75 anni Csi, udienza da Papa Francesco

Vaticano
lasicilia

Il Centro Sportivo Italiano celebra 75 anni e lo farà domani in Vaticano incontrando Papa Francesco, in un’udienza privata, proseguendo quel cammino associativo, cominciato nel primo dopoguerra e la tradizione di raccogliersi nelle grandi ricorrenze intorno al Pontefice. “Da capitano vi sprono a non chiudervi in difesa, ma a venire in attacco, a giocare insieme la nostra partita, che è quella del Vangelo – disse Francesco il 7 giugno 2014, per il 70/o di fondazione del Csi – Lo sport rimanga un gioco!”.

PAPA, ASSURDO IDENTIFICARE MIGRANTI COME UN MALE SOCIALE

ansa

A PANAMA, ‘ABUSI E INDIFFERENZA CONTRO I ‘CRISTI’ DI OGGI’ Dagli abusi sui giovani commessi anche da ‘persone che dicono di servire’ il Signore al maltrattamento delle donne, dalla ‘indifferenza soddisfatta e anestetizzante della nostra società che consuma e si consuma’ alla ‘cultura del bullismo, delle molestie e dell’intimidazione’: Papa Francesco elenca i mali di oggi nella via crucis con i giovani della Giornata Mondiale della Gioventù. il Papa parla dei ‘cristi’ dei nostri giorni, sottolineando che occorre smettere di generalizzare ‘con la più assurda e irresponsabile condanna di identificare ogni migrante come portatore di male sociale’.

Vaticano I saluti del Santo Padre dopo l’Angelus. La vicinanza del Papa al popolo colombiano e la richiesta di preghiere per il suo viaggio di mercoledì a Panamá per presiedere la 34.ma GMG

(a cura Redazione “Il Sismografo”)

Papa Francesco fa riferimento addolorato ai migranti morti nel Mediterraneo giorni fa nelle vicinanze del litorale libico. 

***

Pubblicazione del Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sulle comunità della rete e la comunità umana – La Rete Mondiale di Preghiera del Papa: Click To Pray.

Cari fratelli e sorelle,
Oggi ho due dolori nel cuore: la Colombia e il Mediterraneo.
Desidero assicurare la mia vicinanza al popolo colombiano, dopo il grave attacco terroristico di giovedì scorso alla Scuola nazionale della Polizia. Prego per le vittime e per i loro familiari, e continuo a pregare per il cammino di pace in Colombia.
Penso alle 170 vittime, naufraghi nel Mediterraneo. Cercavano un futuro per la loro vita. Vittime, forse, di trafficanti di esseri umani. Preghiamo per loro e per coloro che hanno la responsabilità di quello che è successo.

“Ave o Maria,…”.
Tra pochi giorni partirò per Panamá – [rispondendo alle grida dalla piazza:] anche voi? –, dove dal 22 al 27 gennaio si svolgerà la Giornata Mondiale della Gioventù. Vi chiedo di pregare per questo evento molto bello e importante nel cammino della Chiesa.
In questa settimana sarà pubblicato il Messaggio per la Giornata Mondiale delle
Comunicazioni Sociali, che quest’anno contiene una riflessione sulle comunità della rete e la comunità umana. Internet e social media sono una risorsa del nostro tempo; un’occasione per stare in contatto con gli altri, per condividere valori e progetti, e per esprimere il desiderio di fare comunità. La rete può aiutarci anche a pregare in comunità, a pregare insieme.
Per questo il padre Fornos è con me: è il direttore internazionale dell’Apostolato della Preghiera. Vorrei presentarvi la piattaforma ufficiale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa: Click To Pray. Qui inserirò le intenzioni e le richieste di preghiera per la missione della Chiesa.
Invito soprattutto voi giovani a scaricare l’app Click To Pray, continuando a pregare insieme a me il Rosario per la pace, particolarmente durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Panamá.
Il 24 gennaio si celebra anche la prima Giornata Internazionale dell’Educazione, istituita dalle Nazioni Unite per evidenziare e promuovere il ruolo essenziale dell’educazione nello sviluppo umano e sociale. Incoraggio, in questo ambito, lo sforzo dell’UNESCO per far crescere nel mondo la pace mediante l’educazione, e auspico che questa sia resa accessibile a tutti e che sia integrale, libera da colonizzazioni ideologiche. Una preghiera e un augurio a tutti gli educatori e le educatrici: buon lavoro!
Saluto tutti voi, cari pellegrini e fedeli romani! In particolare, i gruppi parrocchiali da Barcellona e dalla Polonia: vedo tante bandiere polacche qui! Gli alunni e i professori di Badajoz (Spagna); e le numerose ragazze di Panamá – siete venute a prendermi!
Saluto i fedeli di Nereto e di Formia; quelli dei Santi Fabiano e Venanzio in Roma; e i giovani di San Giuseppe della Pace in Milano.
Un saluto speciale all’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau e alle persone malate del morbo di Hansen, come pure a quanti sono vicino a loro nel cammino di cura e di riscatto umano e sociale.
A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

