Percorsi di catechesi 2018/2019 per L’Unità Pastorale «SANTI CRISANTO E DARIA»  REGGIO EMILIA

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(per scaricare il file locandina clicca su link in alto o sull’immagine)

UNITÀ PASTORALE «SANTI CRISANTO E DARIA»  REGGIO EMILIA: Cattedrale – San Prospero – Santa Teresa –Santo Stefano – San Zenone

CATECHISMO 2018 – 2019

Anche per il 2018 e 2019 sono proposti i seguenti percorsi di catechismo:

2a elementare: la GIOIA DEL BATTESIMO
3a elementare: LA SCOPERTA DEL PERDONO
4a elementare: LA BELLEZZA DELLA EUCARESTIA
5a elementare: CAMMINARE SULLA PAROLA PER ESSERE CHIESA

DOVE? IN CHE GIORNO E A CHE ORA?

Per tutta l’Unità Pastorale: nei locali di Santo Stefano

Un incontro settimanale:

la Domenica, dopo la S. Messa delle 10.00, dalle 11.00 alle 12.00

Oppure: il lunedì dalle 17.30 alle 18.30

MA QUANDO SI COMINICIA????

DOMENICA 28 OTTOBRE – SANTI CRISANTO E DARIA
FESTA DELLA NOSTRA UNITÀ PASTORALE
Ritrovo ore 10.00 nel cortile di Santo Stefano:
accoglienza bambini e genitori, incontro, gioco e festa insieme.

Ore 10.45 trasferimento dei gruppi di bambini accompagnati dai catechisti e dalle famiglie in Cattedrale per celebrare la Messa delle ore 11.15 e fare festa insieme nel cortile del Vescovado

A chi rivolgersi per informazioni e adesioni???

– Contatti diretti: i catechisti sono a disposizione tutte le domeniche di ottobre dopo la Messa delle 10.00 in S. Stefano (Davide, Alessandra, Luciano, Cecilia, Paola, Arianna e molti altri…..), o direttamente il 28/10 alle 10.00
– Contatti telefonici o messaggi Watshapp o e-mail:
Paola Zanetti 340 6750734 – zanettipao@gmail.com
Davide Ori 338 8267643 – davide.ori@libero.it
Don Daniele Casini 3397793288 doda65@libero.it

E I PER i RAGAZZI DELLE MEDIE …???
Ai ragazzi di prima e seconda media
è proposto un progetto speciale di due anni
per diventare col dono dello Spirito Santo nella Cresima

giovani TESTIMONI DI GESÙ:
1a Media: CAMMINARE COI DONI DELLO SPIRITO
2a Media: PORTARE I FRUTTI DELLO SPIRITO

Incontro tutte le domeniche alle ore 10.00 presso i locali di Santo Stefano e poi Messa insieme in Cattedrale alle ore 11.15
(trasferimento a piedi o in bici assieme ai catechisti)
Per informazioni: Clara Patini 347 3890967 – c.patini@alice.it
Don Daniele Casini 339 7793288 – doda65@libero.it

Ai ragazzi di TERZA MEDIA è proposto un percorso di crescita nell’amicizia, alla scoperta della vita.
L’incontro è quindicinale alla domenica sera,
presso i locali di Santo Stefano dalle ore 19 alle 20.30

...Superiori e Universitari

I giovani delle Superiori e gli Universitari si incontrano in diversi gruppi di età,

• ogni quindici giorni alla domenica sera:
– il biennio delle Superiori dalle 19.00 alle 20.30
– e dalla terza Superiore in su dalle 20.00 alle 22.00 (con condivisione della cena insieme)

• tutte le domeniche alla messa delle 11,15 in Duomo
Per intrecciare la loro vita con racconti e testimonianze,
perché “ogni storia è una storia d’amore”

Per informazioni dalla Terza media in su:

