Interfaith Forum2021, il meeting delle fedi, che si svolgerà dal 12 al 14 settembre a Bologna

La crisi afghana, lo sviluppo sostenibile, la lotta al terrorismo e al fondamentalismo religioso. Sono alcuni temi in agenda nel G20 Interfaith Forum2021, il meeting delle fedi, che si svolgerà dal 12 al 14 settembre a Bologna e rappresenta una delle più importanti iniziative collaterali al G20, che quest’ anno è guidato dalla presidenza italiana. «Il G20 delle fedi vuole mettere a tema il tema della pandemia, non solo quella del Covid ma anche quella della guerra, della violenza e dell’ educazione all’ odio che matura anche da piccoli semi», spiega il professore Alberto Melloni, segretario della Fondazione per le Scienze Religiose, nella sede dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, a Roma, dove giovedì mattina si è svolta la conferenza stampa di presentazione.

Il tema centrale attorno al quale ruoteranno le attività e i lavori del Forum è “Time to Heal”, “c’ è un tempo per guarire”, un verso tratto dal libro biblico di Qohelet che è anzitutto, ma non solo, un richiamo quanto mai evocativo alla pandemia da Covid-19, che ha già sconvolto il mondo con oltre due milioni di morti e alle complesse conseguenze sociosanitarie della guerra, che la tragedia afghana ha messo sotto gli occhi di tutti. L’ obiettivo del G20 è quello di costruire uno spazio di incontro e di dialogo, non solo fra capi religiosi, ma anche fra autorità politiche dei paesi e delle organizzazioni internazionali, autorità spirituali e figure intellettuali su temi e programmi di carattere e rilevanza globale.

Alla conferenza stampa, moderata dal presidente dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, Maarten Lulof Van Aalderen, sono intervenuti il cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, il rabbino capo della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, il presidente del G20 Interfaith Forum Association, il professor W. Cole Durham e il vice ministro degli Affari Esteri, Marina Sereni. Nel corso della conferenza sono stati illustrati i panel tematici e le questioni globali prioritarie che scandiranno i lavori. «Si inizia sabato 11 con l’ havdalà (separazione, ndr), il rito che conclude Shabbat e che divide simbolicamente il tempo dell’ attesa da quello della responsabilità», nota Melloni, «le comunità di fede sono il luogo dove ci si assume delle responsabilità. Il tema del Forum tratto dal Qohelet non dice che c’ è un tempo per ammalarsi e uno per guarire ma un tempo per uccidere e uno per prendersi cura».

Il prologo, domenica 12, verrà affidato al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, mentre ad aprire ufficialmente il Forum sarà la lezione del Presidente della Slovenia, Borut Pahor, il cui Paese ha la presidenza del semestre europeo; interverranno anche il Primo Ministro dello Sri Lanka, Mahinda Rajapaska, il Presidente del Congresso Ebraico Mondiale, Ronald S. Lauder, cui seguiranno i messaggi della ADG delle Nazioni Unite Amina Mohammed e del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.

La chiusura dei lavori, sotto la presidenza di Romano Prodi, verrà invece affidata al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che è anche presidente di turno del G20, e al cardinale Zuppi.

Nella giornata di lunedì le sessioni ministeriali vedranno tre appuntamenti: quello dei Ministri degli Esteri, presieduto da Luigi Di Maio, quello dei Ministri dell’ Educazione, presieduto da Patrizio Bianchi, e quello dei Ministri degli Affari religiosi presieduto da Luciana Lamorgese e nel quale, accanto a diversi altri ministri, prenderà la parola il Direttore dell’ ufficio per gli affari religiosi della Cina, Wang.

«Abbiamo chiesto», spiega Melloni, «alle massime autorità europee, Sassoli e Pahor, di aprire il Forum perché l’ Europa ha trovato una sua riconciliazione dopo le due guerre mondiali non perché è diventata meno credente ma meglio credente. Vivere in santa pace non richiede di diventare meno credenti ma di credere maniera più autentica e vera. Alle tre P (People, planet, prosperity) del G20, bisogna aggiungere la P di peace. Se riusciremo a farlo, significa che questo incontro sarà stato fecondo. Nessun problema di domani mattina può essere risolto dal Forum ma nessun problema del 2051 può essere risolto senza il dialogo di oggi».

