Laici francesi: trasformare la Chiesa

di: Lorenzo Prezzi

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Come Trasformare la Chiesa cattolica? Come ripartire dopo la devastazione degli abusi uscendo dal clericalismo e da una predicazione sessuofobica per una pratica sinodale ed ecclesiale nella vita dei credenti? Undici laici cattolici di Francia hanno proposto alcune indicazioni in proposito.

Sollecitati da Michel Camdessus, ex direttore generale del Fondo monetario internazionale ed ex membro del Consiglio pontificio Giustizia e pace, una decina di figure di alta professionalità (fra queste Yves Berthelot ex sottosegretario dell’ONU, Xavier Larere ex direttore generale di Antenne 2, l’ammiraglia della televisione pubblica, Pierre Achard, ispettore generale delle finanze) sviluppano le loro proposte in una trentina di pagine (a cui vanno aggiunti tre saggi storico-teologici di p. Hervé Legrand).

Con franchezza e libertà gli autori si sintonizzano sulla volontà di riforma di papa Francesco e alimentano una corrente di riflessione che in Francia conosce voci importanti anche recenti. Come quella di G. Lafont, Immaginare la Chiesa cattolica, di J. Moingt, Faire bouger l’église catholique, M. Bellet, La quarta ipotesi. Sul futuro del cristianesimo, A. Borras, Communion ecclésiale et synodalité, H. Legrand, Vatican II, un avenir oublié.

Nella Chiesa francese elementi strutturali come il rinnovo nei prossimi due anni di una ventina di sedi episcopali (su circa 80) e la riduzione dei seminaristi (quest’anno chiudono i seminari di Lille e di Bordeaux) si mescolano a dibattiti pubblici vivaci come quelli sugli abusi (dalla sentenza assolutoria verso il card. P. Barbarin all’attesa per le conclusioni della commissione Sauvé sugli abusi che chiuderà i suoi lavori fra un paio di mesi) o le studiate provocazioni di alcune donne credenti (A. Soupa si è candidata alla sede episcopale di Lione e sette credenti si sono proposte per l’ordinazione diaconale).

Stati generali ossia un sinodo

«Quale Chiesa vorremmo vedere uscire dopo la “grande prova” che stiamo attraversando assieme? Una Chiesa dove né la disattenzione dell’istituzione né il silenzio dei laici favoriranno più le derive che hanno ferito profondamente degli innocenti; una Chiesa che si libera dal clericalismo che la debilita; una Chiesa che cammina in forma sinodale dove chierici e laici dialogano e assumono assieme le responsabilità per vivere il Vangelo e testimoniare la Parola di Dio.

Una Chiesa che fonda la ricostruzione sulla priorità assoluta del Vangelo e sulla santità cercata da tutti i suoi membri, al di là della distinzione fra chierici e laici. Una Chiesa, infine, dove tutti i credenti, uomini e donne, celibi e sposati, potranno assumere molte responsabilità oggi riservate ai preti. Così trasformata essa si proporrà come un popolo di battezzati, in piena coerenza con gli orientamenti del concilio Vaticano II. Una Chiesa non prigioniera della ripetizione di norme etiche e di un discorso dottrinale talora astratto, e in grado di sollecitare l’ospitalità di un mondo che essa ama e di cui partecipa le sofferenze, le speranze e le gioie.

In una parola, «una Chiesa nutrita di Vangelo e di eucaristia, al servizio del mondo» (p. 30). Un’attesa consapevole di una situazione inedita, di un futuro non facile e delle forti resistenze. Per questo «proponiamo una riunione di vescovi e fedeli, una sorta di “stati generali” per il tempo necessario a preparare l’avvenire della Chiesa con le innovazioni e le riforme ancorate alla sua grande tradizione e periodicamente riviste» (p. 30).

sinodalità

Impariamo dagli abusi

La proposta conclusiva viene preparata in tre capitoli: uscire dal clericalismo; verso una visione realistica della vita affettiva e della sessualità; per una Chiesa sinodale.

Il clericalismo è il contesto di coltura degli abusi perché in esso si alimentano un potere e un’autorità privi di controllo e coperti da un compiacente segreto per non intaccare il prestigio dell’istituzione. Tanto più forte quanto condiviso dalle famiglie delle vittime, condizionate da una concezione sbagliata di obbedienza. È onesto ammettere: «i laici non possono addebitare ai preti per intero la colpa della crisi provocata dagli abusi. Hanno la loro parte di responsabilità in questo disastro» (p. 10).