Alessandra Marconi 347 2388347 – alessandra.marconi@unimore.it,
Silvia Chicchi 334 1059005 – silvia.chicchi59@gmail.com
Don Daniele Casini 339 7793288 – doda65@libero.it

Carburanti. In Europa benzina e diesel cambiano nome: E10, B10 o B7. Occhio al cartello

(Omnimilano)

(Omnimilano)

Attenzione al cartello. Quando lunedì mattina gli automobilisti italiani faranno rifornimento di carburante troveranno un cambiamento epocale: non più le scritte “verde”, “gasolio” bensì delle sigle: rispettivamente E10, B10 o B7 – due opzioni in questo caso per il gasolio.

La settimana prossima, infatti, entrerà in vigore in tutta Europa la nuova direttiva Dafi, che delinea a livello europeo un quadro comune di misure per la diffusione dei carburanti alternativi – compresi gas naturale, biometano e Gpl – tra cui l’implementazione della rete infrastrutturale, sui carburanti. Nei Paesi Ue e nei consociati, ossia Islanda, Lichtenstein, Norvegia, Macedonia, Serbia, Svizzera e Turchia. Questo comporterà il cambiamento delle etichette sulle pompe dal distributore, ma pure sullo sportellino che sigilla il tappo dei serbatoi delle automobili nuove.

Per meglio individuare la pompa giusta la sigla sarà resa più evidente grazie ad una cerchiatura: un cerchio per la benzina, un quadrato per le due tipologie di gasolio (B10 per quello con un biodiesel al 10%, B7 per quello con una percentuale al 7%) la losanga per i carburanti gassosi. Che, più dettagliatamente, individueranno con Cgn il metano per auto, Lpg che sta per Gpl e Lng che significa metano liquido, utilizzato sempre più di frequente per mezzi pesanti. E si potrà, di fatto raramente, trovare anche l’indicazione H2, ossia l’idrogeno.

l nuovo regolamento e le nuove indicazioni si sono rese necessarie perché sul mercato stanno arrivando carburanti differenti e le stazioni di servizio stanno allargando la gamma di prodotti serviti. Mentre, allo stesso tempo, i moderni motori, sempre più sofisticati, diventano purtroppo sempre più sensibili ad elementi “esterni” presenti nel carburante stesso. Se un tempo i diesel andavano allegramente anche con l’olio di semi e colza e quelli a benzina a carburatori non disdegnavano affatto l’alcol, i motori odierni, super dipendenti dall’elettronica, si fermano alla prima impurità. A tal punto che troppo biodiesel intasa filtri e iniettori perché le alghe presenti non sono facilmente “digeribili”. Non di meno quelli a benzina, assai suscettibili ad un’eccessiva presenza di etanolo. Anche per queste ragioni si è reso necessario arrivare ad un’etichettatura uguale nei Paesi europei.

Resta sospeso il Regno Unito, visto che con Brexit può comportarsi autonomamente. Va però ricordato che, poiché le auto nuove importate verso Londra avranno sul tappo la simbologia europea, è probabile che anche i sudditi della Regina adottino le stesse indicazioni. E presto sarà avviata anche un’operazione simile per le vetture elettriche considerando le differenze sulle tensioni e altre specifiche delle ricariche.

Commento al Vangelo della Domenica. Il sogno di Dio è che nessuno sia solo, senza sicurezza

XXVII Domenica
Tempo ordinario – Anno B

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio» (…).

