Anoressia e bulimia, i genitori non sono la causa ma possono essere la cura

Un nuovo studio fa chiarezza sulle cause dei disturbi alimentari. Madri conflittuali e padri assenti non sono i motivi scatenanti ma il loro ruolo è comunque determinante. Ecco perché
Anoressia e bulimia, i genitori non sono la causa ma possono essere la cura
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Disturbi alimentari degli adolescenti. Due parole che suscitano sempre nei genitori una serie di reazioni a catena. Si parte dall’attacco di panico. Si prosegue con l’autoflagellazione (“con questa figlia ho sbagliato tutto”), alternata alle accuse al partner (“hai concesso troppo, sei sempre stato/a troppo indulgente verso di lei”), per concludere con la ricerca affannosa di un esperto in grado di affrontare il problema. Diciamo subito che se la prima e l’ultima reazione – il panico e la ricerca dello specialista – sono comprensibili, quelle successive sono destituite da ogni fondamento scientifico. Lo schema psicologico più volte citato, secondo cui anoressia e bulimia solo legati al conflitto madre/figlia con un padre assente, non trova rispondenze nelle ricerche. Non vuol dire che la famiglia non c’entri nulla. Il ruolo di mamma e papà è insostituibile e può essere “pesante”. Sia “in entrata” – quando si tratta di attenuare e controllare i sintomi – sia “in uscita” – quando occorre lavorare tutti insieme per permettere alla figlia di mettersi alle spalle il problema.

Vediamo perché. Innanzi tutto, abbiamo sempre parlato di figlia e non di figlio non perché non esistano adolescenti maschi alle prese con anoressia e bulimia, ma perché le statistiche ci dicono che nel 90 per cento dei casi questi problemi riguardano le ragazze. Dall’inizio della pandemia i casi registrati di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono aumentati circa del 36% rispetto agli anni precedenti come riporta uno studio pubblicato lo scorso anno dall’International Journal of Eating Disorder: una revisione di 53 ricerche condotte sul tema e che ha coinvolto complessivamente oltre 36 mila pazienti, con età media di 24 anni, di cui oltre il 90% donne. Dati che erano stati anticipati e confermati da una indagine condotta anche in Italia e pubblicata sul Journal of Affective Disorders già nel 2021.

Ma se gli errori educativi di mamme e papà non solo decisivi per scatenare un disturbo alimentare nei figli adolescenti, quali sono le cause alla base di questi problemi? “Le stranezze nelle abitudini alimentari rappresentano molto spesso la punta dell’iceberg di una fragilità psico-emotiva rimasta sommersa”, spiegano le psicologhe Giulia Rancati e Laura Rigobello nel libro Adolescenti con disturbi alimentari. Per capire e affrontare i sintomi di tuo figlio (Franco Angeli, pagg.139, euro 19), che arriva nei prossimi giorni in libreria. All’origine ci sono sempre “sentimenti di forte solitudine, abbandono e allontanamento dal contesto reale, peggioramento dell’umore, idee suicidarie, atti di autolesionismo, accessi al pronto soccorso per episodi di panico”. E le famiglie che ruolo hanno? “Esistono sicuramente atteggiamenti all’interno della famiglia, come l’emotività espressa, che possono mantenere, migliorare o peggiorare il problema”. Per emotività espressa, argomentano ancora le due esperte che hanno coordinato un lavoro interdisciplinare a cui hanno collaborato anche Giorgia Paggiarin, Luca Celotti, Caterina Mamini, Manuela Manfredi, Marco Pastorini, “si intende l’insieme delle attitudini e dei comportamenti verso un familiare ammalato e include cinque dimensioni: 1. i commenti critici; 2. l’ostilità; 3. l’eccessivo coinvolgimento emotivo; 4. i commenti positivi; 5. il calore dimostrato”.

Quindi, se c’è non prova che i comportamenti dei genitori siano scatenanti, occorre però prestare la massima attenzione alle modalità con cui si accompagnano i figli alle prese con questo problema. “Il senso di colpa vissuto dai genitori legato al momento di difficoltà dei figli – sottolineano ancora Rancati e Rigobello – non li aiuta ad essere parte attiva del processo di cura, anzi li paralizza e toglie loro consapevolezza di quanto possano essere risorsa del percorso, parte della soluzione di quel momento”. Perché in ogni percorso di cura, da quelli ambulatoriali ai periodi di ricovero, l’alleanza con i familiari è fondamentale. La famiglia anzi diventa “l’altro esperto”. In questa triangolazione – adolescente, genitori, esperti – mamme e papà sono aiutati a conoscere meglio i disturbi dei figli, ad acquisire competenze relazionali utili al cambiamento dei loro ragazzi ed anche della famiglia stessa.