Gmg. Bassetti: «Cari giovani l’Italia attende il vostro slancio»

da Avvenire

Il cardinale Bassetti (al centro, in piedi) con un gruppo di giovani (foto d'archivio)

Il cardinale Bassetti (al centro, in piedi) con un gruppo di giovani (foto d’archivio)

A Panama ci sarà anche lui. Accanto al Papa e al fianco dei giovani italiani. «Non sarà facile per me a 76 anni», confida l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti. Ma non ha voluto mancare. Panama 2018 ha infatti una molteplicità di valenze pastorali e sociali che meritano di essere viste da vicino. La continuità con il Sinodo, l’abbraccio al mondo da una terra ponte per vocazione, il superamento della mentalità del successo a tutti i costi e l’adozione di uno stile di servizio, il ruolo dei nostri ragazzi a servizio del Paese. Il porporato sottolinea: «I giovani abbattono i muri. Impariamo da loro».

Molti sostengono che la Gmg di Panama sia la continuazione del Sinodo sui giovani. È d’accordo? E se sì, in che senso lo è?
In effetti la prossima Gmg si inserisce sulla scia del Sinodo sui giovani, una grande intuizione di papa Francesco. Il tema del raduno che inizierà nei prossimi giorni è la risposta della Vergine alla chiamata di Dio: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Le parole di Maria sono un “sì” coraggioso e generoso. Il “sì” di chi ha capito il segreto della vocazione: uscire da se stessi e mettersi al servizio degli altri. Proprio la fede e il discernimento vocazionale sono stati al centro del Sinodo dello scorso ottobre.

Vede qui il collegamento con il Sinodo?
Un tempo come il nostro, segnato dall’incertezza e dalla paura, non incoraggia risposte che impegnino per tutta la vita. E non incoraggia risposte che siano nel segno del dono. Invece, oggi più che mai noi tutti, a cominciare dai giovani, siamo chiamati a spenderci per l’altro, oltre quella mentalità mondana che incita al successo personale, al benessere individuale, all’apparenza effimera e che di fatto alimenta una concezione egoistica della vita. La Madre di Dio, rispondendo all’Angelo, non ha timori. E con il suo “eccomi” ci mostra Cristo. Tanti giovani sono affascinanti dalla figura di Gesù. La sua vita appare loro buona e bella perché povera e semplice, fatta di amicizie sincere e profonde, spesa per i fratelli con generosità, mai chiusa verso nessuno, ma sempre disponibile al dono. La vita di Gesù rimane anche oggi profondamente attrattiva e ispirante; essa è per i giovani una provocazione che interpella.

Lei che cosa ha portato a casa dall’esperienza del Sinodo?
Dalla ricca esperienza del Sinodo ho potuto cogliere i bellissimi e molteplici volti dei giovani nel mondo intero. La diversità è ricchezza, allarga gli orizzonti, ci fa andare oltre i nostri schemi. Nel mio cuore porto il grido dei giovani che fuggono dalle guerre o dalla povertà in Africa; le piaghe sociali di quelli che vivono nell’America Latina; lo sfruttamento di quelli in Asia; le disillusioni di una parte della gioventù dell’Occidente. Ma anche il desiderio comune a tutti i giovani di essere protagonisti, di poter dare un contributo fattivo alla crescita della società e della Chiesa. Non quindi giovani in ritirata, come talvolta si può immaginare, ma in prima linea, in uscita. Dobbiamo però metterli nelle condizioni di agire, dare loro fiducia, non ingabbiarli.

Si è insistito molto sulla dimensione dell’ascolto dei giovani. Qualcuno sostiene che questo significhi rinunciare alla missione di insegnare loro la fede e i comportamenti conseguenti. Qual è la sua opinione al proposito?
I giovani sono portatori di un’inquietudine che va prima di tutto accolta, rispettata e accompagnata, scommettendo con convinzione sulla loro libertà e responsabilità. La Chiesa sa per esperienza che il loro contributo è fondamentale per il suo rinnovamento. I giovani, per certi aspetti, possono essere più avanti di noi pastori. Ascoltarli è il primo passo per renderli “missionari” e non semplicemente esecutori.