Alcuni farisei si avvicinarono a Gesù per metterlo alla prova: «è lecito a un marito ripudiare la moglie?». Chiaro che sì, è pacifico, non solo la tradizione religiosa, ma la stessa Parola di Dio lo legittimava. Gesù invece prende le distanze dalla legge biblica: «per la durezza del vostro cuore Mosè scrisse per voi questa norma». Gesù afferma una cosa enorme: non tutta la legge, che noi diciamo di Dio, ha origine divina, talvolta essa è il riflesso di un cuore duro. Qualcosa vale più della lettera scritta. Simone Weil lo dice in modo luminoso: «Mettere la legge prima della persona è l’essenza della bestemmia». E per questo Gesù, infedele alla lettera per essere fedele allo spirito, ci «insegna ad usare la nostra libertà per custodire il fuoco e non per adorare la cenere!» (G. Mahler). La Bibbia non è un feticcio, vuole intelligenza e cuore.
Gesù non intende redigere altre norme, piantare nuovi paletti. Non vuole regolamentare meglio la vita, ma ispirarla, accenderla, rinnovarla. E allora ci prende per mano e ci accompagna dentro il sogno di Dio, sogno sorgivo, originario, a guardare la vita non dal punto di vista degli uomini, ma del Dio della creazione. Dio non legifera, crea: «dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina, per questo l’uomo lascerà il padre e la madre, si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola». Il sogno di Dio è che nessuno sia solo, nessuno senza sicurezza, più che di padre, senza tenerezza, più che di madre. Gesù ci porta a respirare l’aria degli inizi: l’uomo non separi quello che Dio ha congiunto. Il nome di Dio è dal principio “colui-che-congiunge”, la sua opera è creare comunione.
La risposta di Gesù provoca la reazione non dei farisei, ma dei discepoli che trovano incomprensibile questo linguaggio e lo interrogano di nuovo sullo stesso argomento. «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei». Gesù risponde con un’altra presa di distanza dalla legislazione giudaica: «E se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Nella legge non c’era parità di diritti; alla donna, la parte più debole, non era riconosciuta la possibilità di ripudiare il marito. E Gesù, come al suo solito, si schiera dalla parte dei più deboli, e innalza la donna a uguale dignità, senza distinzioni di genere. Perché l’adulterio sta nel cuore, e il cuore è uguale per tutti. Il peccato vero più che nel trasgredire una norma, consiste nel trasgredire il sogno di Dio. Se non ti impegni a fondo, se non ricuci e ricongiungi, se il tuo amore è duro e aggressivo invece che dolce e umile, tu stai ripudiando il sogno di Dio, sei già adultero nel cuore.
(Letture: Genesi 2,18-24; Salmo 127; Ebrei 2, 9-11; Marco 10, 2-16).

di Ermes Ronchi

da Avvenire

Pakistan. Si apre lunedì il processo di appello per Asia Bibi

Asia Bibi è in carcere in Pakistan da 3.395 giorni con l'accusa di blasfemia

Asia Bibi è in carcere in Pakistan da 3.395 giorni con l’accusa di blasfemia

Si aprirà lunedì, alla Corte Suprema di Islamabad, l’udienza per l’appello di ultima istanza sul caso di Asia Bibi, la donna cristiana, madre di cinque figli, condannata a morte per blasfemia l’11 novembre del 2010. Si tratta di una udienza preliminare nel corso della quale, tra l’altro, sarà notificato agli avvocati l’obbligo di presenza al processo.
Asia Bibi venne arrestata il 19 giugno del 2009 dalla polizia nel suo villaggio di Ittanwali, nella provincia di Punjab, a seguito della denuncia di alcune altre donne di credo musulmano per blasfemia dopo una presunta offesa al profeta Maometto durante un diverbio. Da allora, 3.395 giorni fa, si trova rinchiusa in isolamento nel carcere di Multan. Nel 2011 il governatore del Punjab, Taseer, che aveva parlato a favore di Asia Bibi fu assassinato dalla sua guardia del corpo Mumtaz Qadri che fu poi processato per omicidio e condannato a morte. La pena capitale fu eseguita nel 2016.

Avvenire

Manovra. Famiglia, nel Def molte promesse, ma non per il 2019

Famiglia, nel Def molte promesse, ma non per il 2019

Corposo il paragrafo dedicato dalla Nota di aggiornamento al capitolo-famiglia, ma ancora privo di uno stanziamento preciso e di un cronoprogramma certo. Il governo assume come quadro di riferimento la «severa crisi demografica» e i drammatici dati sulla natalità in Italia nell’ultimo decennio, gli stessi al centro dell’ultima Conferenza nazionale sulla famiglia del governo Gentiloni.

