possa seguirci in questa nostra giusta problematica, ma intempestiva se affidata all’improvvisazione.

Certo, sono le stesse persone che, incuranti della lezione dalla pandemia, sono già pronte a festeggiare prime comunione e cresime e matrimoni, come è giusto, sì, ma con l’intenzione di continuare come e più di prima nello stile troppo mondano ed esibizionista, con scarso senso di responsabilità e sobrietà, a fronte dei problemi locali e planetari. Questo per lo meno in quelle zone in cui apparentemente l’economia in qualche modo ha retto, creando l’illusione che si possa tornare a vivere in una sorta di bolla di benessere generalizzato.

Una Chiesa ospitale

L’esigenza di un cambiamento perseguito con un certo atteggiamento oltranzista che vagheggia famiglie praticanti e ideali (e chi non avesse tali requisiti o non aderisse al rinnovamento… peggio per lui), mi sembra non in linea con la realtà né con le riflessioni della teologia fondamentale così come si è andata delineando in questi anni.

Penso a Sequeri, Theobald, Le Chevalier, Moingt e altri. Non credo corrisponda al pensiero di papa Francesco e, soprattutto, alla prassi di Gesù.

Mi sembra che la prassi della Chiesa debba essere l’inclusione e non l’esclusione. Certamente non una sacramentalizzazione ad ogni costo e a buon mercato. La grazia rimane a caro prezzo, da non svendere: tuttavia non si rifiuta nulla ai “cagnolini”, purché siano tali e non commedianti furbastri d’occasione.

Occorre mettere in atto un grande discernimento nello Spirito nell’assumere una giusta calibratura in atteggiamenti di accoglienza che non siano superficiale clientelismo o proselitismo a buon mercato. Bisogna essere attenti alla voce dello Spirito perché non avvenga che si accolga indiscriminatamente, bypassando disinvoltamente l’eventuale decisione di un’altra comunità che ha responsabilmente scelto, in alcuni casi, di dilazionare, per dare tempo e aiutare qualcuno ad essere meglio disponibile e pronto a ricevere un sacramento. La sinodalità è anche questo.

Ritorna comunque l’esigenza di una Chiesa ospitale di cui si diceva all’inizio.

«Una Chiesa ospitale! È questo il volto della Chiesa missionaria per l’oggi e per il futuro. La qualità dell’ospitalità è, innanzitutto, data dal volto della Chiesa. Chissà quando nella Chiesa avremo la parresìa per ammettere che, se oggi molti se ne vanno, questo dipende dal fatto che la Chiesa non sa essere accogliente, anche lei malata di narcisismo spirituale che le impedisce di guardare a chi è lontano dai suoi recinti, e di nutrire makrothymía (pazienza, longanimità) anche per chi nel suo seno anela alla libertà, cerca cose nuove, si avventura per cammini rischiosi ma umani.

Non accorgersi che la Chiesa continua a essere malata di intransigentismo e di rigorismo solo perché in essa si parla tanto di misericordia significa essere accecati e non vedere che sono solo mutati i termini ai quali applicare legalismo e giustizialismo. L’ospitalità per la Chiesa è decentramento in atto, uscita da sé stessa per andare verso gli altri e permettere loro di convergere verso il Signore Gesù Cristo, permettere agli assetati di vita di trovare la vita. Gli uomini e le donne di oggi hanno sete e cercano i pozzi dove c’è acqua. Chi siede presso il pozzo e può attingere, offra e doni acqua, nient’altro che acqua, e soddisfi la sete: questa è la sua missione, niente di più» (Enzo Bianchi).

Si ipotizza, in certe scelte, una Chiesa di perfetti, di puri, in cui tutto risponda alle nostre pur giuste pretese, che però sembrano non tener conto della realtà socio-religiosa. Certo, l’impianto attuale della catechesi presenta molte criticità, ma non si può, secondo me, buttare tutto all’aria manco fosse una disgrazia la situazione tipica o atipica e con tante incongruenze, presente in Italia che Ch. Theobald, nel suo sguardo su La fede nell’attuale contesto europeo definirebbe come una «condizione microclimatica cristiano-cattolica», in cui tuttavia non ci si può cullare.

Karl Rahner, pur consapevole della realtà della Chiesa in diaspora, diceva che comunque non tocca a noi accelerare il processo di secolarizzazione.

