Coronavirus: lo scenario Contagi, ricoveri, possibili chiusure Quanto pesa l’epidemia dei no-vax

In questa fase dell’epidemia di Covid-19, caratterizzata dalla prevalenza della variante Delta, l’efficacia dei vaccini risulta elevata soprattutto per prevenire le conseguenze più gravi (terapia intensiva e morte), ma è calata in relazione alla diagnosi di positività rispetto a quando circolava la variante Alfa. Lo certifica l’aggiornamento epidemiologico settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che segnala anche che «negli ultimi 30 giorni in Italia si osserva una maggiore incidenza di casi diagnosticati in persone non vaccinate ». Se di “quarta ondata” si può parlare, non è peraltro per nulla paragonabile a quelle precedenti, come certificano i dati (riportati anche nella tabella qui a fianco). Infatti, se ieri sono stati registrati 6.764 contagi e 31 decessi, un anno fa (il 6 novembre 2020) nel pieno della crescita della seconda ondata, le cifre erano rispettivamente 37.809 e 446. «Abbiamo evitato grazie alle misure di prevenzione e adesso ai vaccini la grande ondata – ha sottolineato ieri Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute –, quella che avrebbe saturato gli ospedali, li avrebbe congestionati, avrebbe fatto molti morti non solo a causa del Covid direttamente». Sfiorano i 500mila i tamponi eseguiti in 24 ore.

L’analisi dell’Iss indica che l’incidenza settimanale a livello nazionale ha raggiunto i 51 casi per 100mila abitanti, contro i 41 della settimana precedente. Entrambi poco sopra la soglia dell’1 sia l’Rt calcolato sui casi sintomatici, sia quello sui ricoveri ospedalieri. Ieri in Italia sono aumentati di 49 unità i ricoverati con sintomi, ma sono calate di 3 le persone in terapia intensiva. Il monitoraggio dell’Iss indica che «l’efficacia vaccinale nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di Covid-19 nelle persone completamente vaccinate è diminuita passando dal 89%, durante la fase epidemica con variante Alfa prevalente, al 75% durante la fase epidemica con variante Delta prevalente». Ma «rimane comunque elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire l’ospedalizzazione (91%), il ricovero in terapia intensiva (95%) o il decesso (91%)». Il che si traduce, spiega ancora il report dell’Iss, nel fatto che «analizzando il numero dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi negli over80, si osserva che il tasso dei ricoveri in terapia intensiva dei non vaccinati è circa sette volte più alto di quello dei vaccinati con ciclo completo (6,6 contro 1 per 100mila abitanti) mentre il tasso di decesso, nel periodo 10 settembre-10 ottobre, è circa dieci volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (73,7 contro 7,35 per 100mila abitanti)». Come ha ripetuto venerdì Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, si assiste alla «pandemia dei non vaccinati ». E i modelli matematici, secondo quanto ha riferito al Tg Rai del Friuli-Venezia Giulia il docente di Statistica (Sissa di Trieste) Guido Sanguinetti, indicano il rischio che la Regione passi in zona gialle «entro fine novembre» se «l’aumento dei casi, ma soprattutto dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive, dovesse proseguire con il ritmo delle ultime due settimane ». La zona gialla comporta restrizioni di cui, da giugno, si sono tutti dimenticati (tornano le mascherine all’aperto, si riduce la capienza dei luoghi di ritrovo, c’è il limite di quattro commensali al ristorante).

A commentare il «successo» dei vaccini Giovanni Rezza: «In questo momento tendiamo a non parlare di raggiungimento dell’immunità di gregge ma di un livello di vaccinazione che ci permette: uno, di svolgere attività mantenendo alcune precauzioni che ci permettono di vivere più o meno normalmente; due, di convivere con un virus» che diventi nella «maggior parte dei casi controllabile. Questo è l’obiettivo che in questo momento ci si prefigge di raggiungere: lo svolgimento di tutte le attività possibili ». Peraltro, ha aggiunto Rezza, «col tempo la risposta al vaccino tende a diminuire. Non so se sempre: basta la seconda dose per alcuni, altri dovranno fare la terza». E il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ribadito che «in una fase di recrudescenza del virus come quella a cui stiamo assistendo a livello europeo in questo momento, è giusto accelerare sulla somministrazione dei richiami. Ieri (venerdì, ndr) sono state superate le 2 milioni di terze dosi somministrate».

© RIPRODUZIONE RISERVATA L’incidenza nazionale è salita a 51 casi ogni 100mila abitanti. Ma «l’epidemia dei non vaccinati» incide molto sia per i ricoveri, sia per le morti. Friuli-Venezia Giulia a rischio di zona gialla secondo la statistica