«Fisco a misura di famiglia». Ma la riforma Irpef è rinviata

L’esecutivo si impegna quindi a intervenire «selettivamente» sul sostegno alla genitorialità e al rilancio della natalità, «agendo sul versante fiscale, su quello dei servizi e delle prestazioni sociali» e con «una serie di disposizioni per un sistema fiscale a misura di famiglia». Considerando però che la riforma Irpef generale è rinviata agli anni a venire, sono parole che vanno considerate come rivolte al futuro. Più concreto, e quindi rivolto al 2019, è l’intento di valorizzare la famiglia all’interno del Reddito di cittadinanza, visto come forma di «sostegno alle famiglie disagiate e con disabili e con componenti in condizione di disabilità». Si accenna anche alla possibilità di usare come criterio per la “pensione di cittadinanza” (780 euro, una nuova “minima”) «la situazione complessiva dei nuclei familiari, anche con riferimento alla presenza al loro interno di persone con disabilità o non autosufficienti». Non traspaiono però poste specifiche per le famiglie, viste piuttosto come beneficiarie indirette delle misure anti-povertà.

L’impegno per riforme di sistema su disabili, nidi, aiuto a maternità

Ci sono anche impegni a riforme più sistemiche come il Codice per la disabilità e a rifinanziare i vari fondi esistenti, dal “Dopo di noi” agli interventi di assistenza diretta alle famiglie, nuclei con disabili e tutela dell’infanzia. Così come si annunciano interventi legislativi su asili nido, consultori familiari e centri per la famiglia, sostegno alla maternità e alla conciliazione lavoro-casa, congedi parentali, welfare aziendale, tutele per i coniugi e i bambini che rischiano di uscire indeboliti da una crisi familiare. Annunciata anche una stretta sui ‘finti-invalidi’ per finanziare interventi finalizzati al reinserimento lavorativo delle persone con disabilità. Si promettono anche procedure più snelle per le adozioni e sussidi alle famiglie che accolgono.

Avvenire

Canonizzazione di Paolo VI. Montini il Papa santo che a Milano capì l’Italia

L'allora arcivescovo di Milano Montini durante l'inaugurazione del Centro giovanile pavoniano nel 1958da Avvenire

L’allora arcivescovo di Milano Montini durante l’inaugurazione del Centro giovanile pavoniano nel 1958

«La canonizzazione di Paolo VI è stata collocata durante il Sinodo dei vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Ecco, voglio invocare san Paolo VI per tutti i giovani: soprattutto per coloro che, credendo alle promesse di Dio, vogliono diventare testimoni di speranza e protagonisti dell’edificazione della civiltà dell’amore».
Così l’arcivescovo di Milano (e padre sinodale) Mario Delpini ha concluso l’incontro con i giornalisti svoltosi sabato in Curia. Un’occasione per fare il punto sul pellegrinaggio che a giorni porterà a Roma 2.500 fedeli ambrosiani. Ma soprattutto: per mettere a fuoco l’eredità di Montini, che di Milano fu arcivescovo, con l’aiuto di Giorgio Vecchio, ordinario di Storia contemporanea a Parma, e con monsignor Ennio Apeciti, vicepostulatore diocesano, delegato episcopale per il processo di canonizzazione di Paolo VI, consultore della Congregazione delle Cause dei santi.