Certo, bisogna pur guardarsi dall’illusione di una sacramentalizzazione di massa come antidoto alla secolarizzazione, insieme ad attività tradizionali (di catechesi o di devozione) da mantenere sempre allo stesso modoIl problema s’impone, ma la strada nuova è tutta da inventare, il che non è facile né ancora chiaro.

C’è anche la grazia di Dio…

È un rompicapo, e occorre discernere considerando sì la situazione e l’esigenza di un rinnovamento, del quale siamo tutti consapevoli, ma anche le conseguenze di scelte improvvisate.

A parte i giusti motivi che lo rendono plausibile, noto però in questa esigenza di cambiamento una nota di strisciante pessimismo e di neopelagianesimo. Come se d’ora i poi tutto dovesse dipendere dai mezzi, dimenticando tutto il resto, la grazia e dinamismi della personalità e le variabili storiche di ogni persona.

Bisogna pure stare attenti a non mescolare nella prassi pastorale nova et vetera, il gusto del barocco in senso largo e molte preoccupazioni tipicamente clericali.

Ciò che Joseph Moingt descriveva più di dieci anni fa è un quadro che non sembra cambiato nel tempo: «Di fronte all’ingente calo di fedeli in paesi europei nei quali un tempo regnava incontrastata, la Chiesa cattolica oggi è nuovamente tentata, se non di recuperare il terreno perduto, perlomeno di turare le falle, di premunirsi di nuove perdite, di rinforzare le difese e la sua identità sul piano delle tradizioni e del culto… La Chiesa attualmente punta sulla sacralizzazione della vita ecclesiale, sulla restaurazione delle tradizioni. Un clero nuovo, un clero ringiovanito si presenta molto più tradizionalista e legalista del clero con il quale si aveva a che fare prima. La Chiesa attuale punta su una risacralizzazione, una restaurazione. A cosa può portare questo? A una riconquista delle posizioni precedenti? Non credo; solo ad un aumento di visibilità» (Umanesimo cristiano, 67.77-78).

L’allora cardinale Bergoglio in un corso di esercizi spirituali ai vescovi spagnoli ebbe a dire queste parole: «Noi siamo generali falliti di un esercito sconfitto». Parole che ci devono indurre all’umiltà e a non assumere nei confronti della gente atteggiamenti trionfalistici, rancorosi o frustrati, ma, accoglienti disinteressati e pazienti, a imitazione di Cristo.

Un autentico spirito missionario saprà trovare la giusta misura nelle scelte senza che ciò suoni ancora e sempre come la preoccupazione di salvaguardare l’apparato. Giustamente Armando Matteo dice che chi si affaccia nelle nostre chiese, a chi viene a contatto con la Chiesa, deve essere chiaro che lì vi si incontra Cristo. «Non importa per quale strada sei giunto fin qui. In ogni caso, da qui non te ne andrai senza esserti prima incontrato con Gesù. Qui si diventa cristiani»: così dovrebbe essere scritto all’ingresso della nostre chiese.

L’ospitalità (filoxenìa) significa che «accogliere e riconoscere la varietà delle forme in cui la vita cristiana si dà nello spazio e nel tempo non è solo un ripiego. Non significa misconoscere la necessaria ecclesialità della fede e neppure allargare le maglie e i confini dal recinto per non escludere nessuno e ritrovarsi dentro almeno qualcuno. Questo sarebbe ancora un modo settario/organizzativo di ragionare. Non si tratta, ancora, di un modo per fare credenti a loro insaputa o contro il loro desiderio. Si tratta più profondamente di assumere una prospettiva più rispettosa dello statuto della vita credente. La fede è sempre accoglienza del dono di Dio, la cui grazia è misteriosamente all’opera nel mondo intero anche fuori dei confini visibili della Chiesa» (M. Roselli in RPL 4/2021).

Non mancano un po’ dappertutto esperienze dove vari fattori favorevoli (un certo carisma personale che sa unire spirito missionario e tratto umano accogliente, una collaborazione intelligente e metodologie innovative), creano un clima in cui c’è una partecipazione piena dei ragazzi anche alle celebrazioni e il coinvolgimento delle famiglie: proprio ciò che è richiesto dal rinnovamento di metodi, forme e spirito.

Devono diventare tutti “cristiani attivi”?