“Spesso i comportamenti alimentari disfunzionali – annotano ancora le due psicologhe – si accompagnano a patologie psichiatriche diverse, come i disturbi d’ansia, i disturbi dell’umore, i disturbi di personalità, che rendono complicata la gestione dei ragazzi. Il rapporto con il cibo, con il proprio corpo e con la propria forma fisica ha un enorme impatto sulla qualità della vita psichica, fisica, sociale e quotidiana: tutte le aree di vita ne sono toccate e questo aumenta l’importanza di un aiuto il più possibile precoce e che coinvolga l’ambiente di vita più prossimo”.

Esistono teorie scientificamente validate per comprendere i motivi alla base della vulnerabilità dei ragazzi, come la teoria biosociale DBT della regolazione emotiva (Dialectical Behavior Therapy ) che è un trattamento psicoterapeutico cognitivo comportamentale, sviluppato da Marsha Linehan. La vulnerabilità emotiva, che si manifesta con le sue tre caratteristiche principali: sensibilità, intensità e durata, ha basi biologiche ma anche ambientali. Cosa significa? “Se nasco vulnerabile, ma in un ambiente che dà valore ai miei vissuti e non ritiene inadeguate le mie sensazioni e le mie manifestazioni emotive, anzi le ritiene sensate rispetto a ciò che vivo – spiegano Giulia Rancati e Laura Rigobello – si presenteranno i comportamenti disfunzionali con minore probabilità, mentre se la mia esperienza emotiva viene banalizzata, non riconosciuta, non compresa, potrei aver bisogno di soluzioni alternative e più forti agli occhi degli altri per farmi accudire e riconoscere. Il comportamento alimentare disfunzionale sappiamo manifestarsi proprio in una fase, solitamente adolescenziale, in cui è fondamentale per i ragazzi sentirsi riconosciuti dall’esterno, ma anche riconoscersi pian piano nella definizione della propria identità”.

Aggiornato il Fondo Pensioni Vaticano

Con un “Motu Proprio” pubblicato il 19 aprile papa Francesco ha aggiornato alcuni articoli del Fondo Pensioni Vaticano. Le modifiche riguardano l’aspetto “previdenza” di una vasta revisione alla Legge sull’Ordinamento Giudiziario dello Stato della Città del Vaticano del 2020. Diversi articoli della legge giudiziaria sono integralmente sostituiti da nuove statuizioni. I cardinali giudici cessano ora dalla carica e dal servizio quando raggiungono gli 80 anni si età, mentre per i magistrati ordinari la cessazione dal servizio scatta al compimento dei 75 anni. E’ fatta salva la facoltà del Papa di disporre ad personam la permanenza nell’ufficio oltre il limite di età. I magistrati conseguono quindi un regolare trattamento di quiescenza composto dal tfr e dalla pensione maturata in Vaticano, indipendentemente da qualsiasi altra prestazione, di analoga natura e comunque denominata, maturata o percepita o all’estero.
Col pieno diritto dei magistrati alla pensione viene abrogata la facoltà della Curia Romana di liquidare, al posto dell’assegno mensile, un importo una tantum (art.35 del Fondo) nei casi in cui l’interessato sia stato colpito da una condanna definitiva per delitti “contro la religione cattolica, la moralità pubblica, il buon costume e il patrimonio ecclesiastico” incompatibile con qualsiasi apporto con la Santa Sede. E viene meno quindi anche il bizantino calcolo dell’una tantum che prendeva a riferimenti dati dell’Istat, che nella specie è un ente straniero per l’ordinamento giuridico vaticano. Anche i pensionamenti regolati dal Motu Proprio possono utilizzare le contribuzioni per attività svolte in precedenza in Italia e accreditate presso l’Inps, utilizzando il loro cumulo, detto “totalizzazione internazionale” secondo la Convenzione per la sicurezza sociale tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana. L’intesa prevede che coloro (laici, sacerdoti, religiosi) che lavorano presso la Santa Sede, la Città del Vaticano, gli enti centrali della Chiesa cattolica o gestiti direttamente dalla Santa Sede, possono utilizzare i contributi italiani per raggiungere la pensione purché non siano coincidenti. Parallelamente, gli assicurati in Italia (dipendenti, autonomi, collaboratori coordinati ecc. ed esclusi i liberi professionisti) possono raggiungere la pensione italiana con periodi di lavoro svolti in Vaticano.

