In ospedale. Il Papa reciterà l’Angelus dal Gemelli. I disegni dei bambini per lui

Il bollettino: non ha più febbre, ha passeggiato in corridoio e ieri pomeriggio ha celebrato la Messa
L'ospedale Gemelli dove il Papa è ricoverato da domenica scorsa

L’ospedale Gemelli dove il Papa è ricoverato da domenica scorsa – Ansa

Avvenire

Il Papa sta sempre meglio, non ha più avuto febbre, e domenica reciterà l’Angelus dal Gemelli. Lo ha annunciato il portavoce vaticano, Matteo Bruni, nel consueto punto sulle condizioni del Pontefice. “Sua Santità Papa Francesco ha trascorso una giornata tranquilla, con un normale decorso clinico. Ha continuato ad alimentarsi regolarmente ed ha proseguito le cure programmate – si legge nella nota -. Ha passeggiato nel corridoio ed ha ripreso il lavoro alternandolo con momenti di lettura di testi. Nel pomeriggio – prosegue Bruni – ha celebrato la Santa Messa nella Cappellina dell’appartamento privato alla quale hanno partecipato quanti lo assistono in questi giorni di degenza. Dopo il lieve episodio febbrile, il Santo Padre è apiretico. In occasione della prossima domenica è prevista la recita dell’Angelus dal 10° piano del Policlinico Universitario “A. Gemelli”. Il Santo Padre – conclude la nota – ringrazia per i numerosi messaggi di affetto e vicinanza che quotidianamente riceve e chiede di continuare a pregare per lui”.

 

Intanto anche i bambini del reparto di oncologia pediatrica del Gemelli, ai quali il Papa aveva fatto pervenire il suo saluto, hanno voluto rispondere al Papa. Come informa Vatican News, hanno scritto, a margine di un bel disegno: “Abbiamo saputo che non stai tanto bene e che adesso ti trovi nel nostro stesso ospedale”. Un breve messaggio scritto con il cuore che il Santo Padre ha potuto leggere. “Anche se non possiamo vederci – si legge ancora nella letterina – ti mandiamo un forte abbraccio e ti auguriamo di guarire presto”.

 

 

Disegni e auguri di pronta guarigione anche dall’Ospedale Bambino Gesù, come anticipato nell’edizione di Avvenire in edicola oggi, venerdì 9 luglio. Qui di seguito pubblichiamo uno dei disegni dei piccoli, in cui si vede uno dei bimbi che tiene la mano del Papa allettato, con la scritta: “Caro Papa Francesco, senti la mia preghiera, come io sentivo la tua quando stavo male”.

 

Papa: suora prega guardando finestre al decimo piano Gemelli

 © ANSA

“Prima di essere il Papa è una persona che ha bisogno di aiuto”. A dirlo è suor Maria Leonina, all’anagrafe Giuseppina, che stamani ha pregato con le mani rivolte verso il cielo e gli occhi puntati alle finestre al decimo piano del Policlinico Gemelli, dove da domenica è ricoverato Papa Francesco.    “Una preghiera ci vuole sempre per il Papa e per il mondo”, ha detto la suora parlando con i giornalisti accampati ormai da giorni su una collinetta da cui è possibile immortalare l’ingresso principale del nosocomio e le ormai famose finestre serrate.
“Il Papa è un capo di Stato, è un capofamiglia, ma la mia è una preghiera per aiutare questo povero cristiano che sta male.
Perché il Papa – ha concluso – sta meglio a Santa Marta”.
(ANSA).

Vaticano. A luglio stop alle udienze generali del Papa

A luglio stop alle udienze generali del Papa

Come ogni anno, anche in questo mese di luglio è arrivato il momento per papa Francesco per diradare un po’ gli impegni. Non si tratta di vere e proprie “vacanze”: il Pontefice infatti anche quest’anno non si muoverà da Casa santa Marta, la sua residenza in Vaticano, ma sospenderà le udienze, in particolare quelle generali del mercoledì.

“Secondo quanto comunicato dalla Prefettura della Casa Pontificia – ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni -, le udienze generali saranno sospese per tutto il mese di luglio per la consueta pausa estiva e riprenderanno mercoledì 4 agosto“.

