I fedeli in Piazza San Pietro: un cristiano non può non perdonare

Decine di migliaia i fedeli arrivati da ogni parte del mondo, che in questa Domenica della Divina Misericordia, hanno partecipato con gioia e raccoglimento alla Messa presieduta dal Papa in Piazza San Pietro.

R. – La misericordia è importante, perché è sentirsi perdonati, è sentirsi accolti dalla Chiesa, dai fratelli, da chi ti vuole bene. E’ cercare di andare verso l’altro, uscire da noi stessi per accogliere il prossimo, che magari ci sembra meno vicino.

R. – La misericordia si trasmette perdonando, avendo pazienza, sopportando tante volte noi stessi e gli altri.

R. – Io vengo dall’Iraq e per noi la speranza della misericordia è molto, molto importante, specialmente in questo momento. Perché senza speranza, senza questa misericordia di Dio, non possiamo vivere. Ogni giorno viviamo nel pericolo e senza questa misericordia non ci sarebbe niente! Giorno per giorno noi viviamo veramente nelle mani di Dio: per questo continuiamo a vivere così, nonostante tutta la nostra difficile situazione.

D. – Nel tuo Paese, purtroppo, i cristiani sono perseguitati: in che modo si può perdonare?

R. – Possiamo solo perdonare, perché siamo cristiani! Non possiamo vivere senza perdonarci gli uni gli altri. Sì, è vero che siamo perseguitati, ma possiamo solo vivere nell’amore; e coloro che ci fanno male, possiamo solo perdonarli. Non possiamo fare nient’altro: possiamo fare solo così, perché siamo cristiani! Viviamo nell’amore di Dio e non possiamo fare altro…

D. – In questo momento si usa molto la parola misericordia, ma è davvero capita questa parola o è, forse, un po’ abusata?

R. – Forse molto spesso è abusata: è usata, ma non viene compresa. Andrebbe maggiormente interiorizzata e soprattutto messa in pratica, avvicinandosi agli altri con spirito più sincero e senza pregiudizi.

D. – Il Papa ci ha invitato a diventare buoni samaritani della misericordia. In che modo rispondere a questa sua esortazione?

R. – Secondo me significa entrare in empatia con il prossimo.

R. – L’unica cosa che possiamo usare è la misericordia. Quando diciamo misericordia vogliamo dire che uno ha bisogno di essere amato.

R. – Vuol dire che noi dobbiamo essere vicini agli altri, aiutare gli altri, coloro che hanno più bisogno di noi, che soffrono, che sono più poveri di noi. Noi abbiamo questo dovere: essere vicini a loro, aiutarli ad uscire dalla povertà.

R. – Buoni samaritani anche quando ci sembra più difficile andare incontro al prossimo, abbandonare i nostri pregiudizi e quindi saper caricare la nostra croce e anche quella degli altri.

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3 Aprile Domenica della Divina Misericordia: l’abbraccio con la bontà del Padre

Si celebra questa domenica la Festa della Divina Misericordia. Una ricorrenza istituita nella seconda domenica di Pasqua da San Giovanni Paolo II nel 2000, in occasione della canonizzazione di Santa Faustina Kowalska. Proprio alla vigilia di questa festa, il 2 aprile di 11 anni fa, moriva Papa Wojtyla. Santa Faustina, suora polacca della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia, ebbe straordinarie rivelazioni: nel 1931, in una apparizione, Gesù le chiese di far dipingere l’immagine della sua Misericordia.

R. – E’ un momento di grazia per tutta la Chiesa riscoprire questo grande fiume erompente che dà la possibilità ad ogni uomo di riconoscersi bisognoso della misericordia di Dio per rimettersi in un cammino nuovo e quindi quasi purificati, rigenerati dalle acque preziosissime della Divina Misericordia, ci possiamo ripresentare con cuore libero e gioioso ad avere l’abbraccio del Padre.

D. – Una devozione – quella alla Divina Misericordia – che nasce con l’esperienza di Suor Faustina Kowalska …

R. – Esatto. Nel suo diario, Santa Faustina ricorda di aver pianto perché il pittore ha dipinto Gesù Misericordioso non perfettamente come lei lo vedeva e Gesù la consola dicendo: “Faustina, non preoccuparti se non mi ha fatto bene come tu volevi: la cosa importante è che coloro che guarderanno la mia immagine si abbandonino alla certezza e quindi alla gioia del mio abbraccio misericordioso”.