Che Gmg si immagina? Panama è un luogo di unione (tra due oceani, tra due continenti), ma anche di grandi contraddizioni (violenza, narcotraffico, povertà). Che cosa ha voluto dirci il Papa scegliendo questa terra come sede della Gmg?
Immagino una Gmg che abbraccia il mondo. Del resto è la caratteristica delle Giornate mondiali della gioventù che sono frutto della visione profetica di san Giovanni Paolo II. Francesco è il Papa arrivato dalla “fine del mondo” e guarda all’intera umanità: anche, e direi in modo particolare, a quella ferita in Paesi dove il contesto sociale è difficile. Panama è quasi un “ponte” che unisce il Sud con il Nord del continente americano. Viene da pensare che sia una sorta di baricentro fra il Sud del mondo e il nostro Occidente. A noi è chiesto di essere “ponti” fra i popoli. E i giovani ce lo mostrano con il loro desiderio di incontrare chi vive dall’altra parte del pianeta, con la loro curiosità di scoprire terre lontane, con la loro apertura alle differenze. I giovani non alzano muri: li abbattono. Impariamo da loro…

I giovani italiani questa volta non saranno tantissimi. In Italia non è estate. Ma da coloro che porteranno il tricolore sulle sponde del Canale che cosa si aspetta il presidente della Cei, che ha anche scelto di accompagnarli?
Ho 76 anni. E per me non sarà una passeggiata un viaggio in aereo di oltre 12 ore per andare a Panama. Ma non sono voluto mancare a fianco dei nostri giovani italiani, poco meno di un migliaio. È vero che il numero può apparire non elevato. Ma dice anche il desiderio di mettersi in cammino, di seguire Pietro che li chiama ad attraversare l’oceano per portare a Panama il volto giovane della Chiesa italiana. Una Chiesa dalle radici profonde, capace di testimoniare il Risorto anche oltre i suoi confini nazionali, in grado di trasmettere la gioia del Vangelo di generazione in generazione. Ai giovani italiani dico: impegnatevi per il Signore, per la Chiesa e per il nostro Paese. Il Signore vi esorta ad annunciarlo a tutti dai “tetti”, che oggi sono anche i social network in cui un giovane cristiano deve essere presente. La Chiesa italiana ha bisogno del vostro slancio, del vostro entusiasmo, persino della vostra critica costruttiva. L’Italia necessita di un nuovo impegno socio-politico che non può che partire dai giovani. Il Paese può riscattarsi dalla crisi e dalle divisioni se una nuova generazione, anche di cristiani giovani, saprà spendersi per il bene comune e non alimentare interessi di parte.

Sarà anche la Gmg di san Romero. Qual è il messaggio che viene da questa figura?
L’arcivescovo Romero ci dice che ogni credente deve essere martire, ossia testimone. Ha amato il Signore e il suo popolo fino a spargere il suo sangue sull’altare mentre celebrava Messa. Guardando all’arcivescovo di El Salvador i giovani incontrano un “gigante della fede” che ha denunciato i mali del potere e ha abbracciato gli ultimi, i “senza voce”. La voce di Romero è diventata la voce degli indifesi. Ed è stato uomo della riconciliazione. Mai cedere alla perversa logica dell’odio. E, come Romero ben ci ricorda, dobbiamo essere “apostoli” di pace, di concordia, di misericordia ovunque, cominciando dalle nostre famiglie, dalle nostre scuole o università, dai nostri luoghi di lavoro, dalle nostre città.

Papa a Pax Christi: proseguire sulla via del disarmo nucleare

Vaticano – Vatican News
(Cecilia Seppia) Il Papa ha ricevuto in Vaticano, in udienza privata, i consiglieri di Pax Christi. Al centro del dialogo, l’educazione alla pace, e la messa al bando delle armi nucleari. La storia e l’impegno di Pax Christi al servizio della pace, l’educazione alla pace nelle scuole, nelle carceri, soprattutto minorili, e poi il tema del disarmo, la preoccupazione per la reticenza dell’Italia a firmare l’accordo sulla messa al bando delle armi nucleari, i vari contesti di guerra dalla Siria alla Palestina e le sofferenze patite dai bambini: è stato un dialogo aperto e schietto quello dei consiglieri di Pax Christi con il Papa che oggi li ha ricevuti in udienza privata in Vaticano. Il presidente del movimento, mons. Giovanni Ricchiuti ha parlato di piena sintonia con le parole e i gesti del Pontefice.

Papa. Francesco visita a sorpresa le suore di clausura di Spello

Il Papa con le suore di Spello (Vatican Media)

Il Papa con le suore di Spello (Vatican Media)

È stata una grande sorpresa per le monache clarisse di Santa Maria in Vallegloria di Spello, quella di vedersi comparire alla porta del Monastero papa Francesco. Il Pontefice ha voluto così in un certo senso ricambiare la visita fattagli dalle monache a Santa Marta il 25 agosto 2016. In quell’occasione il Papa consegnò loro la costituzione apostolica Vultum Dei quaerere in rappresentanza delle claustrali di tutto il mondo.