Un’occasione, dirà poco dopo l’arcivescovo a proposito della canonizzazione del 14 ottobre, per scoprire cheMilano non è solo la città della moda, dell’innovazione, della cultura, ma «è anche terra di santi e di santità», come testimoniano le figure e le vicende degli arcivescovi Ferrari, Schuster, Montini, oltre che dei laici e dei consacrati ambrosiani del ’900. «Sì, siamo giustamente fieri di aver avuto Montini nostro arcivescovo», e cheMilano «lo abbia aiutato a capire che cos’è la Chiesa, lo abbia aiutato ad amarla – ha sottolineato Delpini – e a prepararsi al pontificato».

Davvero Montini imparò a conoscere la Chiesa a Milano, visitando le parrocchie, stando in mezzo al popolo di Dio. A riconoscerlo fu lo stesso Paolo VI in una confidenza affidata al cardinale olandese Johannes Willebrands. Lo ha ricordato Vecchio offrendo i tratti essenziali dell’episcopato ambrosiano di Montini (1954-1963). A MilanoMontini si rese conto, prima e meglio di molti altri vescovi, come l’Italia non fosse più una società naturalmente cattolica. E a Milano identificò quelle coordinate del cammino – la riforma della Chiesa e il dialogo con la modernità come via dell’evangelizzazione – che avrebbe sviluppato da Papa. I capisaldi del suo episcopato? La riscoperta dello straordinario patrimonio rappresentato dalla liturgia ambrosiana; la predicazione e la catechesi date in termini cordiali, chiari, precisi; l’attenzione al mondo del lavoro; la centralità della parrocchia e la promozione della “presenza” fisica della Chiesa, anche e soprattutto nelle periferie di una metropoli in tumultuoso sviluppo – e qui Vecchio ha ricordato le 123 nuove chiese sorte a Milano dall’iniziativa di Montini. Culmine di quest’opera evangelizzatrice: la grande missione di Milano del 1957, che non mise al centro temi dottrinali o morali, ma la paternità di Dio.

«Quelle chiese nuove, ha testimoniato il suo segretario, monsignor Macchi, andò a benedirle e consacrarle indossando sempre il cilicio», ha ricordato Apeciti ripercorrendo, da un lato, la causa di beatificazione e canonizzazione, dall’altro restituendo i tratti essenziali del profilo di Montini: «La sua profonda umanità; la sua profonda passione per il sacerdozio; il suo indomito amore per la Chiesa – nella quale s’incontra Cristo e ci si conforma a lui; la sua dedizione all’uomo – Paolo VI è il Papa della Populorum Progressio; il coraggio capace di mettersi in ginocchio, come accadde quando si chinò a baciare i piedi del metropolita Melitone, e come scrisse alle Brigate Rosse – “vi prego in ginocchio” – chiedendo la liberazione di Aldo Moro». Paolo VI, ha concluso Apeciti, «ha vissuto fortemente la speranza» e, come dicono i miracoli che l’hanno portato agli altari, è davvero il Papa dell’Humanae vitae, «il Papa che ha creduto nella vita».
Delpini, infine. Con la richiesta a Paolo VI di «intercedere per tutti i giovani del mondo, oltre che per tutta la Chiesa, perché abbiano la speranza».

Che «non è una sorta di fiducia nella storia, ma è la fiducia nelle promesse di Dio». Con questa speranza Montinivisse e affrontò «il dramma» di «un mondo che si allontana dalla Chiesa o è indifferente al tema della fede in Dio, dramma che ci accompagna ancora». «Noi cerchiamo giovani – ha detto l’arcivescovo – che siano custodi della speranza, che dentro il mondo sappiano essere quei messaggeri di gioia, quei testimoni di un’attesa che le promesse di Dio si compiano, che il suo regno venga, e così ricordino quello che Montini ha cercato di ricordare aMilano: che Dio è padre, che gli uomini sono chiamati a essere fratelli, che la civiltà dell’amore non è una città che scende dal cielo ma è una responsabilità di tutti, è un programma di vita per chi ha a cuore l’umanità e il suo futuro».