avvenire.it

Prosegue il dibattito che da diverse settimane anima le pagine di “Avvenire” attorno alle questioni tra cattolicesimo e cultura

Vittorio Possenti

Vittorio Possenti

Avvenire

Il rapporto tra cattolici e cultura va rilanciato senza timore nella situazione storico-spirituale odierna. Sussiste una certa stanchezza del pensiero cristiano, dovuta a fattori extra e intraecclesiali e al diffuso disorientamento, generato dalla velocità della vicenda contemporanea che non consente pause di riflessione. Sono stati già elencati alcuni tra tali fattori: la scarsa rilevanza della cultura cattolica, l’analfabetismo religioso, l’invasione inarrestabile della tecnoscienza nella vita di tutti i giorni, la difficoltà di reagire all’omologazione diffusa per riscoprire almeno una libertà dai miti e dai pregiudizi che dominano (la commissione che boccia all’unanimità la statua di una madre che allatta insegna molto!). Non di rado i credenti apprezzano di più le indicazioni “esterne”, accolte frettolosamente come “sacre”, mentre l’annuncio della Rivelazione rimane infecondo. I grandi eventi di massa, i festival dovunque, la spettacolarizzazione dilagante lasciano pochi frutti positivi. Viviamo forzosamente entro un “futurismo” secondo cui non c’è requie nel moto che supera a ogni istante se stesso, creando un habitat in balia di eventi che ci piovono addosso senza posa. Non in commotione Dominus: ma abbiamo ancora la possibilità di non essere “co-mossi” da ogni vento?
I grandi discorsi di papa Benedetto XVI che hanno segnato un’epoca, rimangono preziosi ma non bastano, se il contatto e la cura spirituale intensa da persona a persona non c’è più, se manca l’evangelizzazione da cuore a cuore. Già Benedetto aveva dato un segnale decisivo: il cortile dei gentili, «dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero, al cui servizio sta la vita interna della Chiesa». Tener desta la ricerca di Dio tra agnostici e atei, e affermare il valore della vita umana, che non può non chiamare in causa Dio. È stato compreso il suo invito, o forse è stato stemperato nella realizzazione di convegni e discorsi? Viviamo in società liberali dove domina la clasa discutidora, come la definiva Donoso Cortés; la discussione infinita raramente tocca la vita.
Il cristianesimo è l’Incarnazione del Verbo. La cultura è la coltivazione del campo umano, e chi meglio del Verbum Caro dà soccorso? L’Incarnazione che penetra nella vita dei singoli e dei popoli, chiede ai credenti una responsabilità per il cielo e parimenti per la terra, per la cittadinanza celeste e per quella terrena. Nella crisi di certezze il pensiero credente, non dando il là ai movimenti della cultura, si trova sempre alla rincorsa. Deve muoversi su un terreno dominato da fattori esterni, imposti dalla potenza del complesso scienza-tecnologia, verso il quale si nutre un eccesso di reverenza. Una fede che non è pensata e che non ispira l’azione non è una fede autentica. La prospettiva dovrebbe essere quella della fides quaerens intellectum, un tema permanente che si ripresenta a ogni epoca e svolta di civiltà. Non praticare questo ambito manifesta pigrizia e fuga dalla riflessione, oggi più di ieri, perché la storia precipita a valanga e occorre essere presenti. Anche se l’apporto cattolico risulterà modesto, l’essere stati presenti non si potrà mai cancellare. Nella ricerca tipica della fede deve emergere la carità intellettuale, diversa dalla retorica dei buoni sentimenti. Questa virtù non molto praticata porge rispettosamente il calice del vero come nutrimento della persona. Nella vita ecclesiale i santi dell’intelligenza sembrano meno onorati dei santi sociali della carità che operano a un livello di maggiore visibilità e concretezza, ma amore agapico e verità non possono che procedere a braccetto: operare la verità nell’agape, e vivere l’agape alla luce del vero.