Per concludere, voglio riportare ciò che Medard Kehl scrive al riguardo. Egli propende «decisamente per un sì leale a chi, pur non praticante, chiede i sacramenti: tale atteggiamento trasmette l’immagine di una Chiesa aperta, attraente e amica delle persone. Ciò naturalmente richiede a molti cristiani attivi una chiara correzione della loro normale prospettiva: la massa dei battezzati lontani dalla Chiesa non può essere considerata, a partire unicamente dalla prospettiva della comunità nucleare, in maniera piuttosto sprezzante come scheletri da schedariocristiani sulla carta, battezzati ma pagani incalliti.

Occorre piuttosto valutarli a partire innanzi tutto dalla loro propria prospettiva: come un grande campo, in sé assai differenziato di simpatizzanti, ossia di membri inattivi che desiderano assolutamente che questa istituzione-Chiesa e i valori per i quali essa risponde, esistano nella nostra società e che vogliono, all’occorrenza, ricorrere alle sue offerte; non sono però, di regola, in alcun modo disposti a lasciarsi trasformare in cristiani attivi, come invece vorremmo che accadesse nell’ambito della catechesi dei sacramenti. Se noi non relativizziamo i nostri personali punti di vista e non riusciamo a metterci seriamente nella loro prospettiva, per noi sicuramente molto deludente, a lungo andare perderemo uno dei più importanti punti di contatto pastorale con la gente della nostra cultura» (Dove va la Chiesa, pag. 165).

Egli è ovviamente abbastanza critico nei confronti della catechesi così come vien fatta, suggerendo un dialogo con le famiglie che chiarisca, da un lato, il senso vero dei sacramenti e, dall’altro, richiami alla coerenza, mettendo comunque in chiaro la posta in gioco, a fronte di una richiesta disimpegnata.

Le stesse celebrazioni dei sacramenti dell’iniziazione devono essere sobrie, evitando improbabili e spesso arbitrarie ritualità che fanno il gioco delle famiglie in cerca di emozioni effimere e di protagonismi.

Alle 11.30 la Messa del Papa al Congresso eucaristico internazionale di Budapest. Le celebrazioni in diretta su Tv2000 e Canale 5 da Terrasini per la festa dei media Cei.La guida. Le Messe in diretta tv e social di domenica 12 settembre 2021

L’inizio della scuola in tutta Italia da lunedì 13 settembre segna simbolicamente l’avvio delle attività consuete, il ritorno alla normalità. Tutta quella possibile, in realtà: questa ripresa settembrina è ancora segnata dalle limitazioni imposte dalle regole sanitarie. In una sua lettera la Presidenza della Cei ha ricordato che «dove ricorrono le condizioni di sicurezza: è importante non far mancare ai fedeli quei gesti di preghiera, partecipazione e speranza che testimoniano la vicinanza della Chiesa in questo tempo così particolare. Per questo, anche la trasmissione in streaming della Messa può essere stata un aiuto in tempo di emergenza, nell’ottica di una prossimità più familiare e comunitaria, ma certamente non è da ritenere una soluzione, e neanche un’alternativa in tempo di non emergenza». La nostra guida, in coerenza con queste indicazioni, è come sempre rivolta a quanti non sono nelle condizioni di partecipare alla Messa di persona e a quanti tengono loro compagnia. Buona domenica! (per segnalazioni: f.ognibene@avvenire.it)

Ore 7

Su Tv2000 (canale 28 digitale terrestre e 157 Sky) la Messa in diretta dal Duomo di Santa Maria delle Grazie a Terrasini in occasione del Festival dei media Cei.

Santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari: Messa in diretta streaming su https://bonaria.eu/#. Altre Messe in diretta: ore 8.30, 10, 11.30, 18 e 19.30. Prefestive: 18 e 19.30. Giorni feriali: 7, 8.30, 10 e 19

Ore 7.30

Siracusa: fino alle 19 apertura straordinaria della nicchia che custodisce il simulacro di santa Lucia nella Cattedrale. Diretta streaming ininterrotta su Deputazione Cappella di Santa Lucia Siracusa – Home | Facebook

 

Padre Pio Tv: Messa in diretta streaming su https://www.teleradiopadrepio.it/padre-pio-tv/. Altre Messe alle ore 11.30 e 18. Prefestive: ore 18. Giorni feriali: Messe in diretta streaing alle 7.30, 11.30 e 18.

Ore 8

Santuario della Guardia, Genova: diretta streaming della Messa su http://www.santuarioguardia.it/diretta-live-dal-santuario/. Altre Messe: ore 10, 11, 12 e 17. Giorni feriali: ore 10 e 17. Prefestiva: ore 17

Sacro Monte di Varese: la Messa nel Santuario in diretta streaming su https://www.youtube.com/watch?v=O1paOKPXJTI

Ore 8.30

Su Tv2000 la Messa in diretta dal Duomo di Santa Maria delle Grazie a Terrasini in occasione del Festival dei media Cei.