Abusi, papa Francesco: nessuna tolleranza ma ricerca della verità

Abusi, papa Francesco: nessuna tolleranza ma ricerca della verità

avvenire

«Seguiremo la strada della verità, ovunque possa portarci». Una nota diffusa ieri pomeriggio dalla Sala Stampa vaticana rende pubblico quanto disposto da papa Francesco in merito al caso della condotta dell’arcivescovo americano Theodore Edgar McCarrick, molestatore di seminaristi e giovani sacerdoti, e al quale il 28 luglio scorso, con un gesto clamoroso, lo stesso Francesco aveva tolto il cardinalato imponendogli una vita ritirata di penitenza. Il Papa, «consapevole e preoccupato per lo smarrimento che la pubblicazione delle accuse riguardanti la condotta» dell’ex arcivescovo di Washington «stanno causando nella coscienza dei fedeli», ha disposto un esame di tutta la documentazione riguardante il caso, affinché sia chiaro che «gli abusi e la loro copertura non possono essere più tollerati». E che un diverso trattamento per i vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti – si evidenzia nella nota – rappresenta una forma di clericalismo che «non può mai più essere accettabile». Dunque niente più trattamenti speciali per i presuli abusatori o insabbiatori.

La Santa Sede – spiega ancora l’informativa – è infatti cosciente che possono essere stati commessi errori in passato da parte della gerarchia, dato che Theodore McCarrick, nonostante tale condotta, venne promosso vescovo di Metuchen nel 1981, quindi arcivescovo di Newark nel 1986, poi di Washington nel 2000 e infine creato cardinale, ed assicura pertanto che «non mancherà, a tempo debito, di rendere note le conclusioni del caso».
Nel testo del comunicato la vicenda viene così ripercorsa: «Nel settembre 2017, l’arcidiocesi di New York ha segnalato alla Santa Sede che un uomo accusava l’allora cardinale McCarrick di aver abusato di lui negli anni Settanta. Il Santo Padre ha disposto in merito un’indagine previa approfondita, che è stata svolta dall’arcidiocesi di New York e alla conclusione della quale la relativa documentazione è stata trasmessa alla Congregazione per la Dottrina della fede». Nel frattempo – informa ancora il comunicato – poiché nel corso dell’indagine sono emersi gravi indizi, il Santo Padre ha accettato le dimissioni dell’arcivescovo McCarrick dal Collegio cardinalizio, ordinandogli la proibizione dell’esercizio del ministero pubblico e l’obbligo di condurre una vita di preghiera e di penitenza».

Ora, anche in riferimento ad «altre accuse portate contro l’ecclesiastico», papa Francesco «ha disposto di integrare le informazioni raccolte tramite l’investigazione previa con un ulteriore accurato studio dell’intera documentazione presente negli archivi dei dicasteri e uffici della Santa Sede riguardanti l’allora cardinale McCarrick, allo scopo di appurare tutti i fatti rilevanti, situandoli nel loro contesto storico e valutandoli con obiettività», seppure «consapevole che dall’esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l’approccio odierno a tali questioni».
Il comunicato si conclude ribadendo il «pressante invito» del Papa «ad unire le forze per combattere la grave piaga degli abusi dentro e fuori la Chiesa e per prevenire che tali crimini vengano ulteriormente perpetrati ai danni dei più innocenti e dei più vulnerabili della società». Viene quindi ricordato il vertice convocato da Francesco con i presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo per il prossimo mese di febbraio e la sua recente “Lettera al popolo di Dio”, nella quale viene sottolineato come «l’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite sia viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come popolo di Dio» e che sarà «questa consapevolezza» a consentire «di riconoscere i nostri peccati e gli errori del passato con un’apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro». Mentre dagli Stati Uniti giungono le inquietanti operazioni del miliardario Timothy R. Busch, membro del network cattolico ETWN, che dichiara di voler proseguire quanto iniziato dall’ex nunzio Carlo Maria Viganò ed ha stanziato fondi per indagare e schedare i cardinali elettori di un eventuale Conclave, questo è il primo chiarimento ufficiale da parte della Santa Sede che arriva dopo quaranta giorni dalla pubblicazione del comunicato dell’ex nunzio degli Stati Uniti Viganò, che il 26 agosto scorso aveva accusato Francesco di aver coperto il porporato abusatore e chiesto le sue dimissioni. La nota vaticana tuttavia non cita l’ex nunzio e neppure entra nel merito delle vicende che hanno portato alla designazione di McCarrick alla guida della diocesi di Washington e al cardinalato, in attesa che vengano esaminate tutte le carte.