C’è bisogno di dialogo e di cooperazione intensa tra fedeli laici e chiesa istituzionale, tra uomini e donne nella Chiesa, ma di solo dialogo si può morire, se non si rimette in moto il desiderio. I singoli e i popoli sono caratterizzati, molto più di quanto riconosciamo, dai loro desideri: la grande responsabilità dei credenti consiste dovunque nel nutrire il desiderio di vita e di bene. Chi lo promuove opera un cambiamento essenziale del vivere, e vale come un testimone indispensabile. È da meditare un pensiero leopardiano tratto dallo Zibaldone: «Sebbene è spento nel mondo il grande e il bello e il vivo, non ne è spenta in noi l’inclinazione. Se è tolto l’ottenere, non è tolto né è possibile a togliere il desiderare. Non è spento nei giovani l’ardore che li porta a procacciarsi una vita, e a sdegnare la nullità e la monotonia. L’ardor giovanile, cosa naturalissima, universale, importantissima, una volta entrava grandemente nella considerazione degli uomini di stato. Questa materia vivissima, e di sommo peso, ora non entra più nella bilancia dei politici e dei reggitori, ma è considerata appunto come non esistente». Leopardi prosegue osservando che mentre in antico questa materia giovanile era impiegata e ordinata alle grandi utilità pubbliche, ai suoi tempi invece non era né indirizzata in bene, né impedita nella sua possibilità di deflagrare e creare terremoti e disordini. E oggi? Un pensiero etico-politico dominato dal contrattualismo esibisce la sua scarsità pedagogica, evidenziando la necessità di educare facendo perno sulle radicali inclinazioni della persona umana. Queste ospitano l’amore per l’eccellenza e per i beni intrinseci rispetto a quelli strumentali, e distolgono dal vuoto libertismo dei singoli.
Nella rettificazione e purificazione del desiderio sta forse il più alto scopo dell’educare. Il desiderio non può essere abolito, ma può essere raddrizzato, purificato e condotto in maniera retta alla sua soddisfazione. Qui il Verbum Caro, nonostante la nostra abituale storditaggine, fa risuonare l’inaudito e paradossale invito: «Fai come Dio, diventa uomo». Esso entra nella profondità della storia di ognuno, invitando i credenti a non disertare. Diventare uomo è un’impresa tanto ardua che Dio stesso ha dovuto darci l’esempio.

Liturgia Ascensione del Signore (ANNO B)

Grado della Celebrazione: Solennità
Colore liturgico: Bianco

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La missione della Chiesa è presieduta da Gesù Cristo risorto, salito al cielo e intronizzato Signore alla destra del Padre. L’ascensione e l’invio degli apostoli sono inseparabili. Tra gli undici (Giuda il traditore ha seguito un altro cammino), inviati da Gesù e beneficiari della sua promessa fedele e potente, si trovano anche i successori degli apostoli e la Chiesa intera. Gesù ci invia, ci accompagna e ci dà la forza. Noi non siamo dei volontari spontanei, ma degli inviati. Appoggiandoci su Gesù Cristo vincitore della morte, possiamo obbedire quotidianamente al suo ordine di missione nella serenità e nella speranza.
Gli apostoli sono i messaggeri di una Parola che tocca l’uomo nel centro della sua vita. Il Vangelo, affidato alla Chiesa, ci dà una risposta definitiva: se crediamo, siamo salvati, se rifiutiamo di credere o alziamo le spalle, siamo perduti. Attraverso la fede, che è il sì dato dall’uomo a Dio, noi riceviamo la vita.
Il Signore conferma la predicazione degli apostoli con molti segni; e segni accompagnano anche i credenti. Attraverso questi segni, diversi e coestesi alla missione della Chiesa, Dio vuole garantire la sua azione in coloro che egli ha inviato e invita tutti gli uomini ad abbandonare ciò che è visibile e quindi attraente per il mistero della salvezza.

Reggio Emilia, tutto pronto per i Campionati Europei di pattinaggio artistico 2024

Campionati Europei pattinaggio artistico

fonte: stampareggiana.it

REGGIO EMILIA – Prenderanno il via giovedì 9 maggio alle 10:30 con la prova pista aperta ai Quartetti Cadetti, i Campionati Europei – Gruppi Show e Precision che lo Skating Club Albinea organizza a Reggio Emilia per la terza volta. Grazie alle esperienze precedenti, la società del Presidente albinetano, Gianluca Silingardi, ha ottenuto dalla World Skate Europe l’edizione 2024 dei campionati continentali che animeranno il PalaBigi di Reggio Emilia fino a sabato 11 maggio.

