SPIRITUALITÀ La voce delle mistiche per risvegliare la Chiesa

Quello che è considerato uno dei padri del monachesimo, Antonio il Grande, un giorno domandò a Gesù se fosse sulla buona strada e il Cristo gli rispose: «Va molto bene, ma ad Alessandria c’è un calzolaio che ti precede ». Antonio corse subito a trovarlo e, constatando quanto fosse banale la sua esistenza, lo interrogò. Il calzolaio rispose: «Forse perché di quanto guadagno faccio tre parti, una per la mia famiglia, una per i poveri e la terza per la Chiesa». Antonio non si convinse: anche lui aveva venduto i suoi beni ai poveri per seguire Gesù dopo aver ascoltato in chiesa la parabola del giovane ricco. Così insistette. E il calzolaio: «Mentre lavoro, davanti alla mia bottega vedo passare tanta gente e allora prego che tutti siano salvati, solo io merito di essere perduto». La storia del calzolaio di Alessandria è tramandata dal IV secolo ai monaci, soprattutto orientali, e ben rappresenta il desiderio della salvezza universale, che non può essere una certezza ma un anelito e una speranza. L’hanno sostenuto nei primi secoli della Chiesa i Padri orientali e, in tempi più recenti, teologi e filosofi come Hans Urs von Balthasar, Jacques Maritain e Olivier Clément. Proprio il teologo svizzero, nel volume Escatologia del nostro tempo, se la prende con l’immaginario della Scolastica sull’aldilà e con la rappresentazione dell’inferno realizzata da Dante, «con la sua terrificante rigidità e totale mancanza di eventi». Il viaggiatore attraversa l’inferno e lo lascia così come vi è entrato. A questa concezione egli oppone una rivalutazione del Sabato santo e della discesa agli inferi, che non è solo la continuazione nel tempo dell’abbandono del Figlio sulla croce, ma la sua proiezione oltre il tempo. «Non c’è nessuna morte che non possa essere recuperata, nemmeno la più dannata», scrive Balthasar. La vittoria di Cristo sulla morte fa sì che il giudizio sia nelle mani del Redentore, che il destino eterno di tutti gli uomini sia posto in maniera incondizionata nelle sue mani.

È un po’ quanto sostengono le mistiche e i mistici di ogni tempo, come emerge nel volume di Saverio Gaeta Dieci volti del mistero. Donne che parlarono con Dio . Delle mistiche qui prese in considerazione, alcune notissime e accettate dalla Chiesa, come Ildegarda di Bingen, Brigida di Svezia e Faustina Kowalska, altre più problematiche, come Maria Valtorta e Teresa Musco, colpiscono i passi delle loro visioni che descrivono i tormenti delle anime poste all’inferno, ma anche il loro desiderio e la preghiera perché tutti siano salvati. Esse rivivono nella loro carne la Passione di Cristo e attraversano la “notte della fede”, la prova del deserto e del silenzio di Dio. Ma come scrissero due famose mistiche qui non citate, Giuliana di Norwich e Teresa di Lisieux, l’universalità della redenzione diventa vibrante invocazione. «Tutto sarà bene», dice la mistica inglese, mentre quella francese arriva a chiedere al Signore di provare l’esperienza dell’inferno per condividere la sorte di coloro che si sentono abbandonati da Dio definitivamente.

Come rileva Gaeta nell’introduzione, la storia della mistica è una storia sofferta.

Le mistiche, queste “pazze per Dio”, sono spesso state rifiutate e hanno rappresentato una pietra d’inciampo. «Le loro illuminazioni e profezie risultano scomode e non ottengono ascolto», dice il giornalista e saggista, che ricorda poi come la loro funzione non sia di completare la Rivelazione di Cristo, ma di aiutare i fedeli di una determinata epoca storica a viverla più pienamente, come sostiene anche il Catechismo della Chiesa cattolica. Oltre al tema della “notte oscura” e a quello della vita eterna e del destino delle anime, c’è un altro cliché che ritorna nelle testimonianze di queste donne. Ed è il lamento per la condizione della Chiesa. Santa Brigida ad esempio chiede con forza il ritorno del papa a Roma durante l’esilio avignonese, dicendo di provare orrore per i danni e la rovina della Chiesa. Cinque secoli dopo, è Anna- Katharina Emmerick a rivelare: «Ho veduto la chiesa di San Pietro e un’immensa moltitudine di uomini occupati ad abbatterla; ma ne ho visti pure altri che la riedificavano ». E poco dopo si ritrovò in una chiesa che «vacilla e ondeggia sul mare come su un vascello». Anche Luisa Piccarreta, all’inizio del ’900, denuncia la guerra interna della Chiesa, ma al tempo stesso ha parole di speranza con Gesù che le dice: «Credi tu che il trionfo della Chiesa sia lontano?». Elena Aiello profetizza sulle persecuzioni dei cristiani da parte del regime comunista in Russia, mentre Teresa Musco vede il papa barcollare.

Tornando alla prima mistica qui presentata, Ildegarda di Bingen, in una visione parla di «una donna di una bellezza tale che la mente umana non è in grado di comprendere, ma il suo volto era cosparso di polvere, il suo vestito, dal lato destro, era strappato. Anche il mantello aveva perso la sua bellezza singolare e le sue scarpe erano insudiciate ». E più avanti parla esplicitamente delle «ferite di Cristo» che restano aperte per «colpa dei sacerdoti ». Come non pensare alla situazione della Chiesa di questi tempi, macchiata dallo scandalo della pedofilia? Non è un caso che Benedetto XVI, in un’udienza alla Curia romana del dicembre 2010, facesse riferimento alla mistica tedesca: «Nella visione di sant’Ildegarda, il volto della Chiesa è coperto di polvere, ed è così che noi l’abbiamo visto. Il suo vestito è strappato, per la colpa dei sacerdoti. Così come lei l’ha visto ed espresso, l’abbiamo vissuto in quest’anno. Dobbiamo accogliere questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento. Dobbiamo interrogarci su che cosa possiamo fare per riparare il più possibile l’ingiustizia avvenuta. Dobbiamo chiederci che cosa era sbagliato nel nostro annuncio, nell’intero nostro modo di configurare l’essere cristiano, così che una cosa tale potesse accadere». Parole durissime che risuonano ancor oggi, in questo tempo di pandemia che, come ha scritto lo storico Andrea Riccardi nel suo ultimo libro La Chiesa brucia, ha messo a nudo ancor più le difficoltà del mondo cattolico in Europa e in Italia.

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Saverio Gaeta

Dieci volti del mistero

Donne che parlarono con Dio San Paolo. Pagine 320. Euro 18,00

Dieci donne lungo nove secoli di storia: variano i contesti ma un tema resta costante, le traversie della barca di Pietro dovute a forze esterne e soprattutto a scandali interni

Miniatura romanica con Ildegarda di Bingen mentre riceve una visione divina