Resta inalterato invece il consueto incontro domenicale con i fedeli in Piazza San Pietro: “Il Santo Padre continuerà a rivolgersi ai fedeli con la Preghiera dell’Angelus”, ha aggiunto il portavoce vaticano.

Avvenire

Buone le condizioni di Papa Francesco dopo l’intervento chirurgico di domenica sera Auguri e preghiere da tutto il mondo

cq5dam.thumbnail.cropped.500.281.jpeg

Osservatore

«È in buone condizioni generali, vigile e in respiro spontaneo» Papa Francesco dopo «l’intervento chirurgico per la stenosi diverticolare effettuato nella serata del 4 luglio», che «ha comportato una emicolectomia sinistra e ha avuto una durata di circa tre ore». Lo ha dichiarato stamane, lunedì 5, il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, aggiungendo che per il Pontefice «si prevede una degenza di circa sette giorni salvo complicazioni». Nella giornata di ieri era stato lo stesso Bruni a rendere noto che nel «pomeriggio Sua Santità» si era recato presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma per «un intervento chirurgico programmato» al colon, preannunciando un nuovo bollettino medico dopo l’operazione. E così intorno alla mezzanotte il direttore della Sala stampa aveva informato che Francesco aveva «reagito bene» all’intervento — cui era stato «sottoposto in serata» — eseguito dal professor Sergio Alfieri, con l’assistenza del professor Luigi Sofo e dei dottori Antonio Tortorelli e Roberta Menghi. L’anestesia generale è stata condotta dai professori Massimo Antonelli e Liliana Sollazzi e dai dottori Roberto De Cicco e Maurizio Soave. Erano altresì presenti in sala operatoria i professori Giovanni Battista Doglietto e Roberto Bernabei, rispettivamente direttore del Fondo assistenza sanitaria (Fas) e medico personale di Papa Bergoglio.

Sin da subito messaggi augurali sono stati inviati al vescovo di Roma da tutto il mondo, attraverso i social network e i canali istituzionali. Tra i più significativi, quello del patriarca ecumenico Bartolomeo, che si rivolge «al mio caro fratello», pregando il Signore con le parole dell’apostolo Paolo — «la debolezza di Dio è più forte degli uomini (1 Cor 1, 25) — per continuare a «svolgere insieme l’indispensabile missione di unità, alla quale Cristo ci chiama».

«L’affettuoso pensiero degli italiani tutti, di cui mi faccio interprete unendovi il mio personale, accompagna in queste ore Vostra Santità, unitamente ai più cordiali auguri di buona convalescenza e ancor migliore e pronta guarigione» ha scritto il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella all’atterraggio a Parigi, per una visita di Stato in Francia iniziata ieri, domenica 4 luglio. E in una nota diffusa da Palazzo Chigi, lo stesso ha fatto anche il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi. Su Twitter, inoltre, i messaggi del presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e del sindaco di Roma, Virginia Raggi, «da parte di tutta la città».

A nome del Parlamento europeo, si è espresso con voti augurali, sempre con un tweet, il presidente David Sassoli. Vicinanza anche dalla diocesi di Roma, nella quale si prega per Francesco e per i medici che lo hanno in cura, e dalla Conferenza episcopale italiana (Cei), che auspica per il Pontefice una pronta guarigione. «Abbiamo pregato per lei — ha scritto tra l’altro il cardinale presidente Gualtiero Bassetti — affidando al Padre la sua salute. Ci siamo lasciati guidare dalle parole del Salmo che abbiamo proclamato nella liturgia domenicale: “I nostri occhi sono rivolti al Signore”. Anche in questa occasione ci ha insegnato come affrontare la sofferenza. Lo sguardo rivolto agli impegni dei prossimi mesi e il sorriso abituale dalla finestra del Palazzo apostolico, con cui ci dà appuntamento ogni domenica, sono una grande testimonianza. Non bisogna mai cedere allo sconforto anche nelle ore della fatica più dura».

Dai capi di Stato e di governo alle personalità del mondo politico e diplomatico, dai semplici fedeli ai leader religiosi, lunghissima è la lista di quanti hanno voluto far sentire il loro incoraggiamento. Tra questi ultimi, oltre al patriarca Bartolomeo, il Grande imam di Al Azhar, lo sceicco al-Tayyeb, con l’auspicio di una rapida ripresa che restituisca alla sua missione per l’umanità colui che anch’egli definisce «caro fratello». L’invocazione «che il Signore lo sostenga con la tenerezza del suo amore» arriva invece dal Centro anglicano di Roma, insieme con gli «auguri di pronta guarigione» assicurati a Francesco dalla comunità ebraica dell’Urbe attraverso il rabbino capo Riccardo Di Segni.

