REGGIO EMILIA – Sono passati due anni dalla morte di don Ercole Artoni. Sempre in prima linea, mai banale, mai in difficoltà anche nel prendere le posizioni più scomode, sempre al fianco degli ultimi, la sua porta era aperta per chiunque avesse bisogno anche solo di un piatto di minestra. Il 4 gennaio sarà ricordato con una messa nella chiesa di villa Sesso, alle 18,30, a pochi chilometri dalla comunità Papa Giovanni XXIII, il suo lascito alla città, dove viene portata avanti la sua attività di accoglienza. La Papa Giovanni ha da sempre rappresentato un posto di accoglienza e rinascita prima per ex detenuti e pazienti dell’ospedale psichiatrico giudiziario, e poi per tossicodipendenti provenienti da tutta Italia.
Aveva 90 anni don Ercole quando ha risposto all’ultima chiamata del Signore. Erano le 5 del mattino quando il suo cuore smise di battere in un letto dell’ospedale Santa Maria Nuova. La sua vita è sempre stata ricca di ostacoli, affrontati sempre con coraggio. “Questa è stata la mia scelta -disse pochi anni prima di morire in una intervista a Telereggio – La scelta di dedicarmi completamente a fare il prete. A fare il prete sul serio con i poveri, con gli ammalati, con i sofferenti e con gli ultimi“.
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