Da Tv2000 a Rai 1 tutti i programmi per seguire le funzioni religiose, i film e i documentari sulla Pasqua


In occasione della Settimana Santa i palinsesti delle tv generaliste offrono ai fedeli diverse programmi a carattere religioso: dalle funzioni in diretta ai film ai documentari. Particolarmente fitto il programma a carattere religioso su Tv 2000. L’emittente della Cei trasmette le seguenti dirette con papa Francesco: giovedì 28 marzo alle ore 9.30 la Messa del Crisma e alle 16 dalla Casa Circondariale Femminile di Rebibbia la Messa in Coena Domini; venerdì 29 alle ore 17 la celebrazione della Passione e alle 21.15 la Via Crucis dal Colosseo; sabato 30 alle ore 19.30 dalla Basilica vaticana la Veglia pasquale; domenica 31 alle ore 10 la Messa di Pasqua seguita dalla benedizione Urbi et Orbi dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro; lunedì 1 aprile alle ore 12 la recita del Regina Caeli.
Le celebrazioni del Triduo Pasquale con Papa Francesco sono trasmesse in diretta anche su Radio inBlu2000.
Giovedì Santo, 28 marzo ore 20, in diretta la Veglia di preghiera Con Gesù nell’orto degli ulivi dalla Basilica del Getsemani.
La programmazione speciale di Tv2000 dedicata alla Settimana Santa prevede anche: da giovedì 28 a sabato 30 maro ore 19 e domenica 31 marzo alle ore 9.20 Questo mistero è grande. Il Triduo pasquale, momento di preparazione alla Pasqua con preghiere e riflessioni sul Vangelo della Passione.
Tra i film in prima serata: Gesù di Nazaret di Franco Zeffirelli (28-29-30 marzo), Risorto di Kevin Reynolds (domenica 31 marzo – Pasqua), Giovanni Paolo II di John Kent Harrison (lunedì 1 aprile).
Numerosi anche i Documentari: giovedì 28 marzo in onda Segni – miracoli eucaristici ore 8.30 e Io spero Paradiso ore 22.50. Sabato 30 marzo La sindone di Torino ore 6.30 e Il sepolcro di Gesù ore 11. Domenica 31 marzo Celestino V il Papa fuori dal mondo ore 22.55. Lunedì 1 aprile Sacro come un uomo ore 17.30.
Sulle rete Rai segnaliamo nel Venerdì Santo il tradizionale appuntamento con la Via Crucis dal Colosseo al Tempio di Venere in Roma, viene trasmessa in diretta e in mondovisione su Rai Uno a partire dalle ore 21.00. Anche il programma A sua immagine il 29 marzo alle 14 è dedicato al Venerdì santo. E sempre su Rai 1 la celebrazioni della santa Pasqua di papa Francesco con la benedizione Urbi et orbi in diretta dalle 9,50.
E infine su Rai storia sabato 30 marzo alle 20,30 un programma su Il santo sepolcro con Paolo Mieli e il professor Franco Cardini.
Mentre su Canale 5 la domenica di Pasqua va in onda il documentario Alla ricerca del volto di Gesù alle 8,45.

Abbiamo ascoltato in anteprima i 28 brani scelti da Amadeus in gara al Festival che si svolgerà dal 7 all’11 febbraio. Ecco le nostre prime impressioni

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Io, io, io, sempre fortissimamente io. Forse mai come in quest’edizione le canzoni di Sanremo riflettono l’individualismo dominante nella società di oggi. Abbiamo ascoltato ieri in anteprima tutte di seguito le 28, dicasi ventotto, canzoni scelte da Amadeus che si contenderanno la vittoria del Festival che si svolgerà dal 7 all’11 febbraio. Lo stordimento dopo questa maratona musicale è inevitabile, ma fatta la solita premessa (che in questo caso vale più di altre volte) sul fatto che occorra riascoltarle per poterne ricavare un giudizio più preciso, due tendenze saltano subito all’orecchio: si parla quasi esclusivamente d’amore; l’amore è un sentimento che non genera felicità, ma tormento o, nella migliore delle ipotesi, rimpianto.

D’accordo, Sanremo è Sanremo, ed è comprensibile e forse giusto che sia una bolla in cui rifugiarsi per cinque serate dimenticando la guerra in Ucraina, la crisi economica e i mille altri problemi che funestano la vita reale. Però che depressione, specie nei testi dei tanti artisti giovani. Prendiamo uno dei più bravi, Lazza. Il suo ultimo album, “Sirio”, è stato il dominatore della hit parade del 2022. Ma lui canta: “Primo in classifica ma non importa, mi sento l’ultimo come persona”. E, rivolgendosi alla sua lei, implora: “Aiutami a sparire come cenere”. Sulla stessa linea William Busetti, 21 anni, in arte Will, che arriva da Sanremo Giovani: “Siamo ferite che ballano, io non sopporto chi parla. No, siamo dolori che canterò e so che se torni non basterò”. Ariete, classe 2002, invece canta un amore tra due donne, una relazione di cui la protagonista non pare essere proprio convintissima: “Amore incerto, vorrei sapere se vado o se resto. Mi sa che resto”. In questo mondo dominato quindi dalla precarietà anche sentimentale, arrivano le parole definitive cantate da Leo Gassman, convinto di “avere talento per trasformare le sfide in sfighe”.

E i più grandicelli? Rimpiangono la loro gioventù, provando compassione per i ragazzi di oggi: “Non volevamo crescere. Anche morire giovani non puoi più perché adesso c’hai la family e dipende da te” (Articolo 31). Oppure si struggono per amori finiti, come Giorgia (“E tu alla fine eri una bella canzone che non si può ascoltare a ripetizione, maledizione!”); o come i Modà, che, parafrasando I giardini di marzo di Lucio Battisti, si chiedono: (“Che giorno è? È il primo giorno senza te. Lasciami con la nostra canzone e un bicchiere con dentro un tramonto”).

Discorso a parte per Gianluca Grignani, che conferma la sua sensibilità con un testo spietato nei confronti di sé stesso in cui immagina una telefonata con il padre. Che così si rivolge a lui: “Ciao, sono papà. Come va Gianluca? Ma no che non sto male. Ma quando accadrà tu verrai al mio funerale?”. In questo oceano di pessimismo Dio o, più in generale, per la spiritualità fanno capolino solo nell’inno femminista di Levante (“Credo nel Dio che prego. Padre nostro, Padre nostro, posso andare in cielo?”) e nell’intensissima interpretazione di Anna Oxa di Sali (Canto dell’anima). Per il resto, non resta che lasciarsi trasportare dalle trascinanti atmosfere dance alla Raffaella Carrà di Furore delle redivive sorelle Paola e Chiara o dell’altro duo Colapesce e Dimartino che con Splash prova a bissare il successo di Musica leggerissima in cui si cantava: “Metti un po’ di musica leggera perché ho voglia di niente”. Perfetta sintesi anche di quest’edizione del Festival.