Il rabbino Riccardo Di Segni nel suo intervento ha sottolineato l’ importanza dell’ iniziativa: «Il programma comprende molti temi e va dall’ ecologia alla politica internazionale, dalla salute alle questioni geopolitche, tutte situazion nelle quali le religioni hanno non solo qualcosa da dire ma anche responsabilità da assumersi. Il progetto è difficile ma sedersi insieme attorno a un tavolo è già qualcosa anche se non basta».

In collegamento da Bologna, il cardinale Zuppi, ha sottolineato che c’ è il segno della Provvidenza nel «potersi incontrare con uomini di Stato e rappresentanti delle varie fedi. La pandemia ha messo in luce capacità nuove, e ha permesso di trovare delle risposte e indicare una strada che soltanto insieme se ne può uscire. Le religioni hanno davanti a sé sfide enormi e decisive. Questo Forum non è un esercizio accademico ma c’ è il tempo da cogliere, una decisività che non possiamo perdere perché altrimenti le dichiarazioni si svuotano e diventano persino irritanti. Siamo contenti come città e Chiesa di Bologna di ospitare i lavori».

Nel corso delle giornate saranno promosse attività finalizzate a stimolare la discussione pubblica, grazie all’ intervento di figure autorevoli delle relazioni internazionali, di protagonisti dei dibattiti teologici, giuridici e filosofici e dei rappresentanti delle varie comunità di fede e delle organizzazioni attive nel dialogo interreligioso. Saranno quindi previste sessioni plenarie, tavole rotonde e workshop in cui analizzare e articolare i vari temi e spunti di riflessione. Tra i vari interventi previsti anche quelli del rav Riccardo di Segni e del rav Gady Gronich dell’ ufficio rabbinico europeo, del giudice Abdel Salam dell’ Alto Comitato per la Fratellanza umana di Abu Dhabi e del cardinale Giuseppe Betori.

«Riunire insieme leader e autorità religiose e politiche insieme a esponenti della società civile e dell’ accademia è una preziosa occasione di confronto», spiega Marina Sereni, viceministro degli Esteri, «il Forum aiuta a capire quanto la dimensione religiosa sia legata alle questioni più urgenti del nostro tempo, dalla politica alla vita quotidiana. Dobbiamo guarire da molte pandemie che affliggono il mondo e le ferite di queste pandemie si possono lenire meglio attingendo a una comune sensibilità etica che possa essere condivisa dalle religioni. La laicità dello Stato», ha aggiunto, «non va intesa come una barriera all’ ingresso del discorso religioso nel dibattito pubblico, anzi gli Stati sono chiamati ad affrontare i problemi, dallo sviluppo sostenibile alla bioetica, di cui le religioni si occupano da sempre. Credo che la politica e le religioni possano incontrarsi su un comune terreno etico e che il dialogo interreligioso abbia tutte le capacità per contribuire alla pace e alla soluzione delle crisi che insanguinano il mondo, a maggior ragione oggi alla luce della conclusione drammatica della missione internazionale in Afghanistan. La minaccia del terrorismo non può essere combattuta e vinta solo con le armi ma anzitutto impedendo ai fondamentalisti di strumentalizzare le religioni».

L’ IF20 discuterà fra gli altri una serie di proposte (i policy briefs) indirizzate al summit e fra esse una breve dichiarazione di impegni comuni – intesa come una sorta di Parva Charta, di sole tre righe: “noi non ci uccideremo”; “noi ci salveremo”; “noi ci perdoneremo”. Un’ assunzione di responsabilità nella quale leader politici, autorità di fede e produttori di conoscenza possono fare ciascuno la sua parte.

L’ incontro bolognese avrà un ideale epilogo nell’ evento “Connecting Souls”, che si svolgerà il 16 novembre a Dubai, nella Giornata della tolleranza delle Nazioni Unite in cooperazione col Ministro emiratino della tolleranza. Richiamando il tema dell’ Expo 2020, “Connecting minds”, il Forum aiuterà ad approfondire le diverse declinazioni delle riflessioni emerse durante la tre giorni bolognese.

Famiglia Cristiana