Santuario della Consolata, patrona della diocesi di Torino: Messa in diretta streaming su www.laconsolata.org attraverso il canale YouTube del Santuario. Altre Messe in diretta: ore 10, 11.30, 16, 18 e 19.30. Giorni feriali: ore 8, 9, 10.30, 12, 18 e 19. Prefestiva il sabato alle 18.

Ore 9.30

Dal Duomo di Milano la Messa in diretta su Chiesa Tv (digitale terrestre locale: canale 195) e in streaming sul portale www.chiesadimilano.it. Giorni feriali: ore 8. Messa vigiliare: ore 17.30.

Torino, Basilica di Maria Ausiliatrice, Casa Madre dei salesiani dove si venerano le spoglie mortali di don Bosco: Messa in diretta su Rete 7 (canale 12 del digitale terrestre o su www.rete7.cloud). Presiede il rettor maggiore dei Salesiani don Angel Fernandez Artime, concelebra don George Chalissery, vicerettore della Basilica. Giorni feriali: diretta della Messa in Basilica alle 9, sempre in diretta.

Vicoforte, diocesi di Mondovì: dal Santuario della Natività di Maria Regina Montis Regalis la Messa in streaming su https://www.santuariodivicoforte.it/diretta-streaming/. Altre Messe: ore 11, 16 e 18

Ore 10

Canale 5: la Messa in diretta dal Duomo di Santa Maria delle Grazie a Terrasini in occasione del Festival dei media Cei.

Santuario di Loreto: Messa in diretta su https://www.youtube.com/channel/UCT9uLSAfEfqgXbArvYyHzQg?view_as=subscriber (anche in tv su Telepace al canale 515 di Sky e in streaming su https://www.telepace.it/diretta/). Giorni feriali: alle 7.30 Messa su Telepace e in streaming sui canali social del Santuario, alle 12.15 Angelus e Rosario in streaming. Ogni venerdì diretta streaming alle 21 della preghiera con le realtà ecclesiali attive nel Santuario. Ogni sabato alle 21 Rosario su Telepace e in streaming sui social del Santuario. Webcam sempre accesa in diretta streaming dalla Santa Casa (ore 7.30-19, tutti i giorni) su https://www.santuarioloreto.va/it/diretta-tv.html.

Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago, in diocesi di Milano: Messa in diretta streaming su http://bit.do/santuarioindiretta. Messa anche alle ore 16.

Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa: Messa in diretta streaming su https://www.madonnadellelacrime.it/ (webcam sempre accesa sia dal Santuario sia dalla Cappella del Santissimo). Altre Messe: ore 8, 12, 17.30, 19 e 20. Giorni feriali: ore 8, 10 e 19. Prefestiva ore 19.

Bedonia, diocesi di Parma: la Messa dalla Basilica della Madonna di San Marco in diretta streaming su https://www.facebook.com/SeminarBedonia/, profilo Facebook del Seminario vescovile.

Santuario di Santa Maria di Caravaggio a Milano: la Messa in diretta su https://www.youtube.com/c/ParrocchiaSantaMariadiCaravaggioMilano

Ore 10.30

Santuario di Oropa, diocesi di Biella: Messa nella Basilica superiore in diretta streaming su
www.santuariodioropa.it/funzioni-in-diretta/ e sulla pagina Facebook Santuario di Oropa Official.
Altre Messe: ore 12, 16.30 (presiede il rettore don Michele Berchi) e 18.15. Giorni feriali: Messe alle 8, 9, 16.30 e 18.15. Prefestiva: ore 18.15.

Santuario nuovo della Madonna dei Fiori a Bra: Messa in diretta streaming sul sito www.santuariomadonnadeifioribra.com e sul canale YouTube del Santuario. Presiede il rettore monsignor Giuseppe Trucco.

Torino, Parrocchia-Santuario di Santa Rita: la Messa in diretta su https://www.youtube.com/channel/UCVHC3_Za5sNUg2e_6cmTtjg (accesso anche dal sito del Santuario). Presiede il rettore monsignor Mauro Rivella.

Sant’Agata di Bulgarograsso (Diocesi di Milano): Messa in diretta streaming sul profilo Facebook della parrocchia https://www.facebook.com/comunitasanbenedetto e sul canale YouTube della parrocchia ambrosiana.

