“Storia di Mi. Lorenzino don Milani”, il libro di Alberto Melloni

Acquista il libro

Giovedì 2 maggio alle ore 21 presso la Sala dell’Antico Portico a Guastalla, Alberto Melloni presenta il suo ultimo libro Storia di Mi. Lorenzino don Milani (Marietti1820, 2023) in dialogo con Gino Ruozzi. Chi era don Milani? La quantità e varietà di nomi con cui è stato chiamato il priore di Barbiana nell’arco di una vita lunga 44 anni sono la cifra della sua ricchezza. Se raccoglierli tutti può apparire un’impresa impossibile, allora si può provare a chiamarlo semplicemente “Mi”. Nel centenario della sua nascita, la pubblicazione di Storia di Mi. Lorenzino don Milani rende omaggio a questa figura straordinaria.

Alberto Melloni è professore ordinario di Storia del cristianesimo all’Università di Modena e Reggio Emilia, segretario della Fondazione per le scienze religiose, e dal 2017 membro dell’Accademia dei Lincei.
Il libro di Melloni intende far luce sull’ esperienza umana e cristiana che ha vissuto don Milani, togliendogli di dosso quel marchio che lo ha trasformato in una icona buona per tutte le battaglie.

Don Milani è un prete che ha nella Parola di Dio letta e annunciata con passione il senso profondo della propria esperienza, ma è anche un profeta che soffre la condanna e le crudeltà che gli riserva la Chiesa in piena obbedienza al suo superiore. È la sua battaglia evangelica per i poveri che lo porta a fare il maestro, una professione per la quale non era preparato, per dare ad essi una dignità ed un futuro che la scuola dei suoi tempi non era in grado di dare.

Dice don Milani “I poveri non hanno bisogno dei signori. I signori ai poveri possono dare una cosa sola: la lingua, cioè il mezzo d’espressione. Lo sanno da sé i poveri cosa dovranno scrivere quando sapranno scrivere”.
È questa libertà dal potere che li tiene sottomessi che don Milani, con la sua pedagogia della Parola, vuole dare ai poveri.

laliberta.info

Su iniziativa del Laboratorio Teologico Realino e della Fondazione Enrico Mazza di Reggio Emilia, martedì 14 novembre, alle ore 21, presso il Museo Diocesano nella chiesa di Sant’Ignazio a Carpi, verrà presentato il volume di Enrico Mazza dal titolo “Era irriconoscibile. Il caso di Gesù Risorto” (EDB, 2023)

>>> SCHEDA LIBRO ONLINE CON SCONTO 5%

Ne parleranno insieme all’autore monsignor Gildo Manicardi, biblista e vicario generale della diocesi di Carpi, e lo storico delle religioni e docente Unimore, Alberto Melloni. I racconti delle apparizioni di Gesù mostrano che ciò che appariva non era uno spirito bensì un individuo in carne e ossa, come tutti gli altri, anche se con caratteristiche molto particolari come l’entrare in una stanza a porte chiuse. Era un individuo con le normali caratteristiche fisiche di tutti gli individui. In queste narrazioni Gesù è irriconoscibile perché “in altra forma” (Mc 16,12). Alcuni racconti dicono che egli restava irriconoscibile anche dopo il riconoscimento, mentre, in altri, veniva riconosciuto solo quando compiva qualche ‘segno’ ad personam, rivelatore della sua identità. A causa di tutto questo, i vari racconti di apparizione non potevano avere molta credibilità. Pertanto, vennero introdotti significativi cambiamenti per smorzare l’effetto negativo di quell’irriconoscibilità che stava accoppiata al riconoscimento. Per questo, i Vangeli cercarono di emarginare quanto più possibile il dato della irriconoscibilità, ma invano. La storia letteraria di questi racconti fa vedere che ciò che non viene mai cambiato è proprio quell’elemento che rendeva inattendibili tali racconti, ossia l’irriconoscibilità di Gesù. Questo è un dato talmente strano e irragionevole che non può essere di origine letteraria. La loro storia letteraria fa pensare che, dietro quei racconti, ci sia stato qualcosa che, essendo realmente accaduto, non poteva venir cambiato: il dato della irriconoscibilità accoppiata al riconoscimento.

(segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone)

Melloni: “Grazie a Benedetto XVI la Chiesa è più moderna”

Melloni: "Grazie a Benedetto XVI la Chiesa è più moderna". VIDEO  Reggionline -Telereggio – Ultime notizie Reggio Emilia |

Il professore reggiano, storico delle religioni, sulla figura di Joseph Ratzinger, morto il 31 dicembre: “Ha scritto con la sua esistenza la legge sulla figura del Papa emerito”

REGGIO EMILIA – L’apporto dato da Joseph Ratzinger – scomparso il 31 dicembre – nelle vesti prima di Pontefice e poi da rinunciatario sottolineati dal reggiano Alberto Melloni, storico delle religioni.

***

La morte di Benedetto XVI non chiude solo la vita di questo teologo che ha attraversato il Novecento e il Concilio Vaticano II. E’ un evento che chiude anche un decennio nel quale questo sovrano riluttante, che non aveva voluto scrivere molte leggi quando è stato Papa, ha scritto la legge più importante di tutte con la sua stessa esistenza: la legge su come si fa a fare il Papa emerito. Perché questi dieci anni Ratzinger non era tenuto ad abitarli nei domini temporali del suo successore e invece ha scelto di stare lì, sottraendosi a qualsiasi possibile strumentalizzazione. E non era tenuto neanche al silenzio cha ha osservato in modo praticamente assoluto fornendo così un grande supporto a Papa Francesco. Ha fatto vedere infatti che nessuno avrebbe potuto usare le sue posizioni, anche quando tutti sapevano che erano diverse da quelle Papa Francesco, contro l’autorità del successore di Pietro. Una grande lezione con cui, contro le astuzie che sembrano dominare tanti livelli delle classi dirigenti, questo teologo anziano, schivo e timido, ha testimoniato una forza interiore di rara densità.
reggionline.com