Papa Francesco in visita stamani alle suore di clausura di Spello (Vatican Media)

Papa Francesco in visita stamani alle suore di clausura di Spello (Vatican Media)

Il rapporto tra la comunità di contemplative di Spello – tra le più antiche a seguire l’esperienza di santa Chiara – e il Papa è rimasto intenso, anche per il tramite del secondo segretario particolare Yoannis Lahzi Gaid, fino alla decisione di Francesco di compiere questa breve visita privata in Umbria. Privata, per il desiderio del Papa di spostarsi senza clamore, tanto da esserne a conoscenza solo il vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, che dice: «Il Papa mi aveva manifestato più volte l’idea, poi ho capito che il viaggio aveva preso forma perché, nel nostro ultimo incontro, il Santo Padre mi ha mostrato di sapere precisamente distanza e tempo di percorrenza del viaggio per Spello! Alla Vigilia di Natale ho conosciuto il programma e questa gioia che non potevo condividere con nessuno ha segnato tutte le celebrazioni di questi giorni».

Il Papa con le suore e il vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi (Vatican Media)

Il Papa con le suore e il vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi (Vatican Media)

Neanche la neve ha fermato la volontà di Francesco, con il monte Subasio rivestito di bianco. Ed è stata incontenibile la gioia delle monache, che hanno accolto il Papa poco prima delle 9, prima di celebrare la Messa con il secondo segretario e il vescovo. In seguito, il Papa ha condiviso un tempo di dialogo libero e informale e il pranzo, prima di ripartire per Roma nel primo pomeriggio, lasciando nell’imminenza delle feste patronali una benedizione per l’intera diocesi di Foligno.

Il Papa non lo ascolta nessuno? Strano titolo e altre belle pagine

Domenica all’Angelus il Papa per l’accoglienza dei migranti e ieri su “Il Tempo” titolone a tutta prima pagina: «Parla il Papa. Nessuno se ne accorge»! Davvero nessuno se n’è accorto? In realtà poi, e sempre domenica, è stato il titolo di apertura di tutti i Tg. Non basta, stesso tema ancora ieri su prime pagine e dentro su tutti i quotidiani, e visto in tutti i tg il Papa che in Vaticano parla al Corpo diplomatico di quasi 200 Paesi, ricordando anche la realtà e i drammi delle migrazioni… Che dire? Che spesso scelte politiche di comodo portano all’ammasso dell’inconsistenza anche colleghi stimati che si fanno strumento della propaganda dei potenti di turno, e solo sulla base di questo. Rileggi: « …nessuno se ne accorge»! Per non entrare nel merito, una battutaccia insensata e astiosa. Che miseria! Parla il Papa? Ogni Papa parlerebbe così… E così in circostanze simili almeno da un secolo hanno sempre parlato tutti i Papi. Di fronte alle conseguenze di deportazioni, alle devastazioni, ai genocidi, alle espulsioni di esseri umani la “parola unica” è rispetto, apertura e accoglienza. Nessuna meraviglia: eco del «Lo avete fatto a me» dell’unico “Giudizio” che non ammette ricorso (Matteo, 25). E proprio a proposito di Papi, e meraviglie per supposte novità, in un libro appena uscito – “I miei Santi in Paradiso” – di Leonardo Sapienza e Roberto Rotondo (Ed. Vivere in) trovo a p. 190 questa forte parola; «Pane, tetto, e lavoro non devono mancare a nessun uomo»! A prima vista ovvio: allusione alla celebre serie – «tierra, techo, trabajo», cioè “terra, tetto, lavoro” in spagnolo – evocata nel 2014 da Francesco parlando ai “Movimenti popolari” dell’America Latina, quando disse che questa «è dottrina della Chiesa, e non comunismo»? Invece no! È Giovanni Battista Montini, allora arcivescovo di Milano, oggi San Paolo VI, a Natale 1957 in un augurio alle Acli… Libro di grande interesse: vale la pena di tornarci su.
avvenire

PAPA: CHIESA RINNOVI STUPORE, O DIVENTA MUSEO DEL PASSATO

ansa

CELEBRA MESSA A SAN PIETRO PER LA 52/A GIORNATA DELLA PACE “Stupore: è l’atteggiamento da avere all’inizio dell’anno, perché la vita è un dono che ci dà la possibilità di ricominciare sempre, anche dal più basso”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della messa per la solennità della Santissima Madre di Dio, e in occasione della 52/a Giornata Mondiale della Pace. “La vita, senza stupore, diventa grigia, abitudinaria – ha osservato il Pontefice – E anche la Chiesa ha bisogno di rinnovare lo stupore, altrimenti, rischia di assomigliare a un bel museo del passato”. Francesco ha poi ammonito che “mostrarsi cattivi talvolta pare sintomo di fortezza. Ma è solo debolezza”.