Sono 1.130 gli atleti accreditati e 350 i tecnici al seguito per un totale di circa diecimila persone che transiteranno su Reggio Emilia e Provincia per i quattro giorni di gare. Sulla nuova pista dello Skating Club Albinea che verrà inaugurata proprio in questi Europei, saranno 74 le squadre in pedana a gareggiare per gli otto titoli Europei in palio in rappresentanza di altrettante nazioni: Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Danimarca, Olanda, oltre a Italia (paese organizzatore) e Israele che, nonostante le difficoltà ha garantito la presenza di due formazioni. La Nazione maggiormente rappresentata, sarà l’Italia con 321 atleti iscritti.

“Ringrazio le Istituzioni che hanno subito risposto positivamente alla nostra richiesta di aiuto – dice il presidente del comitato organizzatore degli Europei e dello Skating Club Albinea, Gianluca Silingardi – quando si è trattato di mettere in cantiere questi Europei. Ma soprattutto devo dire grazie ai tantissimi volontari che continuano a esserci ogni volta serve il loro contributo. Nonostante l’esperienza maturata per eventi simili già portati a Reggio Emilia, come i recenti Campionati Italiani, ogni volta è sempre più complicato realizzarli, perché le aspettative sono alte. Da parte nostra non possiamo che ringraziare per la fiducia concessa e siamo certi che le città coinvolte nell’ospitalità degli atleti e delle loro famiglie, sapranno accogliere con positività questa nuova competizione che rappresenta un biglietto da visita per il turismo, molto importante.”

SPONSOR: tante le aziende che a diverso titolo, affiancano lo Skating Club Albinea nella realizzazione di questo evento: Sport Valley, IREN, E80group, I Petali, DIEFFE, SCAT, Bertolani, LIRI, Bigliardi, Chilometro zero, TecnoAuto, Ofelia, Margini Teloni, Platform, Villa Curta, Conte.

Questo l’elenco delle specialità che si contenderanno il titolo Europeo con i nomi delle squadre, la nazione di provenienza e il titolo dello show che presenteranno al PalaBigi.

PRECISION JUNIOR

  1. Monza Precision Team (Astro Roller Skating, Monza, Campione d’Italia), Toreador
  2. Precision Skate Bologna (Progresso Fontana Bologna – Polisportiva Lame Bologna – ASD Aprutino Teramo – Polisportiva Spring Bologna, Vice campione d’Italia), Frida…es mi nombre
  3. Precision Junior Team Albinea (Skating Club Albinea, quarta agli Italiani), Jolly Roger
  4. Holon (Campione d’Israele), Nothing is black
  5. Golda Holon (Vice Campione d’Israele), Hairspray

PRECISION SENIOR

  1. Precision Skate Bologna (Progresso Fontana Bologna – Polisportiva Lame Bologna – ASD Aprutino Teramo – Polisportiva Spring Bologna, Campione d’Italia), The world is only one
  2. Monza Precision Team (Astro Roller Skating, Monza, Vice Campione d’Italia), Nuevo Mundo
  3. Precision Team Albinea (Skating Club Albinea, Quarta agli Italiani), Villains
  4. Dream Team (Campione di Germania) Birds Flight
  5. Magic Team (Vice Campione di Germania), Journey to Valhalla
  6. Black Ravens (Terzo ai Campionati di Germania), My inner self – A look behind the mirror image
  7. Synchro Dream/ALSJB (Campione di Francia), Bridgerton
  8. Aunis Atlantique Patinage (Vice Campione di Francia), Mestiza
  9. Team Frisk (Campione di Danimarca), True Love’s Kiss

QUARTETTI CADETTI

  1. Scintille – (Alusia Onlus di Marigliano, Napoli, Campione d’Italia), Origins
  2. Etoile (Artiskate, Verona, Vice Campione d’Italia), Quel diavolo di un Arlecchino
  3. Angels On Skate (Bondeno, Ferrara, Terza agli Italiani), A flower with the scent of love
  4. Endless Troopers (Campione di Portogallo), The big bad wolf and the free little pigs
  5. Say Yes (Vice Campione di Portogallo), Heaven guardians
  6. Wolfies (Terza ai Campionati di Portogallo), Girls!
  7. Skate Club Lorrain (Campione di Francia), On the spider’s web
  8. Reims Roller Skating (Vice Campione di Francia), The woohp