D. – La festa venne istituita nel 2000 da Papa Wojtyla, che morì cinque anni dopo, proprio nei Vespri della ricorrenza. Come leggere questo legame con San Giovanni Paolo II?

R. – E’ un legame che si è potuto vedere la sera del 2 aprile, quando in Piazza San Pietro migliaia di persone pregavano e invocavano il Signore per aiutarlo, perché ormai si percepiva il grande momento del suo trapasso; e quindi senz’altro anche quel tratto della Misericordia di Dio è passato attraverso di lui che pregava e si offriva per noi, unito a Maria.

D. – Alla misericordia Papa Francesco ha voluto dedicare quest’Anno giubilare; quanto è importante in questo momento storico molto particolare, la misericordia?

R. – Secondo me, lui come religioso e anche come missionario è stato ispirato, perché forse non tutti ancora abbiamo capito l’importanza di questo grande dono che ci deriva proprio dalla Passione e morte di Gesù. E c’è la famosa coroncina, tanto pregata: il Papa ne ha dato anche in omaggio in Piazza San Pietro. Ci ha fatto anche ripristinare le opere di Misericordia, corporali e spirituali, e questa è un’icona bellissima che dà a noi l’opportunità non solo di rivalorizzare un po’ quelli che sono i cardini della nostra fede, ma rivitalizzarla!

D. – Suor Maria Rosa, la festa della Divina Misericordia spiegata ai ragazzi: lei che è catechista, è stata insegnante, come ha avvicinato i giovani a questa festività? Come ha insegnato loro a pregare, in occasione di questa festività?

R. – Prima di tutto, la testimonianza e soprattutto interessare i ragazzi stessi. Presentavo quasi sempre le parabole del Figliol prodigo e del Buon Samaritano, perché non dimentichiamoci: anche il Buon Samaritano è stato uomo di misericordia, perché è stato capace non solo di fermarsi, di ungere le ferite, ma ha caricato l’uomo ferito sul suo giumento, lo ha portato alla locanda, ha pagato di persona e ha detto all’albergatore: “Ciò che spenderai di più, te lo rifonderò al mio ritorno”. E quindi, certamente, lui è stato misericordioso. Ma in quel Samaritano noi sappiamo che c’è Gesù, quindi si fa presto poi a leggere la misericordia, quando noi leggiamo la Parola di Dio, perché la Parola di Dio è una parola viva, è una parola di verità, è una parola che ti conquista, è una parola che non muore…

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“Misericordia per tutti”, il libro Sabato 2 aprile alle 18.30 verrà presentato

Sabato 2 aprile alle 18.30 verrà presentato al pubblico nei locali dell’Università il nuovo libro di don Luca Ferrari “Misericordia per tutti – Il sacramento della Riconciliazione come cammino”.
L’autore, presbitero della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, responsabile del Movimento Familiaris Consortio, è ideatore e responsabile del gruppo Giovani & Riconciliazione, che si propone di sensibilizzare i giovani, e non solo, al sacramento del Perdono.

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La misericordia scandalizza chi si sente giusto

Enzo Bianchi

Nell’Anno Santo siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia del Padre per diventare noi stessi segno efficace dell’agire di Dio. Sulla scia di questo invito del Papa, Enzo Bianchi, priore della comunità ecumenica di Bose, ha pubblicato recentemente per la San Paolo un libro che è un invito alla conversione, intitolato ‘L’amore scandaloso di Dio’. Ma perché la misericordia dà fastidio, scandalizza?

R. – Perché noi uomini abbiamo un concetto di giustizia che è sempre una giustizia un tempo punitiva, poi correttiva. Ma noi abbiamo innestato dentro di noi questo meccanismo, ben detto dal romanzo di Dostoevskij “Delitto e Castigo”: dove c’è il peccato ci deve essere la pena; dove c’è il delitto ci deve essere il castigo. Allora, che un Dio invece, gratuitamente, perdoni il figlio andato via di casa, che non condanni l’adultera, che non ponga condizioni ma al contrario dia il suo perdono infinito: questo ci scandalizza. E più noi ci sentiamo giusti, religiosi, più siamo infastiditi e finiamo per dire: “Ma queste posizioni, queste parole di Gesù sono troppo!”. Effettivamente, noi ci sentiamo turbati a volte dagli atteggiamenti di Gesù.

