Cremona-Unahotels 62-76: per Reggio un blitz che vuole dire quarto posto

Un sontuoso Olisevicius, ottimamente supportato da Cinciarini e dai lunghi spinge Reggio nell’elite della classifica

Andrea Cinciarini
Vanoli Cremona - Unahotels Reggio Emilia
Legabasket Serie A  UnipolSAI 2021/22
Cremona, 13/03/2022
Gianluca Checchi/Ciamillo-Castoria

Il Resto del Carlino

Un blitz che vale il quarto posto. Al termine di un match fatto di break contrapposti, quello decisivo lo pone in essere l’Unahotels, che espugna meritatamente il campo di Cremona e prosegue il suo viaggio nelle alte sfere della classifica. Match winner il lituano Olisevicius, che realizza 16 dei suoi 20 punti negli ultimi due quarti, con tre triple decisive nell’ultimo. A fargli degnissima compagnia un sontuoso Cinciarini in cabina di regia e l’ottimo apporto dei lunghi.

Il primo allungo è biancorosso, firmato Hopkins-Johnson, che frutta il +10 all’8’ dopo un parziale di 14-0. Nel secondo quarto, dopo che Reggio tocca le quindici lunghezze di margine, la Vanoli reagisce con un controparziale di 20-2 che le consente, con la “bomba” a fil di sirena di Poeta, di andare all’intervallo lungo in lieve vantaggio.

Nel terzo periodo dopo un inizio macchinoso la truppa di Caja opera un nuovo strappo (15-0) che le regala un nuovo vantaggio in doppia cifra e la fa approdare agli ultimi 10’ sopra 48-61.
In avvio di ultima frazione nuovo break, stavolta dei padroni di casa: 12-2 che li riporta a -3. Ma questa volta Reggio contiene la fiammata e sospinta da un clamoroso Olisevicius opera l’allungo decisivo. Il +13 a 3’ dalla fine è il sigillo sulla contesa

Il tabellino

VANOLI: Dime 6, Mcneace 7, Pecchia 11, Poeta 7, Spagnolo 3, Kohs, Tinkle 15, Cournooh 10, Juskevicius 3. N.e.: Gallo, Vecchiola, Errica. All.: Galbiati
UNAHOTELS: Thompson 6, Hopkins 14, Baldi Rossi, Strautins 9, Cinciarini 10, Johnson 15, Olisevicius 20, Larson 2. N.e: Soliani e Colombo. All.: Caja.
Arbitri: Carmelo Paternicò, Alessandro Nicolini, Matteo Boninsegna
Parziali: 14-24, 37-34, 48-61
Note: tiri da 3: Vanoli 9/28, Unahotels 9/21; tiri liberi: Cremona 11/14, Reggio Emilia 9/14.

DIRETTA FORTITUDO Basket / BOLOGNA REGGIO EMILIA/ Streaming video tv: il ricco storico

Diretta Fortitudo Bologna Reggio Emilia: orario e risultato live della partita valida per la prima giornata nel campionato di basket Serie A1, quasi un derby che si gioca al PalaDozza.

Andrea Cinciarini Reggio Emilia lapresse 2021 640x300

Fortitudo Bologna Reggio Emilia rappresenta ormai una sfida infinita: solo nelle ultime due stagioni (vale a dire quella passata e questa, appena cominciata) si sono affrontate per un totale di 6 volte, questo dunque sarà l’incrocio numero 7 nello spazio di un anno. Infatti, nella Supercoppa 2020 queste due società emiliane erano state avversarie per esigenze geografiche; negli ultimi giorni il torneo ha avuto dei gironi senza vincoli nella loro formazione, eppure Aquila e Reggiana si sono ritrovate faccia a faccia.