IL COMUNICATO DELLA SANTA SEDE

Dopo la pubblicazione delle accuse riguardanti la condotta dell’Arcivescovo Theodore Edgar McCarrick, il Santo Padre Francesco, consapevole e preoccupato per lo smarrimento che esse stanno causando nella coscienza dei fedeli, ha disposto che venga comunicato quanto segue:

Nel settembre 2017, l’Arcidiocesi di New York ha segnalato alla Santa Sede che un uomo accusava l’allora Cardinale McCarrick di aver abusato di lui negli anni Settanta. Il Santo Padre ha disposto in merito un’indagine previa approfondita, che è stata svolta dall’Arcidiocesi di New York e alla conclusione della quale la relativa documentazione è stata trasmessa alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel frattempo, poiché nel corso dell’indagine sono emersi gravi indizi, il Santo Padre ha accettato le dimissioni dell’’Arcivescovo McCarrick dal Collegio cardinalizio, ordinandogli la proibizione dell’esercizio del ministero pubblico e l’obbligo di condurre una vita di preghiera e di penitenza.

La Santa Sede non mancherà, a tempo debito, di rendere note le conclusioni del caso che coinvolge l’Arcivescovo McCarrick. Anche in riferimento ad altre accuse portate contro l’ecclesiastico, il Santo Padre ha disposto di integrare le informazioni raccolte tramite l’investigazione previa con un ulteriore accurato studio dell’intera documentazione presente negli Archivi dei Dicasteri e Uffici della Santa Sede riguardanti l’allora Cardinale McCarrick, allo scopo di appurare tutti i fatti rilevanti, situandoli nel loro contesto storico e valutandoli con obiettività.

La Santa Sede è consapevole che dall’esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l’approccio odierno a tali questioni. Tuttavia, come ha detto Papa Francesco, «seguiremo la strada della verità, ovunque possa portarci» (Filadelfia, 27 settembre 2015). Sia gli abusi sia la loro copertura non possono essere più tollerati e un diverso trattamento per i Vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti rappresenta infatti una forma di clericalismo mai più accettabile.

Il Santo Padre Francesco rinnova il pressante invito ad unire le forze per combattere la grave piaga degli abusi dentro e fuori la Chiesa e per prevenire che tali crimini vengano ulteriormente perpetrati ai danni dei più innocenti e dei più vulnerabili della società. Egli, come annunciato, ha convocato i Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo per il prossimo mese di febbraio, mentre risuonano ancora le parole della Sua recenteLettera al Popolo di Dio: «L’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio. Questa consapevolezza di sentirci parte di un popolo e di una storia comune ci consentirà di riconoscere i nostri peccati e gli errori del passato con un’apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro» (20 agosto 2018).

Sinodo. Papa Francesco: date ai giovani risposte senza paura

Papa Francesco: date ai giovani risposte senza paura

“Le risposte alle vostre domande le daranno i padri sinodali. Perché se io dessi le risposte qui, annullerei ilSinodo. La risposta deve venire da tutti: dalla nostra discussione. Soprattutto devono essere risposte fatte senza paura”.

Così papa Francesco ha preso la parola nell’incontro con i giovani e i padri sinodali ‘Noi per. Uniti, solidali, creativi’ che si era è aperto tra gli applausi e la commozione e che si inserisce nell’ambito della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” (3-28 ottobre 2018).