D. – E chi sono gli scandalizzati dalla misericordia: coloro che si ritengono giusti?

R. – Sono quelli che si ritengono giusti. Dobbiamo anche capire il perché. Devo dire che io, come monaco, ormai ho tutta una vita dietro e lo capisco bene: alcune volte, quando si guarda alla propria vita: tanti sforzi, tante ascesi, tanta disciplina per non commettere i peccati… Allora si è come tentati di dire che, insomma, un po’ giusti lo siamo. Siamo tentati di guardare gli altri e di vederli con i loro peccati, i loro limiti o i loro gravi delitti. Ecco, questo non è cristiano. Gesù ci ha insegnato che intanto tutti siamo peccatori, chi in una maniera chi nell’altra, nessuno può giudicare un altro: solo il Signore lo farà e si conoscerà allora quanto uno è veramente peccatore. Ma noi, in qualche misura, siamo tentati: se siamo religiosi, vogliamo dare l’esempio, l’esemplarità. Insomma, quelli che nel Nuovo Testamento erano una parte di Scribi, Farisei – questi zelanti, questi “giusti incalliti” li chiamo – costoro ci sono sempre, anche oggi, e li vediamo qualche volta che vorrebbero fermare la misericordia di Dio, contenerla, secondo le loro regole.

D. – Lei dà anche un’indicazione per vivere concretamente la misericordia: vedere, sentire, e poi agire però…

R. – Sì, perché la misericordia si fa. Bisogna vedere, fino ad avvicinarci, la prossimità, quindi sentire i sentimenti di misericordia e di compassione che ogni uomo ha; ma poi passare all’azione, perché la misericordia deve essere atteggiamento, comportamento, stile, cura, un impegno fatto con tutta la nostra persona verso l’altro. Non può essere qualcosa di semplicemente spirituale e tantomeno ridursi a delle parole.

D. – Ecco, vediamo che alcuni sono scandalizzati dal Pontificato di Papa Francesco: sarà proprio perché insiste sulla misericordia che, come dice lei, “scandalizza”…

R. – Io sono convinto di sì. Devo dire che nel libro avrei potuto dire ogni volta, leggendo il Vangelo e dicendo: “Qui Gesù ha scandalizzato”, aggiungere che qui Francesco ha scandalizzato, commentando il Vangelo e semplicemente applicandolo. Per cui, c’è un solo problema davvero nei confronti di Papa Francesco: il suo volto misericordioso scandalizza esattamente come il volto di Gesù, né più né meno.

D. – Come vivere questa tempo di Pasqua nel cuore dell’Anno Giubilare dedicato alla misericordia? Che senso darle?

R. – Che diventi un’esperienza della misericordia di Dio su di noi. Che facciamo quest’esperienza; siamo portati a fare misericordia agli altri. Se invece ci chiudiamo alla misericordia di Dio e pensiamo che non sia l’unica cosa di cui abbiamo bisogno perché abbiamo bisogno di altro, non saremo mai dei misericordiosi che fanno misericordia. E quindi il Regno d

Papa: il Triduo pasquale, giorni di misericordia e silenzio

Il Triduo Pasquale “è tutto un grande mistero di amore e di misericordia”. È la definizione che Papa Francesco ha dato, all’udienza generale in Piazza San Pietro, dei “momenti forti” della Passione e morte di Cristo, nei quali da domani si immergerà la Chiesa. Il Papa l’ha invitata a vivere questo periodo liturgico in un atteggiamento di particolare “silenzio” e con fede mariana, che “non dubita” ma “spera”.