Le cose sono andate decisamente meglio alla Unahotels, che ha vinto entrambe le partite: al PalaDozza, dove si gioca questa sera, il successo è arrivato con il risultato di 80-67 mentre alla Unipol Arena il risultato è stato di 78-66. Spicca dunque il fatto che le due vittorie di Reggio Emilia abbiano praticamente avuto lo stesso risultato; ricordiamo poi che nelle ultimissime stagioni Antimo Martino ha prima guidato la Fortitudo Bologna alla promozione in Serie A1 e poi si è seduto sulla panchina di Reggio Emilia, in campo anche oggi ci sarà il grande ex Leonardo Candi e dunque il quadro di due realtà “vicine” in un senso o nell’altro si può definire completo… (agg. di Claudio Franceschini)

DIRETTA FORTITUDO BOLOGNA REGGIO EMILIA STREAMING VIDEO TV: COME SEGUIRE LA PARTITA

La diretta tv di Fortitudo Bologna Reggio Emilia non sarà trasmessa sui canali della nostra televisione; la grande novità della stagione, per la Serie A1, riguarda comunque l’ingresso di Discovery + come broadcaster ufficiale, di conseguenza tutte le partite di campionato (come già è stato per la Supercoppa) saranno fornite da questa piattaforma tramite diretta streaming video. Ricordiamo poi che il sito www.legabasket.it mette a disposizione le informazioni utili sulla partita, in particolar modo il tabellino play-by-play e le statistiche dei giocatori aggiornate in tempo reale.

Fortitudo Bologna Reggio Emilia, partita in diretta dal PalaDozza, va in scena alle ore 18:15 di domenica 26 settembre: quasi un derby nella prima giornata di basket Serie A1 2021-2022, una partita diventata ormai classica e che, grazie alla vicinanza geografica tra queste due piazze, ha avuto parecchi precedenti nelle ultime tre stagioni, cioè da quando l’Aquila biancoblu è finalmente tornata in Serie A1 dopo 10 anni di assenza. Per esempio, tanto per dire, le due squadre si sono incrociate in Supercoppa: la Unahotels ha vinto due volte, e questi risultati sono stati indicativi più che altro per dirci che i lavori della Fortitudo sono ancora parecchio in corsa, ma c’è fiducia nel grande ritorno di Jasmin Repesa.

Reggio Emilia dal canto suo vuole fare un passo avanti rispetto alle ultime stagioni che sono state abbastanza travagliate, e un ritorno prezioso lo ha avuto allo stesso modo; vedremo dunque come andranno le cose, perché tra poco il PalaDozza ospiterà la diretta di Fortitudo Bologna Reggio Emilia e dunque non vediamo l’ora di scoprire quale delle due squadre riuscirà a prendersi la prima vittoria in campionato, analizzando nel frattempo qualche tema legato alla partita.

Fortitudo Bologna Reggio Emilia è quindi una partita diventata ormai classica: piazze geograficamente separate da pochi chilometri, tanto che anche quest’anno la Reggiana disputa le sue partite interne alla Unipol Arena (già così nella passata stagione) che è stata la casa della Fortitudo per il 2020-2021, aggiungendo un altro elemento a questa rivalità. Dicevamo dei grandi ritorno: dopo la staffetta Sacchetti-Dalmonte dello scorso anno, l’Aquila ha deciso di affidarsi a quel Jasmin Repesa che era stato eroe dello scudetto e che 15 anni fa aveva portato la società bolognese ad essere tra le più competitive in Europa, e che quando era tornato da avversario era stato salutato con 10 minuti di ovazione. Reggio Emilia invece ha richiamato Andrea Cinciarini, il capitano della finale scudetto del 2015: gli anni a Milano l’hanno formato soprattutto sul piano dell’esperienza, e adesso questo playmaker sarà utile per provare a far fare il salto di qualità a una società che vuole tornare quanto prima ai playoff.

ilsussidiario.net

Basket: Nba, i Milwaukee Bucks vincono il loro secondo titolo

 © ANSA

Trascinati da un leggendario Giannis Antetokounmpo, i Milwaukee Bucks hanno conquistato ieri sera il secondo titolo Nba della loro storia (mancava da 50 anni, dal 1971) battendo in casa 105-98 i Phoenix Suns e vincendo 4-2 le finali al meglio delle 7.
L’ala greca ha regnato per tutta la partita sia in difesa che in attacco, realizzando una delle prestazioni più eclatanti della storia dell’Nba con 50 punti (solo altri sei atleti c’erano riusciti in una finale), 14 rimbalzi e cinque stoppate.