Per affrontare le nuove sfide è necessario un nuovo linguaggio. In particolare sulle questioni sessuali e bioetiche. Per comunicare gli aspetti positivi dell’antropologia cristiana bisogna, da un lato, prendere distanza dall’enfasi sulla morale personale e dalla reiterata critica al moderno (materialismo, relativismo, secolarismo ecc.) e, dall’altro, intercettare la confusa ma reale richiesta di senso e di vita spirituale, nella consapevolezza, bene espressa dall’enciclica Laudato si’ della difesa dell’umano comune.

È necessario uscire dalla differenza ontologica e di potere fra il sacerdozio condiviso dal popolo di Dio e quello ordinato per il servizio del culto. I candidati al sacerdozio hanno bisogno di una formazione capace di dialogare col mondo. E le condizioni di accesso al ministero non possono rimanere restrittive come le attuali. La Chiesa «dovrebbe prepararsi all’ordinazione di uomini sposati che abbiano dato prova di maturità cristiana» (p. 12). Un percorso peraltro già sperimentato con la scelta dei diaconi permanenti.

«Un clero uxorato sarebbe un correttivo importante per le attitudini cattoliche in materia di sessualità e la vita coniugale non apparirebbe più come una scelta di vita inferiore» (p. 13). I preti sposati nella Chiesa cattolica sono già numerosi (dai riti orientali ai nuovi ingressi dall’anglicanesimo). E tutto questo senza rimettere in questione l’impegno al celibato o alla vita consacrata per quanti vi sono chiamati. «È importante non bloccare la questione dell’accesso delle donne ai ministeri ordinati… È legittimo temere che un rifiuto definitivo diventi un handicap per la trasmissione del messaggio ecclesiale nelle società contemporanee. Confermando i pregiudizi relativi al patriarcato e alla misogenia nella Chiesa cattolica, nonostante il rilievo che riveste la figura di Maria» (p. 16).

Prima il Vangelo, poi la morale

«La morale sessuale proposta ancor oggi dal magistero cattolico si caratterizza in effetti per il grande rigore e rigidità. Non ammette la sessualità che nel caso di sposi legittimamente e indissolubilmente uniti» (p. 18). Esprime un sostanziale sospetto come mostra l’impossibilità dei divorziati-risposati di accedere all’eucaristia, l’impossibile accesso al ministero per uomini sposati, la promessa richiesta ai diaconi di non risposarsi nel caso di vedovanza.

Di fatto si riduce la sessualità alla sua funzione riproduttiva. Un impianto felicemente rimesso in discussione dell’enciclica Amoris laetitia e dalla pratica pastorale più avvertita, anche nei confronti dell’omosessualità. I giovani conviventi avrebbero bisogno di itinerari spirituali e di una «benedizione pre-nunziale».

Processi sinodali

Lo sforzo compiuto dal Vaticano II di dare più spazio all’esercizio della collegialità e dell’ecclesiologia di comunione si è scontrato con una recezione che spingeva in senso contrario. Le riforme in corso, in particolare riguardanti la curia romana, valorizzano di più il sinodo dei vescovi e le conferenze episcopali.

Ma la sinodalità è proposta all’insieme della Chiesa e alle singole Chiese locali. «In questo tempo, davanti al pericolo di un clericalismo istituzionalizzato, la sinodalità nel suo significato di piena associazione dei cristiani alla gestione delle comunità, si presenta come una risorsa per migliorare la situazione» (p. 24).

sinodalità

La Chiesa intesa come popolo di Dio, corpo di Cristo e tempio dello Spirito è tale solo dentro l’esercizio sinodale. Troppi elementi remano contro. Un ruolo come quello dei vescovi, nominati dal papa, non condizionabili dai fedeli e autonomi rispetto ai vescovi vicini e alla conferenza episcopale ne è un esempio.