da Radio Vaticana
I tre giorni della misericordia. Queste sono le ore in cui si consumano gli ultimi momenti di Gesù sulla terra. Misericordia, afferma Papa Francesco, che “rende visibile fino a dove può giungere l’amore di Dio”.
Il Triduo Pasquale è memoriale di un dramma d’amore
Francesco parla in una mattina in cui un cielo color metallo riflette i sentimenti di tristezza che sono del Papa stesso e dei 30 mila in Piazza San Pietro, blindata perché anche i fatti di Bruxelles hanno tragicamente ricordato che l’Europa vive sotto minaccia. E allora, la riflessione di Francesco sul Triduo Pasquale – esperienza di morte che prelude a una vita che non finisce – suona come un messaggio di speranza che si riverbera sul mondo oltre i confini della fede:
“Il Mistero che adoriamo in questa Settimana Santa è una grande storia d’amore che non conosce ostacoli. La Passione di Gesù dura fino alla fine del mondo, perché è una storia di condivisione con le sofferenze di tutta l’umanità e una permanente presenza nelle vicende della vita personale di ognuno di noi. Insomma, il Triduo Pasquale è memoriale di un dramma d’amore che ci dona la certezza che non saremo mai abbandonati nelle prove della vita”.
Gesù si dona a noi perché noi possiamo donarci agli altri
I tre giorni della misericordia iniziano il giovedì, il giorno di Dio che si fa cibo nell’Eucaristia e si fa servo ai piedi degli Apostoli. Con un significato ulteriore che il Papa tiene a sottolineare:
“Nel darsi a noi come cibo, Gesù attesta che dobbiamo imparare a spezzare con altri questo nutrimento perché diventi una vera comunione di vita con quanti sono nel bisogno. Lui si dona a noi e ci chiede di rimanere in Lui per fare altrettanto”.
Dio tace per amore
Venerdì Santo è il giorno dell’amore al suo culmine, quello che Sant’Agostino definì, ricorda il Papa, un amore che “va alla fine senza fine” e che, assicura Francesco, “intende abbracciare tutti, nessuno escluso”. Infine, il Sabato Santo, il giorno di Dio nel sepolcro. “Il giorno – sottolinea Francesco – del silenzio di Dio”:
“Dio tace, ma per amore. In questo giorno l’amore – quell’amore silenzioso – diventa attesa della vita nella risurrezione. Pensiamo, il Sabato Santo: ci farà bene pensare al silenzio della Madonna, ‘la credente’, che in silenzio era in attesa della Resurrezione. La Madonna dovrà essere l’icona, per noi, di quel Sabato Santo. Pensare tanto come la Madonna ha vissuto quel Sabato Santo; in attesa. È l’amore che non dubita, ma che spera nella parola del Signore, perché diventi manifesta e splendente il giorno di Pasqua”.
Gesù dice ad ognuno di noi: ‘Se potessi soffrire di più per te, lo farei’
Francesco conclude la catechesi ricordando Giuliana di Norwich, mistica inglese del Medioevo che, pur analfabeta, descrisse le visioni della Passione offrendo di esse, in modo “profondo e intenso”, il senso “dell’amore misericordioso di Cristo. Citando un dialogo in cui la Beata ringrazia Gesù per l’offerta delle sue sofferenze, il Papa ripete la risposta di Cristo alla mistica: “L’aver sofferto la passione per te è per me una gioia, una felicità, un gaudio eterno; e se potessi soffrire di più lo farei”:
“Questo è il nostro Gesù, che a ognuno di noi dice: ‘Se potessi soffrire di più per te, lo farei’. Come sono belle queste parole! Ci permettono di capire davvero l’amore immenso e senza confini che il Signore ha per ognuno di noi”.

Angelus Domenica 13 Marzo: il Papa dona 40 mila Vangeli, lo distribuiranno i nonni

Questa domenica, al termine dell’Angelus verrà distribuito in Piazza San Pietro “Il Vangelo della Misericordia di San Luca”. Lo rende noto l’Elemosineria Apostolica. Il Papa – riferisce un comunicato – presenterà e mostrerà questo Vangelo, in formato tascabile, dalla finestra del Palazzo Apostolico e, quando sarà conclusa la preghiera mariana, donerà i 40.000 libretti alle persone presenti in Piazza. Questa volta, i volontari impegnati nella distribuzione saranno gli operatori e gli assistiti del Dispensario Pediatrico di Santa Marta in Vaticano, insieme a un migliaio di nonni e anziani provenienti dalla città di Roma.