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Basket. Fede e canestri, il segreto di Miami

Da coach Spoelstra, formato dai gesuiti, alla roulotte in cui è cresciuto Adebayo; da Butler, ex senzatetto, alla preghiera di Dragic: sono gli Heat la squadra rivelazione della Nba
Jimmy Butler (Miami Heat) a canestro contro i Los Angeles Lakers

Jimmy Butler (Miami Heat) a canestro contro i Los Angeles Lakers – Reuters

Avvenire

Comunque vada, Miami ha già vinto. Anche se venerdì notte l’anello andrà ai Los Angeles Lakers (conducono 3-1 la serie finale). Gli Heat hanno messo in campo quanto di più prezioso il basket possa offrire: lo spirito di squadra, la capacità di far fronte alle avversità, la voglia di non mollare mai, la profondità di uomini che hanno trovato nel canestro uno strumento di salvezza. È stata già un’impresa essere approdati in finale. Che i Lakers fossero infatti la squadra da battere in questa anomala stagione Nba era abbastanza prevedibile. Non era invece affatto immaginabile che a contendere il titolo a LeBron James e compagni fossero loro, gli Heat, che non figuravano nemmeno tra le prime teste di serie a Est. Nell’anno in cui il Covid ha travolto le nostre vite, raffreddando anche l’interesse per quel che resta dello sport (tra campionati privi di pubblico e rose condizionate dai contagi), va dato atto a Miami di aver scaldato gli appassionati in collegamento con la surreale “bolla” a porte chiuse di Disney World. Qui, dove l’America del basket ha se non altro trovato una fortezza impermeabile al virus.

Ma poi, mai nome fu più azzeccato: Miami “ Heat”, “caldo”, come il clima estivo di cui beneficia tutto l’anno la città della Florida ma anche come il “calore” con cui viene vissuto questo sport. In quel logo con la palla infuocata che attraversa l’anello del canestro c’è tutta la fame di vincere, bruciante, di una franchigia giovane (nata nel 1988) ma quasi sempre protagonista. Tre i titoli già portati a casa. Nel 2006 grazie alla coppia stellare Shaquille O’Neal-Dwyane Wade. Nel 2012 e nel 2013 con la squadra dei “tre tenori”, Wade (ancora lui) con Bosh e LeBron. Ma se dopo qualche stagione difficile sono tornati a giocarsi il titolo, il merito è di due “registi” speciali: Pat Riley, il presidente, e Erik Spoelstra il coach. Per chi segue da anni la Nba, Riley non ha bisogno di presentazioni: con i Los Angeles Lakers è stato campione Nba già da giocatore, poi da assistente allenatore e quattro volte da coach. Con gli Heat invece ha vinto un titolo da allenatore (nel 2006) e due da presidente (2012-2013). Un vincente in campo e dietro la scrivania che è diventato un’icona soprattutto alla guida dei Lakers degli anni Ottanta. Ultimo di sei figli, è cresciuto più con sua madre, cattolica fervente, che lo chiamò Patrick in onore di san Patrizio. Suo padre, affermato giocatore di baseball, era sempre in giro, ma gli impartì un’educazione spartana. Per svezzarlo aveva ordinato ai fratelli maggiori di portare Pat a giocare nei campetti di basket di quartieri difficili in cui spesso aveva la peggio nelle mischie con ragazzi più grandi. Un aneddoto che lui da coach raccontava spesso ai suoi giocatori per motivarli. Ambizioso e determinato, odiato ma temuto dagli avversari, a 75 anni è arrivato a giocarsi il decimo titolo.

È stato lui stesso a incoronare il suo successore in panchina, il 49enne Spoelstra, suo assistente, che a Miami ha cominciato come coordinatore video ben 25 anni fa. Una lunga gavetta per un uomo che ha costruito il suo successo con pazienza e sacrificio. Ha sempre riconosciuto che la disciplina e l’etica del lavoro gli sono state trasmesse dai gesuiti alla Jesuit High School di Beaverton (Oregon), una scuola con una grande tradizione sportiva. Promosso coach a 37 anni, “Spo” ha subito mostrato talento e carisma, costruendo squadre di gente affamata come lui del resto. Ha portato gli Heat alla conquista di due titoli. Eppure non ha mai vinto un premio da allenatore, perché le sue vittorie sono state sempre attribuite alle star che aveva in squadra. Una scarsa rico- noscenza che ha sottolineato anche il grande ex della finale, LeBron James: «Penso che Spoelstra non abbia mai ricevuto dai media la considerazione che merita», ha tuonato The King che ci ha tenuto a omaggiare anche Riley: «Oggi la Nba non sarebbe la stessa senza di lui, un uomo che sa come vincere e lo ha fatto per 40 anni». Se oggi gli Heat se la giocano punto a punto con i Lakers è proprio in virtù di una super organizzazione in campo, capace di sopperire anche alle assenze più pesanti. Come quella, che alimenta tanti rimpianti, dello sloveno Goran Dragic, il miglior realizzatore dei suoi prima delle Finals. A 34 anni sta vedendo sfumare l’occasione della vita: «Ho lavorato 12 anni per arrivare a questo punto, mi chiedo perché sia successo proprio a me. Passo il tempo a chiedermi, a invocare il Signore che sta lassù e a domandargli: “Perché è dovuto succedere proprio adesso?”. È davvero dura da accettare. Provo a ragionare in questo modo: tutto quello che succede ha una ragione, ha un senso, per questo vedremo come andranno le cose».