È bene non essere ingenui e credere che tutto è bene nella sinodalità e tutto è male nella funzione gerarchica. È certo, invece, che la sinodalità non vada confusa con la democrazia, anche se con essa ha qualcosa in comune. «Considerare che la Chiesa debba funzionare in tutti gli ambirti come una democrazia non avrebbe senso, perché le assemblee cristiane guardano a una verità che non è in alcuna maniera soggetto al consenso» (p. 27). Il compito più immediato sembra essere quello di aggiornare il diritto canonico alla teologia di comunione. È importante quello che sta succedendo in Germania con l’avvio del processo sinodale.

È auspicabile anche per la Francia «un’assemblea rappresentativa di vescovi e laici per identificare gli sforzi intellettuali, spirituali e organizzativi che il futuro richiede. Niente lo impedisce e tutto lo raccomanda». (p. 27). «Il popolo di Dio, nella sua diversità, percepisce vivamente il bisogno di indicare le riforme più urgenti, di parlarne insieme per poter superare difficoltà d’ordine pratico, ma anche insufficienze dottrinali ereditate da storiche controversie. Senza questo cammino che favorisca l’espressione di quello che portano nel cuore, la frustrazione dei cattolici non farà che crescere» (p. 29).

Un testo militante che non rinuncia a dialogare con le tendenze più conservatrici pur essendone distante e che condivide cordialmente l’indirizzo delle riforme e dei modi suggeriti da papa Francesco.

Settimananews

Francia Coronavirus / Prete francese positivo a COVID19, aveva soggiornato a Roma

«Un prete della diocesi di Parigi, rientrato dall’Italia a metà febbraio, è risultato positivo ieri»: lo ha annunciato la diocesi parigina in un comunicato, precisando che il sacerdote ha soggiornato a Roma ed è rientrato in automobile in Francia attraversando l’Italia. Il prete contagiato ha 43 anni e viene curato dai sanitari dell’ospedale parigino di Bichat ma il suo stato è «molto rassicurante». L’arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit, ha chiesto ai preti di rispettare diverse misure di prudenza durante le messe e nelle chiese: dare l’ostia per la comunione soltanto nelle mani e non direttamente in bocca, niente calice, divieto di scambiarsi il segno di pace durante la messa e proibizione assoluta di immergere la mano nelle acquasantiere: i responsabili delle chiese sono stati invitati, a tale scopo, a svuotarle dell’acqua benedetta.

la stampa.it

GILET GIALLI, DECIMO SABATO DI PROTESTE IN FRANCIA

ansa

DISPIEGATI 80.000 AGENTI, DI CUI 5.000 NELLA CAPITALE A due mesi dalla prima mobilitazione di sabato 17 novembre, le diverse anime del movimento dei gilet gialli tornano in piazza in tutta la Francia, per il decimo sabato di proteste. Il corteo che segna maggiore adesione partirà dall’Esplanade des Invalides di Parigi. Altre manifestazioni sono previste vicino agli Champs-Elysées e in Place de la République. L’idea è comporre un grande anello giallo di 15 km lungo le strade della capitale. Oltre a Parigi, proteste sono previste a Lione, Bordeaux, Lilla, Béziers. Sono 80.000 gli agenti dispiegati, 5.000 a Parigi.

GILET GIALLI, ECCO LE DONNE: ‘ANCHE NOI VITTIME DI MACRON’

ansa

CENTINAIA ALLA BASTIGLIA, STOP AL TRAFFICO E MARSIGLIESE Centinaia di donne in gilet giallo si sono riunite in diverse città francesi, all’indomani dell’8/o appuntamento della violenta protesta sociale, reclamando tutto il loro malessere per la politica del governo. Alla Bastiglia hanno attraversato la piazza fermando il traffico e cantando la Marsigliese. A Tolosa, hanno sfilato in 300 dietro lo striscione “donne in prima linea”. Una analoga manifestazione in Normandia, a Caen.

Migranti. Incinta respinta alla frontiera: muore in ospedale

Migranti in marcia sulla neve verso il confine francese

Migranti in marcia sulla neve verso il confine francese

Non si muore solo in mare, aggrappati a un gommone insicuro e stracarico. Ma a provocare la morte di migranti che tentano di raggiungere i paesi europei sono anche i muri. I muri che impediscono alle persone di proseguire il proprio viaggio in sicurezza e con mezzi adeguati. Anche in gravidanza. Ed è così che è morta B.S., nigeriana di 31 anni. Morta per non aver avuto assistenza adeguata e per aver sottoposto il proprio corpo, ammalato e gravido di un figlio, a una sfinente traversata in mezzo alla neve. Finita, oltretutto, con il respingimento da parte dei gendarmi.