Ore 11

Assisi: dal Santuario della Spogliazione la Messa in diretta streaming su https://www.mariavision.it/maria-vision-italia. E’ sempre attiva una webcam sulla tomba del beato Carlo Acutis https://www.mariavision.it/santuario-spogliazione-assisi

Padova, Basilica di Sant’Antonio: la Messa in diretta su https://www.santantonio.org/it/live-streaming. Altra Messa alle ore 18. Giorni feriali: ore 18. Sono sempre attive una webcam sull’Arca del Santo https://www.santantonio.org/it/webcam-arca-del-santo e un’altra sul sagrato della Basilica https://www.santantonio.org/it/content/webcam-sagrato-della-basilica-del-santo

Adro (Brescia), Santuario della Madonna della Neve (Padri Carmelitani Scalzi): la Messa in diretta streaming su www.youtube.com/c/MadonnadellaNeveSantuario

Mignanego (Genova), Santuario di Nostra Signora della Vittoria (Fraternità monastica di San Colombano): Messa su https://www.facebook.com/santuariodellavittoria/

Roma, Parrocchia-Santuario di Santa Maria delle Grazie al Trionfale: Messa in diretta su https://santamariadellegraziealtrionfale.wordpress.com/dirette-streaming-seguici-in-diretta/. Altre Messe: ore 7, 8, 9, 10 e 19. Giorni feriali: ore 7, 8, 9 e 19. Prefestiva: ore 19.

Parrocchia Stimmate di San Francesco a Torino: Messa in diretta streaming su https://www.youtube.com/c/parrocchiastimmatetorino. Messa prefestiva ogni sabato in diretta alle 18.

Ore 11.30

Raiuno: in diretta da Budapest la celebrazione conclusiva del 52° Congresso Eucaristico internazionale presieduta da papa Francesco. Al termine l’Angelus. Streaming su https://www.youtube.com/user/vatican

Assisi, Santa Maria degli Angeli: Messa in diretta su https://www.porziuncola.org/web-tv.html. Altre Messe alle ore 7, 8.30, 16 e 18. Giorni feriali: Messe alle ore 7, 8.30 e 18. Prefestiva ore 18. Due webcam (nella Basilica e sulla piazza) sono sempre accese, allo stesso indirizzo.

Dal Sermig di Torino la Messa domenicale in diretta streaming su https://www.youtube.com/watch?v=r1SAhT9Wjj8. Giorni feriali: Messa alle 12 in diretta su https://www.sermig.org/multimedia/live-streaming/messa-e-liturgia.html
 
Ore 17.30
Cascia, Monastero di Santa Rita: Vespro e Messa in diretta su https://www.youtube.com/channel/UCoZTJrHCPehZueZlU2wvbcQ

Strà, Alta Val Tidone (Piacenza): dal Santuario della Beata Vergine Madre delle Genti la Messa in diretta su https://www.youtube.com/channel/UC5Y79huwWML6YGOcLSc5SFA (Rosario ore 17)

Ore 18

Santuario della Madonna di Caravaggio in Piné, diocesi di Trento: la Messa in diretta su https://www.youtube.com/channel/UCRuwql-dV6QmnflbRdWZ6aQ oppure su https://www.facebook.co/santuariodipine/. Alle 17.30 il Rosario

Ore 19

Su Tv2000 la Messa in diretta dal Duomo di Santa Maria delle Grazie a Terrasini in occasione del Festival dei media Cei.

Messe prefestive

(oltre a quelle già segnalate nella Guida in alcuni santuari e cattedrali)

Ore 20

Parrocchia-Santuario di Nostra Signora della Salute in Borgo Vittoria, a Torino: in streaming sul sito www.chiesasalute.it e sul canale YouTube della parrocchia la Messa prefestiva presieduta dal parroco don Franco Pairona, giuseppino del Murialdo. Benedizione finale all’altare della Madonna della Salute nella novena in occasione della festa patronale (12 settembre).

Avvenire

«Effatà»: quando apri la tua porta la vita viene. Commento al Vangelo XXIII Domenica Tempo ordinario Anno B.

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente (…).