QUARTETTI JUNIOR

  1. Skate Stars (Roll Stars di Loreggia, Padova, campione d’Italia), Hopeful voices
  2. Calipso (Skating Club Zanè, Vicenza, terza agli Italiani), En la milonga
  3. CPRM (Campione di Francia), Show me the move
  4. Oxsporteam – Skating Club La Roche Posa (Vice Campione di Francia), Cruellement Yours
  5. RV Olympia (Campione d’Olanda), Four seasons
  6. CP L’Aldea (Terza ai Campionati Spagnoli), Guardian’s of the night
  7. Endless Troopers (Campione di Portogallo), An adventure without limits…of
  8. Wolfies (Vice Campione di Portogallo), Be you!

QUARTETTI SENIOR

  1. Dejavu (Rollclub Maserà, Padova, Vice Campione d’Italia), Rinascita
  2. Fly Roller Diamond (UP Persicetana, Bologna, Quarta agli Italiani), Plaza de Espana
  3. Black Forest Pearls (Campione di Germania), Lady Gaga
  4. Endless Troopers (Vice Campione di Portogallo), Miss employed!
  5. Artistic Skating Cunit (Campione di Spagna), Vortex
  6. CPA Les Franqueses (Terza ai Campionati di Spagna), Gaman
  7. Team Frisk (Campione di Danimarca), The Hollywood wiz
  8. Occitania (Campione di Francia), Guernika

GRUPPI JUNIOR

  1. Division (Portogruaro, Venezia, Campione d’Italia), To see the stars again
  2. Hanami (Montebelluna Maser, Treviso, Vice Campione d’Italia), Ancora uno!
  3. Show Roller Team (Pattinaggio Vazzola, Treviso, Terza agli Italiani), Diario di bordo
  4. CPA Gondomar (Campione di Spagna), Unusual destiny
  5. Artistic Skating Cunit (Vice Campione di Spagna), Sculptors of destiny
  6. CPA Tona (Terza ai Campionati di Spagna), Underground
  7. Holon Precision Junior (Campione d’Israele), The emperor’s new clothe’s
  8. Onyx (Campione di Francia), Chucky
  9. ORS (Vice Campione di Francia), Broken heart syndrome
  10. Skate Club Lorrain (Terza ai Campionati di Francia), Christmas rush
  11. Say Yes (Campione di Portogallo), Tutto ruota
  12. Odivelas Show Team (Vice Campione di Portogallo), Save mother nature
  13. Outbox Show Team (terza ai campionati di Portogallo), Tomorrow is another day

GRANDI GRUPPI

  1. Cristal Skating Team (Apav Fara e Bassano New Skate, Vicenza, Campione d’Italia), The heaviest mistake
  2. Royal Eagles (Skating Don Bosco, Treviso, Vice Campione d’Italia), The last one
  3. Show Roller Team (Pattinaggio Vazzola, Treviso, Quarta agli Italiani), Damned to eternity
  4. Arcadia/Athletic Nantes Roller (Campione di Francia), Where are you from?
  5. Ostrasa (Vice Campione di Francia), Yellow-tailed scorpion
  6. Braga Roller Team (Campione di Portogallo), The trial
  7. Clube Patinagem Do Sado (Vice Campione di Portogallo), One less casuality
  8. Clube De Futebol De Sassoeiro (Terza ai campionati di Portogallo), No one rules alone
  9. CPA Olot (campione di Spagna), In the deepest
  10. CPA Girona (Vice Campione di Spagna), More more more
  11. CPA Condado (Quarta ai Campionati di Spagna), “Tonya”

PICCOLI GRUPPI

  1. Dejavu (Roll Club Maserà, Padova, Campione d’Italia), The happening
  2. Roma Roller Team (ASD PAR, Roma, Vice campione d’Italia), There is still time for one last
  3. Italian Show (Sc Mottense, Treviso, Quarta agli Italiani), Eccentric and surrealist Dalì
  4. Odivelas Show Team (Vicecampione di Portogallo), Play with your eyes
  5. Clube Patinagem Do Sado (Terza ai Campionati di Portogallo), Gueisha’s life choice
  6. Sintra Show Stars – SRVS (Quarta ai Campionati di Portogallo), Free your mind
  7. Onyx (Campione di Francia), Edward
  8. ES/SC Briard – Noisy Le Grand (Vice Campione di Francia), I wish i could be
  9. Naera / ALSJB (Terza ai Campionati di Francia), Duty of remembrance
  10. Artistic Skating Cunit (Campione di Spagna), No essence
  11. CPA Tona (vice Campione di Spagna), Eternal data
  12. PA Figueres CE (Quarta ai Cam

