COPRIFUOCO SERALE, FASCE DI RISCHIO DIVERSIFICATE PER REGIONI. CALABRIA, PIEMONTE E LOMBARDIA RISCHIANO MISURE RESTRITTIVE

Il nuovo dpcm anti-Covid prevederà un coprifuoco nazionale nelle ore serali. Lo annuncia il premier Conte, che spiega: si interverrà a livello graduale a seconda della soglia di criticità che si registra nelle varie regioni. Ci saranno “tre aree” con tre scenari di rischio e con misure via via più restrittive. Potrebbero essere la Calabria, il Piemonte e la Lombardia le regioni che potrebbero rischiare misure restrittive. Vietato lo spostamento tra le regioni più a rischio a meno che non ci siano motivi di lavoro, di salute e di estrema urgenza. Chiusi musei, mostre, centri commerciali nei festivi e prefestivi. Didattica a distanza per le superiori. Riduzione al 50% del limite di capienza dei mezzi di trasporto pubblici.

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Oms, casi in Europa e Usa salgono ma non è troppo tardi

“Durante il fine settimana abbiamo visto che mentre molti Paesi hanno tenuto sotto controllo il Covid-19, i casi in alcuni paesi in Europa e Nord America continuano a salire”. Lo ha detto il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel consueto briefing sul coronavirus, sottolineando che “questo è un momento critico per agire” e che “non è troppo tardi”. Tedros ha condotto il briefing dal suo auto-isolamento dopo essere entrato in contatto con una persona risultata positiva e ha ribadito di “non avere sintomi”. (ANSA).

Coronavirus, il presidente Bonaccini positivo al Covid: in isolamento domiciliare

Il presidente Bonaccini positivo al test Covid-19. Asintomatico, è ora in isolamento domiciliare da dove porterà avanti regolarmente l’attività di governo regionale nei prossimi giorni Test effettuato nella mattinata di oggi in via precauzionale in vista di appuntamenti istituzionali già in agenda Bologna – Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, è risultato positivo al test sul Covid-19 effettuato nella mattinata di oggi, in via precauzionale, in vista di appuntamenti istituzionali in agenda nel pomeriggio e domani. Il presidente Bonaccini, che non presenta sintomi, come previsto in questi casi si è posto in isolamento domiciliare nella sua abitazione, da dove porterà avanti regolarmente l’attività amministrativa e di governo regionale nei prossimi giorni.

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Crisanti, in assenza vaccino e terapia servono i test

“In assenza di un vaccino e in assenza di terapia l’unico modo efficace per spegnere la trasmissione è quello di fare il test a tutte le persone coinvolte nell’interazione sociale della persona ammalata: bisogna fare tamponi a parenti, familiari e colleghi di lavoro”. Così il direttore medicina molecolare Università di Padova Andrea Crisanti a `Mezz’ora in più di Lucia Annunziata su Rai3. E il suo piano di 300-400 mila tamponi, dice ancora Crisanti “è ancora realistico. Se si fa l’investimento giusto nel giro di 2-3 mesi si può arrivare a questa capacità”. E spiega: “Se si fa questo, adesso che abbiamo imparato come il virus si trasmette quando la persona si infetta e quanto tempo passa tra l’infezione e la positività possiamo accorciare tutte le quarantene. Ora sappiamo che se una persona non si infetta e non diventa positiva in 3-4 giorni dal contatto, di fatto non si infetterà più”. Il contact tracing “ha capacità estremamente limitata ed è facilmente saturabile. Di fatto – riferisce Crisanti – in condizioni ideali su 10-15 mila casi ogni persona ha in media 10 contatti quindi teoricamente dovremmo mettere in quarantena 150mila persone al giorno. Dopo 14 giorni saremmo a 2,5 milioni di persone in quarantena. Una cosa ingestibile”. Poi le file: “A me piacerebbe non vedere tutte queste file di gente disperata che vuole fare un tampone perchè magari glielo chiedono perché deve andare a lavorare, o perché ha avuto un contatto o ha paura di essere stata contagiata. Se noi agiamo soltanto diminuendo la qualità della vita, cioè mascherine, riduzioni dei locali, riduzione del movimento poi si creano situazioni di manifestaizoni di gente che di fatto non vuole vivere in queste condizioni, e per farlo l’unico modo è bloccare i focolai dove nascono e dove si manifestano”. (ANSA).

Covid: Speranza, vogliamo tenere le scuole aperte

“Vogliamo tenere le scuole aperte. finora nelle scuole si sono registrati un migliaio di casi, ma è del tutto evidente che ce ne saranno molti altri nelle prossime settimane. Proveremo a essere il più veloci possibile” nell’intervenire. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella trasmissione ‘Mezz’ora in più’ di Rai 3

“Stiamo investendo risorse come non è mai avvenuto nella storia recente, nè soprattutto sulla sanità. Abbiamo messo più soldi in cinque mesi che negli ultimi cinque anni e tanti altri ne dobbiamo ancora investire”, ha aggiunto il ministro. (ANSA).

