SIRIA, ISRAELE COLPISCE OBIETTIVI IRAN A SUD DI DAMASCO

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HEZBOLLAH: DRONE ISRAELIANO CADUTO SU BEIRUT E ALTRO ESPLOSO Jet militari israeliani hanno colpito ieri obiettivi iraniani e sciiti ad Aqraba in Siria, a sudest di Damasco. “L’Iran non ha immunità da nessuna parte”, ha commentato Netanyahu. Hezbollah ha fatto sapere intanto che un drone israeliano è caduto nel sud di Beirut e un altro sarebbe esploso in volo sopra la capitale libanese.

ESTATE, CONTROESODO DA BOLLINO ROSSO

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STOP AI TIR. OGGI SCIOPERO CASELLANTI Controesodo da bollino rosso sui 30mila km di rete stradale e autostradale italiani. Traffico particolarmente intenso per i rientri verso le città e per le ultime partenze verso le località turistiche. Divieto di transito per i mezzi pesanti. A rendere ancor più complessa la situazione lo sciopero dei casellanti, oggi dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 18 alle 22.

G7: AMAZZONIA E DAZI, PROVE D’INTESA TRA I LEADER

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BREXIT, JOHNSON A UE: VIA BACKSTOP O NO DEAL. OGGI VEDE TUSK Amazzonia, dazi e Brexit tra i temi principali del G7 in corso a Biarritz in Francia. Trump ha nuovamente minacciato di imporre tariffe sui vini francesi in risposta alla digital tax sulle grandi aziende tecnologiche americane approvata da Parigi. Tusk vede oggi Johnson, che chiede all’Ue di sbarazzarsi del backstop sull’Irlanda per evitare il no deal.

GOVERNO: AVANTI TRATTATIVA PD-M5S, OGGI TAVOLI PROGRAMMA DEM

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CONTE CHIUDE A SALVINI: ESPERIENZA CON LEGA NON SI RIPETERA’ Proseguono le trattative di governo tra M5s e Pd. Oggi in programma la riunione dei tavoli di lavoro dem per stilare il programma da portare al confronto con i pentastellati. Conte intanto torna a chiudere a Salvini: “Non rinnego l’esperienza con la Lega, ma è una stagione politica chiusa che non si potrà più riaprire”.

Reggio Emilia, rivoluzione a scuola. In arrivo almeno 13 nuovi presidi Ecco cosa cambia. Assegnate le sedi. Solo sei restano scoperte

Reggio Emilia, 24 agosto 2019 – Arrivano i nuovi dirigenti scolastici. L’assegnazione delle sedi sono state rese note ieri. Su una trentina di reggiani che hanno superato il concorso, sono almeno 13 i vincitori che si sono aggiudicati una sede in città o in provincia. Fra questi: Daniele Cenini, Stefano Costanzi, Nadia Costi, Stefano Delmonte, Chiara De Ioanna, Elena Ferrari, Patrizia Freddi, Silvia Guglielmi, Alessandra Landini, Lorena Mussini, Silvia Ovi, Flora Scotto Di Gallettta, Gianluca Verrucci, Elena Viale.

Diversi i neodirigenti che arrivano da fuori provincia o regione. Vediamo ora le sedi assegnate. Partono il primo settembre con il dirigente tutte le superiori della città e della provincia: il liceo scientifico Moro ha come nuovo preside Daniele Cenini, il liceo artistico Chierici è stato assegnato a Daniele Corzani, il professionale Carrara di Guastalla va a Gianluca Verrucci.

Sono stati coperti anche i due centri per adulti: al Cpia Reggio Sud, in città, arrivaMaria Beatrice Benedetto, al Cpia Reggio Nord di Correggio va a Mariassunta Peci. Nominati neodirigenti anche negli istituti comprensivi. In città l’Amedeo d’Aosta è stato assegnato a Elena Ferrari, il Leonardo da Vinci a Lorena Mussini, il Pertini 2 a Stefano Delmonte, il Galilei a Rosaria Perrillo, il Fermi a Flora Scotto di Galletta, il Kennedy a Silvia Guglielmi, il Manzoni ad Alessandra Landini.

In provincia l’Ic Gonzaga di Guastalla sarà diretto da Stefano Costanzi, il Toschi di Baiso da Nadia Costi, il Calvino di Fabbrico da Patrizia Freddi, il Fermi di Gattatico da Barbara Masocco, il Petrarca di San Polo da Silvia Ovi, il Reggiolo da Marialuisa Pastorelli, il Galilei di Campagola da Pasqualina Rubino, il Sant’Ilario da Raffaella Antonella Lucia Savino, il Comparoni di Bagnolo da Chiara De Ioanna, il Novellara da Lucia Valentini, il Correggio 1 da Annita Verticilo, il Montecchio da Elena Viale, il Cadelbosco Sopra ad Lucia Gargiulo, il Correggio 2 da Rita Fabrizio.