Reggio Emilia, al Wrapping Day persone di tutte le età ridisegnano il sottoponte di Via Turri

REGGIO EMILIA – La cultura e l’arte possono offrire una seconda vita a luoghi urbani trascurati e percepiti come insicuri. Lo dimostra la trasformazione avvenuta sotto il cavalcavia di via Turri che sabato 4 maggio, è stato lo scenario del Wrapping Day, un’azione collettiva per “incartare” (in inglese “wrapping”) e ridisegnare lo spazio pubblico sotto il ponte, piloni compresi. Alle prime luci del mattino il team di “Sottoponte”, progetto di rigenerazione urbana a base culturale promosso dall’associazione culturale Cinqueminuti e Binario49, ha ricoperto l’area con enormi fogli di cartone bianco, che durante l’intera giornata sono diventati una tavolozza per centinaia di persone di tutte le età. Insieme hanno lasciato il proprio segno su carta con pennarelli, bombolette e vernici, per creare un disegno condiviso e partecipato in scala reale del possibile futuro di questo spazio urbano. Tra le nuove funzioni e i nuovi valori di relazione che sono stati immaginati da chi abita e frequenta il quartiere, in particolare le generazioni più giovani, ci sono una zona riservata al cinema e agli spettacoli, un’altra dedicata allo sport e un angolo ristoro dove incontrarsi e stare insieme.

Il Wrapping Day è una nuova tappa del progetto Sottoponte – Prove generali di trasformazione, il percorso di rigenerazione urbana a base culturale per ripensare le funzioni dello spazio pubblico sotto il cavalcavia di via Turri attraverso design sociale, urban art e arti performative. Primo classificato nella selezione pubblica Creative Living Lab della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il progetto è promosso da Cinqueminuti Associazione Culturale e Binario49 in collaborazione con Comune di Reggio Emilia, ACER Reggio Emilia e Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in rete con Supercultura. La direzione scientifica è affidata all’architetto Francesco Bombardi, il team creativo è composto da Tommaso Monza (Natiscalzi DT), coreografo, Luca Macca (Compagnia del Buco), artista circense, e Andrea Mazzoni, fotografo e videomaker.

Per tutta la giornata sono state attivate anche alcune “isole creative”, che hanno accolto laboratori di arti circensi, pratiche fisiche dedicate alla percezione di sé e del proprio spazio, workshop di autocostruzione, laboratori di teatro danza e fotografia. L’attività partecipata di disegno urbano si è conclusa alle 18 con The space between us, “un’azione performativa partecipata per uno spazio urbano sottovalutato che vuole contenere umanità” a cura di Natiscalzi DT. Gran finale in musica con una urban jam session a cura di Baba Beatbox. Per tutta la giornata sono stati attivi il servizio bar a cura di Binario49 e il Micromercato con artigiani e produttori locali.

Soddisfatto anche Lanfranco de Franco, assessore alla Partecipazione: «Oggi è una bella giornata per il quartiere stazione: il Wrapping Day è un progetto di rigenerazione temporanea che si inserisce in un percorso più ampio che coinvolge la zona di via Turri e via Paradisi. Lo facciamo prima di tutto con i ragazzi del quartiere e le persone che vivono Binario49, che frequentano lo Spazio Raga e che partecipano ai progetti educativi del Comune. Insieme a loro vogliamo disegnare un nuovo spazio urbano, trasformando quello che prima era un parcheggio non particolarmente gradevole e che invece intendiamo vivere come luogo della comunità».