È successo sulle Alpi di Bardonecchia, al confine francese. Incinta di poche settimane e con un grave linfoma, la donna era stata respinta alla frontiera dalle autorità francesi un mese fa. Era poi stata soccorsa dai medici volontari di “Rainbow4Africa” e ricoverata al Sant’Anna di Torino. In condizioni disperate, è stata tenuta in vita il più possibile in modo da poter portare avanti la gravidanza. Dopo il parto cesareo, è morta all’ospedale.

«Le autorità francesi sembrano avere dimenticato l’umanità» commenta Paolo Narcisi, presidente dell’associazione che da dicembre ha aiutato un migliaio di migranti nel tentativo di oltrepassare il confine francese.

La nascita del bimbo, 700 grammi, è un fatto straordinario ed è subito scattata una gara solidarietà per aiutarlo. Il neonato è ora ricoverato nella Terapia Neonatale del Sant’Anna, diretta dalla professoressa Enrica Bertino.Accanto al piccolo c’è il padre, anche lui respinto alla frontiera.

Avvenire

Sport e fede / Francia: Jeunes Cathos Blog, concorso “Euro 2016, occasione di evangelizzazione”

fede.sport“Euro 2016, un’occasione di evangelizzazione”: è il concorso fotografico che Jeunes Cathos Blog, il blog dei giovani cattolici francesi, ha lanciato per accompagnare la sfida di calcio che oggi più che mai agita il cuore dei “blu” e di tutti gli appassionati europei di football. “L’obiettivo è mostrare che i giovani cattolici del nostro Paese prendono parte a questo grande evento”, spiegano gli organizzatori, “ed è un modo di evangelizzare, ricordando le parole del Cristo ‘siete nel mondo, ma non del mondo’”. Per partecipare bisogna inviare una “bella foto creativa e personale” in cui sia raffigurato “un segno distintivo cattolico, come la maglietta di un’associazione, il simbolo della Gmg, o che faccia riferimento alla fede, nel contesto di una partita di calcio dell’Euro 2016”, cioè in uno stadio, in un bar durante una partita, in un gruppo di fans… Tutte le foto pervenute entro l’11 luglio saranno pubblicate in un album sulla pagina facebook di Jeunes Cathos. Oltre al premio decretato dalla giuria, ci sarà un “premio speciale reti sociali” alla foto che avrà il maggior numero di “like”. Non solo per i francesi, ma per tutti gli appassionati di calcio alla Gmg di Cracovia è la “Copa catolica”, torneo di calcio a cui si sono iscritte 48 squadre da 25 Paesi (26-27 luglio). Per chi gioca e per chi fa il tifo la parola d’ordine è “mettere in pratica le opere di misericordia”.

sir

Francia: 500 templi aperti per la “Notte delle chiese… appropriarci e vivere questi nostri luoghi”

Saranno 500 le chiese che, sparse in tutta la Francia, questa sera apriranno le loro porte per la “notte delle chiese”, iniziativa giunta alla sesta edizione. È “un invito a entrare”, spiega mons. Bernard-Nicolas Aubertin, arcivescovo di Tours, presidente della Commissione episcopale per la liturgia e la pastorale sacramentale, “per riscoprire le chiese da un punto di vista nuovo”, per “per appropriarci e vivere diversamente questi nostri luoghi”. Erano stati 99 i luoghi sacri iscritti alla prima edizione dell’iniziativa la cui popolarità è aumentata con il passare degli anni attraverso iniziative gratuite che “devono valorizzare il patrimonio artistico e culturale della chiesa”, ponendolo in relazione con il messaggio cristiano. Lo richiede la Charta sottoscritta dalle comunità partecipanti che aprono le porte per offrire concerti, letture bibliche, giochi di luci, visite ai tesori custoditi o momenti di convivialità. Spiega ancora mons. Aubertin: l’iniziativa “deve essere una fonte d’ispirazione per la vita parrocchiale, in modo che nell’ordinarietà altri eventi siano organizzati per una valorizzazione culturale e cultuale che deve durare tutto l’anno”. Sul sito www.narthex.fr c’è una cartina interattiva dove sono indicate tutte le Chiese aperte e i relativi programmi.

sir