Il convitto Corso di Correggio è stato assegnato a Rossella Marra. I nuovi dirigenti sono chiamati a firmare il contratto il 27, 28 e il 29 settembre. Daniele Cottafavi, presidente uscente dei dirigenti del I ciclo, a nome di tutti i presidi in servizio afferma: «Accogliamo con grande favore le nomine dei nuovi dirigenti, a loro diamo il benvenuto e li aspettiamo tutti per lavorare insieme per il bene della scuola reggiana». Su oltre sessanta stituzioni scolastiche ne rimangono ancora sei senza dirigente, questo secondo la comunicazione dell’Ufficio scolastico regionale, che vanno a reggenza, fra queste ci sono l’istituto Secchi e l’I.C. di Villa Minozzo, che, però, sono sottodimensionate e poi gli I.C. di Gualtieri, Luzzara, Casalgrande, Toano.

ilrestodelcarlino.it

Regione Siciliana. Nove milioni di euro per l’alta formazione dei giovani

Nove milioni di euro per l'alta formazione dei giovani

da Avvenire

La Regione Siciliana continua a finanziare l’alta formazione. L’assessorato regionale all’Istruzione, infatti, ha stanziato nove milioni di euro per sostenere la competitività dei giovani. In particolare, circa cinque milioni e mezzo di euro sono destinati ai contratti di specializzazione di area medico-sanitaria e tre milioni e mezzo di euro ai dottorati di ricerca. Sono stati pubblicati i bandi con i quali gli Atenei siciliani potranno avanzare richiesta entro il 6 settembre 2019 al dipartimento regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale. Per i dottorati di ricerca, si tratta di un finanziamento aggiuntivo e non sostitutivo delle borse già stanziate dalle Università per l’anno accademico 2019/2020. A godere di questa ulteriore disponibilità saranno i laureati siciliani, di età non superiore ai 35 anni, utilmente classificati nelle graduatorie di ammissione ai corsi di dottorato di ricerca. A parità di punteggio, ottenuto come esito delle prove di selezione, la borsa di studio sarà assegnata al candidato con il reddito Isee più basso. La fruizione delle borse regionali di dottorato comporterà anche l’obbligo di svolgere un periodo di ricerca all’estero, da tre a sei mesi, in coerenza con la tipologia scientifica del dottorato.

La dotazione finanziaria complessiva, messa a disposizione dalla Regione Siciliana, sarà ripartita agli atenei richiedenti sulla base della classe dimensionale di appartenenza, per garantire un’equa distribuzione delle risorse sul territorio. Il valore massimo di ogni borsa aggiuntiva, di durata triennale, varierà, per lo stesso periodo, da 58mila euro a 61mila euro. Nello specifico, ogni Ateneo otterrà un numero di borse proporzionale al numero di iscritti. Rimangono escluse dal finanziamento le università telematiche.

«Questo intervento – afferma il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – si unisce a quelli fin qui portati avanti per migliorare la qualità e l’efficacia dell’alta formazione. Il mio governo punta convintamente sulla qualificazione dei giovani, affinché questi possano costruirsi un profilo professionale competitivo e rispondente ai fabbisogni del mercato del lavoro, ampliando così le loro opportunità occupazionali».

«In particolare – aggiunge l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla – con le borse di studio aggiuntive, intendiamo facilitare l’accesso dei laureati ai percorsi di dottorato e, di conseguenza, agevolare lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione. Particolare attenzione è poi rivolta all’alta formazione in ambito sanitario, perché per investire sull’eccellenza e sulla qualità dei servizi è necessario puntare sul ricambio generazionale. È infatti confermato il finanziamento di quarantasei contratti aggiuntivi di formazione medica specialistica, in linea con i fabbisogni del sistema sanitario regionale».

La Regione Siciliana provvede quindi ad ampliare le opportunità di accesso ai corsi di specializzazione dell’area medica per promuovere il rafforzamento dell’offerta di figure specialistiche in campo sanitario, con particolare riferimento agli ambiti caratterizzati da alto fabbisogno, in relazione alle esigenze di copertura degli organici ospedalieri, attualmente carenti.

