Razzo in caduta rientrato sulla Malaysia, sul mare

Confermata sia dagli Stati Uniti sia dalla Cina la conferma ufficiale della caduta del frammento del razzo cinese Lunga Marcia 5B sulla Malaysia, in una zona nei presso della città costiera di Bintulu. Le Forze Spaziali americane hanno confermato che l’impatto è avvenuto alle 18,51 italiane. La Cina indica che l’impatto sarebbe avvenuto sul mare. Il detrito spaziale, indicato con la sigla CZ-5B-Y3, è un frammento del razzo che il 24 luglio aveva portato in orbita il secondo modulo della stazione spaziale cinese.

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Razzo cinese in caduta libera: dove potrebbe cadere

Un razzo cinese, lanciato in orbita domenica scorsa, sarebbe in caduta libera “fuori controllo”. Si tratta del Long March 5B da 21 tonnellate, che adesso mette in allarme gli scienziati aerospaziali internazionali. Questi ultimi temono, infatti, che il razzo potrebbe non bruciarsi completamente al rientro nell’atmosfera terrestre. Cosa che – spiega il Messaggero – potrebbe dare luogo a una pioggia di detriti come quella che colpì l’Oceano Indiano un anno fa.

Il lancio è avvenuto tre giorni fa dalla piattaforma di Wenchang, sull’isola meridionale di Hainan. All’interno un nuovo laboratorio alimentato a energia solare, da agganciare alla stazione spaziale cinese di Tiangong. Adesso gli esperti hanno paura di quello che potrebbe succedere. Il rischio è che parti del razzo possano letteralmente “piovere” sulle nostre teste. Qualcosa di simile a quanto accaduto nel maggio 2021. La traiettoria di volo, tra l’altro, non sarebbe nemmeno così facile da prevedere, per via delle fluttuazioni nell’atmosfera generate dalle variazioni dell’attività solare.

Mentre a livello internazionale c’è chi lancia l’allarme, Pechino invece ridimensiona i rischi. “Il problema con i razzi cinesi è nella loro progettazione rischiosa e irresponsabile dei lanci. Di solito, gli scarti dei razzi rientrano subito dopo il decollo senza entrare in orbita, così da evitarne la dispersione e una eventuale precipitazione su un punto non sicuro, quelli cinesi invece no”, ha spiegato Jonathan McDowell, un esperto di Harvard. Mentre il ministro degli Esteri cinese ha fatto sapere che la probabilità di danni a qualcosa o qualcuno è “estremamente bassa”. 

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