Nel corso dell’incontro, animato dalle testimonianze di tantissimi giovani, Francesco è rimasto ad ascoltare per poi intervenire toccando alcuni temi a lui cari. “Oggi – ha affermato il Papa – sono un po’ alla moda i populisti, che non hanno niente da vedere con il popolo né con la cultura del popolo che si esprime nell’arte, nella cultura, nella scienza, nella festa che ogni popolo fa a suo modo”.

Proseguendo nel dialogo con i giovani radunati nell’Aula Paolo VI per dare il loro contributo al Sinodo che si svolge in Vaticano. “Il populismo è il contrario”, la tesi di Francesco: “È la chiusura su un modello, siamo chiusi, siamo noi soli e quando siamo chiusi non si può andare aventi”. Il riferimento è al tema dell’accoglienza, e al pericolo che oggi – come hanno detto i giovani in una delle domande consegnate al Papa al termine dell’incontro – “l’altro e lo straniero vengano visti come un pericolo, un male, un nemico da cacciare”. “Questa è la mentalità dello sfruttamento della gente, è fare schiavi i più deboli, è chiudere non solo le porte, ma chiudere le mani”, ha denunciato Francesco: una “mentalità sempre più diffusa” verso lo straniero, che “si vince con l’abbraccio, l’accoglienza, il dialogo, l’amore, che è una parola che apre tutte le porte”.

“Il potere è servizio, il vero potere è servire: l’altro è egoismo, l’altro è abbassare l’altro, l’altra persona, non lasciarla crescere, è dominare sugli schiavi. Il potere è per far crescere la gente, farsi servitori della gente” ha proseguito il Papa, a braccio, al termine dell’incontro con i giovani in Aula Paolo VI, citando le “diseguaglianze” e la domanda di un giovane sulla politica, ambito in cui spesso “si perde il senso del potere”. “Per favore, voi non avete prezzo, non siete merce all’asta”, la raccomandazione ai giovani: “Non lasciatevi comprare, non lasciatevi sedurre, non lasciatevi schiavizzare dalle colonizzazioni ideologiche che ci mettono nella testa per finire schiavo, dipendente, fallito nella vita”. “Io non sono all’asta, io sono libero, libera!”, la frase che ogni giovane è esortato a ripetere dal Papa: “Innamoratevi di questa libertà, che è quella che offre Gesù”.

“La foto con tuo nonno è il più bel messaggio di questa serata”. Al termine dell’incontro con i giovani in Aula Paolo VI, è stato lo stesso Francesco a scegliere l’istantanea più bella, nelle parole pronunciate a braccio al termine dell’incontro dei giovani con in padri sinodali. Il riferimento è ad una foto del cantautore Giovanni Caccamo, che lo ritrae insieme a suo nonno, mostrata a tutto il pubblico dal conduttore della serata, l’attore Giovanni Scifoni.

“Ognuno di voi vuol fare una strada della vita concreta, che porti dei frutti”, ha detto il Papa: “Parlate con i vecchi, con i nonni! Loro sono le radici della vostra concretezza, del vostro crescere, fiorire e dare frutto. L’albero da solo non darà frutto: tutto quello che l’albero ha di fiorito viene da ciò che è sotterrato”. “Attaccati alle radici”, la raccomandazione di Francesco: ‘Prendete le radici, portatele avanti per dare frutto e voi diventerete radici degli altri. Parlate con i nonni, con i vecchi, questo vi farà felici!'”. Dopo aver ricevuto in consegna dai 100 giovani, in rappresentanza dei cinque continenti, le domande da consegnare ai padri sinodali il Papa, salutandoli, ha firmato il gesso di uno di loro.

TUTTI GLI ARTICOLI SUL SINODO SUI GIOVANI

IL VIDEO DELL’INCONTRO TRA IL PAPA, I PADRI SINODALI E I GIOVANI