La novità. Il Papa: così l’Incontro delle famiglie 2022 sarà davvero mondiale

Iniziative in tutte le diocesi del mondo, a Roma gli eventi principali. Il Papa: “Occasione provvidenziale per tante famiglie”. Il logo
Il Papa: così l'Incontro delle famiglie 2022 sarà davvero mondiale

Un Incontro mondiale con una formula inedita e multicentrica. Ecco la grande novità per l’Incontro di Roma 2022 che papa Francesco ha annunciato stamattina. Accanto alla sede principale dell’evento – che rimane certamente Roma – ci saranno tante iniziative locali nelle diocesi di tutto il mondo, analoghe a quelle che contemporaneamente si svolgeranno nella capitale italiana. Pur rimanendo infatti Roma la sede designata, ogni diocesi potrà essere centro di incontri locali per le proprie famiglie e le proprie comunità. Questo per consentire a tutti di sentirsi protagonisti, in un momento in cui è ancora difficile spostarsi per via della pandemia.

È stato papa Francesco in persona a presentare il decimo Incontro mondiale delle famiglie, che si terrà dal 22 al 26 giugno 2022, L’ha fatto con un video messaggio diffuso poco fa. «Nei precedenti Incontri – spiega il Papa – la maggior parte delle famiglie restava a casa e l’Incontro veniva percepito come una realtà distante, al più seguita in televisione, o sconosciuta alla maggior parte
delle famiglie. Questa volta, avrà una formula inedita: sarà un’opportunità della Provvidenza per realizzare un evento mondiale capace di coinvolgere tutte le famiglie che vorranno sentirsi parte della comunità ecclesiale»

Video

Ed è arrivato anche il logo dell’evento, promosso dal Dicastero laici, famiglia e vita e organizzato dalla diocesi di Roma. Il logo coloratissimo trasmette l’idea di una famiglia inclusiva, con il profilo anche di persone disabili e di anziani, incorniciate dal colonnato del Bernini.

L’Incontro mondiale, inizialmente previsto lo scorso anno, si terrà nel 2022, in un tempo di speranza e rinascita. D’altra parte il tema scelta dal Papa – “L’amore familiare: vocazione e via di santità” .- rimanda proprio a un concetto di impegno spirituale strattamente connesso alle relazioni coniugali e familiari.

L’Incontro mondiale verrà quindi realizzato in due modalità parallele. Roma rimarrà la sede principale, Nell’aula Paolo VI si svolgeranno, da mercoledì a sabato il Festival delle famiglie e il Congresso teologico-pastorale. Mentre domenica la Messa verrà celebrata dal Papa in piazza San Pietro. Parteciperanno, in particolare, i delegati delle Conferenze episcopali e dei movimenti internazionali impegnati nella pastorale familiare.

Ma contemporaneamente, nelle singole diocesi, i vescovi potranno attivarsi a livello locale, per programmare iniziative analoghe, a partire dal tema dell’Incontro ed utilizzando i simboli che la diocesi di Roma metterà a disposizione (logo, preghiera, inno e immagini.

 

 

 

 

«Si tratta di un’occasione preziosa – ha concluso papa Francesco – per dedicarci con entusiasmo alla pastorale familiare: sposi, famiglie e pastori insieme. Coraggio, dunque, cari Pastori e care famiglie, aiutatevi a vicenda per organizzare incontri nelle diocesi e nelle parrocchie di tutti i continenti».

«Nel corso degli anni – ha poi sottolineato il cardinale Kevin Farrell, prefetto del dicastero Laici, Famiglia e Vita – questo importante appuntamento ecclesiale ha visto una partecipazione di famiglie sempre crescente. Le migliaia di persone che hanno partecipato alle edizioni più recenti, con la ricchezza delle loro lingue, culture ed esperienze, sono state un segno eloquente della bellezza della famiglia per la Chiesa e per l’intera umanità. Occorre proseguire su questa strada, cercando di coinvolgere un maggiore numero di famiglie in questa bellissima iniziativa». Anche il cardinale vicario Angelo De Donatis ha insistito sull’importanza di «cogliere un’opportunità preziosa e unica per far ripartire con rinnovato slancio missionario e creatività la pastorale familiare, a partire dalle indicazioni che ci sono state date dal Papa in Amoris Laetitia, cioè con il coinvolgimento di sposi, famiglie e pastori insieme».

