L’esecuzione . Natale di sangue, strage di cristiani nel Myanmar

I militari hanno massacrato e bruciato decine di civili nello Stato a maggioranza cristiana del Kayah: donne e bimbi tra i 38 morti. Spariti 2 di Save the Children, Rinviata la sentenza per Suu Kyi
Il capo della giunta militare golpista nel Myanmar, il generale Min Aung Hlaing

Il capo della giunta militare golpista nel Myanmar, il generale Min Aung Hlaing – Reuters

Avvenire

Le fonti della resistenza contro il regime militare in Myanmar hanno segnalato un nuovo massacro operato dai militari il 24 dicembre a Hpruso. nello Stato orientale di Kayah, dove autoveicoli di una colonna in transito su una strada di grande comunicazione sono stati attaccati e poi bruciati e i passeggeri trucidati. Sarebbero 38 i morti, tra cui un bambino e due operatori dell’organizzazione umanitari Save the Children che risultano dispersi. Un massacro portato a sangue freddo per le milizie locali Karenni ma che per le forze armate dovuto al mancato stop dei veicoli a un posto di blocco. Nel Kayah quasi la metà della popolazione è cristiana, perlopiù cattolici.
Il sottosegretario dell’Onu per gli Aiuti umanitari, Martin Griffith si è detto “inorridito” e ha condannato “questo incidente grave e tutti gli attacchi contro civili nel Paese, che sono proibiti in base al diritto umanitario internazionale”. A conferma della brutalità della repressione militare, pochi giorni fa la Bbc aveva confermato quattro uccisioni di massa avvenute a luglio di civili per complessive 40 vittime seppelliti frettolosamente nella foresta nell’area di Sagaing, al centro di scontri tra militari e forze di difesa popolare.

 

La leader democratica e premio Nobel  poer la pace nel 1991 Aung San Suu Kyi

La leader democratica e premio Nobel poer la pace nel 1991 Aung San Suu Kyi – Ansa

Forse suggerito dall’attenzione internazionale verso il regime, è arrivato un nuovo rinvio del tribunale militare chiamato a giudicare Aung San Suu Kyi per possesso illegale di ricetrasmittenti e di apparecchi per interferire nei segnali radio. La sentenza attesa per oggi e già rinviata dal 20 dicembre è stata spostata la 10 gennaio. La notizia è stata diffusa da fonti vicine alla donna che è diventata simbolo della lotta nonviolenta contro la dittatura e dal 2015, come Consigliere nazionale e ministro degli Esteri, ha di fatto indirizzato il Paese. Sono una decina i capi d’imputazione per la 76enne Premio Nobel per la Pace, di cui, due già arrivati a giudizio per complessivi quattro anni di carcere.

Dal colpo di stato del primo febbraio scorso anche lei come il presidente, e buona parte della classe politica e istituzionale sono agli arresti e in decine di casi già rinviati a giudizio per “crimini” che per la maggior parte sono pretestuosi e mirano a costringere Aung San Suu Kyi e la sua Lega nazionale per la democrazia ad accettare il controllo dei militari sul Myanmar e il percorso verso nuove elezioni “democratiche” e una nuova leadership in sostituzione di quella uscita dal voto del novembre 2020 sconfessato dal regime.

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