Portarono a Gesù un sordomuto. Un uomo prigioniero del silenzio, una vita senza parole e senza musica, ma che non ha fatto naufragio, perché accolta dentro un cerchio di amici che si prendono cura di lui: e lo condussero da Gesù. La guarigione inizia quando qualcuno mette mano all’umanissima arte dell’accompagnamento.
E lo pregarono di imporgli la mano. Ma Gesù fa molto di più, non gli basta imporre le mani in un gesto ieratico, vuole mostrare l’eccedenza e la vicinanza di Dio: lo prese in disparte, lontano dalla folla: «Io e te soli, ora conti solo tu e, per questo tempo, niente è più importante di te». Li immagino occhi negli occhi, e Gesù che prende quel volto fra le sue mani.
Seguono gesti molto corporei e delicati: Gesù pose le dita sugli orecchi del sordo. Le dita: come lo scultore che modella delicatamente la creta che ha plasmato. Come una carezza. Non ci sono parole, solo la tenerezza dei gesti.
Poi con la saliva toccò la sua lingua. Gesto intimo, coinvolgente: ti do qualcosa di mio, qualcosa che sta nella bocca dell’uomo, insieme al respiro e alla parola, simboli della vita.
Vangelo di contatti, di odori, di sapori. Il contatto fisico non dispiaceva a Gesù, anzi. E i corpi diventano luogo santo d’incontro con il Signore, laboratorio del Regno. La salvezza non è estranea ai corpi, passa attraverso di essi, che non sono strade del male ma «scorciatoie divine» (J.P.Sonnet),
Guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro. Un sospiro non è un grido che esprime potenza, non è un singhiozzo, ma il respiro della speranza, calma e umile, il sospiro del prigioniero (Sal 102,21), e Gesù è anche lui prigioniero con quell’uomo.
E gli disse: Effatà, apriti! In aramaico, nel dialetto di casa, nella lingua della madre, ripartendo dalle radici: apriti, come si apre una porta all’ospite, una finestra al sole, le braccia all’amore. Apriti agli altri e a Dio, anche con le tue ferite, attraverso le quali vita esce e vita entra. Se apri la tua porta, la vita viene.
Una vita guarita è quella che si apre agli altri: e subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. Prima gli orecchi. Perché il primo servizio da rendere a Dio e all’uomo è sempre l’ascolto. Se non sai ascoltare, perdi la parola, diventi muto o parli senza toccare il cuore di nessuno. Forse l’afasia della chiesa dipende oggi dal fatto che non sappiamo più ascoltare, Dio e l’uomo. Dettaglio eloquente: sa parlare solo chi sa ascoltare. Dono da chiedere instancabilmente, per il sordomuto che è in noi: donaci, Signore, un cuore che ascolta (cfr 1Re 3,9). Allora nasceranno pensieri e parole che sanno di cielo.
(Letture: Isaia 35, 4-7; Salmo 145; Giacomo 2,1-5; Marco 7, 31-37)

Domenica 5 settembre giornata della carità. Caritas, la preghiera stella polare

In vista della Giornata internazionale della carità, la Caritas italiana pubblica online un raccolta di preghiere e e poesie composte dai suoi operatori. Le tre vie indicate dal Papa

L'attività di un Centro Caritas a Catania

L’attività di un Centro Caritas a Catania – Immagine di archivio

Ventiquattro anni fa, il 5 settembre 1997 moriva madre Teresa di Calcutta, riconosciuta santa nel 2016 e il cui nome è un costante richiamo all’attenzione agli ultimi, all’amore verso i poveri. Non caso è stato deciso di collocare ogni anno la Giornata internazionale della Carità proprio nel giorno in cui ricorre la sua scomparsa, il 5 settembre, dunque. Nell’occasione, per sottolineare l’indissolubile legame che unisce l’amore per l’uomo e l’amore a Dio, Caritas Italiana pubblica online, su www.caritas.it una raccolta di preghiere e poesie, composte dai suoi operatori, dal titolo “Rinnovàti nell’impegno”. Testi divisi in tre capitoletti, quante sono le vie indicate dal Papa nel discorso alla Caritas italiana per il suo 50°. Cioè «partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività», strade da percorrere «con gioia».

Percorsi, scrivono nella premessa i curatori don Francesco Soddu e don Paolo Beccegato, rispettivamente direttore e vicedirettore Caritas, «da percorrere sempre in ascolto dei “più piccoli” per renderli partecipi e attivi, con azioni capaci di provocare, di moltiplicare attenzioni, cambiamenti». Un impegno per gli ultimi che non può non partire dal dialogo con Dio, dall’invocazione della sua forza. La preghiera, scrivono ancora Soddu e Beccegato dev’essere e «sarà “l’humus” e la “stella polare” che illuminerà e orienterà la nostra capacità di discernimento e il nostro costante impegno per continuare a leggere i segni dei tempi dentro il cammino sinodale che il Santo Padre, ribadendo gli impegni dell’inclusione sociale dei poveri e dell’amicizia sociale per il bene comune, ha indicato alla Chiesa italiana».

