IL Signore è Risorto e con Lui la storia ricomincia sempre»


MONSIGNOR DOMENICO BATTAGLIA: «LA CARNE DEI POVERI È LA TOMBA VUOTA DEL DIO RISORTO»
08/04/2023 L’arcivescovo di Napoli ricorda i sopravvissuti di Cutro, chi soffre per la guerra in Ucraina, chi ha perso il lavoro, chi piange un congiunto ucciso dalla criminalità. E gli anziani soli. La vittoria sulla morte di Gesù legittima e alimenta la speranza. «Sì», sottolinea il presule nell’editoriale che apre il numero di Famiglia Cristiana in edicola da Giovedì Santo, 6 aprile, « perché qualunque sia la notte che viviamo non sarà la fine. Il Signore è Risorto e con Lui la storia ricomincia sempre»

«Se in questa Pasqua potessi sottrarmi al gioioso dovere di predicare, mi recherei in una chiesa di periferia, cercando un pulpito da cui a parlare siano i poveri». Monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, riflette sul senso profondo della Pasqua che ci accingiamo a vivere. Lo fa nell’editoriale che apre il numero di Famiglia Cristiana in edicola dal 6 aprile, Giovedì Santo, in cui abbraccia idealmente tutto il mondo piagato dal dolore e dalla violenza. Il presule richiama, infatti, «i poveri sopravvissuti di Cutro, che hanno visto morire i loro compagni, i cui corpi ritrovati in acqua sono l’icona delle braccia spalancate del Crocifisso». E pensa anche «ai poveri e ai sofferenti a causa della guerra in Ucraina come in ogni luogo in cui il sangue di Abele continua ad essere versato», senza dimenticare «i poveri con i cuori spezzati da mille dolori, come quelli della morte di un familiare per mano violenta, del posto di lavoro perso a causa di un’economia che non guarda i volti ma solo i numeri, come quelli della solitudine di tanti anziani abbandonati a sé stessi».

«La carne di tutti i poveri della terra», afferma deciso l’arcivescovo di Napoli, «è il sepolcro vuoto del Dio risorto, il luogo della sua presenza nella nostra storia, il pulpito da cui ci parla donandoci annunci di resurrezione, possibilità di ricominciamenti, germogli di antiche e nuove speranze».

La vittoria sulla morte di Gesù legittima e alimenta la speranza. «Sì», sottolinea l’arcivescovo di Napoli, «perché qualunque sia la notte che viviamo non sarà la fine. Il Signore è Risorto e con Lui la storia ricomincia sempre, ogni giorno, ogni attimo. Per sempre. La pietra sul sepolcro infatti non avrebbe dovuto custodire solo il corpo di Gesù, ma anche e soprattutto il suo sogno, la sua ostinata volontà di inseguire l’impossibile. Allo stesso modo, dal sepolcro non si è alzato solo il corpo di Gesù ma anche il suo sogno». «Che questa Pasqua», conclude monsignor Battaglia, «sia per tutti, iniziando dai poveri e dagli ultimi, la festa dei macigni rotolati via dall’imboccatura del cuore e il vento della resurrezione soffi sulla storia del mondo contagiando ogni luogo di morte, trasformandolo in culla di vita nuova, di vita vera».
in Famiglia Cristiana