E’ importante – sottolinea il comunicato – che “a consegnare il dono del Papa siano proprio coloro che con se stessi ci hanno trasmesso la vita e tramandano ai propri figli e nipoti i valori più belli e più grandi: ora, come saggi annunciatori della misericordia del Padre celeste, ci fanno dono e ci consegnano l’eredità più preziosa, il Vangelo di Gesù! Come sono esperti di misericordia i nonni, così da loro potranno impararla i figli e i nipoti”. Dopo la distribuzione dei Vangeli, tutti questi volontari varcheranno la Porta Santa della Misericordia.

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IL 28 febbraio sarà il Vicariato Urbano ad andare in pellegrinaggio alla Porta Santa della Misericordia in Cattedrale

Venerdì 28 febbraio sarà il Vicariato Urbano ad andare in pellegrinaggio alla Porta Santa della Misericordia in Cattedrale.

Le Parrocchie del Centro Storico, sotto il segno del motto scelto unanimemente – “Verremo da Te, signore per bussare alla Porta del Tuo cuore e trovare misericordia e perdono” -, nel percorso verso la Porta effettueranno tre soste presso altrettante “locande del buon samaritano” o “luoghi della misericordia” della zona.
Dopo il ritrovo alle 15 davanti alla Casa della Carità di San Girolamo, alle 15.20 si sosterà davanti al Centro di ascolto Caritas in via Squadroni, quindi alle 15.30 alla Mensa del Povero nello Stradone del Vescovado, infine alle 15.45 in Piazza Duomo.

Qui il vescovo Massimo accoglierà i pellegrini nella Piazza della Cattedrale; seguiranno l’ingresso e il passaggio della Porta della misericordia, la liturgia del Vespro con Professione di fede e le preghiere per l’indulgenza giubilare, il Mandato del “buon samaritano” alle Comunità, la consegna a tutti della Candela del Giubileo, ed un gesto di solidarietà per il dormitorio della Caritas.

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«Lo sguardo aperto»: 10 film sulla misericordia. Ecco la lista dei film consigliati

Anche l’Acec (Associazione Cattolica esercenti cinema) sta supportando la straordinaria possibilità offerta da Papa Francesco al mondo con l’indizione dell’Anno santo, promuovendo il binomio cinema e misericordia.

Qual è l’obiettivo di questa iniziativa?
«Il Giubileo della misericordia sarà occasione di bene – spiega don Adriano Bianchi, presidente dell’associazione – anche per le tante Sale della Comunità sparse nel territorio italiano. Attraverso le numerose proposte che verranno offerte con i diversi linguaggi che da sempre sono al centro del palcoscenico e dello schermo, vogliamo essere sostegno vivo per il cammino delle comunità cristiane nella scoperta del volto della misericordia».

Quali risorse ha messo a disposizione delle sale di comunità l’Associazione Cattolica Esercenti Cinema? Da gennaio è disponibile in libreria, e gratuitamente una copia per ogni Sala della Comunità, il volume dal titolo “Lo sguardo aperto – 10 film sulla misericordia”, coordinata da Arianna Prevedello e don Gianluca Bernardini. Il saggio cinematografico vede la collaborazione nelle introduzioni metodologiche sul tema della misericordia del Gesuita Guido Bertagna in ambito biblico e di Edoardo Tallone in ambito psicologico.

Ogni film è corredato da una scheda capace di suscitare riflessioni estetiche e pastorali. A realizzarle sono stati da dieci autori di diversa sensibilità, impegnati nell’animazione cinematografica: queste schede costituiranno un apparato critico capace di offrire delle domande da condividere con il pubblico in sala, allo scopo di allargare più possibile il senso di comunità attorno al tema giubilare.

Quali sono i temi al centro dei 10 film prescelti?
Al centro dei film i diversi ambiti della vita: familiare, sociale e professionale oltre a quello religioso. Questi campi esistenziali narrati dal cinema d’autore saranno esplorati con la categoria della misericordia avendo particolare attenzione al tema della disabilità e della povertà, dell’affettività e della vocazione.

Ecco la lista dei film consigliati:

Mommy

Calvario

Forza maggiore

Due giorni, una notte

Io sono Mateusz

Per amor vostro

Le stazioni della fede

Marie Heurtin

Ritorno alla vita

La legge del mercato