Coronavirus: BERS, scenari più foschi anche in Balcani

La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) ha rivisto al ribasso le sue previsioni economiche per il 2020, a causa delle incertezze relative alla crisi del coronavirus, per i paesi in cui opera la Banca, compresi i Balcani. La Banca ha allo stesso tempo evocato lo scenario di una ripresa meno marcata delle attese nel 2021 anche per quanto riguarda la vicina regione balcanica ancora extra-Ue.

La contrazione del Pil nei Balcani occidentali dovrebbe raggiungere il 5,1 per cento nel 2020, più del 4,8% precedentemente stimato, “a causa di un crollo del turismo”, che colpisce in particolare Albania e Montenegro, e per le “interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali, minore produzione industriale, calo degli investimenti diretti esteri e delle rimesse “, ha illustrato la Banca nel suo nuovo rapporto ‘Regional Economic Prospect’. L’economia nei Balcani occidentali dovrebbe riprendersi l’anno prossimo, con una crescita del pil “al 3,4% nel 2021”, prevede ora la Bers, osservando che in generale “queste proiezioni sono soggette a un’enorme incertezza”.

Secondo lo studio, nei Balcani occidentali Albania e Montenegro registreranno il calo più marcato della crescita nel 2020 (-9,0%), in particolare a causa degli effetti negativi sul turismo e per il calo delle esportazioni di beni e servizi.

Seguono la Bosnia-Erzegovina, dove si è osservato un forte calo della produzione nel settore manifatturiero e Kosovo e Macedonia del Nord (tutti -5,0%). La Serbia (-3,5%) è stata particolarmente colpita da un calo delle rimesse pari al 30% tra gennaio e giugno 2020. Tuttavia, in Serbia l’impatto del Covid-19 è stato “meno grave che in alcuni paesi” vicini,” in parte a causa dell’elevato contributo della produzione di prodotti di base” nel comparto manifatturiero. “In generale, l’impatto negativo della crisi del coronavirus sarà più pronunciato del previsto quest’anno in Montenegro e Macedonia del Nord, dove sono state osservate forti contrazioni nell’industria, nel commercio, nei trasporti e nel turismo, suggeriscono i dati della Bers.

Nel 2021 “ci sarà probabilmente una qualche ripresa” nella regione “con una crescita del 3,4%, ma i livelli del pil il prossimo anno dovrebbero rimanere al di sotto di quelli del 2019”, ha osservato la Banca. La crescita economica più forte nel 2021 si osserverà in Montenegro (5,0%), seguita da Albania (4,5%), Kosovo (4,0%) e Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord e Serbia (3,0%). La Bers aveva stimato una ripresa economica molto più forte nella regione per quanto riguarda il 2021. Nel precedente rapporto sulle prospettive economiche regionali, pubblicato nel maggio 2020, la Banca aveva anticipato una crescita economica del 12,0% in Albania, del 10,5% in Montenegro, del 7,5% in Kosovo, del 6,0% in Bosnia-Erzegovina e Serbia e del 5,5% in Macedonia del Nord.

Secondo le ultime previsioni Bers, la Slovenia registrerà un calo del pil del 7,5% nel 2020 e una crescita del 3,5% nel 2021, mentre il prodotto interno lordo in Croazia scenderà dell’8,5% quest’anno e rimbalzerà del 3,5% l’anno prossimo. (ANSA).

Covid: Speranza, democrazia ha permesso di piegare curva

E’ stata “la democrazia a permettere di piegare la curva” dell’epidemia in Italia, nella fase più difficile dell’epidemia: lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella trasmissione ‘Mezz’ora in più’ di Rai 3″, rispondendo a una domanda relativa all’eventualità di maggiori controlli con il coinvolgimento dell’esercito. “La sfida di fondo – ha detto ancora il ministro – è puntare sulla persuasione e la consapevolezza”. (ANSA).

 

Coronavirus: morto vescovo Caserta, era ricoverato. E’ il primo presule deceduto per covid

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Il Vescovo di Caserta Giovanni D’Alise, ricoverato dal 30 settembre all’ospedale di Caserta a causa del Coronavirus, è morto per complicazioni polmonari. E’ il primo presule deceduto per il covid.
In un post su facebook, il parroco nonché vicario foraneo Nicola Lombardi, direttore dell’Istituto Superiore di Scenzie Religiose, scrive parole cariche di dolore. “È volata in Cielo l’anima benedetta del nostro carissimo pastore Giovanni D’Alise stringendo tra le mani la corona del Santo Rosario. Increduli siamo profondamente addolorati e prostrati. Lo accolga fra le sue braccia misericordiose Dio nostro Padre. Eleviamo per lui le nostre ferventi preghiere di suffragio. Il Cristo Risorto lo accolga nel suo Regno”. (ANSA).