Spoelstra ha rivelato di aver dovuto vestire i panni del padre che consola il figlio in lacrime, sia per Dragic che per Bam Adebayo (l’altra stella rientrata se non altro in gara 4). Il gigante di Miami, autore di una stoppata leggendaria contro Boston, ha sofferto a stare fuori, ma è pronto di nuovo a dare tutto. Lui che è riuscito a superare cicatrici ben più profonde. Suo padre non l’ha mai conosciuto è andato via di casa lasciando la madre da sola ad accudire il piccolo in una roulotte. Qui è cresciuto Bam che non si stanca di ripetere: «Ho visto mia madre lottare. Tornare a casa stanca. Crescendo, ho iniziato a pensare: “Non se lo merita”. Tutta il mio impegno è diventato portare mia madre fuori da quella roulotte». Alla madre deve tutto, anche la fede che lui condivide sui social citando san Paolo: «Sii di esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella purezza».

E che dire di Jimmy Butler, il trascinatore, l’eroe di gara 3, che una madre ce l’aveva ma l’ha cacciato di casa quando aveva 13 anni perché lo riteneva un teppista. Una donna provata anche dall’abbandono del padre prima che Jimmy nascesse. Il ragazzo però si è sempre tenuto lontano dai brutti giri, anche quando senza una casa ha dovuto cercare alloggi di fortuna, sotto i ponti all’interno di un cartone. nei sobborghi più malfamati. Fino a quando ha trovato un’altra madre, la mamma di un suo amico, che l’ha adottato donandogli un’altra vita. L’Oliver Twist del basket oggi si sente «benedetto ». «Credo fermamente in Dio – ha spiegato -. E lo adoro. Cerco di andare in chiesa tutte le domeniche. Leggo costantemente la Bibbia, perché so che non avrei potuto scrivere questa storia da solo». Sa di aver incontrato sulla sua strada degli angeli. «Le persone che tengo costantemente nella mia vita sono lì per via di Dio, perché mi conosce e sa che ho bisogno d’aiuto. E Lui mette sempre qualcuno nella mia vita per aiutarmi» Venerdì notte si torna in campo, ma Miami ha già vinto.

UNAHOTELS Main sponsor della Pallacanestro Reggiana: “Insieme per una partnership vincente”

E’ stato annunciato ai media locali e nazionali, nel corso di una conferenza stampa, il nuovo Main Sponsor biancorosso UNAHOTELS, nella splendida location di UNAHOTELS Bologna Fiera.

A fare gli onori di casa il Direttore Generale del Gruppo UNA S.p.A. Fabrizio Gaggio, che ha così commentato la scelta dell’azienda di sposare il sodalizio biancorosso: “Nell’alveo della vocazione del brand UNAHOTELS a farsi espressione e sinonimo di italianità, non può mancare un sostegno concreto verso le realtà che contribuiscono a definire la ricchezza del patrimonio locale. Considerando la rilevanza della regione emiliana, in cui UNAHOTELS è presente con cinque strutture di riferimento, e l’affinità storica con il mondo del basket nazionale, non poteva che celebrarsi quindi la collaborazione come Main Sponsor con Pallacanestro Reggiana, i cui colori militano nei professionisti fin dal 1982, e la nascita della squadra UNAHOTELS Reggio Emilia”.