Avvenire

Domenica 15 novembre, quarta Giornata mondiale dei poveri

cq5dam.thumbnail.cropped.500.281.jpeg

Sotto il colonnato alla vigilia della festa

14 novembre 2020

Sotto il colonnato del Bernini sabato mattina non si parla d’altro: «Domani, che è domenica, alle 10 il Papa celebra la messa e ci ha invitato dentro in basilica» dice, con il piglio da “portavoce”, Anna, 72 anni, che in zona San Pietro conoscono tutti.

«Purtroppo per la pandemia non si può fare il pranzo tutti insieme come l’anno scorso» fa presente la donna, che a Francesco vorrebbe regalare una rosa. Nelle parole di Anna c’è tutta la consapevolezza che l’invito rivolto dal Papa ai più poveri per la messa, nella Giornata a loro dedicata, è una riaffermazione della dignità di ogni persona indipendentemente dal suo conto in banca, dal fatto che non ha una casa o un cambio di vestiti e fatica a metter su pranzo e cena.

Le “braccia” del colonnato del Bernini sono sempre lì, spalancate per accogliere ogni donna e ogni uomo. Ma la constatazione che una delle “braccia” è resa “viva” proprio dalle persone emarginate, rende l’immagine suggerita dal colonnato ancora più forte e chiara. Perché proprio il “punto di riferimento” che Papa Francesco ha voluto sotto il colonnato per assicurare ai più poveri docce, servizi di accoglienza e anche un ambulatorio — dove da 2 settimane si fanno 50 tamponi al giorno — sta a ricordare, senza retorica, che qui davvero la Giornata del povero si celebra ogni giorno, con i fatti.

Domenica 15 novembre alla messa per la quarta edizione della Giornata mondiale — organizzata dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione — saranno simbolicamente presenti “solamente” cento persone, in rappresentanza di tutti i poveri del mondo. Accompagnate da volontari e benefattori. E a proclamare le letture saranno proprio coloro che ogni giorno vengono assistiti dalle associazioni caritative.

La celebrazione sarà in diretta su Rai 1, Tv2000, Telepace e sulle emittenti cattoliche del mondo collegate al Dicastero per la comunicazione e sarà trasmessa in streaming su Vatican News.

«Tendi la mano al povero» è l’espressione del libro del Siracide (7, 32) scelta dal Papa per “fotografare” la grande povertà che oggi abbraccia il mondo. La pandemia sta rendendo ovunque evidente una povertà dimenticata: la fragilità. E il povero è fragile per definizione, perché manca del necessario per vivere e la sua stessa esistenza dipende dalla generosità e della solidarietà degli altri.

Quest’anno la Giornata ha un valore forse ancora più “provocatorio” perché la pandemia sta facendo toccare con mano che ogni donna e ogni uomo è debole, dipende dagli altri: vale per i potenti e per chi vive sotto un ponte.

Il messaggio suggerito da questo evento è che «non ci si salva da soli ma insieme». Ecco che l’immagine della “mano tesa”, scelta dal Papa per la Giornata, rammenta che non può mai essere “a senso unico”: chi la tende deve avere la certezza che viene raggiunta da un’altra mano, senza stare a calcolare chi l’ha tesa per primo.

E se la Giornata mondiale dei poveri nel tempo del covid-19 ha il suo “cuore” nella celebrazione che Francesco presiederà domenica mattina all’altare della cattedra in San Pietro e il suo “segno” nel quotidiano e non episodico servizio di accoglienza sotto il colonnato del Bernini, davvero ogni casa — meglio, ogni persona — è “sede” della celebrazione. Oggi più che mai in ogni dimora e in ogni luogo — soprattutto negli ospedali — le persone si tendono reciprocamente le mani. Perché nessuno sia solo nei problemi, nella malattia, nella morte.