Quelle antiche armonie appese ai rami del bosco

da Avvenire

Le strade perdute, le occasioni lasciate andare, le aspirazioni e i desideri non coltivati, formano quella folla senza colore che trova un posto d’angolo nel nostro animo. Le abbiamo superate per necessità, per ragione, per ubbidienza allo scorrere del tempo e alla severità della vita. Ma quando si aprono anche brevi giorni di vacanza, quando le ore non sono dedicate, in qualche modo, tutte al lavoro per gli altri, ma sono finalmente nostre allora lasciamo che vinca la memoria. Ed è sempre quella migliore, quella positiva, quella dei momenti sereni che, nel passare del tempo, riprende il suo posto. Tutto riacquista un ritmo giovane, dimenticato e la mente libera, allunga tempi forse mai avuti, ma che la fantasia ed il ricostruito ricordo coronano di una cornice piena di colori. Così la notte scorsa, ascoltando dalla mia finestra, il silenzio della città mi parve sentire alzarsi dalle strade deserte una vecchia canzone, che faceva parte del coro del nostro antico maestro. Le sue mani allora disegnavano nell’aria della notte, dipinta dal fuoco che bruciava in mezzo al prato, vecchie e nuove storie d’amore e d’arte che facevano sognare i giovani e dimenticare agli anziani gli anni perduti. Egli sembrava dipingere, con le braccia alzate l’armonia delle canzoni che il suo coro cantava, dove la montagna, il bosco e il mare lontano incontravano l’amore, la speranza, il canto della natura e il chiarore della luna sull’acqua del lago. Uomini, donne e ragazzi seguivano la passione della sua anima e i loro volti diventavano giovani nell’ascoltare l’armonia che aveva loro insegnato. “Bolle, la pentola bolle…” cantava il coro e le sue mani si alzavano quasi ad aiutare il fumo a salire nel vecchio camino. Poi le voci si facevano tenui fino a spegnersi sulle rive del lago dove si specchiava il vecchio Castel Toblino e si facevano più vive le note della chitarra e di un vecchio mandolino. Tutto sembrava addormentarsi sulle acque tranquille e lo sfondo del bosco di abeti che si muovevano al soffio leggero del vento. Ma d’improvviso “o Ciclornia” gridava il coro più vicino al maestro che aveva chiesto più vibrazioni da spargere nell’aria, più forza perché la vita potesse essere più intensa e il nostro canto era pieno di sogni e di amori, di nostalgia e di morte come è fatta la vita di ognuno. Si cantava attorno al fuoco che illuminava il prato dell’antica casa e le sue stelle sembravano voler spegnere quelle più antiche e lontane. Poi quando in mezzo al buio della notte le voci si spegnevano assieme alle fiamme e uomini e donne con i bambini per mano andavano a scomparire nel riprendere il piccolo sentiero, le canzoni che il maestro ci aveva insegnato sembrava restassero aggrappate ai rami del bosco come egli le avesse lasciate quasi eco di amicizia e di pace. Saremo capaci di conservare la ricchezza della nostra terra dove il vento sia pulito, l’aria profumata dal bosco, l’acqua trasparente fra le rocce e il ricamo bianco delle onde del mare?

Quella porta «stretta» per aprirci all’essenziale. Commento al Vangelo Domenica 25 Agosto 2019

di Ermes Ronchi – Avvenire

XXI Domenica
Tempo ordinario – Anno C

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. […]»

Gesù è in cammino verso la città dove muoiono i profeti. Lungo la strada, un tale gli pone una domanda circa la salvezza: di Gerusalemme e di tutti. Tremore e ansia nella voce di chi chiede. E Gesù risponde con altrettanta cura: salvezza sarà, ma non sarà facile. E ricorre all’immagine della porta stretta. Un aggettivo che ci inquieta, perché «stretta» evoca per noi fatiche e difficoltà. Ma tutto il Vangelo è portatore non di dolenti, ma di belle notizie: la porta è stretta, cioè piccola, come lo sono i piccoli e i bambini e i poveri che saranno i principi del Regno di Dio; è stretta ma a misura d’uomo, di un uomo nudo ed essenziale, che ha lasciato giù tutto ciò di cui si gonfia: ruoli, portafogli gonfi, l’elenco dei meriti, i bagagli inutili, il superfluo; la porta è stretta, ma è aperta. L’insegnamento è chiaro: fatti piccolo, e la porta si farà grande. Quando il padrone di casa chiuderà la porta, voi busserete: Signore aprici. E lui: non so di dove siete, non vi conosco. Avete false credenziali. Quelli che si accalcano per entrare si vantano di cose che contano poco: abbiamo mangiato e bevuto con te, eravamo in piazza ad ascoltarti. Ma questo può essere solo un alibi di comodo. «Quando è vera fede e quando è solo religione? Fede vera è quando fai te sulla misura di Dio; semplice religione è quando fai Dio a tua misura» (Turoldo).
Abbiamo mangiato in tua presenza… Non basta mangiare il pane che è Gesù, spezzato per noi, bisogna farsi pane, spezzato per la fame d’altri. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia. Non vi conosco. Il riconoscimento sta nella giustizia fattiva. Dio non ti riconosce per formule, riti o simboli religiosi, ma perché hai mani di giustizia. Ti riconosce non perché fai delle cose per lui, ma perché con lui e come lui fai delle cose per i piccoli e i poveri. Non so di dove siete: il vostro modo di vedere è lontanissimo dal mio, voi venite da un mondo diverso rispetto al mio, da un altro pianeta. Infatti, quelli che bussano alla porta chiusa hanno compiuto sì azioni per Dio, ma nessun gesto di giustizia per i fratelli. La conclusione della piccola parabola è piena di sorprese: la sala è piena, oltre quella porta Gesù immagina una festa multicolore: verranno da oriente e occidente, dal nord e dal sud del mondo e siederanno a mensa. Viene sfatata l’idea della porta stretta come porta per pochi, solo per i più bravi. Tutti possono passare, per la misericordia di Dio. Il suo sogno è far sorgere figli da ogni dove, per una offerta di felicità, per una vita in pienezza. Lui li raccoglie da tutti gli angoli del mondo, variopinti clandestini del regno, arrivati ultimi e per lui considerati primi.
(Letture: Isaia 66,18-21; Salmo 116; Ebrei 12,5-7.11-13; Luca 13,22-30)