«Coniugando design sociale, urban art e arti performative – spiegano i promotori – il progetto si propone di ripensare le funzioni di un luogo in transizione come il Sottoponte, caratterizzato da marginalità funzionale e bassa qualità urbana, che potrà diventare spazio pubblico per i cittadini, punto di incontro, palcoscenico, sede espositiva e molto altro, rafforzando e ampliando la vocazione di community hub e centro culturale di Binario49. Un’opportunità per potenziare le pratiche culturali, educative, di welfare e favorire le produzioni culturali e artistiche di ricerca, in particolare grazie alla collaborazione con la rete Supercultura, che contribuirà alla progettazione e alla programmazione del cartellone estivo di Sottoponte. Il percorso prevede anche un importante lavoro di facilitazione che coinvolgerà il Servizio Partecipazione del Comune, l’Azienda Casa e l’Università».

stampareggiana.it

Fino all’11 maggio aperta la Bottega del Regalo Solidale a Reggio Emilia in S. Stefano

Riapre da lunedì 6 a sabato 11 maggio la Bottega del Regalo Solidale di Caritas e Centro Missionario, tutte le mattine dalle 9 alle 13.

Perché? Il 12 maggio è la festa della Mamma e vogliamo proporti un regalo “differente”. Quale?

Dobbiamo ridipingere Casa Bruna e Dante, locanda di accoglienza per donne… il preventivo è piuttosto importante.

Perché non doni alla tua mamma la pittura di una stanza?
O di qualche metro quadrato?
Oppure puoi regalare un nuovo “Lamba” (fascia di stoffa colorata utile per portare il bimbo) a una mamma che partorisce nel nostro ospedale in Madagascar o sostenere il progetto delle “mamme baby sitter” presso la Ferme di Manakara.

In Brasile puoi accompagnare le donne che devono partorire e non possono permettersi di fare visite prenatali sostenendo il progetto “La cura del bambino fin dal ventre materno”, oppure puoi sempre sostenere il progetto ARCOIRIS…

O puoi regalare una visita specialistica ad una mamma di una famiglia albanese seguita dalla Caritas di Sapa.
Potrai scegliere tra sei progetti, tutti a favore di donne e mamme.

Fai la differenza e regala qualcosa di diverso!
Vieni in Bottega a scoprire i progetti che puoi sostenere: ogni donazione sarà accompagnata da una lettera che spiega quale progetto hai scelto.
Ti aspettiamo!

La Bottega del Regalo Solidale
via Emilia Santo Stefano 30/A
Reggio Emilia

Per informazioni
Segreteria Coordinamento Pastorale
0522.1757969
segreteriacoordinamentopastorale@diocesi.re.it

Nella Sacra Scrittura, il Signore si rivela a noi come un “Dio misericordioso”

È questo il suo nome, attraverso cui Egli ci rivela, il suo volto e il suo cuore. Egli stesso, come narra il Libro dell’Esodo, rivelandosi a Mosè si autodefinisce così: «Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6).

Il Signore è “misericordioso”: questa parola evoca un atteggiamento di tenerezza come quello di una madre nei confronti del figlio. Infatti, il termine ebraico usato dalla Bibbia fa pensare alle viscere o anche al grembo materno. Perciò, l’immagine che suggerisce è quella di un Dio che si commuove e si intenerisce per noi come una madre quando prende in braccio il suo bambino, desiderosa solo di amare, proteggere, aiutare, pronta a donare tutto, anche sé stessa.

Poi è scritto che il Signore è “pietoso”, nel senso che fa grazia, ha compassione e, nella sua grandezza, si china su chi è debole e povero, sempre pronto ad accogliere, a comprendere, a perdonare. È come il padre della parabola riportata dal Vangelo di Luca (Lc 15,11-32): un padre che non si chiude nel risentimento per l’abbandono del figlio minore, ma al contrario continua ad aspettarlo e, quando questi finalmente si decide a tornare, gli corre incontro e lo abbraccia, senza lasciargli neppure finire la sua confessione e poi subito ordina ai servi di preparare una grande festa. Ecco: la misericordia è una festa!

Di questo Dio misericordioso è detto anche che è “lento all’ira”. Dio sa attendere, i suoi tempi non sono quelli impazienti degli uomini; se Dio ha un’impazienza è unicamente quella dell’amore, se ha un’urgenza è quella di festeggiare il ritorno dei suoi figli.

Infine, il Signore si proclama “grande nell’amore e nella fedeltà”. Com’è bella questa definizione di Dio! Dio è grande e potente, anzi onnipotente, ma questa onnipotenza si dispiega nell’amore. Un amore che compie sempre il primo passo, un amore che non si merita, ma che è totalmente gratuito e che niente può fermare, neppure il peccato.

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