Lo “racconta” efficacemente il logo della Giornata: sulla soglia di una porta aperta s’incontrano due persone che si tendono la mano. Una chiede aiuto, l’altra vuole offrirlo. Ma non si comprende chi tra le due sia “il povero”. Poveri, in realtà, siamo tutti. Ci sono due braccia tese, come quelle del colonnato berniniano. E soprattutto la porta resta spalancata.

di Giampaolo Mattei – Osservatore

Assisi. Papa Francesco firma l’enciclica sulla fratellanza. Come seguire l’evento

Sarà la terza del pontificato e si intitolerà “Fratelli tutti… “. La visita avviene in forma privata.

Il Papa con i giovani alla Gmg di Cracovia nel luglio 2016

Il Papa con i giovani alla Gmg di Cracovia nel luglio 2016 – Ansa

Papa Francesco sarà in forma privata ad Assisi questo sabato 3 ottobre per firmare la sua nuova enciclica “Fratelli tutti” sulla fraternità e l’amicizia sociale.

Papa Francesco alle 15 arriverà al Sacro Convento dove celebrerà la Messa presso la Tomba di San Francesco, e al termine firmerà l’enciclica. “A motivo della situazione sanitaria – spiega il direttore della sala
stampa vaticana Matteo Bruni – è desiderio del Santo Padre che la visita si svolga in forma privata, senza alcuna partecipazione dei fedeli”. Appena terminata la celebrazione, il Pontefice farà rientro in Vaticano.

Come seguire la celebrazione e la firma in Tv o streaming

Su Tv2000 (canale 28 dt e 157 sky): sabato 3 ottobre, a partire dalle ore 14.30, lo speciale del ‘Diario di Papa Francesco’ segue in diretta l’arrivo del Papa al Sacro Convento di Assisi, la Santa Messa presso la Tomba di San Francesco e, al termine, la firma dell’Enciclica. Intervengono: il presidente dell’Apsa mons. Nunzio Galantino, il fondatore e presidente dell’organizzazione ‘Rondine Cittadella della Pace’, Franco Vaccari, la teologa musulmana, Shahrzad Houshmand Zadeh, e il rifugiato politico Moussa Camara.

Lunedì 5 ottobre, dalle ore 16, la diretta dello speciale del ‘Diario di Papa Francesco’ con un dibattito di approfondimento sull’Enciclica ‘Fratelli tutti’. Tra gli ospiti: l’economista e consigliere di Stato della Città del Vaticano, suor Alessandra Smerilli, l’Imam di Firenze Izzedin El Zir, il giornalista Ferruccio De Bortoli, la docente di Sociologia e Antropologia dei media e direttrice della rivista «Comunicazioni Sociali» Chiara Giaccardi, il filosofo Massimo Borghesi, lo scrittore Eraldo Affinati, il direttore Fondazione Regina Pacis don Gennaro Pagano e il co-fondatore dell’associazione internazionale anti caporalato “No-Cap” Yvan Sagnet.

Sarà anche possibile seguire in streming la Messa e la firma attraverso il nostro sito Avvenire.it e Vatican News

L’attesa ad Assisi​

Lo scorso 26 agosto il vescovo di Rieti Domenico Pompili aveva anticipato che era imminente una nuova enciclica “sul tema della fratellanza umana”. Sarà la terza enciclica del pontificato dopo la Lumen fidei del 29 giugno 2013 e la Laudato si’ del 24 maggio 2015.

Il Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, da parte sua ha dichiarato: «E’ con grande gioia e nella preghiera che accogliamo e attendiamo la visita privata di papa Francesco. Una tappa che evidenzierà l’importanza e la necessità della fraternità”.

Cme ricorda VaticanNews con quella del 3 ottobre saranno quattro le visite del Papa alla città del Poverello, dopo le tappe del 4 ottobre 2013 e quella doppia del 2016, 4 agosto e 20 settembre. Un ritorno che l’arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Domenico Sorrentino, attende con “commozione e gratitudine”, come si legge in un comunicato.

“Mentre il mondo soffre una pandemia che mette tanti popoli in difficoltà, e ci fa sentire fratelli nel dolore, non possiamo non sentire il bisogno di diventare soprattutto fratelli nell’amore”, scrive monsignor Sorrentino, che parla della “fraternità cosmica” di San Francesco. “Questo gesto di Papa Francesco – conclude il presule – ci dà nuovo coraggio e forza per ‘ripartire’ nel nome della fraternità che tutti ci unisce”.