Nella raccolta si intrecciano riferimenti al quotidiano, alla vita della Chiesa di oggi e all’attività Caritas. Di ogni preghiera, nella raccolta è evidenziata una frase, quasi un’immagine guida, su cui riflettere nel proprio cuore.

 

Don Francesco Soddu

Don Francesco Soddu – Immagine di archivio

“Luci di speranza” è dedicata al Covid e all’attualità del dibattito sui vaccini.

Un anno e mezzo è già passato
da quando tutto è iniziato
ma tanta è la confusione
che merita una riflessione.
È il caso del vaccino per il Covid-19
dapprima invocato e ora tante critiche muove;
ben venga chi la pensa diversamente
ma adesso c’è, finalmente!
È salva la libertà di dire la propria sulla vaccinazione
ma che sia frutto di scienza sicura e convinzione;
fioccano attacchi dai cosiddetti negazionisti
che evocano paure e conflitti tristi.
Ma ci sono valori urgenti
che rendono prioritari questi avvenimenti:
i vaccini sono “luci di speranza” nel buio dell’umanità,
allora approfittiamo di questa opportunità.
Secondo papa Francesco è un’opzione etica,
un dovere di carità, profetica,
«perché tu ti giochi la salute, la vita
ma ti giochi, degli altri, la vita».

L'incontro con il Papa per i 50 anni di Caritas italiana

L’incontro con il Papa per i 50 anni di Caritas italiana – Reuters

“Scarto del mondo” è invece imperniata sui poveri, che sono al centro del Vangelo.

Scarto del mondo
i poveri
rimangono ancora
il segno più vero
del Cristo
trafitto e innalzato.
Anche oggi
Dio dà la salvezza
a chi
guardando il dolore
coglie il rapporto
tra fede e partecipazione,
rendendo
credibile la celebrazione
e dinamica l’adorazione
del medesimo
Mistero d’Amore.

La raccolta è pubblicata sul sito di Caritas italiana: www.caritas.it

Rimini, coppia di coniugi nominata alla guida di una parrocchia senza prete: è la prima volta. La scelta del vescovo per la crisi di vocazioni

Una coppia di coniugi per la prima volta alla guida di una parrocchia rimasta senza prete. Lo ha deciso il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, per sopperire alla mancanza di clero che ha colpito anche la sua diocesi. Dopo la partenza di don Angelo Rubaconti, attualmente in un periodo di riposo e riflessione, monsignor Lambiasi ha nominato il diacono Davide Carroli e la moglie Cinzia Bertuccioli quali referenti pastorali della parrocchia dei Santi Biagio ed Erasmo di Misano Monte e collaboratori di don Giuseppe Vaccarini e don Roberto Zangheri nell’animazione dell’unità pastorale che unisce le parrocchie di Misano Adriatico, Misano Monte, Scacciano e Villaggio Argentina.

Una decisione analoga è stata presa, nel 2018, nella diocesi di Papa Francesco, ovvero Roma, dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Il porporato, infatti, ha affidato la parrocchia di San Stanislao, nella zona di Cinecittà, alla cura di un diacono sposato, Andrea Sartori. Quest’ultimo si è trasferito nella canonica con la moglie Laura e i loro quattro figli. Ma, a differenza di Rimini dove il vescovo ha dato l’incarico alla coppia di coniugi, a Roma il cardinale De Donatis ha nominato soltanto il marito diacono e non anche la moglie.

Il porporato ha spiegato la sua decisione, che ha destato non poche polemiche, affermando che “San Stanislao vive una speciale vocazione che è quella di diventare una diaconia: una comunità cristiana che, in sinergia con le parrocchie del territorio della prefettura, diventa uno spazio di accoglienza e di accompagnamento dei poveri e delle persone ferite e sole, in vista del loro sviluppo umano integrale. L’idea che c’è dietro è quella di recuperare una prassi antica della Chiesa, che prevedeva il sorgere di diaconie a fianco alle parrocchie, per il servizio dei poveri del territorio. A Roma ne è documentata l’esistenza fin dal VII secolo”.