PRESENTAZIONE UNAHOTELS MAIN SPONSOR PALLACANESTRO REGGIANA
FABRIZIO GAGGIO ALESSANDRO DALLA SALDA

Queste le parole dell’Amministratore Delegato biancorosso Alessandro Dalla Salda: “Oggi inizia un nuovo percorso assieme ad un’eccellenza del settore alberghiero italiano come la catena UNAHOTELS di Gruppo UNA, che ringraziamo per aver creduto nella vision del nostro club e nella nuova governance della Pallacanestro Reggiana. Il nostro auspicio è di poter iniziare una partnership che possa svilupparsi negli anni ed avere come obiettivo quello di consolidare un sodalizio che possa identificare il nostro club con UNAHOTELS in tutto il territorio nazionale e non solo, togliendoci sul campo grandi soddisfazioni”.

UNAHOTELS comparirà come Main Sponsor sulle divise biancorosse sia in occasione delle partite del campionato di Serie A Legabasket, che nel corso della competizione europea Fiba Europe Cup.
La durata dell’accordo è biennale, con diritto di uscita a favore dello sponsor al termine della stagione sportiva 2020-2021.

nextstopreggio.it

Grissin Bon a Pesaro per la salvezza

REGGIO EMILIA. Saranno gli ultimi 40’ di sofferenza per la Grissin Bon o si dovrà patire fino all’ultima giornata di una stagione stregata?
Il team reggiano scende domenica sera alle 20.45  alla Vitrifrigo Arena di Pesaro con una unica missione: battere la Vuelle per raggiungere la matematica salvezza prima del match interno con Cremona di domenica prossima. Chi uscirà vincitrice dalla sfida odierna, infatti, sarà al sicuro, rendendo totalmente inutili gli ultimi 40’ della regular season.La salvezza per entrambe le contendenti del big match nell’arena pesarese si giocherà in realtà su due campi e il secondo è dislocato a 450 chilometri di distanza dall’arena pesarese.
Pistoia, ultima e in una disperata situazione di classifica avendo gli scontri diretti a sfavore sia con Pesaro sia con Reggio, entrerà sul campo di una Varese determinata a giustiziarla per prendersi i playoff.
In caso di ko, ai toscani si spalancherebbero in automatico le porte dell’inferno. Il che vorrebbe dire salvezza per Reggio e pure per Pesaro.

Il coach Stefano Pillastrini ieri giurava di non essere intenzionato a farsi aggiornarne sul risultato di Pistoia, almeno fino al 40’ del suo match. Perché, alla fine, è la sua partita che vuole vincere.
«Chi vincerà a Pesaro – dichiarava prima della partenza il coach – si tirerà definitivamente fuori dai problemi, quindi la posta in palio è altissima».
E la memoria corre al 24 marzo scorso quando i biancorossi fecero bottino al pala Carrara al termine di 40’ di battaglia vera, inguaiando così Pistoia. «Come tipologia di gara – rimarcava Pillastrini – è simile a quella che abbiamo giocato a Pistoia, anche se come drammaticità, quella era ancora più pesante di questa. In quel caso reagimmo bene, vogliamo ripetere la stessa esperienza positiva».
Reggio arriva al duello salvezza in terra marchigiana reduce dalla discreta prestazione fornita a Venezia, dove il successo è sfumato causa caterva di perse ed errori nel finale. Obbligo, stasera, tenere la testa sul pezzo per 40’.
Di là, la Grissin Bon non ritroverà il team che asfaltò all’andata al Bigi, quando finì in festa con un +42 reggiano. Ma davanti avrà un’avversaria che ha cambiato tutto, a partire dal coach.
«Pesaro che ha cambiato faccia rispetto all’andata con gli innesti di Lyons e Wells, due giocatori di grandissima qualità. Inoltre, la Vuelle ha tanti giocatori di uno contro uno, che riescono a battere il proprio avversario. Poi c’è Mockevicius, il miglior rimbalzata del campionato. Può essere un fattore molto importante e dovremo tagliarlo fuori. Infine, Pesaro è squadra molto aggressiva difensivamente sulla palla e copre molto l’area. Muovere la palla per cercare i loro punti deboli sarà fondamentale».

Non giocherà Leo Candi, in fase di recupero dopo l’infortunio all’avambraccio, in panchina solo per raggiungere quota sei italiani. Per il resto, Pillastrini confermerà il team visto a Venezia, con Allen ancora in versione spettatore.