Scuola: ‘difficile fare previsioni sui contagi’

“Non ho la sfera di cristallo per dire cosa succederà” alla riapertura delle scuole da domani in molte regioni, ma sappiamo che “il virus è ormai endemico nella specie umana e circolerà come circola il virus del raffreddore. Non conosciamo cosa accadrà ma occorre applicare tutti i mezzi di diagnosi diretta, con i tamponi o con il prelievo salivare (più sensibile), indiretta con i test sierologici, e poi identificare, tracciare e isolare i soggetti positivi e spegnere rapidamente i focolai. Forse si dovrà chiudere anche qualche Istituto in caso di contagio ma non possiamo non riaprire le scuole”. Lo ha detto all’ANSA Giorgio Palù, docente emerito di Virologia all’Università di Padova sottolineando il ruolo decisivo delle mascherine come criterio di sicurezza tra gli alunni ma “solo se si usano bene, non si poggiano sul banco e non vengono messe e tolte”, e questo tra i bambini non è facile da governare. A scuola sarà centrale “la rapida individuazione di tutti i contagi”. “Ma – afferma Palù – in termini di letalità non abbiamo di fronte il virus Ebola né il virus della SARS o quello della MERS, altre due sindromi causate da coronavirus del pipistrello, la prima da un virus geneticamente simile (80% omologia) a SARS-CoV-2. La MERS aveva una mortalità del 35% e la SARS del 10% e anche in conseguenza dell’elevata letalità si sono rapidamente estinte. Il SARS-CoV-2 ha una letalità superiore all’influenza ma non di molto; probabilmente si sta già adattando al suo nuovo ospite umano e dal punto di vista evolutivo non ha l’interesse di ucciderlo per non estinguersi”. “Circolerà ma ho fiducia nei farmaci e nei vaccini”, dice Palù. E, sempre in vista della riapertura delle scuole leggendo i dati epidemiologici della diffusione in Italia del COVID-19 Palù ritiene che “più che di una seconda ondata si tratta di un virus che circola da noi sin dall’esordio della pandemia”. Sotto osservazione anche la stagionalità del virus. “Altre nazioni europee – evidenzia Palù – hanno riaperto le scuole a giugno e non è successo niente anche se a giugno uscivamo dal lockdown, la circolazione del virus era bassa, e non erano iniziati ancora i viaggi per le vacanze. Qui invece non dico – ha ribadito il virologo – che assistiamo a una seconda ondata ma a una recrudescenza epidemica. Anche se il tasso di positività è di 1,5-2 per cento dei soggetti testati, esistono molte differenze rispetto a marzo e aprile, a partire dall’età media che allora era di 65 anni e adesso è intorno ai 35 anche se in lieve aumento rispetto ad agosto”. Inoltre, sottolinea l’esperto, “i casi sono meno gravi e le terapie intensive non sono ai livelli dei mesi di massima emergenza: 170-180 letti attualmente occupati contro i 4-5.000”. Per capire cosa accadrà con l’inizio delle lezioni a scuola “dobbiamo prima di tutto leggere criticamente i numeri: 29 milioni di soggetti positivi al test del tampone nel mondo, 925.000 morti (letalità globale del 3,2% sui casi confermati); relativamente ai paesi più colpiti la letalità è del 2,9% negli US, del 1,6% in India, del 3% in Brasile. In Italia la letalità è del 12,4%, uno dei tassi più alti al mondo e questo – afferma Palù- ci dovrebbe far pensare non solo a come abbiamo inizialmente affrontato la pandemia nel nostro paese ma anche a come oggi conosciamo meglio il virus e la patologia correlata e come siamo in grado di curare meglio i pazienti e prevenire nuove infezioni. Dobbiamo inoltre fidarci di quanto pubblicato nei lavori scientifici sui bambini e adolescenti, sul fatto cioè che questi soggetti si infettano meno, trasmettono meno il virus e non muoiono anche se occorre tenere alta l’attenzione – conclude Palù – su quello che avviene a casa come possibile catena di trasmissione del contagio, cosa che oggi facciamo andando a monitorare più attentamente i contatti. Ed è sulla circolazione del virus che dobbiamo valutare le stime di morbosità e letalità”. (ANSA).