Il problema della mancanza di clero è da tempo all’ordine del giorno nella Chiesa cattolica. Se ne è discusso in modo molto approfondito durante il Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia che si è tenuto nel 2019 in Vaticano. Alla vigilia dell’assemblea, l’ipotesi più accreditata era quella di ordinare sacerdoti uomini sposati, i cosiddetti “viri probati”. “Una delle cose principali da ascoltare – afferma il documento preparatorio di quel Sinodo – è il gemito di migliaia di comunità private dell’Eucaristia domenicale per lunghi periodi”. Ciò si rende necessario soprattutto in quei Paesi dove il calo di vocazioni è talmente alto da non consentire ai pochi preti presenti sul territorio di raggiungere tutti i fedeli con una certa assiduità, almeno per garantire i sacramenti e la messa domenicale.

Il Sinodo, però, ha scelto a larga maggioranza un’altra strada: la possibilità per i diaconi permanenti, ovvero uomini sposati che hanno ricevuto il primo grado dell’ordine sacro, di essere ordinati sacerdoti. Da sottolineare che sia nella diocesi di Roma che in quella di Rimini sono stati nominati proprio due diaconi per guidare le rispettive parrocchie. “Considerando – si legge nel documento finale dell’assemblea sinodale – che la legittima diversità non nuoce alla comunione e all’unità della Chiesa, ma la manifesta e la serve, come testimonia la pluralità dei riti e delle discipline esistenti, proponiamo di stabilire criteri e disposizioni da parte dell’autorità competente, nel quadro della Lumen gentium 26, per ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti della comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e stabile, per sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la predicazione della parola e la celebrazione dei sacramenti nelle zone più remote della regione amazzonica. A questo proposito, alcuni si sono espressi a favore di un approccio universale all’argomento”.

Bergoglio, però, almeno per il momento, ha chiuso questa strada non mettendo in atto quanto proposto dal Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia. Una possibilità, quella di ordinare preti alcuni diaconi sposati, non ipotizzata solo per quella vasta regione del pianeta, ma anche per altre realtà, per esempio europee, dove la mancanza di clero è un problema serio. Da tempo l’episcopato tedesco si interroga sulla scarsità di vocazioni. Nel suo ultimo libro, La Chiesa brucia, Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, sottolinea che “la crisi del cristianesimo interpella i cattolici e la classe dirigente della Chiesa. Nella gestione immediata delle difficoltà, specie dovute alla mancanza di personale ecclesiastico, i vescovi prendono provvedimenti quali l’accorpamento delle parrocchie o la loro soppressione”.

Lo stesso Francesco, parlando alla Cei nel 2018, ha evidenziato questo problema: “La prima cosa che mi preoccupa è la crisi delle vocazioni. È la nostra paternità quella che è in gioco qui! Di questa preoccupazione, anzi, di questa emorragia di vocazioni, ho parlato spiegando che si tratta del frutto avvelenato della cultura del provvisorio, del relativismo e della dittatura del denaro, che allontanano i giovani dalla vita consacrata; accanto, certamente, alla tragica diminuzione delle nascite, questo ‘inverno demografico’; nonché agli scandali e alla testimonianza tiepida. Quanti seminari, chiese e monasteri e conventi saranno chiusi nei prossimi anni per la mancanza di vocazioni? Dio lo sa. È triste vedere questa terra, che è stata per lunghi secoli fertile e generosa nel donare missionari, suore, sacerdoti pieni di zelo apostolico, insieme al vecchio continente entrare in una sterilità vocazionale senza cercare rimedi efficaci. Io credo che li cerca, ma non riusciamo a trovarli!”.

Ai vescovi della Penisola, il Papa ha proposto “una più concreta e generosa condivisione fidei donum tra le diocesi italiane, che certamente arricchirebbe tutte le diocesi che donano e quelle che ricevono, rafforzando nei cuori del clero e dei fedeli il sensus ecclesiae e il sensus fidei. Voi vedete, se potete. Fare uno scambio di sacerdoti fidei donum da una diocesi a un’altra. Penso a qualche diocesi del Piemonte: c’è un’aridità grande. E penso alla Puglia, dove c’è una sovrabbondanza. Pensate, una creatività bella: un sistema fidei donum dentro l’Italia. Qualcuno sorride. Ma vediamo se siete capaci di fare questo”. Una proposta concreta che, però, finora è rimasta lettera morta. Con il rischio che, se non si interviene rapidamente per risolvere questo problema, diverse parrocchie si troveranno molto presto senza guida.

Il Fatto